carenza mascherine covid-19

Affrontare la carenza di mascherine per COVID-19

Affrontare la carenza di mascherine per COVID-19

In questo articolo riportiamo le considerazioni di due medici anestesisti della Stanford Medicine (Dott.ssa Amy Price e Dott. Larry Chu), i quali si chiedono: qual è la possibilità che una persona asintomatica introduca il virus COVID-19 in ospedale? Quali sono i migliori modi per far fronte alla carenza di mascherine durante la pandemia COVID-19 da parte degli anestesisti, o del personale sanitario in generale?

E, secondo tale possibilità, è giustificato l’obbligo di far indossare mascherine N95 a tutti i pazienti sottoposti ad intubazione endotracheale?

 

Osservazioni preliminari

Secondo le ultime indicazioni del CDC (Centri di prevenzione per il controllo della malattia), vista la trasmissione del virus pandemico COVID-19 tramite goccioline di saliva, agli operatori sanitari occupati in prima linea nel trattamento di persone affette da tale virus è raccomandato l’utilizzo di mascherine N95. Tuttavia, la carenza globale di questi dispositivi di protezione individuale (DPI) ha creato una condizione potenzialmente pericolosa non solo per i suddetti operatori, ma anche per i loro pazienti.

 

Tra l’altro, di recente l’Università di Padova ha testato 3300 persone di Vò, in Veneto, per stabilire la storia naturale del virus e la sua trasmissione, trovando più del 50% delle persone positive asintomatiche. Il rischio d’esposizione cresce esponenzialmente, come osservato da esposizioni effettive (tracciate a livello internazionale) e le mascherine N95 rimangono lo standard di prevenzione. Mentre il CDC allenta gli standards di cura, la loro evidenza cita rischi di auto-inoculo, cross-contaminazione e diffusione di agenti patogeni: si raccomanda quindi di seguire le precauzioni standard quando ci si prende cura di un paziente anziano, indipendentemente dal sospetto o confermato COVID-19, poiché alcuni dati riportano che gli operatori sanitari infetti COVID-19 aumentano dell’8% in Italia, con 1700 operatori sanitari infetti e un recente rapporto suggerisce che questo sta salendo all’8,3%, anche dove i PPE sono molto diffusi.

 

Quali materiali di ricambio appropriati sono adatti per le mascherine quando non sono disponibili i DPI?

Il seguente studio comparativo e grafico è stato fatto misurando la capacità di materiali diversi da quelli della mascherina di filtrare le particelle virulente.

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Immagine ricavata direttamente dall’articolo generale.

 

Osservando il grafico si possono fare diverse considerazioni:

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  • L’efficacia della maschera è controbilanciata dalla difficoltà a respirare attraverso il filtro. Similmente, i sacchetti sottovuoto sono stati valutati molto bene, ma lo sforzo di respirare li ha resi meno sicuri.
  • L’uso di filtri interni come prodotti per l’igiene femminile non è raccomandato, poiché essi trattengono contaminanti fino al 99,8% dei patogeni.
  • Altri materiali come le bustine di tè, che sono antimicrobici, potrebbero essere usati o stratificati con altri materiali.

 

Le mascherine N95 possono essere riutilizzate più volte e garantire comunque una protezione efficace per SARS-CoV-2?

Sebbene questa dinamica venga adottata in carenza di DPI, non sono state trovate statistiche che provino il perdurare dell’efficacia di questi dispositivi nel tempo.

 

Le mascherine N95 possono essere sterilizzate in autoclave o sterilizzate con altri mezzi per un riutilizzo sicuro e senza perdita di efficienza?

È stato fatto uno studio i cui risultati (riportati nella tabella sottostante) hanno evidenziato come NON bisogni utilizzare metodi di disinfezione a base di alcol e cloro. Questi rimuoveranno la carica statica nelle microfibre nelle maschere facciali N95, riducendo l’efficienza di filtrazione. Inoltre, il cloro trattiene anche gas dopo la contaminazione e questi fumi possono essere dannosi.

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Immagine ricavata direttamente dall’articolo generale.

 

Dopo diversi test ed esperimenti, si è giunti alle seguenti conclusioni:

  • La candeggina e le microonde non sono metodi sicuri perché:
    • I gas della candeggina (irritanti per la pelle e le vie respiratorie) permangono dopo che sono state utilizzate più strategie per rimuoverli;
    • Le microonde fondono le mascherine portano ad una riduzione della filtrazione.
  • La decontaminazione di EtO, UVGI e perossido di idrogeno è stata sicura ed efficace nei modelli testati, ma non è noto se manterrebbero la filtrazione, la resistenza del materiale e l’integrità del flusso d’aria con l’uso ripetuto.
  • L’aria calda a 70 °C in un forno (non il forno di casa) per 30 minuti, oppure il vapore acqueo, è un metodo di decontaminazione efficace aggiuntivo.

 

L’acqua elettrolizzata può uccidere SARS-CoV-2 ed essere utilizzata per trattare i DPI per il riutilizzo?

Sì, può uccidere alcuni virus in 5 secondi se utilizzata immediatamente ed entro 5 minuti se utilizzata entro 48 ore dalla produzione, oltre le quali perde la propria efficacia.

 

Quali sono i potenziali danni derivanti dal riutilizzo delle mascherine N95 quando vengono utilizzate come protezione contro SARS-CoV-2?

  • Trasmissione da contatto;
  • Seconda esposizione;
  • Auto-inoculo;
  • Cross-contaminazione;
  • Irritazione della pelle;

Sebbene sia raccomandato l’uso di una visiera per ridurre la contaminazione, ci sono ancora poche prove che dimostrino che questo è efficace.

Ad oggi, le sale a pressione negativa possono ridurre il rischio di contaminazione.

 

La Redazione di Med4Care

 

Fonti: