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L’intervento di facoemulsificazione, impiegato per il trattamento della cataratta, è più efficace quando si utilizzano i cosiddetti dispositivi oftalmici viscochirurgici (OVD)? Scopriamolo insieme in questo recente studio.
La cataratta, l’intervento di facoemulsificazione e gli OVD
La cataratta è una patologia oculare caratterizzata dalla degenerazione del cristallino che, diventando opaco, determina un’importante riduzione dell’acuità visiva. Solitamente il disturbo è correlato a fenomeni di invecchiamento che inducono un’alterazione strutturale del cristallino.
La facoemulsificazione è una tecnica chirurgica ampiamente utilizzata per il trattamento della cataratta. L’intervento consiste nella sostituzione del cristallino opacizzato con una lente intraoculare artificiale.
I dispositivi oftalmici viscochirurgici (OVD) sono delle soluzioni trasparenti che, grazie alle loro proprietà viscose ed elastiche, rendono gli interventi chirurgici agli occhi più agevoli. Un gruppo di ricercatori però ha voluto chiarire i reali benefici apportati dagli OVD negli interventi di facoemulsificazione.
Approfondimento: cataratta: cause, diagnosi e trattamenti
La cataratta è disturbo oftalmologico caratterizzato dall’opacizzazione, parziale o totale, del cristallino. L’insorgenza di questa condizione causa un importante riduzione della funzionalità visiva.
La cataratta è associata principalmente ai fenomeni di invecchiamento che determinano una riduzione della fisiologica trasparenza del cristallino.
Caratteristiche dello studio
- Tipo di studio: studio prospettico randomizzato
- Tipo di pazienti: 60 pazienti affetti da cataratta in attesa di un intervento di facoemulsificazione.
Scopo dello studio: la facoemulsificazione della cataratta è più efficace con o senza OVD?
L’obiettivo dei ricercatori è stato quello di valutare e verificare l’efficacia dei dispositivi oftalmici viscochirurgici negli interventi di facoemulsificazione.
Progettazione dello studio
I pazienti coinvolti nella ricerca sono stati suddivisi in due differenti gruppi:
- I pazienti del primo gruppo hanno subito un intervento di facoemulsificazione senza il supporto degli OVD;
- I pazienti del secondo gruppo hanno subito un intervento di facoemulsificazione con il supporto degli OVD.
Per valutare l’efficacia del trattamento chirurgico, i ricercatori hanno osservato alcuni parametri specifici. I più importanti tra questi erano:
- La durata dell’intervento;
- Il tempo di aspirazione;
- Il volume di soluzione salina bilanciata utilizzata per la procedura.
Inoltre, a distanza di un giorno, di una settimana e di tre mesi dall’intervento, ciascun paziente è stato sottoposto a delle visite di controllo, nelle quali gli esperti misuravano la pressione intraoculare (IOP)1 e la densità delle cellule endoteliali.
Risultati dello studio
I risultati dello studio in esame hanno indicato che:
- Gli interventi condotti con l’impiego di OVD hanno mostrato una durata operatoria, un tempo di aspirazione e un volume di soluzione salina superiori rispetto al gruppo privo di OVD;
- Nonostante la pressione intraoculare sia aumentata nel gruppo di pazienti trattati con OVD a distanza di giorno, nessuna particolare differenza è emersa tra i due gruppi a 3 mesi dalla facoemulsificazione.
Conclusioni: gli OVD apportano dei vantaggi?
Il trattamento chirurgico della cataratta, secondo i dati raccolti dallo studio, risulta più efficace in assenza dei dispositivi viscochirurgici. Infatti l’aumento del tempo operatorio, del volume della soluzione salina aspirata e del tempo di aspirazione rendono l’impiego degli OVD meno vantaggioso.
Inoltre, a causa dell’aumento transitorio della pressione intraoculare, nei pazienti con problematiche pressorie (come nel glaucoma) è sempre consigliabile ricorrere al metodo senza OVD.
Bibliografia: fonti e note
ARTICOLO ORIGINALE: Akmaz B, Kilic D, Duru N. The safety and efficacy of phacoemulsification surgery in uncomplicated cataracts with and without an ophthalmic-viscosurgical-device. European Journal of Ophthalmology. 2023;33(1):269-277.
Nota 1. La secrezione e il riassorbimento dell’umor acqueo all’interno dell’occhio sono i fattori che regolano la pressione intraoculare. Nel corso di una visita oculistica il medico può rilevare il valore della IOP ricorrendo alla tonometria.