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In questo articolo si farà riferimento esclusivamente alla gestione del catetere a permanenza.
Questo perché per quanto riguarda il cateterismo estemporaneo esso si svolge soltanto con la manovra di posizionamento seguita dalla sua rimozione: una volta terminato lo scopo, il catetere estemporaneo viene rimosso e non vi è necessità di gestione ulteriore (se non ovviamente il controllo di eventuali complicanze immediate e/o tardive, le medesime riportate precedentemente).
Per i cateteri vescicali esterni, invece, se lasciati a permanenza, le indicazioni sono le medesime sotto riportate, fermo restando che la sostituzione di tale dispositivo deve avvenire in accordo alle indicazioni del produttore, che possono variare dalla sostituzione dopo qualche ora alla sostituzione giornaliera, e in ogni caso in cui vi siano dei segni clinici di infezione, mancato funzionamento o danneggiamento del dispositivo stesso.
Posizionamento del catetere vescicale interno
Abbiamo già discusso la procedura di posizionamento del catetere vescicale interno in un altro articolo, a cui si rimanda:
Approfondimento: catetere vescicale interno: procedura di posizionamento
Gestione del catetere vescicale a permanenza
Per una corretta gestione del catetere vescicale a permanenza sono indispensabili i seguenti passaggi (1,2):
- Cura del meato: la cura quotidiana del meato urinario va fatta con acqua e sapone. Non è stata dimostrata l’efficacia dell’uso di disinfettanti né di pomate antibiotiche o a base di iodopovidone, per prevenire l’insorgenza di infezioni. (1)
- La sacca va mantenuta sotto il livello della vescica e se non provvista di valvola antireflusso deve essere chiusa ogni qualvolta supera questo livello.
- Vuotare la sacca ogni volta che supera i 2/3 del quantitativo totale e tutte le volte che sia necessario così da evitare ristagno d’urina e l’eventuale formarsi di infezioni.
- Non contaminare la sacca durante lo svuotamento, disinfettare sempre il rubinetto prima di vuotare la sacca della diuresi, utilizzare un contenitore pulito per ogni paziente, evitare che il rubinetto tocchi a terra o ai bordi del contenitore.
- Informare il paziente di non strattonare la sacca, di non alzarla oltre il livello della vescica e di non appoggiarla a terra. È indicato inoltre il fissaggio del catetere vescicale alla coscia del paziente per evitare rischio di trazionamento involontario con relativo danno al meato.
- Sostituzione del catetere: è consigliabile sostituire il catetere vescicale a permanenza secondo le indicazioni del produttore e in caso vi siano indicazioni cliniche alla sostituzione. La sostituzione programmata aumenta il rischio di danni al paziente e l’aumento del rischio infettivo.
- Fare attenzione ad arrossamenti del meato (soprattutto nell’uomo), ed alla posizione del catetere così da evitare decubiti sul meato.
- Valutare l’eventuale presenza di coaguli o la possibile insorgenza di struvite che possono otturare il catetere vescicale.
- Utilizzare sacche a circuito chiuso, con valvola antireflusso e rubinetto che ne permettono lo svuotamento senza scollegarne il sistema, che devono essere sostituite ogni 7 giorni.
- Effettuare i prelievi colturali solo dall’apposito gommino pungibile della sacca a circuito chiuso.
- Nel caso di uso del catetere vescicale per un tempo molto ampio (superiore ai 10 anni) sono indicati controlli di routine come la cistoscopia e l’ecografia renale per valutare il corretto funzionamento dell’apparato urinario.
La rimozione del catetere vescicale è indicata al termine del suo scopo. È comunque consigliata la rimozione precoce in quanto migliora la qualità di vita del paziente, permette una ripresa delle attività quotidiane più rapidamente e riduce ovviamente il discomfort. La rimozione precoce è particolarmente indicata specie nei pazienti post-operati, al fine di procedere più rapidamente al percorso riabilitativo. (1,2,3)
La procedura di rimozione del catetere vescicale interno è estremamente semplice, ancora una volta non viene spiegata la rimozione del catetere vescicale esterno, in quanto di semplice e intuitiva attuazione, mentre per il cateterismo estemporaneo è indicato seguire le medesime indicazioni sotto riportate, in quanto la differenza rispetto al catetere a lunga permanenza, come già visto, è solo relativo al tempo di stasi del dispositivo in vescica.
Gestione del catetere vescicale: la rimozione del dispositivo
Al fine di rimuovere il catetere vescicale è indicato (1,2):
- Effettuare un lavaggio del meato
- Porre una garza sterile con antisettico (iodopovidone) a livello del meato, attorno alla parte esterna del catetere vescicale
- Far scorrere il catetere vescicale verso l’interno (se è stato posizionato per lungo periodo, può esserci un attaccamento del sistema di ancoraggio alla vescica, è pertanto idoneo muovere il dispositivo per distaccarlo; è comunque un’eventualità rara e non va mai effettuata questa procedura con forza, per evitare lesioni al paziente)
- Con una siringa vuota, svuotare il sistema di ancoraggio (è necessario utilizzare una siringa idonea, di volume maggiore rispetto a quello utilizzato per il fissaggio del catetere stesso. Inoltre è indicato effettuare lo svuotamento del sistema lentamente, per evitare danni al palloncino, con conseguente possibilità di danni al paziente nel momento dell’estrazione)
- Estrarre lentamente il catetere vescicale per evitare lesioni
- Una volta rimosso, valutare la presenza di eventuali frustoli all’interno dello stesso (nella zona dei fori per il deflusso), che possono indicare primi segni di piuria e pertanto segnalare tale evenienza al medico al fine che disponga eventuali esami.
- Effettuare l’igiene del meato urinario e della zona genitale
- Eliminare il materiale utilizzato secondo le procedure aziendali e segnalare data e ora della rimozione, con relative informazioni riguardo a diuresi presente nella sacca nel momento della rimozione.
- Rivalutare routinariamente le condizioni che hanno determinato il posizionamento del dispositivo.
Inoltre, a seguito della rimozione, è indicato rivalutare il meato per eventuale presenza di sangue o altri liquidi biologici che possono determinare un danno o una possibile infezione secondaria alla rimozione.
Nel caso si sia utilizzata fisiologica, come sopra riportato, per gonfiare il sistema di ancoraggio e questa si sia cristallizzata, la rimozione del dispositivo risulterà problematica. Stessa situazione avviene anche nel caso di errato funzionamento della valvola antireflusso. Per ovviare a questa problematica e rimuovere il catetere, secondo uno studio (2), è necessario:
- Tentare di aspirare il liquido nel palloncino, procedura da effettuare lentamente, vi è altrimenti il rischio di danneggiare il meccanismo della valvola anti-reflusso.
- Se il sistema di ancoraggio resta ancora in sede, tagliare la valvola nella parte esterna del catetere, prossimale alla biforcazione sullo stesso, in questo modo dovrebbe svuotarsi e permettere la rimozione
- Nel caso sia cristallizzata la fisiologica usata per il sistema di ancoraggio (che ripeto
nuovamente, non è indicata) è possibile inserire un filo guida nella via per il fissaggio e rompere il sistema di ancoraggio dall’interno (operazione di natura medica) - In caso di ulteriore fallimento, è possibile instillare 10 cc di olio minerale che dovrebbe dissolvere il palloncino in circa 15 minuti
- Se non vi fosse stato risultato con nessuno dei sistemi precedentemente descritti, richiedere una valutazione urologica.
Raccomandazione generale per la gestione del catetere vescicale
Al fine di ridurre il rischio infettivo, infine, durante ogni manipolazione del catetere vescicale,
dall’inserimento, alla sostituzione del dispositivo, della sacca di raccolta, alla rimozione è imprescindibile un
adeguata igiene delle mani, oltre all’utilizzo, dove indicato, di materiale sterile. (1)
Bibliografia: fonti e note
- Quaderni – Italian Journal of Medicine; LA RICERCA FINALIZZATA IN AREA MEDICA:
APPROFONDIMENTI ASSISTENZIALI DELL’ASSOCIAZIONE A.N.Í.M.O.;Guest Editors: A. Fontanella, G.
Pentella, G. Bordin, F. Bertoncini; Authors: F. Bertoncini, S. Di Berardino, I. Lo Burgio, R. Rapetti, L.
Tesei, C. Gatta, G. Pentella, Volume 7, Issue 5, Luglio 2019 - Urethral Catheterization: A Review of the Indications, Techniques, and Complications of Male
Urethral Catheterization for General Medical Practice – Akanmode , Ekabua , Eketunde , Osanoto ,
Acholonu and Origbemisoye, September 2020 - Bladder Catheterization – Mobeen Z. Haider ; Pavan Annamaraju. StatPearls, August 2021