La blefarite è un disturbo comune delle palpebre che può causare infiammazione, prurito e disagio.
Sebbene non sia una condizione grave, può essere molto fastidiosa: per questo è importante diagnosticarla correttamente e adottare un adeguato regime di cura per gestire i sintomi e prevenire eventuali complicanze.
In questo articolo esploreremo i sintomi, la diagnosi e i trattamenti disponibili per aiutarti a gestire la blefarite e mantenere la salute degli occhi.
Cos’è la blefarite?
La blefarite è un disturbo cronico dell’occhio che provoca l’infiammazione delle palpebre, in particolare dei margini palpebrali.
Può coinvolgere sia le palpebre superiori che quelle inferiori e può manifestarsi in diverse forme, tra cui:
- la blefarite anteriore, che colpisce la parte anteriore delle palpebre;
- la blefarite posteriore, che coinvolge le ghiandole di Meibomio, situate lungo i bordi delle palpebre.
La condizione può essere:
- Cronica e recidivante, con periodi di sintomi attivi alternati a periodi di remissione. In questo caso è solitamente associata ad una disfunzione delle ghiandole di Meibonio, o in rari casi è causata da un tumore della palpebra o da malattie autoimmuni.
- Acuta, provocata solitamente da un’infezione batterica o virale.
- Associata ad altre condizioni oculari, come la congiuntivite e la secchezza oculare, che provocano maggiore disagio e fastidio.
Quanto è frequente la blefarite? Epidemiologia
È una condizione oculare molto comune. Le stime sull’incidenza e la prevalenza esatte possono variare leggermente a seconda delle fonti, ma si ritiene che colpisca una percentuale significativa della popolazione.
Può manifestarsi in persone di tutte le età , ma la prevalenza aumenta con l’età ed è infatti più comune tra gli anziani. Si stima che fino al 47% degli adulti possa esserne affetto a un certo punto della vita.
È interessante notare che sembra essere più comune nelle donne rispetto agli uomini, sebbene la ragione precisa di questa differenza non sia ancora chiara.
Quali sono le cause della blefarite? Eziologia
Le cause esatte non sono ancora completamente comprese, ma si ritiene che sia influenzata da diversi fattori.
Questi includono:
- Accumulo di batteri: in particolare del batterio Staphylococcus aureus, lungo i bordi delle palpebre. Questi possono colonizzare la zona delle ciglia e delle ghiandole di Meibomio, causando un’infiammazione.
- Disfunzione delle ghiandole di Meibomio: le ghiandole di Meibomio sono responsabili della produzione di un olio chiamato sebo, che forma uno strato lipidico sulla superficie delle lacrime per evitarne l’evaporazione e mantenere gli occhi idratati. Se le ghiandole di Meibomio non funzionano correttamente, il sebo può diventare troppo denso e spesso, bloccando le ghiandole stesse e causando l’infiammazione delle palpebre.
- Presenza di acari delle ciglia: noti come Demodex, sono organismi microscopici che possono colonizzare le ciglia. La presenza eccessiva di questi acari può causare un’infiammazione.
- Allergie: le allergie, come quelle legate al polline, possono essere coinvolte nella comparsa della blefarite allergica. In queste situazioni l’infiammazione delle palpebre è spesso associata a sintomi oculari allergici, come prurito e arrossamento.
- Condizioni della pelle: alcune condizioni cutanee, come la rosacea, sono state associate alla blefarite.
- Virus: in alcuni casi può essere provocata da virus, in particolare quello dell’herpes simplex.
Quali sono i sintomi della blefarite?
I sintomi possono variare da persona a persona e possono manifestarsi in diversi gradi di gravità .
Tra i sintomi più comuni associati alla blefarite troviamo:
- Prurito e bruciore delle palpebre: uno dei sintomi principali è il prurito intenso o il bruciore alle palpebre, che può essere fastidioso e portare a un disagio costante.
- Arrossamento delle palpebre: le palpebre infiammate possono apparire rosse e gonfie. L’arrossamento può coinvolgere sia i margini delle palpebre che l’area circostante.
- Formazione di croste sulle ciglia: a causa dell’infiammazione e dell’accumulo di secrezioni delle ghiandole di Meibomio, possono formarsi croste o scaglie sulle ciglia che possono causare una sensazione di corpo estraneo nell’occhio.
- Perdita delle ciglia: in alcuni casi di blefarite grave o prolungata, può verificarsi una caduta delle ciglia.
- Secchezza oculare: a causa della compromissione delle ghiandole di Meibomio. Può manifestarsi con sintomi come sensazione di secchezza, irritazione o visione offuscata.
Diagnosi di blefarite
La diagnosi della blefarite richiede un esame oculare completo da parte di un medico specializzato in disturbi oculari, come un oftalmologo.
Durante la visita il medico esaminerà attentamente le palpebre e le ciglia e potrebbe richiedere un campione delle secrezioni palpebrali per un’analisi microbiologica.
Anamnesi
Durante l’anamnesi il medico raccoglierà informazioni dettagliate sulla storia clinica e sui sintomi del paziente.
Alcuni punti salienti potrebbero includere:
- Sintomi attuali: come prurito, bruciore, arrossamento o sensazione di corpo estraneo nell’occhio. Sarà importante specificare quando sono iniziati i sintomi e come si sono evoluti nel tempo.
- Storia dei sintomi oculari: presenza di sintomi oculari precedenti o ricorrenti, come secchezza oculare, congiuntivite o altre condizioni oculari correlate.
- Storia medica: inclusi eventuali problemi di salute preesistenti, come allergie, malattie autoimmuni o condizioni dermatologiche come la rosacea.
- Storia familiare: potrebbe essere utile conoscere la presenza di condizioni oculari nella famiglia del paziente, in quanto alcune condizioni possono avere una predisposizione genetica.
- Stile di vita e igiene oculare: il medico potrebbe porre domande sullo stile di vita del paziente, come l’uso di trucco, l’esposizione a ambienti polverosi o irritanti, l’uso di lenti a contatto e le abitudini di igiene oculare poiché questi fattori possono influenzare l’insorgenza o l’aggravarsi della blefarite.
Esame obiettivo
Durante l’esame obiettivo il medico effettuerà una serie di valutazioni visive e fisiche per raccogliere informazioni sullo stato delle palpebre, delle ciglia e delle ghiandole di Meibomio.
Può includere:
- Ispezione delle palpebre: verranno esaminate attentamente le palpebre superiori e inferiori alla ricerca di segni di arrossamento, gonfiore, croste, escoriazioni o secrezioni. Sarà prestata particolare attenzione ai margini palpebrali, dove spesso si accumulano croste o detriti.
- Esame delle ciglia: il medico osserverà le ciglia per eventuali anomalie, come caduta e perdita delle ciglia, ciglia girate verso l’interno (trichiasi) o anomalie nella loro posizione o direzione di crescita.
- Valutazione della superficie oculare: per verificare la presenza di segni di secchezza o irritazione, come la diminuzione della produzione di lacrime o la presenza di erosioni corneali.
- Esame visivo: in alcuni casi potrebbe essere eseguito un esame visivo completo per valutare la visione del paziente e verificare la presenza di eventuali problemi visivi aggiuntivi.
Esami strumentali
Gli esami strumentali possono essere utilizzati per valutare più approfonditamente la blefarite e per escludere altre condizioni oculari.
Alcuni esami strumentali che possono essere eseguiti includono:
- Esame del margine palpebrale: può essere eseguito utilizzando uno strumento chiamato biomicroscopio o lampada a fessura. Questo permette al medico di valutare l’infiammazione, l’ostruzione delle ghiandole di Meibomio e la presenza di croste o detriti.
- Esame delle ghiandole di Meibomio: può essere effettuato utilizzando una tecnica chiamata meibografia. Questo consente di ottenere immagini dettagliate delle ghiandole di Meibomio per valutarne la struttura e la funzione.
- Test di secrezione delle ghiandole di Meibomio: può essere eseguito per valutare la quantità e la qualità del sebo prodotto da queste ghiandole per aiutare a identificare eventuali disfunzioni.
- Test di Schirmer: è utilizzato per valutare la produzione di lacrime. Viene eseguito posizionando una striscia di carta di filtro all’interno dell’occhio per misurare la quantità di lacrime prodotte durante un determinato periodo di tempo. Questo può aiutare a determinare se la blefarite è associata a secchezza oculare.
La scelta degli esami strumentali dipenderà dalle caratteristiche e dalla gravità della condizione, nonché dalla valutazione clinica del medico.
Esami di laboratorio
Gli esami di laboratorio di solito non sono necessari, ma in alcuni casi possono essere prescritti per valutare specifiche condizioni associate o per escludere altre patologie oculari.
Alcuni esami di laboratorio che potrebbero essere richiesti includono:
- Test microbiologici: se la blefarite è grave o non risponde ai trattamenti standard, potrebbe essere richiesta una coltura batterica delle secrezioni palpebrali. Questo test consente di identificare gli organismi patogeni presenti, come batteri o funghi, e determinare la loro sensibilità agli antibiotici. Ciò aiuta a guidare il trattamento antimicrobico specifico.
- Test allergici: se si sospetta una blefarite allergica, possono essere eseguiti test allergici cutanei o del sangue per identificare gli allergeni specifici responsabili.
- Esami ematici: in alcuni casi possono essere richiesti esami del sangue per valutare i livelli di specifici marker infiammatori o per identificare condizioni sistemiche associate, come malattie autoimmuni o disfunzioni metaboliche.
Diagnosi differenziale per la blefarite
La diagnosi differenziale implica l’esclusione di altre condizioni oculari che possono presentare sintomi simili.
Alcune delle principali condizioni che devono essere considerate includono:
- Congiuntivite: la congiuntivite è un’infiammazione della congiuntiva, la membrana sottile che riveste la superficie interna delle palpebre e la parte bianca dell’occhio. Può provocare arrossamento, prurito e secrezioni oculari. Spesso causa un maggior coinvolgimento della parte anteriore dell’occhio rispetto alla blefarite.
- Secchezza oculare: è una condizione in cui gli occhi non producono lacrime sufficienti o di qualità adeguata e può causare sintomi come bruciore, prurito, sensazione di corpo estraneo e visione offuscata. Può essere associata alla blefarite, ma può anche essere una condizione indipendente.
- Orzaiolo: un orzaiolo è un’infiammazione delle ghiandole sebacee nella palpebra, solitamente causata da un’infezione batterica. Può provocare dolore, gonfiore, arrossamento e un nodulo doloroso sulla palpebra, ma è generalmente localizzato in un punto specifico.
- Calazio: è una massa infiammatoria non infettiva che si forma all’interno delle ghiandole di Meibomio. Può essere causato da un’ostruzione della ghiandola e può causare gonfiore, sensibilità e un nodulo sulla palpebra.
- Dermatite seborroica: la dermatite seborroica è una condizione della pelle che può interessare il cuoio capelluto, il viso e le palpebre e può causare arrossamento, desquamazione, prurito e formazione di croste sulle palpebre. Può essere confusa con la blefarite e talvolta può coesistere con essa.
Trattamento della blefarite
Il trattamento di solito comporta un approccio multifattoriale che mira a ridurre l’infiammazione, pulire le palpebre e migliorare la funzione delle ghiandole di Meibomio.
Trattamento igienico
Mira a rimuovere le croste, le secrezioni e le impurità presenti sulle palpebre, riducendo l’infiammazione e migliorando la funzione delle ghiandole di Meibomio.
Alcuni suggerimenti per il trattamento igienico:
- Impacchi caldi: applicare impacchi caldi sugli occhi può aiutare ad ammorbidire le croste e migliorare il flusso di sebo. Si consiglia di utilizzare una salvietta pulita imbevuta in acqua calda, mantenendo la compressa sull’occhio chiuso per circa 5-10 minuti.
- Massaggio delle palpebre: il massaggio delicato delle palpebre può aiutare a premere delicatamente le ghiandole di Meibomio e favorire il drenaggio delle secrezioni. Questo può essere fatto utilizzando la punta delle dita pulite o un batuffolo di cotone.
- Pulizia delle palpebre: utilizzare soluzioni detergenti specifiche per la pulizia delle palpebre può aiutare a rimuovere le croste e le impurità accumulate. Queste possono essere applicate con un batuffolo di cotone o un panno morbido, massaggiando delicatamente lungo il margine palpebrale.
- Rimozione delle lenti a contatto: se si indossano lenti a contatto, è importante rimuoverle durante il trattamento igienico per garantire una pulizia adeguata delle palpebre.
- Igiene oculare regolare: mantenere una buona igiene oculare quotidiana è essenziale per ridurre la possibilità di recidive.
Trattamento farmacologico
Il trattamento farmacologico mira a ridurre l’infiammazione, controllare l’infezione e migliorare la funzione delle ghiandole di Meibomio.
Alcuni farmaci comunemente prescritti includono:
- Antibiotici topici: come la pomata o la crema oftalmica a base di antibiotici. Gli antibiotici più utilizzati includono eritromicina, tobramicina e bacitracina.
- Steroidi topici: in alcuni casi di blefarite moderata o grave possono essere prescritti corticosteroidi topici per ridurre l’infiammazione delle palpebre e alleviare i sintomi.
- Lubrificanti oculari: sotto forma di gocce o pomate, possono essere consigliati per alleviare la secchezza oculare e ridurre l’irritazione.
- Farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS): i FANS topici possono essere utilizzati per ridurre l’infiammazione delle palpebre. Possono essere prescritti gel o pomate contenenti farmaci come l’acido mefenamico o l’acido flufenamico.
Cambiamenti dello stile di vita
- Rimuovere il trucco: evitare di indossare trucco sugli occhi durante il periodo di trattamento, poiché può ostruire le ghiandole di Meibomio e peggiorare l’infiammazione. Se è necessario utilizzare trucco per gli occhi, assicurarsi di rimuoverlo completamente alla fine della giornata.
- Evitare l’esposizione a sostanze irritanti: alcuni prodotti chimici, come i detergenti aggressivi, i fumi chimici o l’inquinamento atmosferico, possono irritare le palpebre e peggiorare la condizione. Evitare l’esposizione diretta a queste sostanze o utilizzare dispositivi di protezione, come occhiali protettivi, quando necessario.
- Evitare fumo attivo e passivo: può peggiorare l’infiammazione delle palpebre e contribuire alla secchezza oculare.
- Alimentazione sana: seguire una dieta equilibrata e ricca di nutrienti può contribuire alla salute generale degli occhi. Assicurarsi di includere cibi ricchi di vitamine, antiossidanti e acidi grassi omega-3 nella propria alimentazione. Questi nutrienti possono aiutare a ridurre l’infiammazione e promuovere la salute degli occhi.
- Ridurre lo stress: lo stress può influire sulla risposta infiammatoria del corpo, comprese le palpebre. Gestire lo stress attraverso tecniche di rilassamento, come la meditazione, lo yoga o l’esercizio fisico regolare, può essere utile nella gestione della blefarite.
Blefarite: cosa ricordare?
La blefarite è un disturbo comune delle palpebre caratterizzato da infiammazione, prurito, arrossamento e formazione di croste. Sebbene non sia una condizione grave, può causare disagio e influire sulla qualità della vita.
La diagnosi si basa sull’anamnesi, sull’esame obiettivo e talvolta su esami strumentali e di laboratorio.
Il trattamento è multifattoriale e comprende l’igiene palpebrale regolare, l’uso di impacchi caldi, detergenti specifici e, in alcuni casi, farmaci topici come antibiotici e steroidi. Inoltre i cambiamenti dello stile di vita come rimuovere il trucco o evitare sostanze irritanti, seguire una dieta sana, ridurre lo stress e mantenere una buona igiene generale degli occhi possono contribuire al controllo dei sintomi e al mantenimento della salute delle palpebre.