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Quanto è utile la RM nel rilevare il colesteatoma residuo dopo l’intervento all’orecchio medio nei bambini?

Questo interessante studio sembrerebbe aver confermato l’utilità della risonanza magnetica (RM) di diffusione per il riscontro di colesteatoma nei bambini.

Utilità della RM per il colesteatoma nei bambini

Il colesteatoma consiste in una raccolta organizzata di epitelio squamoso cheratinizzato all’interno dell’orecchio medio, responsabile di un quadro di otite media cronica.

Questa raccolta cistica di cellule cheratinizzate può formarsi nell’orecchio durante la vita embrionale ed essere pertanto essere congenita, oppure manifestarsi dopo la nascita, a causa di alterazioni patologiche acquisite.

Il colesteatoma è diagnosticato nei bambini all’età media di 9 anni e deve essere trattato tempestivamente, al fine di non incorrere in serie complicanze. Infatti questa massa di cellule, data la posizione in cui si trova, può erodere le strutture vicine nell’orecchio medio come la catena degli ossicini timpanici, potendo causare danni all’udito.

Quando il colesteatoma si infetta esso si manifesta all’esterno sotto forma di otorrea maleodorante, spesso asintomatica, ma accompagnata da diminuzione del senso dell’udito, e talvolta vertigini. Il trattamento farmacologico nel caso di colesteatoma infetto non è quasi mai risolutivo, in quanto gli antibiotici riescono solo a lambire le porzioni più superficiali della massa cheratinizzata, non potendo giungere al centro della stessa.

Per questa ragione l’intervento chirurgico è la via migliore per trattare questa condizione, rimuovendo il colesteatoma dall’orecchio medio con una timpanomasteidectomia. Tuttavia non sempre la lesione viene rimossa in maniera completa, e per averne certezza si fa spesso ricorso all’ausilio delle tecniche di radiodiagnostica.

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Caratteristiche dello studio

  • Tipo di studio: Studio osservazionale retrospettivo.
  • Luogo: Francia.
  • Tipo di pazienti: Bambini sottoposti a intervento di rimozione del colesteatoma.

 

Scopo dello studio: quanto è efficace la RM per individuare il colesteatoma nei bambini dopo l’intervento di rimozione?

Gli autori di questo studio hanno valutato l’efficacia della risonanza magnetica di diffusione¹ nel riscontro di lesioni residue di colesteatoma dopo l’intervento elettivo di rimozione in una coorte di bambini sottoposti alla procedura.

 

Progettazione

Nello studio sono state esaminate le cartelle cliniche di 140 bambini con età media di 10 anni, tutti affetti da otite media cronica colesteatomasica e sottoposti all’intervento di rimozione della lesione.

Tutti i bambini hanno poi ricevuto una risonanza magnetica specifica per il riscontro di eventuali lesioni residue all’interno dell’orecchio medio, dopo l’intervento principale e prima della seconda operazione (nel caso di colesteatoma residuo).

 

Risultati

Tre neuroradiologi pediatrici hanno esaminato tutti i referti della risonanza magnetica dell’orecchio medio effettuata nei bambini.

Dalla loro analisi è emerso che la specificità diagnostica (capacità di classificare correttamente i soggetti sani) della risonanza magnetica è stata molto alta, a differenza della sensibilità diagnostica risultata non molto affidabile.

 

Conclusioni

L’utilizzo della risonanza magnetica di diffusione, interpretata da neuroradiologi pediatrici esperti, può essere molto utile nel riscontro di colesteatoma residuo nei bambini affetti da questa condizione, dopo aver subìto l’intervento primario di rimozione.

 

Fonti e note:

ARTICOLO ORIGINALE: Baudouin R, Simon F, Levy R et al. Early magnetic resonance imaging to diagnose residual cholesteatoma in children and benefit of radiological Rereview. Otolaryngology–Head and Neck Surgery. 2023;169(6):1631–8.

[1] Kennedy KL, Singh AK. Middle Ear Cholesteatoma. [Aggiornato il 4 Luglio 2023]. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2023.

Nota 1. La risonanza magnetica di diffusione è una tecnica avanzata di imaging medico che fornisce informazioni dettagliate sulla mobilità delle molecole d’acqua all’interno dei tessuti biologici.