Esame obiettivo: il segno della fovea
Di che cosa si tratta
E’ uno dei segni clinici che si ricercano nell’esame obiettivo del malato. Il segno della fovea consiste nella formazione una fossetta transitoria più o meno profonda premendo la punta di un dito su di un tessuto per alcuni secondi.
Etimologia
Si chiama fovea perchè deriva dal latino “fodere” che significa scavare, che è appunto l’azione che svolge il dito dell’esaminatore quando esegue la pressione prolungata sulla zona da valutare.
Dove si può ricercare il segno della fovea
Si può ricercare in qualunque zona corporea vi sia il sospetto di un accumulo di liquidi. Generalmente si esegue sugli arti inferiori in modo da valutare l’accumulo di liquidi nei pazienti con deficit di pompa cardiaca. E’ più facile evidenziarlo dove sia presente, al di sotto della zona esaminata, un piano osseo duro. Per questo motivo i punti più adatti per la valutazione sono la regione pretibiale o a livello dei malleoli interno o esterno della caviglia. Nei pazienti allettati è possibile individuarlo anche in regione sacrale o attorno all’articolazione dell’anca.
Come si esegue la manovra
Si deve premere con la punta delle dita sulla regione corporea che si intende esaminare per qualche secondo. Poi si rilascia la pressione e si valuta la zona.
Positività del segno della fovea
Il segno risulta positivo quando in seguito alla digitopressione permane l’impronta delle dita, più o meno profonda, detta fovea.
Significato e interpretazione del segno della fovea: fisiopatologia
Il segno della fovea va a misurare l’entità dell’edema interstiziale. Le dita esercitano una compressione sui tessuti che tende a spostare il liquido interstiziale presente nella zona di pressione verso le zone circostanti. Lo spostamento del liquido interstiziale determina la fossetta. Una volta terminata la pressione, man mano il liquido interstiziale tende a tornare nella zona compressa e nel tempo la depressione indotta dalle dita viene riempita fino a scomparire dopo qualche minuto. La profondità dell’impronta lasciata dalle dita può dare una stima grossolana dell’entità del fenomeno dell’edema interstiziale nella zona esaminata.
L’edema prodotto dal segno della fovea, detto anche “edema improntabile”, è di recente insorgenza. Perchè i liquidi interstiziali devono essere liberi di potersi spostare per determinare il fenomeno. Quando invece l’edema è di lunga data tende a determinare una reazione fibrosa dei tessuti, che impedisce importanti movimenti dei liquidi interstiziali. I tessuti assumono una consistenza dura e questo limita il fenomeno della fovea.
Cause del segno della fovea: eziologia
Edemi localizzati
Ogni situazione che determini un edema localizzato acuto può manifestare un segno della fovea, anche se meno spiccato rispetto a quello di tipo generalizzato. In questa categoria inseriamo:
- i traumi, in particolare degli arti,
- le infiammazioni acute,
- le infezioni (come per esempio l’erisipela).
- le trombosi venose profonde, che possono dare un segno molto marcato.
Edemi generalizzati
L’edema improntabile è caratteristico delle situazioni di edema, o accumulo di liquidi, generalizzato.
Ci sono situazioni fisiologiche o parafisiologiche che possono portare alla ritenzione idrica e di conseguenza alla formazione di edemi generalizzati, come ad esempio la gravidanza, nella quale è possibile riscontrare l’edema improntabile agli arti inferiori. Anche lo stato premestruale predispone all’accumulo di liquidi e di conseguenza alla presenza del segno, anche se in maniera non così marcata come nel caso delle situazioni patologiche.
Nello scompenso cardiaco (o insufficienza cardiaca) l’edema si accumula agli arti inferiori nei soggetti in grado di deambulare. Questo accade perchè il circolo sanguigno è rallentato dall’affaticamento del cuore e il liquido contenuto nel sangue tende ad uscire dai vasi e ad accumularsi nelle zone interstiziali. Questo fenomeno accade maggiormente nelle zone più basse del corpo, per gravità, e quindi agli arti inferiori per le persone che possono camminare oppure sono in una carrozzina. Quando il soggetto si stende a letto la zona ricca di liquidi si trova allo stesso livello del cuore e quindi i liquidi si redistribuiscono e tendono a defluire, riducendo l’edema degli arti inferiori e quindi anche l’entità del segno della fovea. E’ tipico di questi soggetti presentare un segno meno consistente al mattino, dopo il riposo notturno, e più significativo alla sera, dopo diverse ore trascorse in posizione seduta o in piedi.
Nello scompenso renale (o insufficienza renale) il rene perde la capacità di filtrare l’urina e quindi si accumulano i liquidi in eccesso, con un meccanismo simile a quello dello scompenso cardiaco. La stessa condizione compare anche nelle condizioni di ridotta presenza di proteine, come per esempio nella sindrome nefrosica.
Nello scompenso epatico (o insufficienza epatica) l’accumulo di liquidi è dovuto alla stasi del sangue che fatica a transitare per il fegato e di conseguenza rimane, ad alta pressione, nei distretti periferici anzichè essere riportato efficacemente verso il cuore.
Utilità del segno
Contrariamente a quanto segnalato da altri testi, il segno della fovea all’esame obiettivo è ancora molto utile clinicamente, specialmente perchè, essendo di veloce e facile esecuzione, costituisce una prima valutazione immediata e ripetibile del fenomeno.
E’ utile per discriminare il tempo di insorgenza dell’edema, dal momento che in genere il segno della fovea si riscontra negli edemi di insorgenza relativamente recente, prima che si siano verificati fenomeni di consolidazione e fibrosi dei tessuti.
La verifica sistematica del segno della fovea è utile, assieme ad altri parametri, durante la cura dei soggetti con scompenso acuto cardiaco, renale o epatico, per misurarne l’efficacia. La progressiva riduzione del fenomeno dell’edema improntabile ci conferma per esempio l’efficacia di una terapia diuretica.
Il segno della fovea per i non addetti ai lavori
Come può essere utile conoscere il segno della fovea per chi non è un medico o un infermiere? Assolutamente sì, soprattutto per chi ha in casa una persona anziana oppure che soffre di frequenti episodi di scompenso cardiaco. La presenza del segno della fovea in questi soggetti può indicare che c’è un accumulo di liquidi recente e può essere un primo segnale di un imminente peggioramento dello scompenso cardiaco.
Riscontrare perciò il segno della fovea in un soggetto a rischio di scompenso cardiaco ci deve mettere in uno stato di allerta perchè potrebbe essere il segno anticipatorio di un imminente scompenso. Qualora l’edema improntabile stia peggiorando è il caso di avvisare il medico di famiglia o il proprio specialista di riferimento (cardiologo, nefrologo, epatologo), in modo da ricevere rapido consiglio sul da farsi o eventuale visita di controllo.
Bibliografia
- Rugarli C. Medicina interna sistematica. 6ª edizione. Elsevier srl.
- Fogari R. Semeiotica medica e metodologia clinica. Piccin Nuova Libraria. Padova (1999)