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Cos’è la cataratta?
La cataratta è disturbo oftalmologico caratterizzato dall’opacizzazione, parziale o totale, del cristallino. L’insorgenza di questa condizione causa un importante riduzione della funzionalità visiva. La cataratta è associata principalmente ai fenomeni di invecchiamento che determinano una riduzione della fisiologica trasparenza del cristallino. La cataratta può anche essere secondaria a patologie dell’occhio, a traumatismi e al diabete.
Cenni di anatomia del cristallino
In condizioni fisiologiche il cristallino è un organo trasparente, a forma di lente biconvessa, situato all’interno del bulbo oculare. È posto dietro l’iride e davanti al corpo vitreo. Inoltre, con la sua faccia anteriore contribuisce alla delimitazione della camera posteriore.
Nell’architettura del cristallino si distinguono:
- Capsula: è una membrana trasparente ed elastica che offre inserzione alle fibre dell’apparato zonulare di Zinn
- Epitelio sottocapsulare: un sottile strato di cellule epiteliali cubiche, coinvolte nei processi di omeostasi e rigenerazione delle fibre del cristallino
- Parenchima o struttura del cristallino: costituisce la quasi totalità dell’organo. È composto da acqua e fibre che, disponendosi ordinatamente, rendono il cristallino curvo e trasparente. Le strutture fibrose adiacenti alla capsula costituiscono lo strato corticale; al contrario, quelle situate nella profondità dell’organo formano lo strato nucleare.
La raffinata architettura del cristallino risulta essenziale ai fini della funzione visiva. Infatti, congiuntamente alla cornea, il cristallino forma il cosiddetto sistema ottico (o diottro) oculare. Tale sistema è in grado di regolare la messa a fuoco dei raggi luminosi sulla retina, consentendo ai fotorecettori retinici di captare gli stimoli luminosi.
Quanto è frequente la cataratta? Epidemiologia
La cataratta è una patologia degenerativa molto diffusa all’interno della popolazione dei soggetti over 65. Secondo le stime, circa il 50% delle persone con un’età compresa tra 65 e 74 anni soffre (o ha sofferto) di tale disturbo; negli individui over 75 la percentuale si aggira attorno al 70%.
Nei paesi in via di sviluppo, in concomitanza alla scarsa diffusione delle terapie, la cataratta rappresenta la terza causa di cecità (circa 20 milioni di persone).
Classificazione della cataratta
Per la classificazione della cataratta è possibile fare riferimento a diversi parametri. Ad esempio tenendo in considerazione l’età della comparsa si distinguono le forme di cataratta:
- senile: rappresenta la forma più comune e colpisce le fasce più anziane della popolazione
- giovanile: si manifesta più precocemente rispetto alla forma senile (attorno ai 40 anni di età). È associata a patologie metaboliche, dermatologiche ed oftalmologiche
- infantile (o congenita): è presente alla nascita oppure tende a svilupparsi nei primissimi anni di vita. Questa forma è associata a malattie metaboliche (come la galattosemia), a malattie ereditarie (come la sindrome di Marfan) o a malattie reumatiche (come l’artrite reumatoide giovanile).
Quali sono le cause della cataratta? L’eziologia
La complessa organizzazione strutturale delle proteine all’interno del cristallino permette ai raggi luminosi di giungere alla retina senza subire alterazioni. Tuttavia, con il passare degli anni, le capacità sintetiche delle cellule e i meccanismi di turnover tendono a diminuire, causando l’accumulo di proteine degradate e danneggiate.
Queste molecole, aggregandosi, formano dei precipitati solidi che intaccano la trasparenza del cristallino e quindi danneggiano le capacità visive dell’occhio. Perciò i sintomi descritti dai pazienti sono riconducibili proprio alla degenerazione delle strutture fibrose del cristallino.
Oltre ai processi di invecchiamento esistono altri fattori in grado di deteriorare le caratteristiche ottiche del cristallino. In tal senso i fattori di rischio più importanti associati alla comparsa della cataratta sono:
- Esposizione prolungata a raggi X e a raggi ultravioletti
- Alimentazione povera di frutta e verdura
- Patologie oftalmologiche (uveite, glaucoma)
- Diabete
- Tabagismo e consumo di bevande alcoliche
- Terapie farmacologiche a base di corticosteroidi
- Infezioni batteriche o virali in gravidanza
- Traumi a carico del bulbo oculare
Sintomi associati alla cataratta
In genere nelle fasi iniziali la cataratta non causa alcun sintomo. Poi con il passare del tempo la probabilità di sviluppare dei sintomi aumenta notevolmente per l’incremento progressivo dei precipitati proteici all’interno del cristallino.
Così nelle fasi successive il paziente percepisce un offuscamento generale della vista. Nella maggior parte dei casi la cataratta compromette anche la percezione della nitidezza dei colori.
La gravità dei sintomi è strettamente correlata all’entità della degenerazione in atto nel cristallino. Infatti, nei casi più gravi, laddove l’opacizzazione coinvolge sia lo strato nucleare e sia quello corticale, i pazienti possono andare incontro a cecità.
Altri sintomi descritti dai pazienti affetti da cataratta sono:
- Visione doppia (diplopia)
- Stanchezza oculare
- Riduzione della visione notturna
- Calo dell’acuità visiva
Valutazione e diagnosi della cataratta
La diagnosi della cataratta viene formulata nel corso di una visita oculistica. Nella prima fase della visita lo specialista effettua l’anamnesi, raccogliendo tutte le informazioni sulla storia clinica e sullo stato di salute generale del paziente.
Prima di procedere con l’esame obiettivo, l’oculista somministra al paziente alcune gocce di collirio midriatico (atropina), per causare la dilatazione della pupilla e la paralisi temporanea del riflesso dell’accomodazione. In tal modo la valutazione delle strutture appartenenti al bulbo oculare risulta più accurata.
Per diagnosticare la cataratta lo specialista sottopone il paziente ad una biomicroscopia con lampada a fessura. La lampada a fessura è uno strumento ottico che, disponendo di un sistema di illuminazione e di un microscopio, offre la possibilità di valutare lo stato di salute dei tessuti ubicati all’interno del bulbo oculare. Dunque, servendosi di tale apparecchio, lo specialista può rilevare anche la presenza della cataratta.
Inoltre durante la visita oculistica viene effettuato anche l’esame dell’acuità visiva (o della rifrazione). Questo esame risulta molto utile per accertare l’eventuale presenza di uno dei cosiddetti “vizi di rifrazione” che, talvolta, possono insorgere in concomitanza alla cataratta.
Rimedi e cure per la cataratta
Attualmente non esistono terapie farmacologiche in grado di determinare una regressione o un rallentamento dei processi degenerativi che causano la cataratta. Pertanto, al fine di evitare l’opacizzazione dell’intero cristallino (e di andare incontro a cecità), è necessario sottoporsi ad un intervento chirurgico.
L’obiettivo del trattamento chirurgico è quello di sostituire il cristallino con una lente intraoculare (IOL) artificiale. La tecnica più utilizzata è quella della facoemulsificazione che viene eseguita secondo il seguente procedimento:
- Il chirurgo effettua un’incisione a livello della capsula del cristallino
- Viene introdotta una sonda ad ultrasuoni (facoemulsificatore)
- La sonda emette degli ultrasuoni capaci di sciogliere la struttura interna del cristallino
- Terminata la fase di facoemulsificazione, lo specialista aspira i residui del cristallino
- Attraverso l’incisione capsulare, si impianta la lente intraoculare
- Viene applicata una sutura e si conclude l’intervento.
L’intervento di rimozione della cataratta può dar luogo a delle complicazioni. Ad esempio, in alcuni casi (meno del 3%), può verificarsi un’opacizzazione della porzione posteriore della capsula del cristallino che predispone allo sviluppo della cosiddetta cataratta secondaria.
Conclusioni
La cataratta è una patologia oftalmologica causata dall’opacizzazione parziale o totale del cristallino. Questo disturbo, essendo correlato principalmente ai processi di invecchiamento, è molto comune tra i soggetti con età superiore ai 65 anni.
L’insorgenza della cataratta può associarsi a malattie oftalmologiche, genetiche, dermatologiche e metaboliche. L’opacizzazione è indotta dalla degenerazione delle strutture proteiche e fibrose che costituiscono il cristallino.
La diagnosi viene formulata nel corso di una visita oculistica attraverso l’esame della microscopia con lampada fessura e l’esame dell’acuità visiva.
Non essendoci farmaci in grado di contrastare la cataratta, la terapia più efficace è quella chirurgica. La tecnica della facoemulsificazione, seppur associata a delle rare complicazioni, rappresenta una valida soluzione per il trattamento della cataratta.
Bibliografia: fonti e note
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