L’ecografia: cos’è e quando si utilizza
Che tipo di esame diagnostico è l’ecografia?
L’ecografia è una tecnica diagnostica per immagini, non invasiva, che si basa sull’utilizzo degli ultrasuoni.
Viene usata per fare indagini su parti del corpo quali organi, ghiandole ed altre strutture, di cui permette di ottenere un’immagine. Una delle applicazioni più conosciute dell’ecografia è il monitoraggio del feto in grembo alle donne in gravidanza.
Cosa sono gli ultrasuoni?
Gli ultrasuoni sono delle onde acustiche che hanno una frequenza superiore alla massima udibile dall’essere umano. L’orecchio percepisce infatti suoni compresi tra determinate frequenze, non tutti. Nel nostro caso non possiamo udire suoni che hanno frequenza inferiore a 20 Hertz e superiori a 20.000 Hertz.
Come gli ultrasuoni interagiscono con il nostro corpo
Gli ultrasuoni si possono diffondere nei materiali, compresi quelli biologici. Il modo in cui lo fanno è molto simile a quello che accade quando lanciamo un sasso in un liquido, creando centri concentrici che si allargano man mano che si allontanano dalla sorgente.
La velocità di propagazione degli ultrasuoni dipende dalla densità del materiale attraversato: nell’aria si propagano lentamente, mentre in un corpo denso avviene l’esatto opposto. Gli ultrasuoni attraversano il corpo umano ad una velocità media di 1540 metri al secondo, con una velocità iniziale più rapida che va poi man mano ad attenuarsi.
Questo cambio di velocità dipende anche dal tessuto corporeo attraversato, che quindi sarà diverso a seconda che sia più o meno denso. Ad ogni cambio di tessuto che incontra al suo passaggio, l’onda sonora produrrà anche una riflessione della stessa, un’eco, che torna indietro ed è rilevata dall’ecografo. Questi dati servono a stimare la profondità di ogni parte del corpo attraversata durante l’esame.
Come si esegue l’ecografia
L’esame è eseguito da un medico, che fa scorrere sulla zona del corpo interessata una sonda lubrificata da un gel a base d’acqua. La durata dell’esame è in genere di circa 15 minuti.
Come prepararsi per un’ecografia?
Ci sono alcuni accorgimenti da tenere a mente se si deve essere sottoposti ad un’ecografia, in base alla sede di esecuzione.
Preparazione per ecografia dell’addome superiore
In caso di ecografia dell’addome superiore occorre presentarsi a digiuno di almeno 8 ore prima di sottoporsi all’esame. In tal modo non vi saranno residui di cibo in particolare nel primo tratto digerente e la colecisti sarà piena di bile, e non svuotata, e di conseguenza più visibile e meglio analizzabile.
Preparazione per ecografia dell’addome inferiore
presentarsi con la vescica piena: ricordarsi di non andare al bagno per urinare prima di svolgere l’ecografia. Questo consente alla vescica di essere piena di urina e quindi di poter essere analizzata bene nei suoi contorni; inoltre essa svolge il ruolo di finestra acustica e migliora la visibilità degli organi circostanti e quindi la loro valutazione ecografica.
Ci sono controindicazioni all’ecografia?
Questo esame non ha nessuna controindicazione. L’assenza di effetti collaterali la rende particolarmente indicata nei controlli precauzionali, come il check up.
Cosa otteniamo dopo l’esame? In cosa consiste il referto di un’ecografia?
Le specificità dell’ecografia: un esame operatore-dipendente
L’esame è operatore-dipendente. Significa che la procedura di esame non è fissa e standard, come può essere una radiografia, una tac o una risonanza magnetica, perché da un lato è l’operatore che deve muovere la sonda per ottenere le immagini, dall’altro ogni paziente ha una conformazione anatomica differente che influenza le finestre di visione ecografica.
Spesso l’ecografia è un esame dinamico perché si possono ottenere diverse immagini nel tempo e valutare la funzione d’organo nelle diverse fasi, come avviene per esempio nell’ecocardiografia.
Durante l’esame il medico ecografista che svolge l’ecografia esegue degli screenshot di quello che evidenzia sullo schermo dell’ecografo. Queste immagini poi vengono stampate e risultano agli atti assieme al referto.
In genere l’immagine è in bianco e nero la cui lettura si basa sulla scala dei grigi. Le strutture del corpo vengono rappresentate con diversi toni che danno indicazioni sulla densità dell’oggetto analizzato. Per intenderci, il bianco rappresenta qualcosa di molto denso mentre il nero al contrario rappresenta un oggetto che ha bassa densità come, ad esempio, un liquido.
Il referto dell’ecografia
Di norma non si ottengono le immagini originali con un supporto digitale, come accade invece per la TAC o la risonanza magnetica. Si ottiene un referto scritto a commento delle immagini visualizzate, con qualche immagine stampata tra le più significative ad evidenziare le strutture più importanti o eventuali lesioni o anomalie evidenziate durante l’esame.
Il referto ufficiale dell’ecografia viene scritto da un medico che sia specialista del settore. Può essere un radiologo oppure uno specialista differente che abbia svolto dei corsi specifici per imparare la metodica: ad esempio un cardiologo per l’ecografia cardiaca, un endocrinologo per l’ecografia della tiroide eccetera.
Qual è il medico specialista che svolge l’ecografia?
Agli esordi dell’ecografia era il medico diagnostico per immagini a svolgerla, ovvero il radiologo. Con lo sviluppo sempre maggiore della tecnica nel tempo la metodica è diventata sempre più specialistica per cui ogni medico in base alla propria specializzazione è in grado di utilizzare l’ecografo per la propria specifica attività.
Tuttavia per legge qualunque medico può assumersi la responsabilità di svolgere delle valutazioni con l’ecografo e prendere decisioni diagnostiche o terapeutiche in base alla visione delle immagini.
L’ecografia come supporto alla diagnosi o alle manovre terapeutiche
Spesso l’ecografia non è utilizzata soltanto per valutare una situazione clinica con un esame refertato, ma viene utilizzata diffusamente per l’esecuzione di diagnosi in corso di altre procedure diagnostiche o terapeutiche.
Pensiamo ad esempio ad un ortopedico che esegua una valutazione della spalla dinamica durante la visita ortopedica, oppure ad un anestesista che si avvalga dell’ecografia per la visione diretta di un vaso venoso da incannulare oppure un medico del pronto soccorso che faccia una rapida valutazione ecografica di un paziente dopo un grave incidente.
In questi casi non viene stilato un referto ufficiale, ma l’ecografia risulta a supporto clinico al medico, come una sorta di fonendoscopio dei tempi moderni.
In quali casi si utilizza l’ecografia
Questo esame è molto utile per la valutazione dei tessuti molli come la tiroide, la mammella o nello studio di muscoli ed articolazioni. La tecnica è molto usata anche per l’indagine degli organi dell’addome come fegato, pancreas, milza, apparato urinario, utero, ovaie e prostata, oltre alla ben nota gravidanza.
Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi rimanere aggiornato sulle nostre prossime pubblicazioni clicca qui per iscriverti alla nostra newsletter.
Fonti e note:
- United Nations Environment Programme (UNEP). Radiation: effects and sources, 2016
- United Nations Scientific Committee on the Effects of Atomic Radiation (UNSCEAR). Sources and Effects of Ionizing Radiation (UNSCEAR 2017 Report)