Questo studio avrebbe messo in evidenza l’importanza dell’attività fisica nei pazienti affetti dalla malattia di Alzheimer col fine di prevenire i sintomi di questa patologia.
Malattia di Alzheimer: fattori di rischio e ruolo dell’attività fisica
La malattia di Alzheimer rappresenta la più comune forma di demenza, ossia di progressivo declino delle capacità cognitive, e si prevede che la sua incidenza sia destinata ad aumentare a livello globale, ponendosi anche come una delle principali cause di mortalità.
Il deterioramento delle funzioni mentali del paziente affetto dalla malattia di Alzheimer si traduce spesso in deficit della memoria, con impossibilità a rievocare eventi recenti o passati, con alterazioni del linguaggio e della capacità espressiva fino a variazioni sul piano comportamentale.
Sebbene siano note le caratteristiche istologiche della patologia, non è attualmente ben chiara la sua eziologia, che deriva probabilmente dall’intersezione di fattori genetici e di fattori ambientali. Sicuramente l’abitudine tabagica e l’obesità rappresentano dei fattori di rischio per lo sviluppo della malattia, e se possibile sono da scoraggiare.
Al contrario l’attività fisica si pone invece come un fattore di protezione nei confronti della malattia di Alzheimer: si stima che circa il 40% di tutti i casi di malattia potrebbero essere ritardati agendo su fattori di rischio modificabili, tra cui l’eccessiva sedentarietà.
Operando in tal senso appare molto interessante individuare nuovi trattamenti che permettano di intervenire sulla malattia di Alzheimer e su altre demenze, senza ricorrere necessariamente ai farmaci in prima istanza.
Caratteristiche dello studio
- Tipo di studio: Studio osservazionale retrospettivo.
- Luogo: Spagna, Canada, Australia.
- Tipo di pazienti: Soggetti con un età pari o maggiore ai 68 anni.
Scopo dello studio: l’attività fisica può prevenire i sintomi della malattia di Alzheimer?
I ricercatori che hanno ideato questo studio hanno cercato di individuare la correlazione tra attività fisica e prevenzione della malattia di Alzheimer, concentrandosi nello specifico nel rintracciare i livelli minimi di esercizio fisico da eseguire per ottenere una buona prevenzione della malattia.
Progettazione
Allo studio hanno partecipato circa 90.000 soggetti adulti, con un’età pari o maggiore ai 68 anni. Questo limite di età è stato scelto in quanto connesso statisticamente a un aumento della probabilità di sviluppare demenza.
Tutti i soggetti partecipanti sono stati inclusi nello studio solo se si rendevano disponibili dati riguardanti l’attività fisica abitualmente svolta, oltre che altri dati clinici di interesse, come la percentuale di massa muscolare e il mantenimento di abitudini voluttuarie (ad esempio il consumo di alcol e il fumo di sigaretta).
Risultati
I risultati dello studio, con un follow-up mediano di 6 anni e mezzo, hanno dimostrato che:
- la quantità minima e la quantità ottimale di esercizio fisico intenso¹ sono risultate rispettivamente di 40 minuti/settimana e di 140 minuti/settimana per ridurre in maniera significativa la mortalità per la malattia di Alzheimer;
- per l’esercizio fisico moderato¹ non sono stati riscontrati particolari associazioni degne di nota con la mortalità per la malattia di Alzheimer.
Conclusioni
Questo studio ha messo in luce l’importanza preventiva dell’esercizio fisico intenso (e non di quello moderato) nei pazienti affetti dalla malattia di Alzheimer, nell’ottica di prevenire o di ritardare gli effetti della patologia.
In questo senso potrebbero essere incoraggiate a livello nazionale specifiche linee guida che indichino con precisione i pattern di esercizio fisico intenso consigliati, e il minutaggio settimanale consigliato in relazione allo status e all’età del paziente.
Fonti e note:
ARTICOLO ORIGINALE: López-Bueno R, Yang L, Stamatakis E et al. Moderate and vigorous leisure time physical activity in older adults and alzheimer’s disease-related mortality in the USA: A dose–response, population-based study. The Lancet Healthy Longevity. 2023;4(12).
Nota 1. Per distinguere l’esercizio fisico moderato da quello intenso, nei questionari forniti ai pazienti ci si è basati sul cambiamento della frequenza cardiaca, della respirazione e della sudorazione durante l’attività fisica svolta.