Secondo questo studio sembrerebbe che il trattamento precoce con ibuprofene non diminuisca il rischio di complicazioni in neonati pretermine affetti da pervietà del dotto arterioso.
Persistenza del dotto arterioso di Botallo: trattamento con ibuprofene
Il dotto arterioso pervio è una condizione patologica caratterizzata dalla persistenza della pervietà del dotto arterioso entro 72 ore dalla nascita del neonato. Tale condizione è piuttosto infrequente nei nati a termine, mentre nei nati pretermine può costituire un’evenienza statisticamente importante, dove sfiora percentuali comprese tra il 20% e il 60% sul totale dei nati.
Il dotto arterioso, o dotto di Botallo, è il condotto vascolare che pone in comunicazione diretta l’arteria polmonare con l’aorta durante la vita fetale, e che al momento della nascita dovrebbe obliterarsi, chiudendo la comunicazione diretta tra cuore destro e cuore sinistro.
In genere la chiusura del dotto arterioso si verifica tra le 24 ore e le 72 ore dalla nascita, e quando non avviene, il neonato è esposto a una serie di complicanze importanti, tra cui l’insufficienza cardiaca e le alterazioni della crescita postnatali.
Poiché in condizioni fisiologiche il dotto di Botallo si oblitera sia per l’aumento della pressione parziale di ossigeno che per l’aumentata insensibilità del dotto all’azione delle prostaglandine, sono in corso degli studi sull’efficacia dell’ibuprofene e di altri FANS per la pervietà del dotto arterioso stesso. L’ibuprofene infatti esplica la sua attività farmacologica inibendo l’enzima responsabile della formazione delle prostaglandine.
Caratteristiche dello studio
- Tipo di studio: Trial clinico controllato randomizzato.
- Luogo: Regno Unito.
- Tipo di pazienti: Neonati pretermine con pervietà del dotto arterioso.
Scopo dello studio: la pervietà del dotto arterioso può essere trattata efficacemente con ibuprofene?
Gli autori dello studio hanno valutato l’efficacia e la sicurezza dell’ibuprofene nel trattamento della pervietà del dotto arterioso in neonati pretermine, in particolar modo nella prevenzione dalle complicazioni più importanti come la displasia broncopolmonare.
Progettazione
Dopo aver acquisito il consenso dei genitori, nel trial sono stati arruolati 326 neonati pretermine (dalla 23esima alla 28esima settimana), tutti accomunati da una diagnosi di pervietà del dotto arterioso oltre le 72 ore dalla nascita, dimostrata tramite ecocardiografia.
Ultimata la fase di selezione, tutti i neonati sono stati suddivisi in due gruppi ugualmente numerosi in maniera randomizzata:
- il primo gruppo, sperimentale, ha ricevuto la somministrazione di ibuprofene per via parenterale;
- il secondo gruppo, di controllo, ha invece ottenuto la somministrazione di un placebo, sempre per via parenterale.
Risultati
Dopo aver effettuato un’altra indagine ecocardiografica alla terza settimana dalla nascita per valutare l’eventuale riduzione del dotto arterioso, si sono registrati i seguenti risultati:
- i neonati del gruppo sperimentale hanno sviluppato un rischio più alto di circa il 10% di sviluppare un evento avverso grave, come la displasia broncopolmonare, rispetto all’altro gruppo;
- i neonati del gruppo sperimentale hanno acquisito, in aggiunta, un aumento del rischio di circa il 30% di morte rispetto al gruppo di controllo, entro 36 settimane di età post-mestruale.
Conclusioni
Il presente studio ha dimostrato che il trattamento precoce con ibuprofene non diminuisce il rischio di complicazioni severe (come la morte o la displasia broncopolmonare) in neonati pretermine affetti da pervietà del dotto arterioso.
Fonti e note:
ARTICOLO ORIGINALE: Gupta S, Subhedar NV, Bell JL et al. Trial of selective early treatment of patent ductus arteriosus with Ibuprofen. New England Journal of Medicine. 2024 Jan 25;390(4):314–25.
[1] Dice JE, Bhatia J. Patent ductus arteriosus: an overview. J Pediatr Pharmacol Ther. 2007 Jul;12(3):138-46.