La rosolia, nota anche come “terza malattia”, è una malattia infettiva virale che colpisce principalmente i bambini ed è causata dal virus omonimo, noto anche come Rubella virus.
Dopo l’infezione questo virus si replica nelle cellule del tratto respiratorio superiore e successivamente si diffonde nel flusso sanguigno, da dove può raggiungere diverse parti del corpo, incluso il sistema linfatico. È spesso associata a un’eruzione cutanea caratteristica che si sviluppa dopo alcuni giorni dall’infezione.
Quanto è frequente la rosolia? Epidemiologia
La frequenza può variare a livello globale e dipende in gran parte dal grado di copertura vaccinale e dalle politiche di immunizzazione di ciascun paese. Nei paesi in cui viene attuata una strategia di vaccinazione efficace e si raggiunge un’alta copertura vaccinale, come negli Stati Uniti, in molti paesi europei e in altre nazioni industrializzate, la rosolia è diventata una malattia rara. Tuttavia possono verificarsi focolai in comunità con bassa copertura vaccinale.
In alcune regioni del mondo, soprattutto in Paesi in via di sviluppo o in zone dove l’accesso alle vaccinazioni è limitato, può ancora essere endemica e diffusa. In queste aree la malattia può colpire sia i bambini che gli adulti.
È importante notare che la rosolia è una malattia altamente contagiosa, quindi la sua frequenza può variare anche in base al livello di interazione sociale e di contatto tra le persone: ad esempio può diffondersi più facilmente in ambienti sovraffollati o in comunità con condizioni igieniche precarie.
Quali sono le cause della rosolia? Eziologia
È causata dal virus omonimo che appartiene alla famiglia dei Togaviridae e al genere Rubivirus. Questo si diffonde da persona a persona principalmente attraverso le goccioline di saliva o le secrezioni nasali di un individuo infetto.
La trasmissione avviene spesso durante il contatto stretto con una persona malata, ad esempio tramite la respirazione di piccole particelle di saliva emesse quando una persona infetta tossisce o starnutisce, ma può anche essere trasmesso attraverso il contatto diretto con superfici contaminate da secrezioni infette.
Una persona infetta può essere contagiosa da una settimana prima dell’inizio dell’eruzione cutanea fino a circa una settimana dopo l’inizio dell’eruzione. Durante questo periodo il virus può essere presente:
- nelle vie respiratorie superiori
- nella saliva
- nelle urine.
Quali sono i sintomi della rosolia? Sintomatologia
I sintomi possono variare da lievi a moderati e sono:
- Febbre: la rosolia inizia spesso con un aumento della temperatura corporea, che può essere lieve o moderato. La febbre può durare alcuni giorni.
- Malessere generale: una persona affetta da questa malattia può sentirsi stanca, debole o avere una sensazione di malessere generale. Questo sintomo può essere associato alla febbre.
- Eruzione cutanea: la caratteristica eruzione cutanea della rosolia si sviluppa di solito dopo 1-2 giorni di febbre, inizia solitamente sul viso e si diffonde successivamente al tronco, alle braccia e alle gambe. Le macchie o le piccole lesioni sulla pelle possono essere di colore rosa o rosso chiaro e non provocano prurito. Tende a scomparire dopo alcuni giorni.
- Linfonodi ingrossati: alcune persone possono presentare linfonodi ingrossati, specialmente dietro le orecchie o nel collo. Questo sintomo è più comune nei bambini.
- Sintomi respiratori: in alcuni casi possono manifestarsi sintomi simili a un raffreddore, come congestione nasale, tosse leggera o mal di gola.
- Sintomi oculari: può causare arrossamento o irritazione degli occhi, ma questo sintomo è meno comune rispetto agli altri.
È importante sottolineare che i sintomi possono variare da persona a persona. In alcuni casi soprattutto nei bambini la malattia può essere asintomatica o presentare sintomi molto lievi, rendendo difficile riconoscerla senza un esame medico.
Rosolia e gravidanza
La rosolia può avere implicazioni significative durante la gravidanza, vediamo alcune informazioni importanti al riguardo:
- Sindrome da rosolia congenita: se ci si ammala durante la gravidanza, il bambino può contrarre questa sindrome che può comportare una serie di gravi problemi di salute. Questi possono includere problemi cardiaci, perdita dell’udito, cataratta, ritardo mentale e altri problemi di sviluppo. Il rischio maggiore si verifica quando la madre contrae la rosolia durante il primo trimestre di gravidanza.
- Vaccinazione: è la miglior strategia preventiva per le donne in età fertile e prima di pianificare una gravidanza, è consigliabile verificare il proprio stato immunitario, e se necessario ricevere il vaccino.
- Evitare contatti con persone infette: se una donna non è immune alla rosolia e non è stata vaccinata, è importante evitare il contatto con persone infette durante la gravidanza. Questo può comportare l’evitare luoghi affollati o situazioni in cui potrebbe essere esposta al virus.
- Diagnosi e trattamento: se si viene esposti alla rosolia o si sviluppano sintomi sospetti, è importante consultare un medico il prima possibile. La diagnosi precoce e il trattamento possono essere essenziali per prevenire o gestire eventuali complicanze per il feto.
- Monitoraggio: se una donna incinta contrae la rosolia, il suo stato di salute e quello del feto saranno monitorati attentamente dal personale medico. Possono essere necessari ecografie, esami del sangue e altre test per valutare eventuali danni.
Diagnosi di rosolia
La diagnosi di solito si basa sulla valutazione dei sintomi clinici caratteristici, ma per confermare la presenza del virus può essere eseguito un test di laboratorio che rileva la presenza di anticorpi specifici nel sangue. Questo tipo di test può aiutare a distinguere questa da altre malattie con sintomi simili e confermare la diagnosi.
Anamnesi
Durante l’anamnesi il medico può porre domande su:
- Le caratteristiche dei sintomi.
- La durata.
- L’esposizione a casi noti di questa malattia.
- Il periodo di tempo trascorso dall’eventuale contatto con una persona infetta.
- Le vaccinazioni precedenti, inclusa la vaccinazione contro la rosolia.
- Il possibile stato di gravidanza nel caso di donne in età fertile.
Esame obiettivo
Durante l’esame obiettivo il medico può osservare e valutare i sintomi fisici caratteristici della malattia, ad esempio:
- Eruzione cutanea: esaminerà attentamente la pelle del paziente per individuare la presenza dell’eruzione cutanea tipica della rosolia, ponendo attenzione al colore, al tipo di lesioni e alla distribuzione dell’eruzione.
- Linfonodi: il medico può palpare delicatamente i linfonodi per verificare se sono ingrossati e dolenti al tatto.
- Sintomi respiratori: se il paziente presenta sintomi respiratori come tosse o congestione nasale, possono venire esaminate le vie respiratorie superiori e ascoltati i polmoni con uno stetoscopio per rilevare eventuali suoni anormali.
- Altri sintomi: il medico potrebbe esaminare gli occhi per rilevare eventuali segni di infiammazione o arrossamento. Inoltre potrebbe valutare la presenza di altri segni clinici associati alla rosolia, come la presenza di artrite temporanea o infiammazione dei tessuti cerebrali.
Esami di laboratorio e strumentali
Gli esami di laboratorio si basano sulla rilevazione di specifici anticorpi o del virus stesso nel campione biologico del paziente, tra i più utilizzati:
- Test di anticorpi IgM e IgG: questi test misurano la presenza di anticorpi specifici (IgM e IgG) contro il virus della rosolia nel sangue del paziente. Gli anticorpi IgM compaiono di solito nei primi giorni dopo l’infezione e indicano un’infezione attiva. Gli anticorpi IgG si sviluppano in seguito e persistono a lungo nel sangue, indicando un’infezione passata o una protezione immunitaria derivata da una vaccinazione precedente.
- Reazione a catena della polimerasi: può essere utilizzata per rilevare il materiale genetico del virus nel sangue o in altri campioni biologici del paziente. Questo test può confermare la presenza del virus e può essere utile nei casi in cui l’eruzione cutanea o i sintomi non siano chiari.
- Isolamento virale: può essere eseguito l’isolamento del virus da campioni biologici, come il muco nasale o la saliva, per confermare l’infezione.
- Altri esami di laboratorio: a seconda dei sintomi presenti e delle complicanze sospettate, possono essere richiesti esami specifici per valutare la funzionalità di organi specifici, come il cuore o il sistema nervoso.
In alcune situazioni specifiche o per valutare eventuali complicanze, potrebbero essere presi in considerazione alcuni esami strumentali aggiuntivi, come l’ecografia: durante la gravidanza un’ecografia può essere eseguita per valutare eventuali anomalie fetali associate alla rosolia congenita. Questo esame può aiutare a identificare problemi cardiaci, oculari o altre malformazioni.
Diagnosi differenziale di rosolia
Nella diagnosi differenziale il medico cerca di escludere altre condizioni che possono presentare sintomi simili, ad esempio:
- Morbillo: il morbillo è una malattia virale altamente contagiosa che può causare sintomi come febbre, eruzione cutanea e malessere generale.
- Parotite: la parotite, comunemente nota come “orecchioni”, è un’infezione virale delle ghiandole salivari che può presentare sintomi simili alla rosolia, come febbre e gonfiore delle ghiandole parotidi. Tuttavia nella parotite l’eruzione cutanea di solito non è presente.
- Quinta malattia: la quinta malattia, causata dal parvovirus B19, può presentare un’eruzione cutanea simile a quella della rosolia. Tuttavia tende ad avere un’eruzione che inizia sulle guance (aspetto “a faccia schiaffeggiata”) e si diffonde successivamente al resto del corpo.
- Infezioni batteriche: alcune infezioni batteriche, come la scarlattina, possono causare febbre ed eruzione cutanea. La presenza di sintomi come mal di gola, lingua “a fragola” e puntini rossi nelle pieghe del corpo può aiutare a differenziare queste condizioni dalla rosolia.
Trattamenti per la rosolia
Attualmente non esiste un trattamento specifico per la rosolia, ma solo la possibilità di una gestione dei sintomi e alcuni metodi di prevenzione.
Terapia sintomatica
La gestione della malattia è principalmente sintomatica e mira a alleviare i sintomi, come la febbre e il malessere generale. È fondamentale:
- il riposo adeguato;
- l’assunzione di liquidi per mantenere un’adeguata idratazione durante la malattia;
- farmaci antipiretici e analgesici, come il paracetamolo, nel caso di febbre alta e dolori articolari;
- nell’eventualità di coinfezioni batteriche, è possibile venga consigliato l’uso di farmaci antibiotici.
Prevenzione
La prevenzione si basa principalmente sulla vaccinazione.
Il vaccino contro la rosolia è solitamente somministrato in combinazione con i vaccini contro il morbillo e la parotite ed è noto come vaccino MPR (morbillo-parotite-rosolia). È raccomandato di solito durante l’infanzia e può richiedere una o due dosi, a seconda delle linee guida locali.
La vaccinazione non solo protegge l’individuo vaccinato, ma contribuisce anche a prevenire la diffusione della malattia nella comunità .
Oltre alla vaccinazione è consigliabile adottare buone pratiche di igiene, come:
- lavarsi le mani regolarmente con acqua e sapone;
- evitare il contatto stretto con persone infette;
- coprire la bocca e il naso quando si starnutisce o si tossisce, per ridurre il rischio di contrarre e diffondere la rosolia.
Rosolia: punti chiave di questa malattia
Attualmente non esiste una cura specifica per la rosolia e il trattamento si concentra sulla gestione dei sintomi. La prevenzione è possibile attraverso la vaccinazione, che è particolarmente importante per le donne in età fertile per prevenire complicazioni durante la gravidanza. Inoltre adottare buone pratiche di igiene e precauzioni per evitare il contatto con persone infette può aiutare a ridurre la diffusione della malattia.