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La calprotectina è una proteina essenziale nel nostro sistema immunitario e svolge un ruolo significativo nella risposta infiammatoria dell’organismo. Fa parte della famiglia delle proteine S100 ed è composta da due subunità , S100A8 e S100A9.
Viene principalmente prodotta dai neutrofili, una classe di globuli bianchi, ma può anche essere prodotta da altre cellule del sistema immunitario, come i macrofagi e le cellule epiteliali.
È di particolare interesse per misurare la risposta infiammatoria del corpo: durante l’infiammazione infatti i neutrofili e altre cellule immunitarie vengono reclutate nel sito infiammato per combattere l’infezione o riparare il tessuto danneggiato e la produzione di calprotectina aumenta significativamente.
Funzione della calprotectina
Questa proteina svolge diverse funzioni, vediamo le principali:
- Agente antimicrobico naturale: è in grado di legarsi ai metalli come il calcio e il manganese creando un ambiente sfavorevole per la crescita batterica e fungina. Questo aiuta a limitare la diffusione delle infezioni e a mantenere l’equilibrio microbico all’interno dell’organismo.
- Regolazione della risposta infiammatoria: può influenzare l’attività di diverse cellule immunitarie, inclusi i neutrofili stessi, i macrofagi e le cellule dendritiche. Modula la produzione di citochine infiammatorie, come il TNF-α (fattore di necrosi tumorale alfa), l’IL-1β (interleuchina-1 beta) e l’IL-6 (interleuchina-6), regolando così l’infiammazione locale.
- Segnale molecolare: può agire come un segnale molecolare per attivare e reclutare altre cellule immunitarie nel sito infiammato. Questo è particolarmente importante durante le fasi iniziali dell’infiammazione, quando la risposta immunitaria ha bisogno di essere amplificata per affrontare l’agente patogeno o riparare il tessuto danneggiato.
- Metabolismo: studi recenti hanno evidenziato un ruolo potenziale nel regolare l‘omeostasi del glucosio, il metabolismo dei lipidi e la resistenza all’insulina, suggerendo un coinvolgimento in condizioni come il diabete e le malattie cardiovascolari.
Utilizzo clinico della calprotectina
Ha dimostrato di essere un marcatore biologico affidabile per valutare l’infiammazione, in particolare il suo utilizzo clinico si concentra sulle malattie infiammatorie dell’intestino (IBD), come la malattia di Crohn e la colite ulcerosa.
Oltre alle malattie infiammatorie dell’intestino è stata studiata anche in altre condizioni infiammatorie. Ad esempio è stata valutata come marcatore di infiammazione nel contesto:
- Delle malattie autoimmuni, come l’artrite reumatoide e il lupus eritematoso sistemico,
- Di altre patologie gastrointestinali infiammatorie, come la sindrome dell’intestino irritabile (IBS) e la diverticolite.
Metodi di misurazione della calprotectina
Esistono diversi metodi utilizzati per misurare i livelli di questa proteina nel corpo, i due principali sono i test di calprotectina fecale e i test di calprotectina sierica. Vediamoli nel dettaglio.
Test di calprotectina fecale
È il metodo più comune per misurare i livelli di questa proteina nel contesto delle malattie infiammatorie dell’intestino (IBD) e di altre condizioni gastrointestinali, poiché questi test misurano la concentrazione di calprotectina presente nelle feci, che riflette l’infiammazione intestinale.
Durante l‘infiammazione infatti i neutrofili infiltrano la mucosa intestinale e rilasciano calprotectina nelle feci: i livelli sono quindi proporzionali all’estensione e all’intensità dell’infiammazione presente nell’intestino.
La misurazione dei livelli consente di distinguere tra:
- Problemi intestinali di origine infiammatoria (come nelle IBD),
- Altre cause di sintomi gastrointestinali, come l’irritazione intestinale o le infezioni batteriche acute che non provocano infiammazione.
La procedura di campionamento delle feci per il test è relativamente semplice: viene fornito al paziente un contenitore sterile per raccogliere un campione di feci, che viene poi consegnato in laboratorio per l’analisi.
Il test può essere eseguito utilizzando diversi metodi, come:
- L’immunoassorbimento enzimatico (ELISA),
- La citometria a flusso.
In generale questi test utilizzano anticorpi specifici per rilevare la presenza di questa proteina nelle feci.
Test di calprotectina sierica
Misura i livelli di calprotectina nel sangue e può essere utilizzato per valutare l’infiammazione sistemica, trovando applicazione in diverse condizioni infiammatorie.
La raccolta del campione di sangue richiede una semplice procedura di prelievo venoso. Il sangue viene poi inviato al laboratorio per l’analisi.
Analogamente ai test di calprotectina fecale, anche questi test si basano sull‘utilizzo di metodi immuno-enzimatici, come l’ELISA, per misurarne i livelli.
I livelli di calprotectina sierica possono essere utilizzati come indicatore generale di infiammazione nel corpo e possono essere influenzati anche da altre condizioni infiammatorie non intestinali, come l’artrite reumatoide o le malattie polmonari.
Interpretazione dei risultati
Vediamo alcune linee guida generali per l’interpretazione dei risultati per quanto riguarda sia il test fecale che quello sierico.
Test di calprotectina fecale
I risultati vengono solitamente espressi come concentrazione in microgrammi per grammo di feci (µg/g) e i livelli possono variare tra i diversi metodi di misurazione e tra i laboratori. È dunque fondamentale fare riferimento ai range di normalità specifici forniti dal laboratorio in cui viene effettuato il test.
In generale:
- Livelli normali: inferiori a 50-60 µg/g. Questi livelli indicano l’assenza o una presenza minima di infiammazione intestinale.
- Livelli lievemente elevati: compresi tra 50-200 µg/g possono essere considerati lievemente elevati e possono essere indicativi di una lieve infiammazione intestinale o di un’irritazione.
- Livelli moderatamente elevati: compresi tra 200-1000 µg/g possono indicare un’infiammazione moderata nell’intestino e possono essere associati a condizioni come la colite ulcerosa o la malattia di Crohn.
- Livelli elevati: superiori a 1000 µg/g sono generalmente considerati molto elevati e indicano un’infiammazione intensa e diffusa. Questi livelli possono essere associati a una malattia infiammatoria dell’intestino attiva o a un’esacerbazione di IBD.
Test di calprotectina sierica
Nei test sierici i risultati sono solitamente espressi come concentrazione di calprotectina nel sangue (ad esempio, nanogrammi per millilitro).
In generale i livelli vengono considerati:
- Normali: quando inferiori a 2-3 ng/mL.
- Elevati: superiori ai 3ng/mL. Possono indicare la presenza di un’infiammazione sistemica anche non intestinale, come l’artrite reumatoide o alcune malattie polmonari.
Limitazioni e considerazioni sulla calprotectina
Vediamo ora alcune delle limitazioni nel ruolo clinico di questa proteina.
Specificità e sensibilitÃ
La calprotectina è un marcatore di infiammazione generale e non è specifica per una singola condizione. Ciò significa che livelli elevati possono essere osservati in diverse condizioni infiammatorie, comprese:
- Malattie autoimmuni,
- Infezioni,
- Diverse patologie gastrointestinali, poiché non è in grado di distinguere tra diverse cause di infiammazione intestinale.
È quindi importante considerare che i livelli di calprotectina, sia fecale che sierica, sono indicativi della presenza di infiammazione ma non forniscono informazioni specifiche sulla causa sottostante.
Pertanto è necessario combinare i risultati dei test con altre informazioni cliniche, come sintomi, storia medica e risultati di ulteriori indagini diagnostiche per ottenere una valutazione completa del paziente.
Risultati compromessi
I test di calprotectina fecale possono essere influenzati da vari fattori come:
- La conservazione e la preparazione del campione fecale, ed è quindi importante seguire le istruzioni fornite dal laboratorio per una corretta raccolta e conservazione del campione.
- L’eventuale presenza di sanguinamento gastrointestinale.
- L’uso di farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS), che possono aumentare i livelli di calprotectina anche in assenza di infiammazione intestinale.
Limitazioni nel monitoraggio
Sebbene i test siano utilizzati per monitorare la risposta al trattamento nelle malattie infiammatorie dell’intestino (IBD), non forniscono informazioni dettagliate sull’attività infiammatoria locale. Altri strumenti diagnostici, come l’endoscopia e le biopsie, possono essere necessari per valutare l’infiammazione intestinale in modo più approfondito.
Inoltre l’infiammazione può essere episodica, quindi i livelli possono essere normali in periodi di remissione e aumentare durante le fasi di attività infiammatoria. Pertanto è importante valutare i risultati in relazione al contesto clinico e considerare test ripetuti per monitorare i cambiamenti nel tempo.
Calprotectina: l'importanza di questa proteina, in breve
La calprotectina è un’importante risorsa nel campo medico per valutare l’infiammazione, in particolare nelle malattie infiammatorie dell’intestino.
I test di calprotectina fecale e sierica forniscono infatti agli operatori sanitari informazioni preziose sull’attività infiammatoria e sulla risposta al trattamento. I test di calprotectina fecale sono particolarmente utili per valutare la presenza di malattie infiammatorie dell’intestino e possono aiutare a capire se i sintomi gastrointestinali hanno una base infiammatoria o meno.
Il test sierico aiuta invece a capire se è presente un’infiammazione generalizzata, ad esempio causata da malattie autoimmuni non intestinali.
Tuttavia è fondamentale considerare i risultati dei test in combinazione con altri dati clinici e strumenti diagnostici per ottenere una valutazione completa del paziente: presentano infatti alcune limitazioni, soprattutto per quanto riguarda la specificità e la possibilità di monitoraggio.
La calprotectina continua a essere oggetto di ricerca e sviluppo, e potrebbe aprire nuove strade per la diagnosi e la gestione di una vasta gamma di condizioni infiammatorie.