Antigene Prostatico Specifico (PSA): cos’è e a cosa serve
L’antigene prostatico specifico è una proteina presente nella prostata che viene impiegata nella pratica clinica come indice di funzionalità dell’organo. Il dosaggio nel sangue di tale molecola consente al medico di valutare lo stato di salute generale della prostata ed, eventualmente, di rilevare delle anomalie nella funzionalità della ghiandola.
In origine, il dosaggio della PSA era utilizzato per la diagnosi delle malattie neoplastiche; poi, nel corso degli anni, il ruolo clinico di questo esame del sangue è notevolmente cambiato. Infatti, a causa della sua bassa specificità, attualmente viene impiegato come indice aspecifico di funzionalità della prostata.
Il ruolo fisiologico della PSA
L’antigene prostatico specifico, detto anche semenogelasi, è un enzima proteolitico che viene prodotto dalla prostata. Le proteasi sono una famiglia di enzimi coinvolti nella degradazione selettiva delle proteine. La PSA (acronimo di Prostate Specific Antigen), grazie alla sua attività catalitica, è in grado di fluidificare il liquido seminale dopo l’eiaculazione, facilitando i movimenti degli spermatozoi.
La prostata è una piccola ghiandola annessa all’apparato genitale maschile, ubicata all’interno della pelvi. La ghiandola prostatica è responsabile della produzione del cosiddetto liquido prostatico, un fluido viscoso che rappresenta il 20-30% dello sperma. Le principali funzioni del secreto prostatico sono:
- Rendere più fluido lo sperma, grazie appunto al ruolo del PSA
- Fornire nutrienti (fruttosio) ed enzimi agli spermatozoi
- Tamponare il pH acido del canale vaginale
- Incrementare la motilità dei gameti
A cosa serve il dosaggio del PSA?
In condizioni fisiologiche, piccole quantità di antigene prostatico specifico sono presenti all’interno del torrente ematico. Tuttavia, in seguito all’insorgenza di processi patologici a carico della ghiandola prostatica, le concentrazioni del PSA nel sangue tendono ad aumentare. Per questo motivo il dosaggio della PSA può fornire delle indicazioni, generali ed aspecifiche, sullo stato di salute della prostata.
I livelli nel sangue dell’antigene prostatico specifico possono aumentare sia in presenza di processi benigni che a causa di malattie neoplastiche. Pertanto, il riscontro di un valore elevato del PSA non consente al medico di formulare alcuna diagnosi. Per una corretta interpretazione dei risultati, quindi, è necessario correlare il dosaggio del PSA ad una visita urologica o andrologica.
Il dosaggio periodico dell’antigene prostatico specifico, nei soggetti con più di 50 anni di età, rappresenta un discreto test di screening per le patologie della ghiandola prostatica.
I valori normali del PSA
Le concentrazioni di PSA sierico comprese nell’intervallo di 0,1 e 4 ng/ml vengono considerate normali. Invece, in presenza di un danno in corrispondenza delle strutture cellulari della prostata, i livelli di PSA risultano superiori ai 4 ng/ml. Nei soggetti con un età superiore ai 65 anni, l’intervallo di normalità può essere esteso fino ai 6,5 ng/ml.
Valori alti del PSA: cause e fattori di rischio
In genere, i livelli dell’antigene prostatico specifico tendono ad aumentare in presenza di:
- Tumore alla prostata
- Iperplasia (anche detta impropriamente ipertrofia) prostatica benigna
- Processi infiammatori (prostatiti)
- Infezioni
Inoltre, esistono delle specifiche condizioni che favoriscono l’incremento delle concentrazioni sieriche del PSA. Le più importanti tra queste sono:
- Interventi chirurgici alla prostata
- Esami diagnostici invasi (cistoscopia, colonscopia, rettoscopia)
- Inserimento di un catetere vescicale
- Traumi
PSA libero e PSA legato
All’interno del torrente ematico, l’antigene prostatico specifico può circolare in due forme distinte:
- Legato a proteine di trasporto
- Libero (in inglese Free PSA)
Da un punto di vista clinico, oltre allo studio del dosaggio del PSA totale, può tornare utile anche la valutazione delle proporzioni che si instaurano tra la forma legata e quella libera. Nelle affezioni benigne (come la prostatite o l’iperplasia prostatica benigna) si osserva un incremento del PSA libero, mentre in presenza di una malattia neoplastica si registra un aumento della frazione di PSA legato.
I soggetti con un PSA totale superiore ai 4 ng/ml e con una frazione libera superiore al 25%, nella maggior parte dei casi, mostrano una condizione benigna della prostata. Al contrario, in presenza di un valore totale oltre la soglia di normalità, e con un frazione libera inferiore al 10%, è più probabile che si possa diagnosticare un tumore prostatico.
Lo studio delle concentrazioni delle due forme di antigene prostatico specifico, nonostante offra qualche indicazione in più rispetto al solo PSA totale, non consente comunque al medico di formulare alcuna diagnosi.
Antigene Prostatico Specifico e tumore alla prostata
Il riscontro di un valore elevato di PSA nel sangue non è sufficiente per diagnosticare un eventuale tumore alla prostata. Infatti, a causa della bassa specificità del test (restituisce spesso falsi positivi), non è possibile disporre di dati concreti per realizzare la diagnosi della neoplasia.
I limiti diagnostici del dosaggio del PSA sono evidenti poiché:
- Alcuni pazienti con un dosaggio inferiore a 4 ng/ml hanno sviluppato malattie neoplastiche (falsi negativi)
- Una grossa porzione dei soggetti con un valore elevato non ha sviluppato il tumore (falsi positivi)
Pertanto in presenza di una concentrazione elevata di PSA nei pazienti asintomatici è possibile ripetere l’esame, in modo tale da confermare/smentire il reperto clinico iniziale. Qualora si ottenessero nuovamente valori alti, il paziente deve monitorare la situazione attraverso esami e visite regolari.
Il riscontro di una struttura nodulare nel corso di un’esplorazione rettale, associata ad un livello di PSA elevato, deve spingere il medico a condurre ulteriori accertamenti. Gli esami a cui il paziente può essere sottoposto per valutare la diagnosi di un tumore alla prostata sono:
- Ecografia trans rettale
- TC e risonanza magnetica
- Esami delle urine
- Biopsia
Quando è necessario effettuare il test?
Nonostante il ruolo controverso del dosaggio dell’antigene prostatico specifico nello screening dei tumori alla prostata, l’ISS (Istituto Superiore di Sanità) raccomanda il test una volta all’anno ai soggetti con un’età compresa tra 50 e 70 anni.
In presenza di sintomi a carico dell’apparato uro-genitale, il medico può sottoporre il paziente all’esame senza tener conto dell’età. Di solito, si ricorre al dosaggio del PSA in presenza dei seguenti sintomi:
- Difficoltà ad urinare (disuria)
- Dolore nella minzione (stranguria)
- Necessità di urinare spesso(pollachiuria)
- Incremento del volume delle urine prodotte (poliuria)
- Sangue nelle urine (ematuria) o nello sperma,
- Incontinenza
- Disfunzione erettile
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Fonti e note:
- Carlsson SV, Vickers AJ. Screening for Prostate Cancer. Med Clin North Am. 2020 Nov;
- Duffy MJ. Biomarkers for prostate cancer: prostate-specific antigen and beyond. Clin Chem Lab Med. 2020 Feb 25;
- Ayyıldız SN, Ayyıldız A. PSA, PSA derivatives, proPSA and prostate health index in the diagnosis of prostate cancer. Turk J Urol. 2014 Jun;