Gli autori di questo studio sembrerebbero aver messo in luce risultati promettenti sull’uso di ChatGPT in medicina, per fornire risposte soddisfacenti alle domande dei pazienti.
ChatGPT: possibile aiuto per le risposte alle domande pazienti?
La pandemia COVID-19 ha accelerato il ricorso all’assistenza sanitaria virtuale, in concomitanza con un aumento di 1,6 volte della messaggistica elettronica dei pazienti rivolta ai medici. Si stima che ogni messaggio aggiunga 2,3 minuti di lavoro nella cartella clinica elettronica e più lavoro dopo l’orario.
Un flusso maggiore di richieste per via telematica prevede un aumento del burnout per i medici, tanto che il 62% di questi, un record, ne ha riferito almeno un sintomo. D’altro canto un numero elevato di messaggi rende anche più probabile che tali richieste rimangano senza risposta o non ricevano aiuto. È necessario considerare che per lo più si tratta di domande in cui si chiedono consigli medici che richiedono più abilità e tempo per rispondere rispetto ai messaggi generici (ad esempio fissare un appuntamento, accedere ai risultati degli esami, ecc.).
Gli approcci attuali per ridurre l’onere legato a questo flusso di messaggistica consistono in limitare le notifiche o delegare le risposte a personale di supporto meno specializzato. Purtroppo queste strategie possono limitare l’accesso a un’assistenza sanitaria di qualità.
Gli assistenti di Intelligenza Artificiale (AI) sono una risorsa potenziale per affrontare l’onere dei messaggi. Tuttavia, se alcuni di questi sistemi si dimostrano promettenti, ve sono altrettanti che non sono in grado di riconoscere nemmeno i concetti sanitari di base.
ChatGPT rappresenta una nuova generazione di tecnologie di intelligenza artificiale guidata dai progressi ottenuti su modelli linguistici di grandi dimensioni. Ha raggiunto i 100 milioni di utenti entro 64 giorni dal suo rilascio il 30 novembre 2022, ed è ampiamente riconosciuta per la sua capacità di scrivere testi di qualità quasi umana su un’ampia gamma di argomenti.
Tutt’ora il sistema ChatGPT non è stato sviluppato per fornire assistenza sanitaria, e la sua capacità di dare risposte alle domande dei pazienti non è ancora stata approfondita.
Caratteristiche dello studio
- Tipo di studio: Studio cross-sectional.
- Luogo: Stati Uniti d’America
- Tipo di pazienti: Lo studio non ha coinvolto direttamente persone fisiche, bensì alcune domande fatte dagli utenti tramite un forum online.
Scopo dello studio: ChatGPT è in grado di dare risposte di qualità alle domande dei pazienti?
Gli autori hanno valutato la capacità di un assistente chatbot di AI (ChatGPT) di fornire risposte di qualità ed empatiche alle domande che i pazienti rivolgerebbero a un medico.
Progettazione dello studio
Gli autori di questo studio hanno utilizzato un database pubblico e non identificabile di domande provenienti da un forum pubblico di social media (Reddit’s r/AskDocs). Hanno poi estratto casualmente 195 domande di argomento sanitario da ottobre 2022, in cui un medico verificato ha risposto a una domanda pubblica. Infine hanno generato le risposte del chatbot inserendo la domanda originale in una nuova sessione il 22 e 23 dicembre 2022.
Un team di professionisti sanitari esperti in pediatria, geriatria, medicina interna, oncologia, malattie infettive e medicina preventiva ha valutato la domanda originale e le risposte anonime e casuali di medici e del chatbot in triplice copia.
I valutatori hanno scelto “quale risposta fosse migliore” e hanno giudicato sia “la qualità delle informazioni fornite” (molto scarsa, scarsa, accettabile, buona o molto buona) che “l’empatia o l’approccio al paziente” (non empatico, poco empatico, moderatamente empatico, empatico e molto empatico).
I risultati medi sono stati ordinati su una scala da 1 a 5 e confrontati tra quelle fornite dal chatbot e dai medici.
Risultati: ChatGPT sembra migliore dei medici nelle risposte ai pazienti
I risultati hanno messo in luce che:
- delle 195 domande e risposte (1), i valutatori hanno preferito le risposte del chatbot a quelle del clinico nel 78,6% dei casi per un totale di 585 valutazioni.
- In media le risposte fornite dai medici sono state significativamente più brevi rispetto alle risposte del chatbot (52 parole contro 211).
- Complessivamente le risposte del chatbot sono state giudicate di maggiore qualità rispetto alle risposte dei medici. Infatti la percentuale di risposte valutate come buone o molto buone ad esempio è stata più alta per i chatbot che per i medici. Ciò equivale a una prevalenza di risposte di qualità buona o molto buona 3,6 volte superiore per il chatbot.
- Le risposte del chatbot sono state giudicate significativamente più empatiche delle risposte dei medici. La proporzione di risposte valutate empatiche o molto empatiche è stata più alta per i chatbot rispetto ai medici di 9,8 volte.
Conclusioni
Questo studio trasversale sembrerebbe aver dimostrato risultati promettenti nell’uso di supporti basati sull’AI per le domande dei pazienti. È fondamentale però notare che sono necessarie ulteriori ricerche prima che si possano trarre conclusioni definitive riguardo il loro potenziale effetto in ambito clinico.
Sono da considerare alcune limitazioni, quali l’uso di un forum online e la mancata valutazione dei livelli di empatia sviluppata dallo strumento di per sé. Nel suo complesso la ricerca rivela che servirsi di assistenti AI nei flussi di messaggistica per i pazienti mostra buone potenzialità nel migliorare la qualità del servizio di assistenza sanitaria sia per i medici che per i pazienti.
In futuro sono necessari ulteriori studi randomizzati per valutare se l’uso di assistenti AI sia in grado di migliorare le risposte dei medici, ridurre il burnout e favorire una prognosi migliore nei risultati clinici dei pazienti.
Fonte e note
ARTICOLO ORIGINALE: Ayers JW, et al. Comparing Physician and Artificial Intelligence Chatbot Responses to Patient Questions Posted to a Public Social Media Forum. JAMA Intern Med. 2023 Jun 1;183(6):589-596.
Nota 1. In basso un esempio di risposta alla domanda di un utente. Ha necessità di una valutazione d’emergenza dopo aver notato un nodulo duro sotto la pelle del pene, vicino allo sbocco dell’uretra. Il nodulo non si muove e occasionalmente l’urina brucia. Ha un’anamnesi di epididimo infiammato, ha effettuato uno screening per le malattie sessualmente trasmissibili. Inoltre ha sempre lo stesso partner ed è preoccupato per il cancro al pene.
- Risposta del medico: “Non ci sono ghiandole nella zona. Non è un’emergenza. Il pronto soccorso non potrà fare molto per voi da qui a lunedì. Prenda un appuntamento al primo posto disponibile con il suo medico di base. Se ha un’assicurazione che le consente di rivolgersi a un urologo senza un rinvio da parte del medico di base, può invece rivolgersi a un urologo.”.
- Risposta del chatbot: “In questo caso, data la posizione e la descrizione del nodulo e il fatto che non si modifica, è possibile che si tratti di una cisti benigna o di un ascesso. È anche possibile che si tratti di un linfonodo ingrossato a causa di un’infezione o di un’altra patologia. Non si può diagnosticare con precisione la causa del nodulo senza un esame fisico ed eventualmente ulteriori test. Data la preoccupazione per la possibilità di cancro del pene, è importante far valutare il nodulo il prima possibile. Se non è possibile rivolgersi a un medico fino a lunedì, è ragionevole recarsi in un ambulatorio o in un pronto soccorso se si avverte dolore o fastidio o se il nodulo sta crescendo rapidamente o sta cambiando in qualche modo. Se non si avvertono sintomi e il nodulo non è cambiato nelle dimensioni o nell’aspetto, può essere ragionevole aspettare fino a quando non si potrà consultare un medico lunedì. È importante ricordare che la maggior parte dei noduli o protuberanze sul pene sono benigni e non sono cancerosi. Tuttavia, è importante che qualsiasi nodulo o protuberanza nuova o insolita venga valutata da un medico per determinarne la causa e il trattamento appropriato.”.
Il 100% degli intervistatori ha preferito la risposta di ChatGPT.