Aritmie cardiache

Aritmie cardiache

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Le aritmie cardiache sono disturbi del ritmo del battito cardiaco. Vediamo cosa sono nel dettaglio, quali sono i sintomi e le possibili cause e trattamenti.

Aritmie cardiache: cosa sono? 

Sono definite come l’alterazione della formazione e/o della conduzione dell’impulso nel cuore: in altre parole, semplicemente un battito irregolare e non perfettamente ritmico come di norma.

Le aritmie sono una cosa diversa dalle palpitazioni. Le aritmie, cioè i battiti irregolari, sono dei cambiamenti rispetto alla regolare ritmicità dei battiti del cuore, mentre le palpitazioni sono la percezione soggettiva dei battiti. Le palpitazioni possono essere dovute ad aritmie ma anche ad una diversa percezione di un battito regolare.

Il cardiopalmo, noto anche con il termine di “palpitazione”, è un disturbo caratterizzato dalla sensazione del cuore che: batte veloce, con ritmo accelerato (condizione nota come tachicardia)

La classificazione delle aritmie cardiache: come si è modificata nel tempo

Vediamo ora come è inquadrata un’aritmia cardiaca.

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Prima del 1999, in Italia, la nomenclatura delle aritmie prevedeva due grandi gruppi: le aritmie ipercinetiche e quelle ipocinetiche.

Dal 1999 in poi, questa nomenclatura venne accantonata in favore di 3 categorie: bradicardie, tachicardie e battiti ectopici 

Le aritmie cardiache si verificano quando i segnali elettrici che coordinano le contrazioni del cuore non funzionano bene. Se questi segnali determinano:

  • contrazioni molto veloci del cuore si parla di tachicardia (dove si verificano 100 o più battiti cardiaci a riposo);
  • se determinano contrazioni più lente invece si tratta di bradicardia (con battiti cardiaci sotto i 60 al minuto).  

Queste definizioni si riferiscono con il soggetto a riposo di un soggetto sveglio. È normale che il cuore batta velocemente durante l’attività fisica o che batta lentamente durante il sonno.

Le tachicardie

Possono essere divise in due gruppi: quelle sopraventricolari e quelle ventricolari. 

Le tachicardie sopraventricolari (o atriali) includono:

  • Fibrillazione atriale (Fi-A): in questo caso, l’attività elettrica degli atri è molto scoordinata, determinando un battito irregolare e spesso accelerato con la conseguente riduzione di volume di sangue espulso. Questa condizione patologica è associata a complicazioni come l’ictus. La fibrillazione atriale inoltre si può suddividere in parossistica (quando compare e scompare), o permanente;
  • Flutter atriale (FA): condizione molto simile alla precedente, ma con la differenza che in questo caso i battiti sono più organizzati e coordinati seguendo un ritmo costante e molto elevato. Anche il flutter atriale è spesso associato all’ictus;
  • Tachicardia atriale (TA): in questo caso il battito del cuore è rapido e irregolare, diversamente dalla
  • Tachicardia sinusale (TS) che è un’aritmia coordinata, in cui c’è un ritmo costante ma accelerato, causata dall’aumento di frequenza del ritmo sinusale (battito cardiaco prodotto dal nodo seno atriale). 

Per quanto riguarda invece le tachicardie ventricolari distinguiamo le principali: 

  • Tachicardia ventricolare (TV): aritmia causata da una frequenza cardiaca di almeno 120 battiti al minuto. Questa velocità nelle contrazioni non permette ai ventricoli di riempirsi abbastanza di sangue e di conseguenza il volume ematico pompato sarà più basso del valore standard;
  • Fibrillazione ventricolare (FV): situazione di emergenza in cui si ha un’aritmia caratterizzata da battiti cardiaci scoordinati delle cellule muscolari, in modo che non si ha una contrazione muscolare coordinata, che è alla base del meccanismo della pompa cardiaca. In questa situazione, il cuore riporta una scarsa gittata cardiaca e, non riuscendo a pompare sangue all’interno del circolo arterioso, si ha un arresto cardiocircolatorio. 

Le bradicardie

Le bradicardie possono essere suddivise in:  

  • Bradicardia sinusale: cioè la riduzione dei battiti cardiaci sotto il valore soglia (60 battiti al minuto). In genere questo tipo di bradicardia è normale ma può diventare grave se i battiti scendono sotto i 40 a minuto;
  • Blocchi seno atriali (SA): in questo caso si ha un blocco elettrico del segnale che parte dalle cellule pacemaker del nodo del seno al resto dell’atrio. I blocchi seno atriali possono dividersi in 3 gradi a seconda della gravità;
  • Blocchi Atrio-Ventricolari (BAV): sono anch’essi un difetto del sistema di conduzione del cuore che si manifesta in questo caso tra atrio e ventricolo.  

Battiti prematuri o extrasistoli

I battiti prematuri (o ectopici) in generale sono dei battiti in più (extrasistole) determinati da un’anomala attivazione elettrica da parte del sistema di conduzione del cuore.

I battiti prematuri possono essere divisi in due gruppi: battiti prematuri sopraventricolari, cioè ad origine dalle strutture atriali e battiti prematuri ventricolari, ad origine dal ventricolo.

Questi battiti prematuri sopraventricolari a loro volta si distinguono in: 

  • atriali (BPA): cioè un battito cardiaco anticipato, rispetto all’impulso normale, proveniente dalle camere superiori del cuore (atri);
  • giunzionali (BPG): questo impulso ectopico nasce a livello della giunzione atrio ventricolare (fascio di His) e anticipa il normale ciclo sinusale prodotto dal nodo seno atriale. 

Infine, esistono i battiti prematuri ventricolari, in cui il meccanismo è lo stesso dei battiti ectopici sopraventricolari, con la differenza che in questo caso il battito prematuro ha origine nei ventricoli. 

Approfondimento: la aritmia sinusale

L'aritmia sinusale è un fenomeno frequente nella popolazione, consiste in una variazione del ritmo cardiaco durante la respirazione e la si riscontra in via occasionale.

Quali sono i sintomi dell'aritmia cardiaca?

I sintomi delle aritmie sono diversi e variano a seconda della tipologia di aritmia. A volte un’aritmia può anche non causare sintomi evidenti. 

In genere i sintomi più comuni sono: 

Le cause e i fattori di rischio delle aritmie cardiache

Le aritmie cardiache il più delle volte sono benigne. I fattori scatenanti delle aritmie possono variare a seconda del tipo di disturbo (tachicardia, bradicardia o battiti ectopici), tuttavia è possibile elencare i più comuni: 

  • Malattie virali;
  • Fumo di sigaretta;
  • Abuso di alcol, sostanze stupefacenti o bevande contenenti caffeina;
  • Ipertensione arteriosa;
  • Aterosclerosi; 
  • Cardiomiopatie;
  • Cardiopatie congenite;
  • Scompenso cardiaco;
  • Ischemia;
  • Stress;
  • Dilatazione cardiaca.

Queste condizioni sono tutte in grado di influenzare il ritmo del cuore rendendolo irregolare. 

Il rischio di aritmia cardiaca aumenta in base a diversi fattori come:

  • l’avanzare dell’età;
  • la storia medica familiare;
  • lo stile di vita;
  • l’assunzione di determinati farmaci.

In particolare, con l’avanzare dell’età il cuore subisce dei cambiamenti o delle cicatrici che potrebbero portare nella maggior parte dei casi a dei disturbi legati agli impulsi elettrici del cuore.  

A volte dei farmaci come antibiotici o quelli usati per allergie o per la pressione alta possono causare aritmie cardiache in alcune persone. 

In certe circostanze, ad aumentare il rischio di aritmie cardiache possono essere malattie come quelle renali, polmonari (per esempio la broncopneumopatia cronica ostruttiva), ipertiroidismo o ipotiroidismo, obesità, ecc.

Diagnosi di aritmia cardiaca: quali test diagnostici effettuare?

La diagnosi e il trattamento delle aritmie cardiache avviene con una visita dal cardiologo, tuttavia qualunque medico o infermiere è in grado di valutare se il ritmo cardiaco è irregolare anche solo con la semplice valutazione della frequenza cardiaca. 

Valutazione del polso arterioso

La prima manovra di valutazione della frequenza e regolarità del battito cardiaco, che si ottiene con la palpazione del polso arterioso.

Frequenza cardiaca polso, misurazione frequenza cardiaca

Il professionista sanitario in questo caso percepisce con le proprie dita un vaso arterioso. Il più semplice per accessibilità è l’arteria radiale, che si trova presso il polso. Il medico sente la pulsazione trasmessa dall’arteria e percepisce se essa segue un ritmo regolare oppure irregolare. Nel secondo caso siamo in presenza di un’aritmia e sarà opportuno eseguire un elettrocardiogramma.

Un metodo maggiormente raffinato per valutare consiste nell'Ascoltazione del cuore.

Il medico pone il fonendoscopio sul torace, presso la zona dove è situato il cuore, e ascolta il battito cardiaco, sempre alla ricerca di eventuali irregolarità.

Frequenza cardiaca fonendoscopio, misurazione frequenza cardiaca

L'elettrocardiogramma come test per identificare le aritmie

Il metodo diagnostico per identificare con precisione un’aritmia cardiaca è l’elettrocardiogramma (ECG). Questo esame registra l’attività elettrica del cuore e può essere svolto a riposo o durante una prova di sforzo in cui il cardiologo valuterà l’attività del cuore sotto stress.

Elettrocardiogramma, ECG

Altri test diagnostici per le aritmie cardiache

L’elettrocardiogramma costituisce l’esame principe per diagnosticare il tipo di aritmia in atto.

Esistono poi altri test diagnostici che servono per identificare non tanto la forma di aritmia per sé, ma le possibili cause di essa. In questo senso vanno valutati i seguenti esami:

  • Esami del sangue: vengono monitorati i livelli di alcune sostanze nel sangue come il potassio o l’ormone tiroideo;
  • Ecocardiogramma: valuta la struttura, morfologia, funzione del cuore e di conseguenza aiuta ad interpretare le cause dell’aritmia da valutare;
  • Test genetici: possono verificare se l’aritmia è causata da un gene mutato;
  • Test di imaging del cuore: per esempio la tomografia computerizzata o la risonanza magnetica cardiaca, che mostrano le camere cardiache (atri e ventricoli), e permettono di vedere il loro funzionamento o di trovare qualche anomalia nel tessuto muscolare cardiaco;
  • Elettrocardiogramma Holter 24 ore: si tratta di un elettrocardiogramma registrato per 24 ore consecutive alla ricerca di aritmie non visibili in maniera puntuale al momento dell’effettuazione dell’elettrocardiogramma.

Trattamento delle aritmie cardiache

Il trattamento delle aritmie cardiache dipende dalla gravità e dalla frequenza dell’aritmia, nonché dalla causa sottostante. È importante sottolineare che in alcuni casi le aritmie possono essere gestite senza trattamento, se sono lievi o occasionali e non causano sintomi.

Ecco alcuni dei trattamenti comuni:

  • Farmaci;
  • Dispositivi medici;
  • Interventi chirurgici;
  • Modifiche dello stile di vita.

Vediamoli nel dettaglio.

Farmaci per l'aritmia cardiaca

Esistono diversi tipi di farmaci utilizzati per trattare le aritmie cardiache, tra cui:

  • Beta-bloccanti;
  • Calcio-antagonisti;
  • Bloccanti dei canali del sodio;
  • Farmaci per il controllo dei disturbi del ritmo.

Dispositivi medici per l'aritmia cardiaca

Esistono diversi tipi di dispositivi medici utilizzati per trattare le aritmie cardiache, tra cui:

  • Pacemaker: un pacemaker è un dispositivo impiantabile che invia impulsi elettrici per regolare il battito cardiaco se è troppo lento;
  • Defibrillatore impiantabile: è un dispositivo impiantabile che rileva e corregge automaticamente aritmie pericolose per la vita, come la fibrillazione ventricolare;
  • Monitor cardiaci: un monitor cardiaco può essere indossato per registrare il battito cardiaco e identificare eventuali aritmie;
  • Terapia elettrica: una procedura chiamata cardioversione elettrica può essere eseguita utilizzando un dispositivo esterno per riportare il battito cardiaco a un ritmo normale.

Intervento chirurgico per l'aritmia cardiaca

In alcuni casi l’aritmia cardiaca può essere trattata con un intervento chirurgico. Alcuni esempi di interventi chirurgici per l’aritmia cardiaca sono:

  • Ablazione transcatetere: una procedura che utilizza un catetere per distruggere il tessuto responsabile dell’aritmia;
  • Chirurgia a cuore aperto, crea una serie di incisioni sul muscolo cardiaco per impedire la diffusione di impulsi elettrici anomali;
  • Sostituzione della valvola cardiaca: procedura per sostituire una valvola cardiaca difettosa che con il suo malfunzionamento può causare aritmie.

Questi interventi chirurgici vengono prescritti solo in casi specifici e sono generalmente considerati solo dopo che altre opzioni di trattamento, come i farmaci e i dispositivi medici, sono stati valutati e/o sono risultati inefficaci.

Modifiche dello stile di vita in caso di aritmie cardiache

Ci sono alcune modifiche dello stile di vita che possono aiutare a gestire l’aritmia cardiaca:

  • Evitare i fattori scatenanti: evitare situazioni o attività che possono scatenare l’aritmia, come l’alcol, la caffeina, lo stress e l’esercizio fisico intenso;
  • Mantenere una buona salute generale: mantenere una dieta equilibrata, mantenere un peso sano e fare esercizio fisico regolarmente;
  • Mantenere un buon sonno: dormire almeno 7-8 ore a notte e gestire le situazioni di stress che possono interferire con il sonno;
  • Evitare il fumo: il fumo può peggiorare l’aritmia e aumentare il rischio di altre malattie cardiovascolari;
  • Monitorare i sintomi: tenere un diario dei sintomi per identificare eventuali pattern e discuterne con il proprio medico.

Bibliografia: fonti e note