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La sindrome Long Covid-19

Indice

La sindrome Long-Covid-19 è una condizione clinica che colpisce cronicamente alcuni pazienti che hanno precedentemente sviluppato un’infezione da coronavirus CoV-SARS-2, ovvero Covid-19, sia in forma severa che in forma lieve e quasi asintomatica.

I sintomi della sindrome Long-Covid-19 sono molteplici e si riferiscono a vari organi e distretti, in particolare quelli coinvolti anche nella sindrome Covid-19 acuta (4).

La definizione di Sindrome da Long-Covid-19

Storia della sindrome Long-COVID-19

La storia della sindrome da Long-COVID-19 inizia nella prima metà del 2020 quando si iniziarono ad osservare numerosi pazienti che faticavano a guarire dalle sequele della malattia COVID-19 e, anzi, spesso presentavano sintomi ulteriori e subdoli, vari, coinvolgenti più organi e difficilmente inquadrabili in un contesto unitario.

L’intensità e la variabilità dei sintomi del Long-COVID-19 risultavano indipendenti dalla severità del quadro clinico della sindrome acuta da COVID-19 (9,10).

La sindrome da Long-COVID-19 è la malattia identificata in precedenza come PASC

Si trattava della sindrome di “Sequele Post-Acute del COVID”, o anche PASC, acronimo per “Post-Acute Sequelae of COVID”.

Definizione di Sindrome Long COVID-19

Inizialmente non vi è stata una definizione universalmente accettata di Sindrome da Long-COVID-19.

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Criteri diagnostici per la sindrome Long-Covid-19

Non vi è ancora una definizione univoca di Sindrome da Long-COVID. Ne riportiamo qui alcune che man mano sono state suggerite da autori diversi.

  • Un insieme di sintomi che si sviluppano dopo un caso confermato o sospetto di COVID-19 e che si protraggono per oltre 28 giorni (1)
  • Post-COVID Conditions, come identificate dal Centers for Disease Control and Prevention (2)

A partire dal dicembre 2020 il National Institute for Health and Care Excellence (NICE) ha proposto una definizione basata sul tempo trascorso dalla malattia acuta quando si riportavano ancora sintomi non spiegati da una diagnosi alternativa (11). Si distingueva tra due diverse condizioni:

  • COVID-19 sintomatico persistente, che si riferiva a pazienti che riportavano sintomi tra 1 mese e 3 mesi dopo la malattia COVID-19 acuta; e
  • Sindrome Post-Covid-19, che si riferiva a quelli che presentavano sintomi oltre i 3 mesi dall’esordio della malattia acuta.

Nell’Ottobre 2021 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha proposto una definizione di

  • Condizione post-COVID-19” definita come la presenza di sintomi che perdurano oltre i 2 mesi in individui con storia di infezione COVID-19 confermata (12) e che non possono essere spiegati da diagnosi alternative.

Quanto è frequente il Long-Covid? Epidemiologia

Misurare la quantità di persone che presentano il long Covid-19 non è certamente facile.

Il presupposto è avere la possibilità di contare, al denominatore, tutti coloro che sono stati infettati dal COVID-19. Inoltre è necessaria la standardizzazione della definizione di “caso” di COVID-19.

Diversi studi hanno identificato percentuali differenti di persone che non recuperano pienamente dopo la prima infezione da COVID-19:

  • 33% dei soggetti non ospedalizzati (3)(4).
  • e tra l’11% e il 24% manifesta la persistenza di sintomi a 3 mesi dall’infezione (5)(6).
  • Un altro studio riportava la persistenza di almeno uno sintomi a più di 4 mesi dall’esordio nel 53% dei casi (7).
  • Uno studio britannico evidenziava una prevalenza di 21% di soggetti ancora sintomatici dopo 5 settimane dall’infezione e del 10% a 3 mesi, ma in questo studio erano presi in considerazione soltanto alcuni sintomi, non la loro totalità, non tenendo per esempio in considerazione il senso di pesantezza toracica, le palpitazioni e le manifestazioni neurologiche (8).
  • Infine l’ufficio nazionale di statistica in UK ha stimato la prevalenza dei sintomi dopo 3 mesi in un range tra il 3% e il 12% dei soggetti infettati dal coronavirus COVID-19 (11).

Le stime date dai diversi studi sono molto differenti e possono variare in base a:

  • diverso disegno dello studio scientifico;
  • impostazioni del reclutamento dei soggetti;
  • tipo di questionari somministrati;
  • tipo di sintomi presi in considerazione;

Inoltre uno dei metodi di valutazione è dato da una accezione negativa, ovvero l’assenza di pieno recupero dei sintomi dopo l’infezione da COVID-19. Tuttavia non è ancora stato stabilito in modo standardizzato il metodo per identificare l’avvenuta guarigione da COVID-19.

I sintomi della sindrome Long-Covid dopo infezione da coronavirus

I sintomi più frequenti relativi alla sindrome Long-Covid-19 includono:

Moltissimi altri sintomi sono presenti nella sindrome da Long-COVID e si possono così suddividere per categoria di appartenenza:

Sintomi long-COVID sistemici:

  • Affaticamento
  • Stanchezza in seguito all’esercizio fisico
  • Temperatura corporea elevata
  • Brividi/vampate di calore/sudorazione eccessiva
  • Sensibilità cutanea
  • Debolezza
  • Sensibilità alla temperatura
  • Sudorazione notturna
  • Sensazioni di freddo
  • Febbre (>= 38°)
  • Intolleranza al caldo
  • Basse temperature
  • Altri problemi legati alla temperatura

Sintomi long-COVID sistema riproduttivo, urinario ed endocrino:

  • Disturbi mestruali:
    • Mestruazioni irregolari
    • Mestruazioni abbondanti
    • Menopausa precoce
    • Sanguinamento postmenopausale
  • Disfunzioni sessuali
    • Dolore ai testicoli
    • Disfunzione sessuale generica
    • Riduzione del pene/testicoli
  • Disturbi urinari:
    • Incontinenza urinaria

Sintomi long-COVID cardiovascolari:

Sintomi long-COVID muscolo-scheletrici:

  • Oppressione toracica
  • Dolori muscolari
  • Dolori articolari
  • Torcicollo o dolore cervicale
  • Spasmi muscolari
  • Dolore muscolo-scheletrico o bruciore

Sintomi long-COVID immunologici o autoimmuni:

  • Reazioni intense a vecchie allergie
  • Nuove allergie
  • Nuove anafilassi
  • Herpes Zoster

Sintomi long-COVID ORL:

  • Mal di gola
  • Nodo in gola/difficoltà a deglutire
  • Rinorrea
  • Alterazione nella voce
  • Dolore agli orecchi
  • Alterazione dell’udito
  • Perdita dell’udito
  • Intorpidimento dell’orecchio
  • Paralisi facciale
  • Dolore facciale/intorpidimento
  • Anosmia

Sintomi long-COVID-19 oculari:

  • Visione offuscata
  • Sintomi della vista
  • Fotofobia
  • Secchezza oculare
  • Pressione oculare o dolore
  • Prurito agli occhi
  • Miodesopsie
  • Occhi rossi
  • Congiuntivite
  • Alterazioni della visione periferica
  • Rossore intorno agli occhi
  • Visione doppia o Diplopia
  • Visione a tunnel
  • Perdita totale della vista

Sintomi long-COVID polmonari:

  • Dispnea o mancanza di respiro
  • Tosse secca
  • Difficoltà a respirare (livello normale di O2)
  • Tosse con catarro
  • Starnuti
  • Respiro sibilante
  • Altri sintomi respiratori o sinusite
  • Tosse con emissione di sangue

Sintomi long-COVID gastrointestinali:

Sintomi long-COVID-19 dermatologici:

  • Prurito 
  • Eruzioni cutanee
  • Petecchie
  • Dito del piede da Covid
  • Desquamazione della pelle
  • Altri sintomi della pelle e allergie
  • Unghie fragili o che si spezzano
  • Rigature sulle unghie
  • Sintomi dermatologici

Sintomi Long-COVID-19 neurologici:

  • Perdita della memoria
  • Difficoltà di concentrazione
  • Depressione
  • Difficoltà di deambulazione

Diagnosi di sindrome da Long-COVID: come attribuire al post-coronavirus i sintomi accusati

I sintomi riportati dai pazienti che soffrono di sindrome da post-COVID-19 sono estremamente vari in quantità, intensità e tipologia. Per questo motivo è molto impegnativo giungere ad una diagnosi, perchè occorre prima escludere che questi sintomi non siano causati da altre malattie di altra natura.

La contemporanea presenza di più sintomi molto diversi tra loro è un primo indice della possibile comparsa di una malattia da Long-COVID-19, perchè è poco probabile che sintomi molto diversi tra loro che insorgano contemporaneamente e successivamente a una infezione acuta da coronavirus siano riferiti ad altre malattie.

Fisiopatologia del Long-COVID: che cosa c'è alla base di questa malattia?

Vi sono diverse linee di studio riguardo le cause e il meccanismo di malattia del Long-COVID.

La persistenza virale, il fenomeno del micro-embolismo, la persistenza dell’infiammazione sono le tre linee di studio che stanno conducendo anche a diverse possibili linee terapeutiche.

La persistenza virale come teoria alla base del Long-COVID

C’è una significativa evidenza che l’infezione da COVID-19 perduri nei vari tessuti del corpo in modo molto più duraturo rispetto al momento della scomparsa dei sintomi relativi all’apparato respiratorio (14). L’RNA virale è stato trovato nelle feci di pazienti che riportavano sintomi gastrointestinali ben 7 mesi dopo l’infezione.

L’evidenza della persistenza virale nel tempo ha fatto ipotizzare la possibilità di trattamento dei pazienti con long-COVID con agenti antivirali, come il paxlovid o il molnupiravir, ma il problema è prevalentemente costituito dalla scarsa quantità di questi farmaci, attualmente disponibili ed autorizzati per i casi più gravi di infezione acuta conclamata.

Terapia per la sindrome di Long-COVID

Le prospettive terapeutiche per la sindrome di Long-COVID-19 sono ancora in fase di valutazione da parte della Comunità Scientifica, perché per essere certi dell’efficacia delle terapie è opportuno che vengano svolti degli studi randomizzati controllati su vasta scala (13).

Nel frattempo comunque vengono testate, con vario successo, varie linee terapeutiche. 

In particolare è in corso uno studio multicentrico in UK nel quale si testano contemporaneamente diverse linee terapeutiche sui singoli pazienti, provando per ciascuno di essi una terapia per un tempo limitato, per poi passare alla linea successiva in caso di inefficacia. Si tratta dello studio STIMULATE-ICP (13), lanciato nel 2021 che mira a testare diverse linee di trattamento sui pazienti long-covid, ciascuna ogni 3 mesi sui medesimi partecipanti.

Le ipotesi attualmente più promettenti riguardano:

  • la terapia contro l’infiammazione generalizzata
  • la terapia contro la micro-trombosi
  •  trattamenti detossificanti

Tuttavia è esperienza comune tra coloro che trattano la sindrome che essa si giova particolarmente di un arsenale costituito da più farmaci o trattamenti, che ricordiamo:

  • ossigeno/ozonoterapia;
  • terapia con integratori in particolare endovenosa ad alti dosaggi
  • terapia detossificante epatica e intestinale
  • scavengers antiossidanti (Glutatione, NAC, vitamina C)
  • anticoagulanti a dosaggi profilattici
  • terapia diretta contro la proteina Spike (nattochinasi)

C’è da considerare, tuttavia, che ciò che risolve i sintomi per un paziente può essere completamente inutile per un altro soggetto. Per questo motivo occorre avere padronanza di diversi approcci per testare, col metodo di tentativi ed errori, quello più idoneo al trattamento del paziente. 

Di sicuro tuttavia un’anamnesi accurata può orientare sulle scelte terapeutiche per il singolo paziente, prendendo in considerazione ogni singolo sintomo, fattore di rischio, comorbidità e peculiarità per essere impostata al massimo dell’efficacia possibile.

FAQ Domande sul Long COVID

Come si fa la diagnosi di Long-COVID-19?

La diagnosi di Long-COVID-19 è una diagnosi di esclusione. Significa che i sintomi riportati da chi soffre di questa malattia vanno analizzati e va verificato che non siano dovuti ad altre cause note. 

Perciò l’iter diagnostico è in genere piuttosto lungo e complesso, specialmente se la persona manifesta soltanto uno o due sintomi. 

Se invece i sintomi sono molti e vari allora è più agevole giungere in tempi rapidi alla diagnosi di Long-COVID-19, perchè l’associazione di molti sintomi di varia entità è assolutamente poco frequente in altre malattie e all’aumentare del numero dei sintomi aumenta la probabilità di sindrome post-coronavirus rispetto alle altre possibili condizioni.

Come mai i sintomi Long-Covid persistono così a lungo?

É ormai confermato che in molti pazienti il Coronavirus responsabile del COVID-19 persiste molto a lungo nell’organismo, ben oltre la guarigione del tratto respiratorio. Sono descritti casi in cui è stata dimostrata la presenza del virus fino a 6 mesi dopo la malattia conclamata. Perciò è possibile che una parte dei sintomi di Long-COVID siano spiegabili con una lunga persistenza del virus ben oltre la visibilità clinica apparente.

Come mai i sintomi da Long-COVID sono così tanti e così vari?

  • Non è ancora noto il meccanismo di malattia. Per questo motivo sono state formulate per ora varie ipotesi: è probabile che vi sia un meccanismo unico di danno che determina una problematica di ossigenazione dei vari distretti e ciascun sintomo sarebbe espressione della difficoltà nell’ossigenazione di un singolo distretto o apparato corporeo.

La difficoltà di ossigenazione sarebbe a sua volta in relazione a fenomeni di:

  • micro-trombosi
  • aggregazioni eritrocitarie da perdita del glicocalice
  • danno endoteliale
  • danno diretto alle cellule da agenti tossici (es. Proteina Spike e altri)

 

L'intensità dei sintomi Long Covid dipende dall'intensità della malattia COVID-19 acuta precedente?

Non sembra che vi sia una relazione tra l’intensità dei sintomi presentati durante l’infezione acuta da COVID-19 e la severità dei sintomi Long-COVID-19 successivi ad essa (9, 10).

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