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Che cos'è il sonno?
La parola sonno, deriva dal termine latino “somnus”, che è uno stato fisiologico opposto alla veglia, necessario all’organismo al fine di ristabilire equilibri ed energie all’interno del corpo.
Durante il sonno molte delle attività normali vengono apparentemente “sospese”. Tuttavia non si deve considerarlo come un semplice stand-by delle funzioni dell’organismo: è uno stato attivo a tutti gli effetti, che coinvolge molte interazioni del Sistema Nervoso Centrale (SNC) e Periferico (SNP), sebbene alcune funzioni siano ridotte al minimo.
Differenze tra sonno e veglia
Sono principalmente due le caratteristiche principali che distinguono queste differenti condizioni:
- Durante il sonno vi è una forma di distacco, di distanza rispetto al mondo esterno, contrariamente alla veglia che è continuamente soggetta agli stimoli esterni;
- Questa forma di distacco può essere “annullata” nel momento in cui si riceve dall’esterno uno stimolo sensoriale (tattile o uditivo, generalmente) particolarmente intenso.
Il sonno nella storia scientifica
Il mondo scientifico ha formulato nel secolo scorso varie teorie riguardo il modo in cui esso ha luogo. I due meccanismi principali ipotizzati erano:
- una condizione in cui il cervello si “de-afferenta” (interrompere impulsi nervosi afferenti, cioè rivolti dalla periferia al cervello) dal punto di vista sensitivo, cioè non viene raggiunto da stimoli esterni. Tale definizione vedeva dunque il sonno come un fenomeno passivo dato dalla mancanza di stimoli;
- un fenomeno attivo, dovuto a centri specifici nel cervello che portano un soggetto ad addormentarsi;
Come detto precedentemente, è stato poi confermato che il sonno sia un fenomeno attivo.
In particolare, in seguito agli esperimenti di un medico italiano, Giuseppe Moruzzi, condotti negli anni ’40 su soggetti animali, si è giunti a comprendere che non è direttamente lo stimolo sensoriale esterno ad indurre il passaggio sonno-veglia, ma una componente particolare del cervello detta formazione reticolare.
Quindi le stimolazioni sensitive influenzano lo stato di sonno, ma agiscono tramite la formazione reticolare che lo regola.
Cos’è la formazione reticolare?
È una porzione del tronco encefalico (parte retrostante bassa del cervello) che si estende longitudinalmente in esso, formata da neuroni e fibre nervose. La vediamo evidenziata in blu nella figura sottostante:
Essa si può suddividere in maniera semplificata in due parti con differenti funzioni:
- Porzione superiore (o rostrale): funzione de-sincronizzante;
- Porzione inferiore (o caudale): funzione sincronizzante (favorente il sonno);
Queste due parti collaborano strettamente per garantire equilibrio tra sonno e veglia, influenzate dagli stimoli sensitivi esterni.
Fasi del sonno
Il sonno non è un processo lineare ed omogeneo, ma presenta momenti differenti tra loro detti “fasi”: esse sono 4, con l’aggiunta della “fase REM”, e possono essere studiate tramite un Ipnogramma che consente la loro individuazione:
- Fase 1: fase di transizione tra veglia e sonno, dove sono ancora presenti movimenti degli occhi e la tonicità muscolare, benché a livelli molto bassi;
- Vi è poi la fase 2 di iniziale addormentamento, durante la quale possono comparire degli “pseudo-sogni”, detti momenti ipnagogici – poiché non sono ancora dei veri e propri sogni strutturati;
- Segue la fase 3, di addormentamento vera e propria, i movimenti degli occhi sono praticamente assenti ed anche il tono muscolare è estremamente ridotto;
- Fase 4: fase di sonno effettivo e profondo, detto “ad onde lente” per l’attività cerebrale ridotta al minimo, così come quella metabolica;
Queste quattro fasi sono preponderanti soprattutto nei primi momenti della notte ed avvengono all’incirca nell’arco di 70-90 minuti, nei quali il soggetto vive in uno stato di sonno profondo che è quello ristoratore a tutti gli effetti.
- Fase REM: fase dei sogni vividi e strutturati, è la più “turbolenta” poiché presenta movimenti oculari rapidi, aritmie respiratorie, variazione della pressione arteriosa e atonia muscolare. Questa fase, della durata di circa 15 minuti, si allunga (a discapito di quelle precedenti) man mano che ci si avvicina alla prima mattinata e non dà ristoro all’organismo.
Il ciclo del sonno, compreso delle sue prime 4 fasi e di quella REM, ha una durata totale di circa due ore e si ripete con costanza nell’arco della notte.
Quanto abbiamo bisogno del sonno?
Le ore di sonno sono necessarie ad un corretto funzionamento del sistema, benché il numero di queste vari da persona a persona e in base sia al sesso che all’età – un bambino appena nato ha bisogno di dormire anche 16 ore al giorno, un anziano sulle 6-7 ore).
In particolare si è osservato che:
- La mancanza parziale di sonno porta a vari squilibri come affaticamento, prostrazione, depressione, irritabilità e confusione mentale;
- La mancanza totale di sonno ha conseguenze più gravi come paranoia, schizofrenia, perdita del bilancio idro-salino del corpo, disorganizzazione ormonale e, infine, morte.
In conclusione, un’attenzione al sonno è fondamentale per mantenere stabile la salute fisica e mentale del nostro organismo, poiché rappresenta un processo di vitale importanza.
Bibliografia: fonti e note
- Lustenberger, C., Wehrle, F., Tüshaus, L., Achermann, P., & Huber, R. (2015). The Multidimensional Aspects of Sleep Spindles and Their Relationship to Word-Pair Memory Consolidation. Sleep, 38(7), 1093–1103. doi:10.5665/sleep.4820
- Buysse, D. J. (2014). Sleep Health: Can We Define It? Does It Matter? Sleep, 37(1), 9–17. doi:10.5665/sleep.3298
- Kandel, Principi di Neuroscienze
- Atlante di anatomia “Prometheus” per la figura riportata.