Artrosi delle mani, osteoartrite della mano

L’artrosi delle mani

L’artrosi delle mani, o meglio “osteoartrosi delle mani”, è una patologia infiammatoria cronica a carattere degenerativo che interessa le articolazioni della mano.

Questa condizione è molto frequente, specie nell’età avanzata, e i sintomi più comunemente riportati, come la rigidità articolare e il dolore, sono sperimentati da una donna su due prima degli 85 anni.

L’artrosi delle mani è una patologia progressivamente invalidante, che può portare a compromettere funzionalmente tutti i movimenti eseguibili con le articolazioni della mano e, allo stato attuale, l’unica terapia è basata sulla mitigazione dei sintomi.

 

Che cos’è l’artrosi: di cosa si tratta

L’artrosi, o osteoartrosi, è una patologia infiammatoria cronica con evoluzione degenerativa che colpisce le articolazioni e, più nello specifico, le cartilagini articolari.

La cartilagine articolare ha l’importante funzione di ammortizzare e distribuire il carico meccanico nonché di permettere lo scorrimento reciproco dei capi articolari, senza la creazione di attriti. Tra i componenti anatomici di un’articolazione sussiste dunque una sorta di microambiente articolare, caratterizzato da specifiche proprietà fisiche e biochimiche, nel quale le cartilagini giocano un ruolo chiave.

L’artrosi è un processo patologico che si instaura nel contesto del microambiente articolare, sovvertendolo e apportando uno squilibrio tra i fenomeni catabolici, distruttivi, e i fenomeni riparativi, che intervengono proprio a livello delle cartilagini articolari.

Questo processo interessa anche l’osso sub-condrale e la membrana sinoviale e si presenta sul piano clinico con dolore, deformità e progressiva disabilità. [1],[2]

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Quali sono le specificità dell’artrosi della mano?

La mano contiene almeno 27 ossa suddivisibili in tre gruppi: le ossa del carpo, le ossa del metacarpo e le ossa delle falangi (ossa delle dita).

A livello prossimale l’articolazione radiocarpica permette il movimento del polso mentre le ossa del carpo si connettono tra loro formando le articolazioni intercarpiche.

Le ossa del metacarpo si allineano con le ossa del carpo formando le articolazioni carpo-metacarpiche e con le falangi, formando le articolazioni metacarpo-falangee. Infine, a livello delle falangi vi sono le articolazioni interfalangee prossimali e le articolazioni interfalangee distali.

Nell’osteoartrosi della mano le articolazioni colpite con maggiore frequenza sono, in ordine decrescente di incidenza:

  • Articolazioni del polso e articolazione trapezio-carpale;
  • Articolazione carpo-metacarpale del pollice;
  • Articolazione interfalangea distale, ossia l’articolazione più vicina al polpastrello;
  • Articolazione interfalangea prossimale. [3]

 

Quanto è frequente l’artrosi alle mani? Epidemiologia

frequenza dell'artrosi alle mani

L’osteoartrosi delle mani è una patologia molto frequente nella popolazione: infatti i segni radiografici dell’artrosi possono essere rilevati in circa l’80% dei soggetti oltre i 65 anni di età, soprattutto nel sesso femminile.

Al di sotto dei 45 anni di età, invece, la condizione compare con uguale frequenza tra maschi e femmine, riportando come sintomo d’esordio il dolore in corrispondenza della regione mediale del polso o della mano.

 

Le cause dell’artrosi delle mani e fattori di rischio

L’artrosi delle mani si comporta come tutte le altre varietà di artrosi, che sono accomunate dai medesimi eventi biomeccanici e biochimici che sovvertono e alterano il microambiente articolare.

In particolar modo, nell’articolazione delle mani si verificano primarie alterazioni a livello delle cartilagini articolari e delle membrane sinoviali, che tendono ad assottigliarsi; in secondo luogo, gli stress meccanici dovuti all’usura colpiscono anche le porzioni di osso sub-condrale, inducendone la degenerazione.

Alcuni studi hanno anche messo in luce l’eventuale importanza dell’assetto genico individuale nella comparsa dell’osteoartrosi della mano; infatti, coloro che presentano mutazioni gain of function in quei geni coinvolti nella degradazione articolare (come il gene per il TNF-ɑ o per l’IL-1ß), sono più esposti all’esordio prematuro del fenomeno artrosico.

Poiché l’instaurarsi dell’artrosi deriva da uno squilibrio sussistente tra i fattori che presiedono all’integrità della cartilagine e fattori di carico che gravano sulle articolazioni della mano, i fattori di rischio per l’artrosi delle mani possono essere suddivisi in:

 

Fattori di rischio per l’artrosi alle mani inerenti la funzionalità della cartilagine articolare

  • Età: più si invecchia, più le cartilagini si usurano e tendono a degenerare;
  • Etnia: i caucasici sono più esposti alla patologia rispetto agli afroamericani;
  • Assetto genico individuale;
  • Malattie metaboliche;
  • Malattie infiammatorie.

 

Fattori di rischio per l’osteoartrosi della mano inerenti il carico articolare

  • Obesità;
  • Malformazioni congenite;
  • Traumi meccanici;
  • Sollecitazioni meccaniche ripetute nel tempo. [4]

 

Classificazione dell’artrosi delle mani

Classificazione dell'osteoartrite delle mani

L’artrosi delle mani, così come le artrosi di altre articolazioni del corpo, può essere classificata a seconda della causa che determina la patologia in:

 

Artrosi della mano idiopatica (o primaria)

L’artrosi primaria della mano, anche definita artrosi idiopatica della mano, è la forma più frequente di osteoartrosi della mano e non è determinata da una causa ben definita e identificabile. Nella maggior parte dei casi, l’artrosi primaria si manifesta con noduli di Bouchard e noduli di Heberden nella forma nodale, e con artrosi interfalangea distale nella forma non nodale.

 

Artrosi della mano secondaria

  • Post-traumatica;
  • Secondaria a malattie dello sviluppo;
  • Secondaria a malattie metaboliche, come la Malattia di Gaucher;
  • Successiva a disordini endocrini, come la gotta, l’artrite reumatoide o la Malattia di Paget;
  • Secondaria a deposizione abnorme di calcio, come l’artropatia da idrossiapatite.

In base invece alla localizzazione anatomica interessata dal fenomeno artrosico, si possono distinguere:

  • Rizoartrosi

La rizoartrosi è l’osteoatrosi che bersaglia in via elettiva l’articolazione trapezio-metacarpale, ossia l’articolazione del pollice. Quest’articolazione consente di ruotare il pollice, permettendo agevolmente il movimento di prensione.

  • Artrosi deformante delle dita

L’artrosi deformante delle dita interessa le articolazioni interfalangee della mano (con maggior frequenza le articolazioni distali) e le articolazioni metacarpo-falangee. [2]

 

Sintomi dell’artrosi delle mani

La sintomatologia dell’osteoartrosi delle mani è determinata non solo dalla progressiva perdita e degenerazione della matrice cartilaginea, ma anche dalla formazione di particolari speroni ossei, che protrudono dalle articolazioni della mano, denominati osteofiti.

I sintomi dell’artrosi delle mani possono includere:

  • Rigidità (stiffness) e compromissione del movimento, con incapacità ad aprire e chiudere completamente la mano.
  • Dolore, presente soprattutto al risveglio, insieme alla rigidità. Con l’avanzare della patologia, il dolore tende ad esacerbarsi e a manifestarsi anche a riposo.
  • Edema e gonfiore, evidenti nei tessuti molli che circondano l’articolazione delle mani.
  • Crepitìo articolare, distinguibile per via dello sfregamento delle superfici articolari danneggiate.
  • Ipodinamia, riscontrabile con una progressiva debolezza e perdita di forza prensile nell’esecuzione dei classici movimenti della mano. [4]

 

La diagnosi dell’artrosi delle mani

L’iter diagnostico che conduce alla diagnosi definitiva di osteoartrosi delle mani è costituito due elementi fondamentali:

 

Visita ortopedica

Visita medica artrosi delle mani

La visita ortopedica riveste un’importanza fondamentale nel permettere al medico specialista di inquadrare al meglio la condizione riportata dal paziente, indirizzandolo verso la terapia più opportuna.

Innanzitutto, vengono vagliate tutte le informazioni anamnestiche riferite dal paziente, ponendo attenzione all’eventuale presenza di fattori di rischio per l’artrosi delle mani, come la familiarità, l’obesità e possibili malattie infiammatorie in atto.

 

Esame obiettivo

Alla visita il medico ortopedico ricerca i seguenti segni:

  • Rigidità articolare, evidente soprattutto a livello delle dita;
  • Arrossamento ed edema;
  • Dolorabilità evocata in corrispondenza dei capi articolari, a riposo o forzata durante l’esecuzione di un movimento;
  • Mobilità ridotta;
  • Comparsa di noduli di consistenza duro-elastica: i noduli di Bouchard a livello delle articolazioni interfalangee prossimali e i noduli di Heberden a livello delle articolazioni interfalangee distali.

Nella forma nodale l’artrosi della mano è sovente accompagnata dalla formazione dei noduli sopra riportati.

In particolar modo i noduli di Heberden colpiscono per lo più il sesso femminile e interessano un dito alla volta, conformandosi come delle piccole cisti gelatinose e indolori; i noduli di Bouchard, invece, colpiscono la porzione dorsale delle articolazioni interfalangee prossimali e determinano un ispessimento della capsula sinoviale, causando deformità.

 

Radiografia della mano

L’esame radiografico diretto della mano mette in luce dei reperti ascrivibili all’osteoartrosi delle mani, come:

  • Riduzione dello spazio articolare;
  • Presenza di osteofitosi;
  • Presenza di geodi sub-condrali, ossia di cisti ossee che si formano sotto la cartilagine.

La visita ortopedica assume la sua rilevanza anche nel distinguere l’artrosi della mano da altre condizioni che possono provocare dolori simili, come la sindrome del tunnel carpale e il dito a scatto. [2],[4]

 

Terapie e trattamenti per l’artrosi delle mani

L’artrosi delle mani è una patologia infiammatoria cronica e progressivamente invalidante: per questa ragione non vi è, allo stato attuale, una cura risolutiva per la condizione ma solo trattamenti che possono intervenire nell’alleviare i sintomi.

I trattamenti disponibili per l’artrosi della mano possono essere raggruppati in:

 

Trattamenti non farmacologici (o conservativi)

Questi trattamenti non prevedono la somministrazione di farmaci e si concentrano per lo più nel ridurre i movimenti che possono esacerbare la sintomatologia.

Questi trattamenti comprendono:

  • Adottare una stecca o un tutore;
  • Ridurre lo sforzo delle articolazioni;
  • Eseguire esercizi mirati di fisioterapia delle mani;
  • Eseguire impacchi caldi e freddi per lenire il dolore.

 

Trattamenti farmacologici

I trattamenti farmacologici si basano sulla somministrazione di farmaci analgesici per il controllo del dolore, come i FANS (ibuprofene, ketoprofene etc.) o i corticosteroidi.

 

Trattamenti chirurgici

L’intervento chirurgico rappresenta una scelta obbligata quando i trattamenti conservativi non sortiscono l’efficacia sperata. L’intervento si basa sulla rimozione della cartilagine degenerata e danneggiata, sostituendola con bio-impianti in metallo. [4]

 

Conclusioni

L’artrosi delle mani è una patologia degenerativa molto comune nella popolazione, che colpisce le articolazioni delle mani, evocando sintomi tipici come dolore, gonfiore e rigidità.

Questa condizione tende a presentarsi maggiormente con l’avanzare dell’età e a localizzarsi per lo più a livello dell’articolazione del polso o alle articolazioni interfalangee, talvolta con noduli patognomonici della malattia.

Ad oggi, gli unici trattamenti disponibili mirano al controllo della sintomatologia e alla modifica dello stile di vita, incentrata sulla perdita di peso e nell’evitare i movimenti della mano che esacerbano il dolore.

 

Nicola Bizzotto Redazione med4care

Dott. Nicola Bizzotto, ortopedico

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Fonti e note: