catetere vescicale

Catetere vescicale interno: procedura di posizionamento

Indice

In questo articolo vedremo la procedura di posizionamento del catetere vescicale interno.

Il catetere vescicale esterno (Uro-condom) è di semplice e intuitivo posizionamento, pertanto non vi sarà accenno ad esso né per la tecnica di posizionamento né per la gestione dello stesso.

Relativamente al posizionamento del catetere vescicale interno, si andrà a descrivere il posizionamento di un catetere vescicale di tipo Foley, con distinzione tra il paziente maschio e la paziente femmina. A livello procedurale, chiaramente, vi sono delle differenze di cui tenere conto, data la differente anatomia dei soggetti.

Materiale necessario per il posizionamento di catetere vescicale interno (tipo Foley)

Per prima cosa vediamo qual è il materiale necessario da utilizzare per la procedura:

• 2 paia di guanti sterili
• 1 telo sterile senza foro (ad esempio CPC cm. 50X 60)
• 1 telo forato (in CPC cm. 50 x 60)
• 1 siringa da 10 ml pre-riempita con acqua depurata
• 1 confezione monouso di gel lubrificante sterile
• antisettico
• 4 garze sterili (ad es. cm. 7 x 9)
• catetere vescicale di vario diametro e tipologia (in questo caso Foley)
• 1 siringa cono catetere
• 1 sacca per raccolta vescicale a circuito chiuso
• 1 supporto reggi sacca qualora necessaria
• 1 sacchetto per lo smaltimento dei rifiuti

Posizionamento del catetere vescicale: fasi preliminari

Chi posiziona il catetere vescicale? Indicazione alla procedura ed esecutori materiali

Si procede dunque con la procedura. Chi la può svolgere e chi dà l’indicazione al posizionamento?

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La procedura di norma può essere svolta da un medico oppure da un infermiere, mentre l’indicazione è a carico del medico.

Nella pratica è più spesso l’infermiere a svolgere la procedura di posizionamento. Egli deve consultare il medico in caso di posizionamento del catetere per lungo tempo (la prescrizione di tale procedura è infatti competenza medica), mentre in caso di cateterismo estemporaneo (dovuto a globo vescicale per esempio) la procedura può essere eseguita direttamente dall’infermiere senza attendere indicazione.

È in ogni caso consigliato contattare il medico curante o il servizio di continuità assistenziale (ex guardia medica) per informarlo  dello svolgimento della procedura e del motivo per il quale si pratica questo intervento, che è chiaramente invasivo.

Il consenso informato alla procedura di posizionamento di catetere vescicale

Una volta determinato il motivo del posizionamento del dispositivo ed eventuali controindicazioni, si procede a informare il paziente della procedura che s’intende andare ad effettuare e ad ottenerne il consenso e la collaborazione. E’ fondamentale anche garantire la privacy del paziente, pertanto individuare un luogo consono al posizionamento.

Utilizzo della sacca di raccolta delle urine durante il posizionamento del catetere vescicale

Anche in caso di cateterismo estemporaneo, salvo che per i casi di raccolta di campioni urinari, è indicato posizionare la sacca di raccolta, in modo tale da avere un riferimento oggettivo della quantità di urina all’interno della vescica nel momento della cateterizzazione.

Posizionamento di catetere vescicale: le fasi della procedura

Posizionamento e preparazione del paziente per introduzione del catetere vescicale

  • La posizione ideale per il cateterismo prevede il paziente in posizione supina con le gambe divaricate e flesse.
  • Posizionare un telino assorbente al di sotto della zona genitale;
  • Se il paziente è autosufficiente, chiedere di effettuare un’accurata igiene intima prima della procedura, in caso di paziente non autosufficiente, è necessario eseguirla con l’ausilio di un operatore;
  • Eseguire l’igiene delle mani;
  • Preparare il campo sterile, disponendo il materiale sterile al di sopra di esso.
  • Indossare i guanti sterili e procedere all’antisepsi dei genitali del paziente:

a. Nell’uomo: Scoprire il glande retraendo il prepuzio e con le garze sterili imbevute di disinfettante operare la pulizia del meato con movimenti unidirezionali dall’alto del meato fino alla base, senza passare due volte nello stesso punto con la medesima garza.
b. Nella donna: aprire le grandi labbra e le piccole e disinfettare accuratamente la zona periuretrale con garze sterili imbevute di disinfettante con movimenti unidirezionali dall’alto verso il basso, senza passare due volte nello stesso punto con la medesima garza.

  • Si procede ora alla lubrificazione del tratto uretrale. Nell’uomo è indicato un lubrificante monodose sterile, preferibilmente con lidocaina per ridurre il dolore possibilmente provocato dalla manovra. Nella donna è indicato lubrificare il primo tratto del catetere (sempre con un sistema monodose); al termine della procedura rimuovere il primo paio di guanti sterili.
  • Indossare ora il secondo paio di guanti sterili, collegare quindi la sacca di raccolta al catetere vescicale precedentemente lubrificato. Nell’uomo è indicato posizionare un telino sterile fenestrato attorno al pene.
  • Posizionamento del catetere vescicale:

a. Nell’uomo: Con la mano non dominante e l’uso di una garza sterile, afferrare l’asta del pene e tenerlo verticalmente. Con la mano dominante procedere all’inserzione del catetere vescicale finché la biforcazione del dispositivo non si trova all’ingresso del meato e accertarsi dell’uscita dell’urina.

Nel caso di difficoltà nell’inserzione, ruotare lentamente il catetere vescicale mentre si traziona delicatamente il pene verso l’alto. Tale manovra è indicata in particolare in quei pazienti per i quali patologie prostatiche rendono difficoltosa la cateterizzazione a causa di una maggiore dimensione della prostata. Non procedere in ogni caso in cui l’ostruzione sia troppo elevata, né spingere o trazionare con eccessiva forza, in quanto vi è il rischio di generare lesioni al paziente. In caso di difficoltà chiedere un consulto urologico. (3)

b. Nella donna: Con la mano non dominante scostare le grandi e le piccole labbra, esponendo il meato. Inserire con la mano dominante il catetere vescicale sino alla fuoriuscita dell’urina.

  • Verifica del corretto posizionamento del catetere urinario: si ha con l’uscita dell’urina all’interno del catetere vescicale sino alla sacca di raccolta collegata.

A volte può essere che non vi sia un’uscita immediata a causa di ostruzione da parte del lubrificante dei fori del dispositivo. In caso di paziente collaborante, chiedere di tossire. In caso di paziente non collaborante, schiacciare il catetere rapidamente per un paio di volte.

Nel caso non vi fosse ancora reflusso, effettuare un lavaggio vescicale prima di ipotizzare un’anuria o assenza di ristagno vescicale. Una volta confermata la corretta posizione del catetere, gonfiare l’eventuale palloncino di ancoraggio e retrarre delicatamente il catetere finché non si avverte la resistenza del collo vescicale. Al termine è necessario valutare lo svuotamento dell’urina.

Secondo recenti studi, non vi sono controindicazioni nello svuotamento completo della vescica, pertanto non è indicato clampare il catetere ogni 300 cc di urina al fine di prevenire danni alla vescica. (4)

  • Procedere successivamente allo smaltimento del materiale utilizzato osservando le procedure in uso.
  • Nella scheda terapia e nel diario è necessario indicare la data di posizionamento e il tipo di catetere posizionato. Riportare inoltre tali dati nella scheda dedicata, indicando data di posizionamento, tipo di catetere e diametro.

Complicanze del posizionamento del catetere vescicale interno

Tra le complicanze della procedura si riscontrano: (2,3)

  • Sanguinamento
  • Ostruzione del catetere: può essere dovuto a sedimenti all’interno della vescica, come all’uso di una quantità eccessiva di gel lubrificante che occlude i fori. Entrambe le situazioni sono risolvibili con un lavaggio;
  • Trauma uretrale: dovuto sia al posizionamento, ma anche allo strattonamento del CV da parte del paziente, volontario o meno;
  • Perforazione uretrale
  • Sepsi
  • Infezione del tratto urinario: acuta e cronica, quest’ultima secondaria alla stasi di urina in vescica in modica quantità (10-100ml) alla base del cateterismo, a livello del sistema di fissaggio;
  • Perdite dal meato nonostante la presenza del catetere: in questo caso può essere stato posizionato un catetere di dimensioni troppo ridotte (specie durante le sostituzioni), oppure possono essere dovute a un mancato o non adatto funzionamento del sistema di ancoraggio o ancora a uno spasmo, che può essere anche doloroso. In quest’ultimo caso gli studi consigliano di effettuare una medicazione con farmaci anticolinergici (3).

Come evitare le complicanze del posizionamento del catetere urinario

Gli studi più attuali non hanno portato a una decisione univoca su come procedere per evitarle, ma ci sono diverse ricerche che indicano come sia possibile ridurle seguendo semplici passaggi (1,2,3):

1) Ridurre al minimo la permanenza del catetere vescicale nel paziente, valutarne l’effettiva necessità di posizionamento e valutare la rimozione il prima possibile;
2) Durante il posizionamento, mantenere l’asepsi per tutta la durata della procedura;
3) Utilizzare solo sacche a circuito chiuso ed evitare che tocchino il suolo;
4) Effettuare quotidianamente il lavaggio del meato al fine di ridurre infezioni e valutare prontamente la presenza di segni clinici di infiammazione.

Bibliografia: fonti e note

  1. Quaderni – Italian Journal of Medicine; LA RICERCA FINALIZZATA IN AREA MEDICA:
    APPROFONDIMENTI ASSISTENZIALI DELL’ASSOCIAZIONE A.N.Í.M.O.;Guest Editors: A. Fontanella, G.
    Pentella, G. Bordin, F. Bertoncini; Authors: F. Bertoncini, S. Di Berardino, I. Lo Burgio, R. Rapetti, L.
    Tesei, C. Gatta, G. Pentella, Volume 7, Issue 5, Luglio 2019
  2. Urethral Catheterization: A Review of the Indications, Techniques, and Complications of Male
    Urethral Catheterization for General Medical Practice  – Akanmode , Ekabua , Eketunde , Osanoto ,
    Acholonu and Origbemisoye, September 2020
  3. Bladder Catheterization –  Mobeen Z. Haider ; Pavan Annamaraju. StatPearls, August 2021
  4. Rapid versus gradual bladder decompression in acute urinary retention; Mohamed H. Etafy, Fatma
    H. Saleh, Cervando Ortiz‑Vanderdys, Alaa Hamada, Alaa M. Refaat, Mohamed Abdel Aal, Hazem
    Deif, Maher Gawish, Ashraf H. Abdellatif, Khaled Gadalla, Urology Annals, Volume 9, Issue 4,
    ottobre-dicembre 2017