L’anemia mediterranea, anche conosciuta come talassemia, è una patologia ematologica ereditaria che colpisce principalmente le persone di origine mediterranea. Questa condizione è causata da una mutazione genetica che influisce sulla produzione di emoglobina, la proteina responsabile del trasporto di ossigeno nel sangue.
Si presenta in diverse forme e con diversi gradi di gravità . Ci sono individui che sono portatori sani e possono trasmettere il gene difettoso alla prole, senza manifestare sintomi significativi. Allo stesso tempo ci sono persone affette da forme più gravi che richiedono un trattamento medico regolare.
 In base alla gravità dei sintomi sperimentati si può classificare in:
- Talassemia minore, o minor, quando i sintomi sono lievi o il paziente non presenta sintomi.
- Talassemia maggiore, o major, quando il paziente presenta sintomi anche gravi. I pazienti affetti da beta-talassemia major possono presentare sintomi molto gravi.
- Talassemia con sintomi intermedi, quando il paziente presenta sintomi moderati, ed è comune nei soggetti affetti da alfa-talassemia major.
Nel seguente articolo esploreremo a fondo le cause, i sintomi, la diagnosi e il trattamento di questa patologia.
Quanto è frequente l’anemia mediterranea? Epidemiologia
L’anemia mediterranea è una delle malattie genetiche più comuni al mondo.
La sua frequenza varia notevolmente a livello geografico, con una maggiore prevalenza nelle regioni dove l’incidenza di portatori sani è elevata, come l’Asia meridionale, il Medio Oriente, l’Africa subsahariana e alcune parti dell’America Latina.
Nel bacino del Mediterraneo, dove la malattia ha preso il nome, è particolarmente diffusa.
In Italia ad esempio la talassemia è presente in diverse regioni, soprattutto in Sicilia, Sardegna, Calabria, Puglia e Campania. Tuttavia grazie ai programmi di screening prenatale e alle politiche di prevenzione, l’incidenza e la prevalenza della malattia sono diminuite in queste aree.
Quali sono le cause dell’anemia mediterranea? Eziologia
Per comprendere meglio questa patologia è necessario conoscere il ruolo dell’emoglobina nella normale funzione dei globuli rossi.
L’emoglobina è composta da due coppie di catene proteiche: due catene alfa e due catene beta. Nell’anemia mediterranea vi è una mutazione genetica che causa un difetto nella produzione di una o entrambe queste catene, determinando una sintesi anomala dell’emoglobina.
Le due principali forme di anemia mediterranea sono quindi la talassemia alfa e la talassemia beta, che differiscono nella catena proteica interessata dalla mutazione genetica:
- Nella talassemia alfa vi è una ridotta produzione di catene alfa dell’emoglobina a causa di una mutazione o delezione genetica che colpisce i geni responsabili della loro sintesi. Questo porta a un disequilibrio nella produzione delle catene alfa e beta, con un eccesso di catene beta rispetto alle catene alfa. Di conseguenza le catene beta tendono ad accumularsi all’interno delle cellule progenitrici dei globuli rossi, causando la loro distruzione precoce.
- Nella talassemia beta la mutazione o delezione genetica interessa i geni responsabili della sintesi delle catene beta dell’emoglobina. Questo porta a una ridotta produzione delle catene beta, con un eccesso di catene alfa rispetto alle catene beta. Le catene alfa in eccesso possono formare aggregati all’interno delle cellule progenitrici dei globuli rossi, interferendo con la normale produzione e funzione dei globuli rossi.
In entrambi i casi l’alterata produzione dell’emoglobina determina la formazione di globuli rossi difettosi, che possono essere troppo piccoli, avere una forma anormale o essere fragili, quindi meno efficienti nel trasportare l’ossigeno ai tessuti del corpo.
Quali sono i sintomi dell’anemia mediterranea?
La gravità e la specificità dei sintomi dipendono dalla tipologia e dalla quantità di emoglobina funzionante prodotta.
I sintomi più comuni sono:
- Affaticamento e debolezza: la ridotta capacità dei globuli rossi di trasportare ossigeno può causare una sensazione costante di stanchezza e debolezza.
- Pallore: l’anemia mediterranea può determinare una diminuzione del numero di globuli rossi, rendendo la pelle e le mucose più pallide del normale.
- Dispnea (difficoltà respiratoria): è un sintomo frequente, soprattutto durante l’attività fisica, a causa della ridotta capacità di trasporto di ossigeno.
- Tachicardia: l’aumento della frequenza cardiaca è una risposta del corpo per compensare la ridotta capacità di trasporto di ossigeno.
- Malnutrizione e ritardo di crescita: nei casi più gravi l’assorbimento dei nutrienti può essere compromesso, portando a una malnutrizione e a un ritardo nella crescita e nello sviluppo nei bambini.
- Ittero: l’accumulo di bilirubina, un prodotto di scarto derivato dalla distruzione accelerata dei globuli rossi difettosi, può causare un ingiallimento della pelle e degli occhi.
Diagnosi di anemia mediterranea
La diagnosi viene solitamente effettuata all’interno di una visita ematologica, in seguito ad un’anamnesi e ad alcuni esami che possano confermarla.
Anamnesi
Durante l’anamnesi il medico raccoglie informazioni dettagliate sulla storia medica del paziente e della sua famiglia, come ad esempio su:
- Sintomi: come affaticamento, pallore, dispnea e tachicardia. È importante identificare eventuali sintomi correlati che potrebbero suggerire complicanze o altre condizioni associate alla patologia.
- Storia familiare: si esplora la storia familiare di anemia mediterranea o altre forme di talassemia per poter rilevare la presenza di membri della famiglia affetti dalla malattia o che siano portatori sani del gene responsabile.
- Trasfusioni di sangue: poiché i pazienti con anemia mediterranea spesso richiedono trasfusioni per aumentare il numero di globuli rossi funzionanti, è importante conoscere la frequenza e la durata delle trasfusioni.
- Trattamenti precedenti: si indaga sulla storia di trattamenti precedenti per l’anemia mediterranea, come la terapia di chelazione del ferro o altre terapie utilizzate per gestire la malattia o le sue complicanze.
- Storia di consanguineità : si valuta la presenza di matrimoni consanguinei o tra parenti stretti che potrebbero aumentare il rischio di trasmissione ereditaria della malattia.
- Esami di laboratorio precedenti: il medico può richiedere informazioni sugli esami di laboratorio precedenti, come l‘esame emocromocitometrico completo o l’elettroforesi dell’emoglobina, che potrebbero aver evidenziato anomalie indicative di questa patologia.
Esame obiettivo
Durante l’esame obiettivo il medico esamina attentamente il paziente per identificare eventuali segni fisici che possono essere associati all’anemia o alle sue complicanze, come:
- Pallore: il medico osserva il colore della pelle e delle unghie per rilevare segni di pallore e anche la presenza di pallore o icterizia nelle mucose, che può essere associato a una ridotta emoglobina o a problemi nella produzione di globuli rossi.
- Tessuti sottocutanei: può esaminare la presenza di edema (accumulo di liquidi) o di stasi venosa negli arti inferiori.
- Linfonodi: si esamina la presenza di ingrossamento dei linfonodi, che potrebbe essere indicativo di una condizione sottostante o di complicanze.
- Soffio cardiaco: Si ascolta il cuore con uno stetoscopio per identificare la presenza di soffi cardiaci, che possono essere associati a un aumento del flusso sanguigno o a problemi cardiaci correlati all’anemia.
- Splenomegalia: il medico può palpare l’addome per verificare la presenza di una splenomegalia (ingrossamento della milza) che può verificarsi in alcune forme di anemia mediterranea.
- Alterazioni scheletriche: alcune forme di talassemia possono causare alterazioni scheletriche, come deformità delle ossa lunghe o delle vertebre. Il medico può osservare la postura e la conformazione scheletrica del paziente.
Esami strumentali
Gli esami strumentali forniscono informazioni dettagliate sulla condizione ematica, sulle possibili complicanze e sulla gravità dell’anemia.
Alcuni esami strumentali comuni sono:
- Biopsia del midollo osseo: può essere eseguita per valutare la morfologia e la produzione dei globuli rossi nel midollo osseo. Questo può aiutare a confermare la diagnosi di anemia mediterranea e a escludere altre condizioni.
- Ecocardiogramma: utilizza ultrasuoni per valutare la struttura e la funzione del cuore e può rilevare eventuali segni di insufficienza cardiaca o altre complicanze cardiache associate alla malattia.
- Imaging dell’addome: l’ecografia o la risonanza magnetica dell’addome possono essere utilizzate per valutare eventuali ingrandimenti della milza o altre anomalie strutturali.
- Altri esami specifici: a seconda dei sintomi, delle complicanze e delle condizioni cliniche del paziente, possono essere eseguiti ulteriori esami strumentali. Ad esempio se sono presenti segni di alterazioni scheletriche, potrebbe essere richiesta una radiografia o una scintigrafia ossea.
Esami di laboratorio
Gli esami di laboratorio sono fondamentali per la diagnosi, perché forniscono informazioni sulle caratteristiche ematiche, sul metabolismo dell’emoglobina e sulla funzionalità dei globuli rossi.
Alcuni esami di laboratorio comuni:
- Emocromo completo: misura i livelli ematici di globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Fornisce anche informazioni sul volume corpuscolare medio (MCV), che può indicare l’eventuale presenza di talassemia.
- Dosaggio dell’emoglobina: valuta la concentrazione di emoglobina nel sangue.
- Elettroforesi dell’emoglobina: separa e identifica le diverse forme di emoglobina presenti nel sangue ed è fondamentale per diagnosticare l’anemia mediterranea e distinguere tra le diverse varianti.
- Conteggio reticolocitario: valuta la produzione dei globuli rossi nel midollo osseo. In pazienti con anemia mediterranea il conteggio dei reticolociti può essere ridotto a causa della produzione compromessa di globuli rossi sani. Questo test può aiutare a determinare la gravità dell’anemia e monitorare la risposta al trattamento.
- Ferro, ferritina e capacità totale di legame del ferro: possono essere utilizzati per escludere o identificare carenze di ferro o sovraccarico di ferro, che possono essere associati all’anemia mediterranea o alle sue complicanze.
- Test di funzionalità epatica: i test di funzionalità epatica, come l’alanina aminotransferasi (ALT) e l’aspartato aminotransferasi (AST), possono essere utilizzati per valutare eventuali alterazioni della funzionalità epatica causati dall’accumulo di ferro.
- Test di funzionalità renale: alcune forme di talassemia possono essere associate a complicanze renali, che si valutano con test come la creatinina e l’urea nel sangue.
- Test genetici: possono identificare le mutazioni nel gene dell’emoglobina beta (HBB) o nel gene dell’emoglobina alfa (HBA), confermando la presenza di talassemie alfa o beta.
Diagnosi differenziale di anemia mediterranea
La diagnosi differenziale è un processo in cui il medico cerca di escludere altre condizioni che potrebbero presentarsi con sintomi simili all’anemia mediterranea.
Tra le condizioni che possono essere prese in considerazione:
- Anemie da carenza di ferro: sono causate da una ridotta disponibilità di ferro nel corpo, che può influire sulla produzione di globuli rossi.
- Anemia emolitica: è una condizione in cui i globuli rossi vengono distrutti in modo accelerato. Può presentarsi con sintomi simili all’anemia mediterranea, ma si distingue attraverso l’esame diretto del sangue periferico e il dosaggio degli enzimi emolitici.
- Anemia da carenza di vitamina B12 o acido folico: queste vitamine sono essenziali per la produzione dei globuli rossi. La diagnosi di queste carenze può essere eseguita attraverso test specifici che ne misurano i livelli nel sangue.
- Malattie croniche e infiammatorie: come l’artrite reumatoide e il lupus eritematoso sistemico, possono causare anemia secondaria. In questi casi il trattamento mira alla gestione della malattia.
Trattamento dell’anemia mediterranea
Il trattamento dipende dalla gravità della condizione e può includere diverse strategie per:
- alleviare i sintomi
- migliorare la qualità di vita
- prevenire le complicanze.
Terapia farmacologica
La terapia farmacologica dipende dalla specifica forma di anemia e dalla gravità dei sintomi.
Tra le opzioni comunemente utilizzate:
- Trasfusioni di sangue: sono spesso necessarie per i pazienti con forme gravi o sintomi significativi. Le trasfusioni di globuli rossi possono aiutare a aumentare rapidamente il loro numero nel sangue e a migliorare i sintomi dell’anemia.
- Chelazione del ferro: nei pazienti che ricevono trasfusioni regolari di sangue può verificarsi un eccesso di ferro. La chelazione del ferro prevede l’uso di farmaci che si legano al ferro, consentendone l’eliminazione attraverso l’urina o le feci per prevenire l’accumulo di ferro dannoso negli organi.
- Terapia con farmaci che stimolano l’eritropoiesi: alcuni pazienti possono beneficiare della terapia con farmaci che stimolano la produzione di globuli rossi nel midollo osseo e che possono ridurre la dipendenza dalle trasfusioni di sangue.
Trattamento chirurgico
Il trattamento chirurgico può essere considerato in alcune situazioni specifiche.
Tra gli interventi chirurgici possibili troviamo:
- la splenectomia: ovvero l’asportazione chirurgica della milza, può essere considerata nei pazienti con anemia mediterranea grave e frequenti crisi vaso-occlusive o grave emolisi dei globuli rossi. La milza è coinvolta nel filtraggio e nella rimozione dei globuli rossi danneggiati o dismorfici. Tuttavia a causa dell’anomala morfologia dei globuli rossi nell’anemia mediterranea, la milza può distruggere quelli sani peggiorando la condizione. La splenectomia può ridurre l’emolisi e migliorare i sintomi dell’anemia, ma comporta un aumento del rischio di infezioni batteriche, in particolare da germi encapsulati.
- Il trapianto di midollo osseo: in alcuni casi gravi di anemia mediterranea, in particolare quando altri trattamenti non hanno avuto successo, il trapianto di midollo osseo o di cellule staminali ematopoietiche può essere preso in considerazione. Questa procedura coinvolge la sostituzione delle cellule staminali ematopoietiche malate o disfunzionali del paziente con cellule staminali sane provenienti da un donatore compatibile. Il trapianto di midollo osseo può offrire una potenziale cura per l’anemia mediterranea, ma è un intervento complesso che comporta rischi significativi e richiede un attento processo di selezione del donatore e di compatibilità .
Terapia nutrizionale
Una dieta equilibrata può contribuire a mantenere un’adeguata produzione di globuli rossi e a prevenire carenze di nutrienti che potrebbero aggravare l’anemia, tra i quali:
- Il ferro: è un componente essenziale dell’emoglobina. È importante consumare alimenti ricchi di ferro, come carne rossa, fegato, legumi, verdure a foglia verde scuro e alimenti fortificati con ferro. In alcuni casi può essere necessario assumere integratori di ferro prescritti dal medico.
- La vitamina C: aiuta nell’assorbimento del ferro non-eme. È consigliabile consumare alimenti ricchi di vitamina C, come agrumi, kiwi, fragole e pomodori, insieme ai pasti contenenti ferro per massimizzarne l’assorbimento.
- I folati: sono importanti per la produzione dei globuli rossi. Si trovano in alimenti come verdure a foglia verde, agrumi, legumi e cereali integrali. Assicurarsi di includere fonti di folati nella dieta può contribuire a mantenere livelli adeguati di emoglobina.
- La vitamina B12: è necessaria per la formazione dei globuli rossi. È presente principalmente negli alimenti di origine animale, come carne, pesce, uova e prodotti lattiero-caseari. I vegetariani e i vegani potrebbero dover fare attenzione a garantire un adeguato apporto di vitamina B12 attraverso integratori o alimenti fortificati.
Infine assicurarsi di ottenere un adeguato apporto di proteine, carboidrati, grassi sani, vitamine e minerali può contribuire a sostenere la produzione di globuli rossi e a mantenere un buon stato di salute.
Gestione delle complicanze
Vediamo alcune delle complicanze comuni associate all’anemia mediterranea e le relative strategie di gestione.
Crisi vaso-occlusive
Sono episodi di dolore acuto che si verificano a causa del blocco dei vasi sanguigni.
La gestione di queste crisi comprende:
- la somministrazione di analgesici per il controllo del dolore;
- una buona idratazione;
- l’ossigenoterapia in caso di insufficienza respiratoria.
In alcuni casi gravi potrebbe essere necessario il ricovero ospedaliero per un trattamento più intensivo.
Malattie legate alla trasfusione
Nei pazienti che ricevono trasfusioni di sangue regolari possono svilupparsi complicanze correlate alla trasfusione come:
- infezioni trasmesse per via ematica;
- alloimmunizzazione (produzione di anticorpi contro gli antigeni del sangue donato).
La gestione di queste complicanze può includere:
- la profilassi antibiotica per prevenire le infezioni;
- il monitoraggio regolare degli anticorpi per guidare la selezione dei donatori di sangue compatibili.
Insufficienza cardiaca
In alcuni casi gravi l’anemia mediterranea può portare a un sovraccarico di lavoro per il cuore, che può causare insufficienza cardiaca.
La gestione di questa complicanza può richiedere:
- l’uso di farmaci per migliorare la funzionalità cardiaca, come i diuretici e i farmaci inotropi;
- un monitoraggio regolare della funzione cardiaca.
Complicanze legate alla milza
Nei pazienti con milza ingrandita o che hanno subito una splenectomia, possono verificarsi complicanze come infezioni batteriche o trombosi.
La gestione di queste complicanze può richiedere:
- la profilassi antibiotica a lungo termine per prevenire le infezioni;
- la vaccinazione contro batteri encapsulati;
- l’uso di una terapia anticoagulante.
Complicanze legate alla crescita e allo sviluppo
Nei bambini affetti da questa patologia può essere necessario monitorare attentamente la crescita e lo sviluppo e intervenire precocemente per prevenire ritardi, in particolare tramite:
- una dieta equilibrata;
- una terapia trasfusionale adeguata;
- la gestione delle complicanze.
Anemia mediterranea: cosa ricordare?
L’anemia mediterranea è quindi una malattia ereditaria del sangue che colpisce principalmente le popolazioni mediterranee. È caratterizzata da un difetto nella produzione dell’emoglobina, la molecola responsabile del trasporto dell’ossigeno nel corpo.
Questa condizione può portare a una serie di sintomi, tra cui stanchezza, debolezza, pallore, dispnea e tachicardia.
Richiede una gestione adeguata per garantire una buona qualità di vita ai pazienti. La diagnosi tempestiva, l’educazione del paziente e un piano di trattamento completo sono fondamentali per affrontare la malattia in modo efficace.
La terapia farmacologica, tra cui l’uso di farmaci per aumentare l’emoglobina o per ridurre l’emolisi, è un componente importante del trattamento, e in alcuni casi gravi possono essere considerati anche interventi chirurgici come la splenectomia o il trapianto di midollo osseo.
Inoltre il paziente potrebbe giovare di una terapia nutrizionale che possa aiutarlo a seguire una dieta bilanciata e ricca degli elementi nutritivi che possono aiutare nella gestione della patologia.
In caso di complicanze, quali potrebbero essere malattie legate alle trasfusioni, problemi nella crescita e nello sviluppo dei bambini, crisi vaso occlusive e problemi cardiaci, la gestione potrà richiedere terapie diverse.