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L’azotemia è un parametro di laboratorio che misura i livelli di azoto nel sangue, in particolare tramite la concentrazione dell’urea, una delle sostanze azotate più presenti. In questo articolo vediamo come si misura l’azotemia e cosa comportano livelli anomali di questo parametro.
Come si misura?
Per misurare l’azotemia i medici utilizzano un esame del sangue chiamato dosaggio dell’azoto ureico nel sangue al quale viene spesso associato anche il dosaggio della creatinina.
Il dosaggio dell’azoto ureico nel sangue misura la quantità di azoto presente nell’urea, un prodotto di scarto del metabolismo delle proteine: questa viene filtrata dai reni ed escreta nell’urina. Se i reni non funzionano correttamente l’urea si accumula nel sangue, determinando un aumento del livello di azoto ureico.
Il dosaggio della creatinina nel sangue è un altro test comunemente utilizzato per valutare la funzionalità renale. La creatinina è un prodotto di scarto del metabolismo muscolare ed è eliminata dai reni: quando i reni non funzionano adeguatamente, la creatinina si accumula nel sangue. Misurare i livelli di creatinina può fornire informazioni sulla funzionalità renale ed aiutare ad interpretare l’azotemia.
Entrambi i test richiedono un prelievo di sangue e vengono solitamente eseguiti in laboratorio. I risultati vengono quindi valutati dal medico per determinare la presenza e la gravità dell’azotemia e per formulare una diagnosi e un piano di trattamento appropriati.
A cosa serve misurare l'azotemia?
Le informazioni su questo parametro servono per:
- Valutare la funzionalità renale e identificare eventuali problemi renali.
- Monitorare la funzionalità renale in pazienti che assumono farmaci nefrotossici o che hanno malattie che possono influire su di essa.
Spesso questo esame è eseguito in combinazione con altri test di laboratorio, come l’esame delle urine, per avere un quadro completo della funzionalità renale. In alcuni casi potrebbe essere necessario eseguire ulteriori test di imaging, come la tomografia computerizzata o l’ecografia renale, per identificare eventuali problemi fisici ai reni.
Valori normali di azotemia
In generale i valori normali di urea nel sangue sono compresi tra 7 e 20 mg/dL e possono variare leggermente:
- in base ai metodi di laboratorio utilizzati per misurarli;
- in base ad altri fattori, come l’età, il sesso, la dieta e l’assunzione di farmaci.
Livelli alti di azotemia
L’azotemia alta – iperazotemia – si verifica quando i livelli di urea nel sangue sono superiori ai valori di riferimento.
Può provocare diversi sintomi, tra i quali:
- nausea,
- vomito,
- mancanza di appetito,
- stanchezza,
- debolezza,
- crampi muscolari,
- prurito,
- difficoltà respiratorie.
Classificazione dell'iperazotemia
L’iperazotemia può essere classificata in base al livello di urea nel sangue in:
- prerenale,
- renale,
- postrenale.
Prerenale
L’iperazotemia prerenale è causata da una ridotta perfusione renale, ovvero una ridotta quantità di sangue che affluisce ai reni. Ciò può accadere in caso di:
- disidratazione,
- insufficienza cardiaca,
- emorragie,
- shock.
In questo caso i reni non sono danneggiati, ma non sono in grado di eliminare adeguatamente le sostanze di scarto perché manca un adeguato rifornimento di sangue da cui esse sono tratte.
Renale
L’iperazotemia renale è causata da una ridotta funzionalità renale, ad esempio in caso di malattie renali come:
- La glomerulonefrite,
- L’insufficienza renale cronica,
- L’insufficienza renale acuta.
In questo caso l’aumento dei livelli è dovuto a un danno ai reni.
Postrenale
L’iperazotemia postrenale è causata da un‘ostacolo al flusso urinario dovuto a:
- calcoli renali,
- ostruzione dell’uretere o della vescica,
- compressione esterna dei reni.
In questo caso i reni sono in grado di filtrare ma l’urina non può essere eliminata, portando all’accumulo di prodotti di scarto nel sangue.
Trattamento per l'iperazotemia
Il trattamento dipende dalla causa e può includere:
- La gestione delle patologie renali,
- La terapia idrica,
- L’uso di farmaci per migliorare la funzionalità renale.
In alcuni casi potrebbe essere necessario il trattamento dell’insufficienza renale, ad esempio la dialisi o il trapianto di reni.
Trattamento dell'iperazotemia prerenale
Nel caso dell’iperazotemia prerenale l’origine dell’aumento dell’azotemia consiste nella carenza di sangue in arrivo ai reni. Questo accade per una perdita di sangue (emorragia) oppure una riduzione di liquidi circolanti (disidratazione, occlusione intestinale) oppure un aumento del diametro dei vasi (shock settico).
Per questo motivo il trattamento prevederà sostanzialmente di aumentare il volume ematico con infusione di liquidi e/o di sangue. Nel caso dello shock settico potranno essere somministrate sostanze che ripristino il corretto calibro dei vasi, come ad esempio delle amine.
Trattamento dell'iperazotemia di origine renale
Nel caso l’aumento dell’azoto sia da ricondurre ad una mancata efficacia del rene per ragioni intrinseche sue proprie, cioè non dovuta a problemi prima o dopo il rene stesso, il trattamento è di tipo nefrologico e andrà in due direzioni.
Da un lato si cercherà di ridurre la causa sottostante la malattia renale con farmaci o azioni specifiche, come ad esempio la somministrazione di anti-infiammatori per ridurre l’entità della patologia renale:
dall’altro si tenterà di potenziare l’efficacia del sistema escretore con l’aiuto, per quanto possibile, di farmaci diuretici.
Trattamento dell'iperazotemia di origine post-renale
L’aumento dell’azoto per cause successive ai reni è un problema che in genere è trattato dall’urologo, che è il chirurgo deputato alla gestione della via escretrice renale, ovvero gli ureteri, la vescica, la prostata e l’uretra. In genere è presente un’ostruzione che va rimossa per via farmacologica o con un intervento chirurgico.
Alimentazione e iperazotemia
Ecco alcuni consigli generali sull’alimentazione che possono essere utili in caso di iperazotemia:
- Riduzione dell’apporto proteico: Potrebbe essere consigliato ridurre l’apporto di proteine, in particolare quelle di origine animale come carne, pesce e latticini. È possibile sostituire parte delle proteine con fonti vegetali come legumi, tofu e quinoa, che hanno un contenuto proteico inferiore.
- Idratazione adeguata: La disidratazione può influire negativamente sulla funzione renale ed è quindi bene assicurarsi di bere a sufficienza acqua durante il giorno. Tuttavia è importante seguire le indicazioni del medico in caso di restrizione dei liquidi.
- Limitare sodio e potassio: Se l’azotemia alta è associata a una ridotta funzionalità renale, potrebbe essere necessario limitare l’apporto di sodio e potassio. Ciò significa ridurre il consumo di alimenti ad alto contenuto di sale, come cibi conservati, snack salati e cibi da fast food, nonché limitare il consumo di alimenti ricchi di potassio, come banane, agrumi, patate e spinaci.
- Cottura e preparazione degli alimenti: Durante la preparazione dei pasti, è consigliabile utilizzare metodi di cottura che riducono il contenuto di sodio, come la cottura al vapore, la cottura in carta stagnola o alla griglia. Evitare di aggiungere sale ai cibi durante la preparazione o al tavolo.
Livelli bassi di azotemia
L’ipoazotemia si verifica quando i livelli di azoto nel sangue sono inferiori ai valori normali.
Questa condizione può essere causata da diverse patologie, tra cui:
- malattie epatiche,
- malassorbimento,
- diete a basso contenuto proteico,
- malattie autoimmuni,
- sindromi nefrosiche
- malattie renali.
In particolare, la diminuzione di livelli di urea nel sangue può essere associata ad una:
- ridotta produzione e assunzione di proteine,
- ridotta funzionalità epatica,
- perdita di sangue gastrointestinale.
Sebbene l’ipoazotemia non sia considerata una patologia grave, è importante identificarne la causa per prevenire eventuali complicazioni e trattarla nella maniera più adeguata.
Trattamento per l'ipoazotemia
In generale dipende dalla causa sottostante, ma potrebbe includere:
- una dieta equilibrata ricca di proteine,
- una sufficiente idratazione,
- la terapia farmacologica per eventuali patologie.
Alimentazione per l'ipoazotemia
Alcuni consigli generali sui cibi da preferire in caso di ipoazotemia:
- Consumare una quantità adeguata di proteine: L’azotemia bassa può essere associata a un’insufficiente assunzione di proteine nella dieta, è importante quindi consumare una quantità adeguata di proteine per garantire una corretta sintesi e riparazione dei tessuti. Fonti di proteine salutari includono carne magra, pesce, latticini, uova, legumi, tofu e noci.
- Varietà di alimenti: Assicurarsi di avere una dieta ricca ed equilibrata che comprenda alimenti nutrienti come frutta, verdura, cereali integrali, proteine magre e grassi sani. Questo aiuterà a fornire una gamma completa di nutrienti necessari per una buona salute generale.
- Idratazione adeguata: Bere una quantità sufficiente di acqua durante il giorno è importante per il corretto funzionamento dei reni e per mantenere una buona idratazione generale.
- Limitare l’assunzione di cibi processati: Evitare o limitare il consumo di cibi processati, bevande zuccherate, cibi fritti e alimenti ad alto contenuto di sale. Questi alimenti possono essere dannosi per la salute e possono influire negativamente sulla funzione renale.
Azotemia: cosa è importante ricordare
L’azotemia è quindi un parametro di laboratorio che indica i livelli di azoto nel sangue, in particolare della concentrazione dell’urea.
La misurazione è utile per valutare la funzionalità renale e identificare quindi eventuali problemi renali o altre patologie. Gli esami che vengono eseguiti per valutarla includono la misurazione dei livelli di urea e creatinina nel sangue, ma possono venire eseguiti altri esami per accertarsi della causa sottostante.
L’iperazotemia si verifica quando i livelli sono superiori ai valori normali e può essere causata da una ridotta funzionalità renale, malattie renali, disidratazione e ostruzione del flusso urinario. Può essere classificata in prerenale, renale o postrenale. Al contrario, l’ipoazotemia si verifica quando i livelli di azoto nel sangue sono inferiori ai valori normali e può essere causata da malattie epatiche, malassorbimento, diete a basso contenuto proteico, malattie autoimmuni, sindromi nefrosiche e malattie renali.
Il trattamento varia in base alla causa sottostante, ma alcune attenzioni alimentari possono aiutare a gestire i sintomi relativi alla condizione.
In ogni caso la valutazione dei risultati dell’azotemia deve essere effettuata da un medico, in base alle specifiche caratteristiche del paziente e alle condizioni cliniche in cui il test è stato eseguito, per identificare eventuali patologie sottostanti e decidere il miglior trattamento da seguire.