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Si può agire sulla malattia di Alzheimer in fase iniziale sfruttando gli anticorpi monoclonali?

Gli autori di questo studio avrebbero cercato di indagare sul possibile ruolo degli anticorpi monoclonali nella cura della malattia di Alzheimer.

Malattia di Alzheimer in fase iniziale: il possibile trattamento con gli anticorpi monoclonali

La malattia di Alzheimer è la più comune forma di demenza a livello mondiale ed è caratterizzata da un deterioramento progressivo delle capacità cognitive del soggetto affetto, il quale può sviluppare una totale incapacità nella gestione delle normali attività quotidiane.

L’esatta eziologia che porta allo sviluppo della malattia di Alzheimer non è ancora stata chiarita ma vari fattori predisponenti come l’età avanzata, la familiarità per la patologia e le malattie cardiovascolari sembrano essere correlate alla sua patogenesi.

Varie strategie terapeutiche si stanno concentrando su interventi che mirano a contrastare i processi iniziali della malattia di Alzheimer, ossia nella fase della cosiddetta early Alzheimer’s diseaseGeneralmente i sintomi che preludono a un inizio di malattia riguardano deficit della memoria, in cui il paziente ha difficoltà a ricordare eventi recenti, luoghi o persone familiari.

Le linee di ricerca più recenti dedicate allo studio dell’early Alzheimer stanno testando soluzioni farmacologiche a base di anticorpi monoclonali diretti contro epitopi appartenenti alle placche amiloidi. Queste ultime rappresentano il principale evento degenerativo riscontrabile tramite esame istologico a livello encefalico.

Caratteristiche dello studio

  • Tipo di studio: Trial clinico controllato randomizzato.
  • Luogo: 30 Paesi del mondo.
  • Tipo di pazienti: Soggetti adulti affetti da deterioramento cognitivo di grado lieve imputabile alla malattia di Alzheimer.

 

Scopo dello studio: gli anticorpi monoclonali sono efficaci per la cura dell’Alzheimer in fase iniziale?

Gli autori del trial hanno testato l’efficacia e la sicurezza del gantenerumab, un anticorpo diretto contro le placche amiloidi Aβ, in una coorte di pazienti affetti da un lieve deterioramento delle capacità cognitive causato dalla malattia di Alzheimer.

 

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Progettazione

Poco meno di 2.000 individui, tutti con età compresa tra i 50 anni e i 90 anni, sono stati reclutati in questo importante trial multicentrico. L’adesione è stata di ben 30 Paesi in tutto il mondo.

I soggetti reclutati, al fine di essere giudicati ammissibili per lo studio, hanno tutti ricevuto la diagnosi di una lieve demenza o comunque di una lieve compromissione delle capacità cognitive, imputabili alla malattia di Alzheimer.

Esaurita la fase di selezione, tutti i partecipanti venivano suddivisi in due gruppi di uguale numero:

  • il primo gruppo, sperimentale, ha ottenuto la somministrazione del farmaco gantenerumab con dose progressivamente incrementata, previa RMN di controllo e unitamente alla terapia standard per la malattia;
  • il secondo gruppo, di controllo, ha invece ricevuto la somministrazione di un placebo, con le stesse modalità del gruppo precedente.

 

Risultati

Dopo circa 2 anni di sperimentazione, sono emersi i seguenti risultati:

  • il punteggio cognitivo CDR-SB¹ è risultato solo lievemente migliore sul piano clinico nel gruppo sperimentale rispetto al gruppo di controllo;
  • la concentrazione di amiloide Aβ è calata in maniera più significativa nel gruppo sperimentale rispetto al gruppo placebo, ovvero all’incirca del 10% in più, come confermato dalla PET.

 

Conclusioni

Questo trial multicentrico ha messo in luce come l’utilizzo del farmaco gantenerumab per il trattamento della malattia di Alzheimer in fase precoce non sia supportato a livello clinico, sebbene abbia indotto una migliore rimozione delle placche amiloidi dall’encefalo.

Fonti e note:

ARTICOLO ORIGINALE: Bateman RJ, Smith J, Donohue MC et al. Two phase 3 trials of gantenerumab in early alzheimer’s disease. New England Journal of Medicine. 2023;389(20):1862–76.

[1] National Health Service. Alzheimer’s disease. 2021.

Nota 1. Il punteggio CDR-SB (Clinical Dementia Rating Scale-Sum of Boxes) è uno strumento utilizzato per valutare la gravità della demenza, inclusa la malattia di Alzheimer, sommando i punteggi assegnati in sei categorie di riferimento.