Ansia

Ansia

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L’ansia è una risposta emotiva naturale del nostro corpo a situazioni di pericolo, incertezza o stress. Può manifestarsi come una sensazione di preoccupazione, apprensione, agitazione, paura o tensione.

In alcune situazioni può essere utile per mantenere alta la nostra attenzione e vigilanza, ma quando diventa eccessiva o persistente può interferire con la capacità di svolgere le attività quotidiane e di vivere in modo soddisfacente.

Cos'è l'ansia

L’ansia è una risposta emotiva, fisiologica o patologica, caratterizzata da uno stato di allerta e dalla preparazione psicofisica a un pericolo proveniente dall’ambiente. Può comportare cambiamenti fisici e comportamentali.

A differenza della paura, che è una risposta a una minaccia imminente, l’ansia è l’anticipazione di una minaccia futura non ancora affrontata.

L'ansia come risposta emotiva normale ad un pericolo

Un certo livello di ansia è fisiologico ed è legato all’adattamento e alla fuga: ci mette in allarme in situazioni di pericolo o ci aiuta a preparaci meglio per una prestazione, ed è dovuto all’attivazione del sistema nervoso autonomo.

L’ansia può essere quindi una risposta appropriata: risulta essere un problema quando diventa eccessiva o persistente, interferendo con la capacità della persona di svolgere le attività quotidiane e di godere della vita.

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L'ansia patologica

L’ansia si definisce patologica quando non è scaturita da uno stimolo o quando la sua intensità è esagerata e arriva fino a generare un stato di angoscia e intenso disagio nell’individuo.

Può diventare invalidante, poiché il paziente potrebbe arrivare a mettere in atto meccanismi di protezione per evitare qualsiasi situazione che possa causarla, e può sfociare in un disturbo d’ansia.

Quanto è frequente? Epidemiologia dei disturbi d'ansia

I disturbi d’ansia sono i problemi della psiche più comuni ed estesi nella popolazione generale con una prevalenza del 18% circa. In genere si presentano con più frequenza nelle donne di 20-30 anni, poi l’incidenza tende a ridursi con l’avanzare dell’età.

Il disturbo più comune è la fobia, mentre quello che richiede più spesso assistenza medica urgente è il disturbo da attacco di panico.

Quali sono le cause dell'ansia? Eziologia

Le cause dell’ansia possono essere diverse e variano da persona a persona. Può essere causata da fattori biologici, psicologici o sociali o un’insieme di questi: è infatti una condizione complessa e multifattoriale.

Alcuni fattori che possono contribuire allo sviluppo di questo disturbo sono:

  • Eventi stressanti: come un cambiamento di lavoro, un divorzio, la morte di una persona cara, problemi finanziari, problemi di salute, ecc.
  • Genetica: alcuni di questi disturbi sono presenti più facilmente in diversi membri di una stessa famiglia. Alcuni studi hanno dimostrato che l’ansia può avere una predisposizione genetica, quindi potrebbe essere ereditata da membri della famiglia.
  • Precedenti esperienze di vita: esperienze traumatiche o difficili vissute in passato, come abuso, bullismo, violenza o trascuratezza.
  • Altre problematiche di salute mentale: può essere associata a diversi disturbi mentali, come il disturbo d’ansia generalizzato, il disturbo di panico, il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), il disturbo post-traumatico da stress (PTSD), la depressione, ecc..
  • Stile di vita: uno stile di vita poco sano può contribuire all’insorgenza di questa condizione, come ad esempio il consumo di alcol o droghe, il fumo, una dieta poco varia o la mancanza di esercizio fisico.
  • Problemi ormonali: squilibri ormonali come quelli legati alla tiroide o alla menopausa possono causare sintomi di ansia.

I sintomi dell'ansia

L’ansia può manifestarsi in diverse forme, tra le quali:

  • Preoccupazioni eccessive
  • Pensieri ossessivi
  • Agitazione
  • Tensione muscolare
  • Sudorazione eccessiva
  • Difficoltà di concentrazione
  • Disturbi del sonno
  • Altri sintomi fisici e psicologici.

L'attacco di panico come sintomo dell'ansia

Tra i sintomi dell’ansia, ricordiamo anche gli attacchi di panico.

Gli attacchi di panico possono manifestarsi nel corso di vari disturbi d’ansia e vengono definiti come: episodi isolati di paura e disagio intensi, a comparsa improvvisa ed autolimitati, con picchi di 5-15 minuti e in assenza di pericolo reale.

La prevalenza degli attacchi di panico è del 3-6% nella popolazione generale con l’età media di manifestazione di 25 anni.

La definizione di attacco di panico prevede l’associazione di questi episodi ad almeno quattro tra i seguenti sintomi:

  • Palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia
  • Sudorazione
  • Tremori
  • Dispnea o senso di soffocamento
  • Sensazione di asfissia
  • Dolore al petto
  • Nausea o disturbi addominali
  • Sensazione di vertigine, di instabilità, “testa leggera” o di svenimento
  • Brividi o vampate di calore
  • Parestesie
  • Sensazione di irrealtà o di essere distaccati da sé stessi
  • Paura di perdere il controllo o di impazzire
  • Paura di morire.

Queste crisi possono presentarsi in maniera inaspettata oppure essere correlate a determinate situazioni scatenanti: in quest’ultimo caso si tratta di attacchi di panico attesi e sono sempre associati ad altri disturbi d’ansia (es. fobia specifica, agorafobia).

Approfondimento: Attacchi di panico

Gli attacchi di panico sono un improvviso e intenso episodio di ansia o paura acuta, che si verifica in modo imprevedibile e senza una causa apparente.

I disturbi d'ansia

Quando l’ansia è patologica e invalidante può sfociare in un disturbo d’ansia, che si può manifestare con sintomi e condizioni differenti e prendere nomi diversi in base al quadro che si presenta.

Secondo il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5), i disturbi d’ansia comprendono:

  • Disturbo da attacchi di panico
  • Fobie
  • Disturbo d’ansia sociale
  • Agorafobia
  • Disturbo d’ansia generalizzato
  • Disturbi d’ansia propri dell’infanzia.

Lo stato ansioso può essere percepito in maniera costante o episodica: si differenziano così le forme acute dei disturbi d’ansia (episodiche) dalle forme croniche e costanti.

Analizziamo ora nel dettaglio ogni singolo disturbo.

Disturbo da attacchi di panico

Quando gli attacchi di panico sono ricorrenti e inaspettati, si può parlare di disturbo da attacchi di panico.

La prevalenza è inferiore a quella degli attacchi di panico isolati, con frequenza maggiore nelle donne (3:1).

Tra le cause scatenati del disturbo da attacchi di panico possiamo trovare:

  • Fattori ambientali stressanti (specialmente nell’infanzia) o eventi stressanti che precedono il primo attacco di panico
  • Precedenti attacchi paucisintomatici non classificabili come attacchi di panico
  • Fattori genetici
  • Deficit nella regolazione della neurotrasmissione.

Oltre alla sintomatologia delle crisi di panico, questo disturbo è contraddistinto da:

  • preoccupazione persistente di poter avere ulteriori attacchi, chiamata ansia anticipatoria;
  • messa in atto di comportamenti che hanno lo scopo di evitarne la ricomparsa, le cosiddette condotte di evitamento.

Questi comportamenti possono provocare importanti cambiamenti nella vita del soggetto e comprometterne le normali attività quotidiane.

Solitamente i primi attacchi insorgono senza elementi scatenanti, ma in seguito possono associarsi a situazioni di stress, aumentando i comportamenti evitanti. Il disturbo progredisce con l’aumento dell’ansia generalizzata e con pensieri e timori apprensivi. Possono insorgere anche preoccupazioni ipocondriache sulla natura delle crisi.

Disturbi fobici

Fobia semplice o specifica

È la paura e/o ansia intensa e persistente (>6 mesi) verso un oggetto o una situazione che, anche se si riconosce essere eccessiva e ingiustificata, è fuori dal controllo del soggetto e genera comportamenti di evitamento.

Le fobie specifiche sono il disturbo psichiatrico più comune con prevalenza nei paesi occidentali del 16%; alcune fobie colpiscono maggiormente le donne.

Le fobie più frequenti sono:

  • Verso animali o insetti
  • Per stimoli ambientali (tormente, tuoni, mare, altezza)
  • Per sangue o ferite
  • Fobie situazionali (come prendere un aereo o un treno oppure salire in ascensore).

sintomi sono spesso quelli di un attacco di panico non completo o paucisintomatico, ma tendono a ridursi fino quasi a scomparire con l’avanzare dell’età.

L’insorgenza di una fobia specifica può avvenire a seguito di un evento traumatico vissuto dal soggetto o a cui ha assistito. Altre volte è scatenata da un attacco di panico verificatosi nella situazione che in seguito causerà fobia. Tuttavia la maggior parte dei soggetti non ricorda il momento in cui ha sviluppato la fobia, che solitamente insorge in giovane età.

Fobia sociale o disturbo d’ansia sociale

È una fobia in cui il soggetto sente insicurezza, panico e paura persistente (>6 mesi) in situazioni di esposizione sociale. In queste situazioni il paziente potrebbe temere di essere giudicato negativamente dalle altre persone.

La prevalenza media in Europa è del 2,3% e, a differenza degli altri disturbi d’ansia, la frequenza nelle donne e negli uomini è pressoché uguale.

Tra le situazioni più comuni troviamo:

  • Parlare in pubblico
  • Mangiare in luoghi pubblici
  • Parlare con sconosciuti.

Come in tutte le fobie, la paura e l’ansia sono spropositate e l’individuo se ne rende conto, ma non riesce a dominarle. Mette così in atto comportamenti di evitamento che danneggiano ulteriormente la sua vita sociale.

Si distinguono due tipi di fobia sociale:

  • Generalizzata, nella quale i sintomi si presentano nella maggior parte delle situazioni sociali
  • Semplice, in cui solo determinate situazioni causano sintomi.

L’esposizione a queste situazioni sociali può provocare un attacco di panico, anche paucisintomatico o non completo.

La maggior parte delle persone che presenta questo disturbo ha avuto i primi sintomi in età adolescenziale, spesso in seguito ad eventi umilianti. In alcuni casi però può non esserci una causa evidente.

Agorafobia

L’agorafobia viene definita come l’ansia intensa che si genera quando ci si trova in:

  • Luoghi in cui la fuga può risultare difficile o imbarazzante
  • Luoghi in cui si pensa di non poter essere soccorsi se fosse necessario.

Questi timori sono frequenti:

  • In spazi pubblici
  • In presenza di molte persone
  • Su mezzi di trasporto
  • In spazi chiusi (parcheggi, cantine, ascensori ecc.).

Il soggetto agorafobico tenderà ad evitare le situazioni o i luoghi che creano queste paure oppure potrebbe sopportarle, ma provando un grande malessere.

La prevalenza è dello 0,6-6% e la frequenza di questo disturbo è maggiore nelle donne giovani.

Disturbo d'ansia generalizzato

Il disturbo d’ansia generalizzato è caratterizzato da uno stato di ansia e preoccupazione cronica eccessiva, scatenate da eventi della vita quotidiana: la preoccupazione non è rivolta a situazioni specifiche e concrete, ma si estende a tutte le attività quotidiane.

criteri per definire questo disturbo sono:

  • Ansia e preoccupazione eccessive, per la maggior parte dei giorni e per un periodo di almeno 6 mesi.
  • Difficoltà a controllare questa preoccupazione.
  • Associazione di ansia e preoccupazione con almeno tre di questi sintomi:
    • irrequitezza,
    • tensione,
    • difficoltà di concentrazione,
    • facile affaticamento,
    • tensioni muscolari,
    • difficoltà nel sonno.
  • Difficoltà sociali e/o lavorative a causa di questi sintomi.

L’esordio è più tardivo rispetto agli altri disturbi (a 30 anni circa). È inoltre una patologia che tende a cronicizzare e ad associarsi con sintomi depressivi.

La prevalenza generale si stima tra il 3-5%: in questo caso, la popolazione femminile presenta circa il doppio delle probabilità di soffrire di questo disturbo, rispetto a quella maschile.

Disturbi d'ansia propri dell'infanzia

I disturbi d’ansia propri dell’infanzia sono disturbi psicologici che colpiscono i bambini e si manifestano con i sintomi propri dell’ansia. Alcuni dei disturbi d’ansia più comuni dell’infanzia includono:

Mutismo selettivo

Il mutismo selettivo equivale alla “fobia sociale” degli adulti: è un disturbo dell’ansia dell’infanzia caratterizzato dalla difficoltà del bambino a parlare in situazioni sociali specifiche, come la scuola o le riunioni familiari. Il bambino può parlare normalmente in altre situazioni, per esempio a casa o con amici stretti.

È spesso associato a sintomi di ansia sociale, quali potrebbero essere la paura di essere giudicati o criticati dagli altri. Il disturbo può influire negativamente sulla vita del bambino, causando problemi di comunicazione e isolamento sociale.

La diagnosi del mutismo selettivo richiede la valutazione di un professionista della salute mentale, il quale può utilizzare interviste cliniche, valutazioni comportamentali e questionari per valutare la presenza del disturbo. La diagnosi può essere complicata, poiché questo disturbo può essere scambiato per una semplice timidezza o rifiuto di parlare.

Disturbo d’ansia da separazione

Il bambino che soffre di disturbo d’ansia da separazione sperimenta un panico molto forte quando viene separato (realmente o meno) da persone con le quali ha un forte vincolo affettivo.

Il bambino che soffre di questo disturbo, potrebbe:

  • Temere eventi nefasti
  • Non voler andare a scuola
  • Non voler stare solo
  • Avere incubi
  • Lamentare sintomi somatici.

Diagnosi di un disturbo d'ansia

La diagnosi può essere fatta da un professionista sanitario, come uno psicologoattraverso un’analisi della storia clinica, dei sintomi e dei comportamenti del paziente.

Possono essere utilizzati anche alcuni strumenti di screening, che aiutano a identificare i sintomi e a monitorare i cambiamenti nel tempo, e si potrebbe valutare la presenza di altre condizioni.

Una volta effettuata la diagnosi il professionista sanitario può suggerire un piano di trattamento personalizzato per il paziente, che può includere farmaci, terapia psicologica o un approccio integrato.

Anamnesi

L’anamnesi si riferisce alla raccolta di informazioni sulla storia della persona che manifesta sintomi di ansia.

L’obiettivo dell’anamnesi è quello di ottenere informazioni dettagliate sulle circostanze, i sintomi e i fattori di rischio che possono aver contribuito allo sviluppo del problema.

Durante l’anamnesi, il medico può porre una serie di domande sulla storia del paziente, tra le quali:

  • Quando hai iniziato ad accusare questi sintomi?
  • C’è stato un evento specifico o una situazione che ha scatenato i sintomi?
  • Hai provato sintomi di ansia in passato?
  • Quali sono i sintomi che stai sperimentando?
  • Come ti senti fisicamente quando hai questi sintomi?
  • Come influisce l’ansia sulla tua vita quotidiana, come il lavoro, le relazioni o le attività sociali?
  • Ci sono altri problemi di salute mentale o fisica che stai affrontando?
  • Ci sono fattori di rischio nella tua famiglia, come una storia di disturbi d’ansia?

In seguito all’anamnesi lo specialista potrebbe procedere con un esame obiettivo.

Esame obiettivo

L’esame obiettivo si concentra sulla valutazione dei sintomi fisici e comportamentali della persona.

Il professionista della salute mentale eseguirà un esame fisico completo per escludere eventuali cause fisiche dei sintomi e potrebbe chiedere alla persona di descrivere i sintomi che sperimenta durante l’esame.

L’esame obiettivo potrebbe includere anche:

  • Valutazione della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna per escludere eventuali problemi cardiaci.
  • Esame delle vie respiratorie e della funzione polmonare per escludere eventuali problemi respiratori.
  • Valutazione dell’attività muscolare e della tensione muscolare.
  • Valutazione del tono della voce e della respirazione per escludere eventuali problemi di fonazione o respirazione.
  • Osservazione del comportamento e delle espressioni facciali, per valutare l’agitazione, la preoccupazione e la paura.

È importante sottolineare che l’esame obiettivo non è sufficiente per una diagnosi: sarà necessaria anche una valutazione psicologica e l’utilizzo di strumenti di valutazione specifici per determinare la presenza e la gravità del disturbo d’ansia.

Test per l'ansia

Ci sono diversi test che possono aiutare a valutare la presenza e la gravità dei sintomi di ansia.

Tra quelli più utilizzati ricordiamo:

  • GAD-7 (Generalized Anxiety Disorder 7): è un questionario a 7 domande utilizzato per valutare i sintomi di ansia generalizzata. Le domande si riferiscono a sintomi come la preoccupazione eccessiva, la difficoltà di rilassarsi e la difficoltà di concentrazione. Il punteggio finale indica il livello di gravità dell’ansia.
  • HAM-A (Hamilton Anxiety Rating Scale): è un test utilizzato per valutare la gravità dei sintomi. Include 14 domande che si riferiscono a sintomi come l’agitazione, la tensione muscolare e la preoccupazione.
  • STAI (State-Trait Anxiety Inventory): è un test che valuta i livelli di ansia temporanea (stato) e i livelli di ansia cronica (tratto) di una persona. Il test include 40 domande suddivise in due categorie: stato d’ansia e tratto d’ansia.
  • Beck Anxiety Inventory (BAI): è un test a 21 domande utilizzato per valutare i sintomi di ansia, tra cui sintomi fisici come la sudorazione e la difficoltà di respirare, e sintomi psicologici come la preoccupazione eccessiva e la paura.

In questo articolo troverai un semplice test a domande multiple che consente di determinare qual è il tuo grado di ansia. Si chiama scala di Hamilton ed è un test scientifico a tutti gli effetti. Lo abbiamo reso semplice in modo che possa costituire un’autovalutazione di base per capire qual è il livello di ansia e se è necessario intervenire.

Valutazione psicologica

La valutazione psicologica per l’ansia è una valutazione approfondita che viene eseguita da un professionista della salute mentale per determinare la presenza e la gravità del disturbo.

Oltre ad anamnesi e i test per l’ansia, potrebbe includere:

  • Test di personalità: possono essere utilizzati test di personalità, come il Minnesota Multiphasic Personality Inventory (MMPI) o il Millon Clinical Multiaxial Inventory (MCMI), per valutare la personalità e gli aspetti psicologici della persona.
  • Valutazione cognitivo-comportamentale: può essere utilizzata una valutazione cognitivo-comportamentale per valutare i pensieri, le emozioni e i comportamenti della persona e per identificare i modelli disfunzionali di pensiero che possono contribuire al problema.

Diagnosi differenziale dei disturbi d'ansia

La diagnosi differenziale dell’ansia si riferisce al processo di esclusione di altre condizioni mediche o psicologiche che possono causare sintomi simili.

Vi sono infatti diverse patologie che possono mimare una crisi di panico. Tra queste troviamo:

  • Malattie endocrinologiche (ipertiroidismo)
  • Patologie cardiache
  • Malattie neurologiche.

Anche l’uso di alcuni farmaci o l’abuso di sostanze possono comportare ansia e panico nel paziente.

Esistono inoltre altre condizioni psicologiche che possono essere confuse con l’ansia, tra le quali:

  • Disturbi dell’umore: come la depressione maggiore, che possono causare sintomi come la tristezza, la perdita di interesse e la fatica;
  • I Disturbi ossessivo-compulsivi (DOC): che possono causare pensieri ossessivi e comportamenti compulsivi;
  • Disturbi post-traumatici da stress: che possono causare ansia, ma sono solitamente legati ad eventi traumatici;
  • I Disturbi somatoformi: come la somatizzazione e l’ipocondria, che possono causare sintomi fisici simili all’ansia ma non sono causati da una condizione medica.

Trattamento dell'ansia

Il trattamento più adatto dipende dalla gravità dei sintomi e dalle necessità del paziente.

Alcuni dei trattamenti più comuni includono:

  • Terapia psicologica
  • Terapia farmacologica
  • Cambiamenti dello stile di vita
  • Tecniche di rilassamento
  • Terapie complementari.

In generale il trattamento è personalizzato e può richiedere tempo e pazienza per trovare la soluzione più idonea a ciascun individuo.

Terapia psicologica

La terapia psicologica è spesso un trattamento efficace e può aiutare a identificarne le cause e a sviluppare strategie per gestire lo stato ansioso.

Alcune delle terapie psicologiche più comuni includono:

  • Terapia cognitivo-comportamentale: focalizza l’attenzione sulla modifica dei pensieri e dei comportamenti che possono causare questo disturbo. La terapia può includere tecniche come la sfida ai pensieri negativi, la ristrutturazione cognitiva e l’esposizione graduale alle situazioni che provocano l’ansia.
  • Terapia dialettico-comportamentale: si concentra sull’accettazione di pensieri e sentimenti negativi e sulla gestione delle emozioni in modo più efficace. La terapia può includere tecniche come la consapevolezza, la regolazione emotiva e la risoluzione dei conflitti.
  • Terapia di esposizione: questa terapia prevede l’esposizione graduale del paziente a situazioni che provocano l’ansia, con l’obiettivo di ridurre la paura e l’ansia associata. Può essere utilizzata da sola o in combinazione con altre terapie.
  • Terapia psicodinamica: si concentra sull’identificazione dei modelli di comportamento inconsci che possono contribuire all’ansia. Può includere l’analisi dei sogni, la rievocazione di ricordi traumatici e l’indagine sulla storia personale.

È importante sottolineare che ogni individuo è unico e che una terapia che funziona per una persona potrebbe non funzionare per un’altra.

Terapia farmacologica

Ci sono diversi farmaci che possono essere prescritti per trattare i sintomi dell’ansia, in particolare per le persone con ansia grave o disturbi d’ansia cronici.

Alcuni dei farmaci più comuni includono:

  • Ansiolitici: gli ansiolitici, in genere benzodiazepine come il lorazepam, il diazepam e l’alprazolam, sono farmaci che agiscono sul sistema nervoso centrale per ridurre i sintomi dell’ansia. Tuttavia questi farmaci possono essere molto potenti e causare dipendenza, quindi devono essere prescritti con cautela e utilizzati con supervisione di un professionista.
  • Antidepressivi: gli antidepressivi, come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina e gli inibitori della ricaptazione della serotonina e della noradrenalina, possono anch’essi essere utilizzati per ridurre l’ansia. Questi farmaci richiedono diverse settimane per diventare efficaci.
  • Beta-bloccanti: i beta-bloccanti, come il propranololo, possono aiutare a ridurre i sintomi fisici dell’ansia, come la sudorazione e le palpitazioni. Tuttavia questi farmaci non hanno un effetto sulle sensazioni di ansia o sulle paure ma solo sull’aspetto fisico conseguente all’ansia stessa.
  • Anticonvulsivanti: anche alcuni anticonvulsivanti, come il pregabalin, sono utilizzati per ridurre l’ansia.

È importante sottolineare che i farmaci per l’ansia possono avere effetti collaterali e interazioni con altri farmaci. Inoltre non risolvono le cause sottostanti all’ansia e non sono adatti per tutte le persone che soffrono di questo disturbo.

Cambiamenti dello stile di vita

Ci sono alcuni cambiamenti dello stile di vita che possono aiutare a ridurre l’ansia.

Ecco alcuni esempi:

  • Attività fisica regolare: l’esercizio fisico stimola la produzione di endorfine e altri neurotrasmettitori che influenzano positivamente l’umore.
  • Alimentazione equilibrata: una dieta equilibrata e salutare può aiutare a migliorare l’umore. In particolare è importante evitare il consumo eccessivo di caffeina, zucchero e grassi saturi.
  • Riduzione del consumo di alcol e droghe: l’alcol e le droghe possono aumentare l’ansia e la depressione, quindi è importante evitare il consumo eccessivo.
  • Miglioramento della qualità del sonno: un sonno di buona qualità può aiutare a ridurre i sintomi, quindi è importante dormire almeno 7-8 ore per notte e adottare delle abitudini per migliorare la qualità del sonno.
  • Socializzazione: socializzare con amici e familiari può aiutare a ridurre i sintomi e migliorare l’umore.
  • Tempo libero: anche dedicare del tempo libero alle attività che ci piacciono può aiutare.

Questi cambiamenti dello stile di vita possono essere utilizzati insieme ad altre forme di trattamento per l’ansia, come la terapia o i farmaci, e possono richiedere tempo e pazienza per diventare efficaci.

Tecniche di rilassamento

Le tecniche di rilassamento possono aiutare a ridurre l’ansia e lo stress.

Ecco alcune delle più comuni:

  • Respirazione profonda: implica il controllo della respirazione, evitando di respirare con la bocca (tranne che in alcuni casi molto specifici di tecniche di respirazione con la guida di un esperto nell’ambito delle tecniche di Hatha Yoga, di Respirazione Olotropica e simili), ma inspirando lentamente attraverso il naso e espirando attraverso la bocca, concentrandosi sul respiro. Questa tecnica può aiutare a ridurre la tensione muscolare e a migliorare l’ossigenazione del corpo.
  • Meditazione: prevede di concentrarsi sulla respirazione e sulle sensazioni del corpo, cercando di liberare la mente da pensieri negativi e stressanti. La meditazione può aiutare a ridurre l’ansia e migliorare la salute mentale.
  • Yoga: lo yoga comporta una serie di pose, movimenti e respiri che potrebbero aiutare a ridurre lo stress e migliorare la flessibilità e la forza del corpo. Il ritmo lento e la concentrazione sulla respirazione possono aiutare a ridurre l’ansia.
  • Visualizzazione guidata: prevede l’immaginazione di immagini rilassanti, come il mare o la natura, mentre ci si concentra sulla respirazione. Questa tecnica può aiutare a ridurre l’ansia e migliorare l’umore.
  • Massaggio: può aiutare a ridurre la tensione muscolare e migliorare la circolazione, riducendo l’ansia e lo stress.
  • Musicoterapia: ascoltare musica rilassante può aiutare a ridurre l’ansia e migliorare l’umore.

Terapie complementari

Ci sono diverse terapie complementari che potrebbero aiutare a ridurre l’ansia. È importante sottolineare che queste terapie non sono una sostituzione per il trattamento medico e psicologico.

Ecco alcune delle terapie complementari più comuni:

  • Agopuntura: è una tecnica che prevede l’inserimento di aghi sottili in punti specifici del corpo per stimolare il flusso di energia e ridurre l’ansia.
  • Riflessologia: prevede la pressione di specifici punti sui piedi, sulle mani o sulle orecchie per ridurre lo stress e l’ansia.
  • Omeopatia: vengono utilizzati i rimedi naturali a base di erbe e minerali per alleviare i sintomi dell’ansia.
  • Terapia del suono: prevede l’utilizzo di strumenti come campane tibetane, ciotole di cristallo e tamburi per creare un ambiente sonoro rilassante e ridurre l’ansia.

Conclusioni

L’ansia è fisiologica e fa parte di tutti quei meccanismi che vengono attivati per stare in allerta. Ci consente di evitare il pericolo e di migliorare le nostre prestazioni, preparandoci maggiormente.

Tuttavia può diventare patologica quando la sua intensità risulta spropositata rispetto alla situazione, creando situazioni di malessere e disagio eccessivo. Può anche risultare invalidante, perché si potrebbero mettere in atto comportamenti atti ad evitare le situazioni che generano ansia.

Dopo una diagnosi accurata, le terapie esistenti, sia psicologiche che farmacologiche, sono varie e possono aiutare a ridurre i sintomi e ad imparare a gestire l’ansia.

Bibliografia: fonti e note

  • Harrison, Paul. Psychiatry. John Wiley & Sons, 10. Ed. 2010. 108-110.
  • Gruppo CTO, Manuale CTO di psichiatria 5.ed. 27-31.