Il prurito, conosciuto anche come prurito cutaneo, è una sensazione fastidiosa che porta alla necessità di grattarsi la pelle. Può essere causato da una varietà di fattori, essere temporaneo o persistente e variare da lieve a grave. Scopriamo di più in questo articolo!
Quanto è frequente il prurito? Epidemiologia
L’incidenza varia a seconda della causa sottostante e del gruppo demografico considerato. In ogni caso si tratta di un sintomo molto comune che può colpire persone di tutte le età , razze e regioni geografiche. È infatti una delle lamentele cutanee più comuni, con una prevalenza che varia dal 10% al 50% della popolazione generale in diversi studi.
Alcune condizioni scatenanti, come l’eczema o la varicella, sono più comuni nei bambini, mentre altre, tra cui la dermatite da contatto o la xerosi cutanea, tendono ad aumentare con l’età . La scabbia o le infezioni vaginali possono avere una prevalenza leggermente maggiore nelle donne, ma possono comunque interessare entrambi i sessi in modo simile.
Quali sono le cause del prurito? Eziologia
Può essere causato da una vasta gamma di fattori, tra cui:
- Irritazioni della pelle: causate da sostanze irritanti come detergenti, sapone, cosmetici o tessuti sintetici.
- Reazioni allergiche: l’esposizione ad allergeni come polline, peli animali, polvere domestica o determinati alimenti.
- Condizioni della pelle: malattie della pelle come eczema, psoriasi, dermatite da contatto, scabbia, dermatite seborroica e orticaria.
- Condizioni mediche sottostanti: alcune patologie sistemiche come quelle renali, epatopatie, diabete, disfunzioni tiroidee e disturbi ematologici.
- Reazioni agli insetti: punture o morsi di insetti come zanzare, pulci, cimici dei letti o acari.
- Secchezza cutanea: la pelle secca, specialmente durante i mesi invernali o in ambienti con aria secca.
- Stress e ansia: lo stress emotivo può innescare o peggiorare una condizione esistente.
- Farmaci: alcuni farmaci, come quelli per la pressione sanguigna, antibiotici, antidepressivi o anticoagulanti.
- Cambiamenti ormonali: variazioni nei livelli ormonali, come durante la gravidanza o la menopausa.
- Cancro della pelle: in alcuni casi può essere un sintomo di alcune forme di cancro della pelle, come il linfoma cutaneo a cellule T.
Quali sono i sintomi del prurito? Sintomatologia
Può manifestarsi con una serie di sintomi, che possono variare a seconda della causa sottostante e dell’individuo colpito. Alcuni dei più comuni includono:
- Sensazioni di prurito: può variare da lieve a intenso e può verificarsi in una o più aree del corpo.
- Rossore della pelle: spesso è accompagnato da arrossamento della pelle nella zona interessata.
- Irritazione cutanea: può causare irritazione della pelle, che può diventare arrossata, infiammata o gonfia.
- Pelle secca o screpolata: in alcuni casi può essere associato a una pelle secca o screpolata, soprattutto nelle zone più soggette come gomiti e ginocchia.
- Eruzioni cutanee: in presenza di determinate condizioni può essere accompagnato da eruzioni cutanee come vesciche, papule, pustole o lesioni cutanee.
- Desquamazione della pelle: la parte interessata può presentare desquamazione, con piccole scaglie di pelle che si staccano.
- Dolore o bruciore: a volte può essere accompagnato da queste sensazioni nella zona colpita.
- Disturbi del sonno: può causare difficoltà a dormire o frequenti risvegli durante la notte.
- Stress e disagio: quando è persistente può provocare stress emotivo e disagio psicologico, specialmente se interferisce con le attività quotidiane o con la qualità della vita.
- Complicazioni da grattamento eccessivo: grattarsi in modo compulsivo può portare a lesioni cutanee, infezioni batteriche secondarie e cicatrici.
Diagnosi del prurito
La diagnosi dipende dalla sua causa sottostante e può richiedere un’approccio multidisciplinare che coinvolga professionisti di diverse specialità , come il medico di base o un dermatologo.
Anamnesi
Durante questa fase preliminare, il medico raccoglierà informazioni dettagliate per comprendere meglio la natura e le cause del sintomo. Ecco alcuni punti che possono essere considerati nell’anamnesi:
- Storia dei sintomi: verrà chiesto al paziente di descrivere il prurito, inclusa la sua durata, la frequenza, l’intensità e la localizzazione. Sarà importante sapere se è stato presente in passato e se è peggiorato, migliorato o rimasto costante nel tempo.
- Fattori scatenanti: il paziente sarà interrogato sui fattori che sembrano scatenare o peggiorare il problema, come esposizione a determinati materiali, cibi, farmaci, cambiamenti ambientali o situazioni stressanti.
- Storia medica: riguarda eventuali disturbi cronici, malattie della pelle preesistenti, condizioni mediche sottostanti, allergie e trattamenti medici in corso.
- Farmaci e trattamenti precedenti: sarà importante conoscere i farmaci e le terapie che il paziente ha già provato, compresi quelli prescritti o quelli acquistati senza prescrizione medica.
- Storia familiare: si indagherà sulla storia familiare di malattie della pelle o altre condizioni che potrebbero essere correlate al prurito.
- Stile di vita: potrebbe essere utile conoscere lo stile di vita del paziente, comprese le abitudini alimentari, le attività lavorative o ricreative, l’esposizione a sostanze chimiche o ambientali e i livelli di stress.
- Impatto sulla qualità della vita: in che modo il disturbo influisce sulle attività quotidiane, il sonno, le relazioni personali e lo stato emotivo complessivo.
Esame obiettivo
Il medico esaminerà attentamente la pelle del paziente, alla ricerca di segni e sintomi che possono aiutare a identificare la causa sottostante, tramite:
- Valutazione della pelle: si osserva la presenza di arrossamento, gonfiore, eruzioni cutanee, lesioni, vesciche, papule, pustole, croste, desquamazione o qualsiasi altro cambiamento cutaneo.
- Localizzazione: si verifica se il disturbo è generalizzato su tutto il corpo o concentrato in zone specifiche come le pieghe cutanee, il cuoio capelluto, le mani, i piedi, il viso o altre aree.
- Esame delle unghie: potrebbero presentare graffi o lesioni causati dal grattamento eccessivo, che possono indicare un prurito cronico.
- Esame delle mucose: se il problema coinvolge le mucose, il medico esaminerà anche la bocca, il naso, gli occhi e altre aree per rilevare eventuali segni di infiammazione o irritazione.
- Palpazione dei linfonodi: la palpazione è utile a ricercare eventuali ingrossamenti, che possono essere presenti in alcune condizioni sottostanti associate, come infezioni o malattie sistemiche.
- Esame neurologico: in alcune situazioni il medico potrebbe eseguire un esame neurologico per valutare la sensibilità della pelle e la funzione nervosa periferica.
- Valutazione delle condizioni della pelle preesistenti: se il paziente ha una storia di malattie della pelle come eczema, psoriasi o dermatite, verranno esaminate attentamente queste aree per verificare lo stato attuale della condizione e gli eventuali cambiamenti.
- Esame del cuoio capelluto: se è tra le parti del corpo colpite, il medico esaminerà attentamente questa area alla ricerca di segni di infiammazione, desquamazione o infezione.
Esami diagnostici
Gli esami diagnostici dipendono dalla possibile causa sottostante e dalle informazioni raccolte durante l’anamnesi e l’esame fisico. Tuttavia, possono essere richiesti:
- Esami del sangue: possono essere utili per valutare la funzionalità degli organi, controllare la presenza di infezioni o allergie e identificare anomalie ematologiche o endocrine.
- Test allergici: vengono eseguiti per identificare eventuali allergeni che potrebbero essere responsabili del prurito, come pollini, peli animali, alimenti o allergeni ambientali.
- Coltura della pelle: se si sospetta un’infezione cutanea, può essere prelevato un campione di tessuto dalla pelle interessata e inviato per esame microscopico e coltura, allo scopo di identificare l’agente patogeno responsabile.
- Biopsia cutanea: in alcuni casi può essere necessaria una biopsia della pelle per confermare una diagnosi sospetta o per escludere altre condizioni. Il campione di tessuto viene analizzato al microscopio per valutare la struttura e la possibile presenza di anomalie.
- Test cutanei specifici: servono a valutare la sensibilità della pelle a determinate sostanze, come allergeni o irritanti.
- Esami delle urine: possono essere eseguiti per monitorare la funzionalità renale e identificare eventuali anomalie che potrebbero essere associate a questo sintomo.
- Test della funzione epatica: se vi è sospetto di malattia al fegato, possono essere eseguiti esami specifici per valutare la funzionalità epatica, come test delle transaminasi, della bilirubina o dell’albumina.
- Valutazione della funzione tiroidea: per confermare o escludere una disfunzione tiroidea, possono essere eseguiti esami specifici come dosaggi di ormone tireostimolante, tiroxina e triiodotironina.
Trattamenti per il prurito
La scelta del trattamento può variare da semplici misure di auto-cura ad approcci più specifici. Vediamone alcuni insieme.
Farmaci
La terapia farmacologica dipende dalla causa sottostante e dalla gravità dei sintomi. Possono essere prescritti:
- Antistaminici: sono indicati in caso di allergie o reazioni cutanee. Possono essere suddivisi in antistaminici di prima generazione, come la difenidramina, e di seconda generazione, come la cetirizina, la loratadina e la fexofenadina. Quest’ultimi vengono preferiti per la minore sedazione.
- Corticosteroidi topici: sono utilizzati per ridurre l’infiammazione e il prurito associati a condizioni della pelle come eczema, dermatite o psoriasi. Sono disponibili in varie formulazioni, da creme e unguenti a soluzioni e schiume, e sono classificati in base alla loro potenza.
- Corticosteroidi sistemici: nei casi in cui il sintomo è più acuto o generalizzato, può essere usato il prednisone per ridurre l’infiammazione e il fastidio.
- Immunosoppressori: ciclosporina o azatioprina possono essere prescritti per il prurito grave associato a condizioni della pelle croniche come eczema o dermatite atopica.
- Farmaci antidepressivi o ansiolitici: se il problema è cronico e associato a stress emotivo o disturbi psicologici, possono essere utili per ridurre il sintomo e migliorare il benessere mentale.
- Farmaci antifungini o antibatterici: possono essere prescritti in caso di infezioni cutanee da funghi o batteri e ridurre il fastidio.
- Agenti immunomodulatori: tacrolimus o pimecrolimus ad esempio sono indicati in presenza di condizioni come dermatite atopica o eczema.
- Farmaci antivirali: se la causa è un’infezione virale come l’herpes zoster.
Terapia non farmacologica
Esistono inoltre diverse opzioni di trattamento non farmacologico che possono aiutare a gestire il prurito, come:
- Idratazione della pelle: mantenere la cute ben idratata può aiutare a ridurre il sintomo associato alla secchezza cutanea. Si consiglia l’uso di creme idratanti o lozioni emollienti, soprattutto dopo il bagno o la doccia.
- Evitare irritanti: sostanze irritanti come detergenti aggressivi, saponi profumati, tessuti sintetici e prodotti per la cura della pelle possono peggiorare il problema.
- Bagni e docce: l’acqua tiepida aiuta a lenire la pelle e ridurre il fastidio, ma non troppo calda, perché può causare secchezza cutanea.
- Indossare abiti comodi e traspiranti: questo tipi di indumenti può ridurre l’irritazione della pelle associata a tessuti ruvidi o stretti.
- Applicazione di impacchi freddi: sono indicati soprattutto in caso di punture di insetti o eruzioni cutanee.
- Gestione dello stress: lo stress emotivo può aumentare il problema o peggiorare una condizione esistente. Tecniche di gestione come la meditazione, lo yoga, la respirazione profonda o la terapia cognitivo-comportamentale possono essere utili.
- Evitare il grattamento eccessivo: grattarsi eccessivamente può danneggiare la pelle e peggiorare il sintomo. Si consiglia di evitarlo e di utilizzare le tecniche alternative a disposizione, come applicare una crema idratante, fare bagni freddi o utilizzare impacchi di acqua e aceto.
- Terapie di rilassamento: l’agopuntura, l’ipnosi, la musicoterapia o la terapia del massaggio possono aiutare a ridurre lo stress e il fastidio cutaneo associato.
- Evitare ambienti secchi: mantenere l’umidità in casa può aiutare a prevenire la secchezza cutanea. Si consiglia l’uso di umidificatori nelle stanze, specialmente durante i mesi invernali o in ambienti con aria secca.
- Dieta equilibrata: scegliere un’alimentazione equilibrata e ricca di nutrienti può contribuire a mantenere la salute generale della pelle e ridurre il prurito associato a carenze nutrizionali.
Prurito: cosa ricordare
Il prurito è un sintomo comune e fastidioso che può derivare da una vasta gamma di cause, tra cui irritazioni cutanee, reazioni allergiche, condizioni mediche sottostanti e fattori psicologici. La sua gestione efficace richiede un approccio che comprenda sia trattamenti farmacologici che non farmacologici, adattati al problema sottostante e alle esigenze individuali.
Inoltre è importante evitare il grattamento eccessivo, poiché può danneggiare ulteriormente la pelle e portare a complicazioni. Comprendere la causa scatenante e adottare un trattamento completo può aiutare a ridurre il disturbo e migliorare la qualità della vita del paziente.