La cirrosi epatica è una condizione cronica caratterizzata dalla progressiva cicatrizzazione e danneggiamento del tessuto epatico.
Questo tipo di alterazione strutturale può portare ad un’insufficienza del fegato, che non riesce più a effettuare le sue molteplici funzioni, e ad ipertensione portale, ovvero l’aumento di pressione del sangue a livello della vena porta.
Scopriamo di più in questo articolo.
Quanto è frequente la cirrosi epatica? Epidemiologia
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che nel 2017 ci siano stati circa 844.000 decessi legati alla cirrosi epatica.
È diffusa in tutto il mondo, ma la sua prevalenza e le cause sottostanti possono variare notevolmente da una regione all’altra. Ad esempio l’epatite virale cronica è una causa comune di cirrosi in alcune aree dell’Asia e dell’Africa, mentre l’abuso di alcol è una delle cause principali nei paesi occidentali.
Poiché è spesso legata a fattori di rischio evitabili, la prevenzione riveste un ruolo cruciale nella riduzione dell’incidenza della malattia.
Ciò include:
- promuovere la consapevolezza sui rischi legati all’alcol;
- migliorare le pratiche di igiene e prevenzione dell’epatite;
- incoraggiare stili di vita sani;
- garantire l’accesso a vaccinazioni contro le infezioni virali dell’epatite.
Quali sono le cause della cirrosi epatica? Eziologia
Può essere causata da diverse cause e fattori come:
- Alcolismo cronico: l’etanolo presente nell’alcol danneggia direttamente le cellule epatiche e promuove l’infiammazione. Questo può portare a fibrosi e cicatrizzazione.
- Epatite virale cronica: può portare ad un’infiammazione a lungo termine nel fegato, causare danni alle cellule epatiche e promuovere la formazione di tessuto cicatriziale.
- Malattie autoimmuni: alcune portano il sistema immunitario a attaccare erroneamente le cellule epatiche, causando infiammazione e danni.
- Malattie metaboliche: condizioni come l’emocromatosi (accumulo di ferro), la cirrosi biliare primitiva (danno ai dotti biliari) e la sindrome di Wilson (accumulo di rame) possono causare accumulo di sostanze nocive nel fegato, portando a infiammazione.
- Steatosi epatica non alcolica: è una condizione in cui si accumula grasso nel fegato in assenza di alcolismo. Può progredire in una forma più grave chiamata steatoepatite non alcolica che può portare alla cirrosi.
- Malattie congenite: alcune come la fibrosi cistica possono influenzare il funzionamento del fegato.
- Farmaci e sostanze tossiche: l’uso a lungo termine di alcuni farmaci, come il paracetamolo ad alte dosi, così come l’esposizione a sostanze tossiche ambientali, possono danneggiare le cellule epatiche.
- Cattiva circolazione sanguigna: condizioni come l’insufficienza cardiaca congestizia possono compromettere il flusso sanguigno al fegato, portando a danni cellulari e cicatrizzazione.
- Cause meno comuni: altre cause possono essere reazioni allergiche a farmaci, epatite ischemica (ridotta afflusso di sangue al fegato), epatite granulomatosa (infiammazione caratterizzata da granulomi) e altre malattie infettive.
Quali sono i sintomi della cirrosi epatica? Sintomatologia
L’esordio di questa patologia è lento e graduale: si passa da una fase asintomatica o con sintomi lievi (anche conosciuta come cirrosi compensata) a una fase sintomatica (che viene detta scompensata se sono presenti delle complicanze).
Inizialmente il paziente si reca dal medico generalmente per problemi digestivi come:
- inappetenza generalizzata;
- sensazione di pesantezza in seguito ai pasti;
- digestione lunga;
- tensione addominale;
- Nausea e vomito.
Quando le funzionalità epatiche peggiorano si possono avere altri sintomi come:
- lividi e facilità di sanguinamento;
- confusione, difficoltà di pensiero;
- perdita del sonno e disturbi della personalità;
- gonfiore nella parte inferiore delle gambe;
- gonfiore da accumulo di liquido nell’addome;
- a volte subittero, ippocratismo digitale (gonfiore delle estremità delle dita), eritema palmare;
- malattia di Dupuytren;
- segni di carattere sessuale come ginecomastia vera (ingrossamento delle ghiandole mammarie) e ipotricosi (perdita di peluria) nel maschio e ipotrofia mammaria (sviluppo incompleto delle ghiandole mammarie) e amenorrea nella donna;
- raramente e nelle fasi avanzate dolore sordo in ipocondrio destro ed epigastrio, ovvero nella parte alta centrale e destra dell’addome.
Complicazioni della cirrosi epatica
Le complicazioni principali possibili sono:
- Ipertensione portale: è un aumento della pressione all’interno delle vene del sistema portale, che collegano gli organi addominali al fegato. Può essere intraepatica quando siamo di fronte a un fegato cirrotico, o extraepatica in caso di trombosi della vena porta (preepatica) o pericardite ostruttiva (post-epatica). È la causa più frequente di sanguinamento delle varici, di trapianto di fegato e di morte nei pazienti con cirrosi.
- Carcinoma epatocellulare: costituisce il 90% dei tumori primitivi del fegato e si sviluppa nel circa 85% dei soggetti con cirrosi. Questa patologia infatti è segno di un fegato estremamente danneggiato e quindi più facilmente suscettibile a trasformazione neoplastica.
- Insufficienza epatica: si instaura quando il danno è elevato (distruzione dell’80-90% del tessuto). È acuta se avviene entro le 8 settimane.
- Osteoporosi: a causa della malnutrizione, dell’assunzione di corticosteroidi o della ridotta assunzione di vitamina D e calcio.
- Infezioni: le persone con cirrosi possono essere più suscettibili alle infezioni a causa del sistema immunitario compromesso.
- Encefalopatia epatica: causa disfunzioni cognitive e neurologiche ed è provocata dall’accumulo di tossine nel sangue.
Diagnosi di cirrosi epatica
L’uso combinato di esami di laboratorio e strumentali è essenziale per una diagnosi accurata. Un epatologo o un gastroenterologo è in grado di interpretare questi risultati e sviluppare un piano di trattamento personalizzato.
Anamnesi
L’anamnesi riveste un ruolo cruciale nel raccogliere informazioni dettagliate sulla salute del paziente.
Ecco cosa viene richiesto:
- Sintomi: come affaticamento, debolezza, perdita di peso, ittero, prurito, confusione, emorragie anomale, gonfiore addominale.
- Storia medica: inclusi precedenti problemi di salute, interventi chirurgici, malattie croniche, condizioni genetiche ed esami precedenti, come test delle funzioni epatiche, ecografie o biopsie.
- Storia familiare: è importante conoscere la presenza di malattie epatiche o altre condizioni di salute tra i membri della famiglia, poiché alcune possono avere una componente genetica.
- Storia sociale: inclusi l’uso di alcol, droghe illecite o farmaci, abitudini alimentari, attività fisica, esposizione a sostanze tossiche o fattori di rischio per l’epatite virale, come viaggi in regioni ad alta prevalenza.
- Gravidanze: per le donne è importante fornire informazioni sulla storia riproduttiva in quanto la cirrosi può influenzare la funzione ovarica e ormonale.
Esame obiettivo
L’esame obiettivo consiste nell’ispezionare il corpo del paziente al fine di rilevare segni fisici di malattia.
Verranno esaminati:
- Cute e mucose: si cerca la presenza di itterizia, di angioma stellato (piccoli vasi sanguigni visibili sulla pelle a forma di ragno), eritema palmare (rossore dei palmi delle mani) e altre manifestazioni cutanee.
- Addome: cerca la presenza di un addome gonfio (ascite), doloroso o tenero al tatto. La presenza di varici o rigonfiamento visibile delle vene superficiali può suggerire un aumento della pressione portale.
- Unghie e dita: si verifica la presenza di clubbing, o ippocratismo digitale.
- Muscolatura e articolazioni: la perdita di massa muscolare può essere un segno di cirrosi avanzata. Si verifica inoltre la presenza di gonfiore, dolore o segni di artrite reumatoide nelle articolazioni.
- Funzione neurologica: per valutare la presenza di segni di encefalopatia epatica, come confusione, rallentamento cognitivo o movimenti scoordinati.
- Arti inferiori: il medico può cercare segni di edema agli arti inferiori, che può essere associato a cirrosi avanzata e insufficienza cardiaca.
- Sistema cervicale: per valutare la presenza di ingrossamento nelle vene cervicali o di ipertensione dell’arteria retinica, che può essere un segno di ipertensione portale.
- Polmoni: per rilevare eventuali suoni anormali o segni di versamento pleurico.
Esami di laboratorio
Possono essere eseguiti esami per valutare le funzioni epatiche come:
- Alanina aminotransferasi(ALT) e aspartato aminotransferasi (AST): livelli elevati possono indicare danni epatici.
- Albumina: livelli bassi possono indicare compromissione della funzione epatica.
- Bilirubina: viene elaborata dal fegato e se elevata può causare itterizia.
- Gamma-glutamiltransferasi: è un enzima presente nel fegato e nei dotti biliari. Livelli elevati possono indicare danni epatici o ostruzione dei dotti biliari.
Inoltre possono venire eseguiti altri test per valutare:
- Presenza di epatite virale: come il test per l’antigene dell’epatite B (HBsAg) e gli anticorpi contro l’epatite C (anti-HCV) per rilevare infezioni virali. Può anche essere valutato il carico virale dell’HBV (DNA dell’HBV) e del virus HCV (RNA dell’HCV) per misurare la quantità di virus nel sangue.
- Funzione renale: creatinina e azoto ureico nel sangue per valutare la funzione renale, poiché la cirrosi può influenzare i reni.
- Coagulazione: il fibrinogeno, il tempo di tromboplastina parziale (PTT) e altri test possono rilevare alterazioni della coagulazione associate alla cirrosi.
- Ematologia: ad esempio il conteggio delle piastrine può essere basso a causa della compromissione della milza, che può essere ingrossata in caso di ipertensione portale.
Esami strumentali
Gli esami strumentali possono essere raccomandati per valutare la gravità della condizione e la presenza di eventuali complicanze. Tra questi:
- Ecografia addominale: può rilevare cambiamenti nella struttura del fegato, l’ascite, le vene varicose nell’esofago (varici esofagee) e la presenza di cisti o tumori.
- Elastografia epatica (FibroScan): misura la rigidità del fegato, che può indicare il grado di fibrosi. Può essere utile nella valutazione della progressione della patologia.
- Tomografia computerizzata (TC) o risonanza magnetica (RM): questi test forniscono immagini dettagliate del fegato e dell’addome, consentendo di valutare la struttura e l’estensione dei danni.
- Endoscopia superiore: può essere utilizzata per individuare e trattare vene varicose nell’esofago o nello stomaco per prevenire sanguinamenti.
- Biopsia epatica: può essere eseguita per confermare la diagnosi e valutare il grado di fibrosi e danno epatico. Tuttavia altre tecniche non invasive stanno diventando sempre più utilizzate.
- Imaging avanzato: tecniche come la tomografia per emissione di positroni (PET) o la risonanza magnetica con contrasto possono essere utilizzate per valutare tumori o altre anomalie.
- Angiografia mesenterica: può essere utilizzata per valutare la pressione portale e l’ipertensione portale.
- Scintigrafia epatica: questa tecnica utilizza isotopi radioattivi per valutare la funzione epatica.
Diagnosi differenziale di cirrosi epatica
La diagnosi differenziale per la cirrosi epatica è essenziale per escludere altre condizioni che possono presentare sintomi simili o avere un impatto sul fegato.
Tra le più comuni:
- Epatite autoimmune: questa è una condizione in cui il sistema immunitario attacca erroneamente il fegato, causando infiammazione. La risposta al trattamento immunosoppressivo può aiutare a distinguere l’epatite autoimmune dalla cirrosi.
- Insufficienza cardiaca congestizia: l’ecografia cardiaca e altri test cardiaci possono aiutare a distinguere tra le due condizioni.
- Cancro al fegato: il carcinoma epatocellulare può verificarsi in pazienti con cirrosi epatica, ma richiede una gestione e un trattamento diversi. L’ecografia, la TAC o la risonanza magnetica possono aiutare a confermare la diagnosi.
- Emocromatosi: questa è una malattia genetica che causa l’accumulo eccessivo di ferro nell’organismo, incluso il fegato. Può portare a sintomi simili a quelli della cirrosi, come affaticamento e itterizia.
- Colangite sclerosante primitiva: una malattia autoimmune che coinvolge l’infiammazione e il restringimento dei dotti biliari. Può causare sintomi simili a quelli della cirrosi, ma coinvolge principalmente il sistema biliare.
- Sindrome da insufficienza epatica: questa condizione può verificarsi in seguito a danni epatici acuti e può presentare sintomi simili a quelli della cirrosi, ma con un decorso più rapido.
- Altre malattie del fegato: altre condizioni come la fibrosi epatica primaria, l’emangioma epatico e l’atresia biliare possono causare sintomi simili a quelli della cirrosi.
Trattamento per la cirrosi epatica
Il trattamento dipende dalla causa della malattia, dallo stadio di progressione e dalle condizioni mediche individuali. Poiché la cirrosi è spesso irreversibile, l’obiettivo principale del trattamento è:
- rallentare la progressione della malattia
- gestire i sintomi
- prevenire le complicanze.
Vediamo alcuni dei trattamenti e delle misure adottate per affrontare questa condizione.
Modifiche dello stile di vita
Adottare uno stile di vita più sano può aiutare a gestire i sintomi e prevenire il peggioramento della patologia.
Ecco alcuni consigli:
- Controllo del peso: l’obesità può peggiorare l’infiammazione del fegato e la progressione della malattia.
- Attività fisica regolare: aiuta a migliorare la salute cardiovascolare, controllare il peso, ridurre il rischio di diabete e promuovere il benessere generale.
- Gestione del diabete: se si è affetti da diabete, è importante mantenerlo sotto controllo in modo adeguato.
- Smettere di fumare: il fumo può aggravare il danno epatico e aumentare il rischio di complicanze.
- Assunzione di farmaci: è fondamentale prendere i farmaci prescritti dal medico nel modo corretto e secondo le indicazioni. Alcuni farmaci possono avere effetti dannosi sul fegato, quindi è importante informare il medico di tutti i farmaci che vengono assunti, compresi quelli da banco e gli integratori.
- Gestione dello stress: lo stress può influire negativamente sulla salute generale e sulla cirrosi.
- Monitoraggio regolare: effettuare visite mediche regolari per monitorare la funzione epatica, valutare il progresso della cirrosi e apportare eventuali modifiche alle strategie di gestione.
Nutrizione adeguata
Una dieta equilibrata e ben pianificata può aiutare a:
- supportare la funzione epatica e la guarigione fornendo al corpo le sostanze nutritive necessarie;
- prevenire la malnutrizione e il deperimento muscolare;
- gestire le complicanze come l’ascite e l’encefalopatia epatica;
- migliorare la qualità della vita.
Vediamo come:
- Bilancio energetico: la cirrosi può comportare un aumento del fabbisogno energetico a causa dell’infiammazione e del metabolismo accelerato ed è quindi importante consumare abbastanza calorie.
- Proteine: sono fondamentali per la guarigione e il mantenimento dei tessuti. Tuttavia nei casi di cirrosi avanzata l’accumulo di ammoniaca nel sangue può causare encefalopatia epatica e pertanto il medico può consigliare di limitarne l’assunzione.
- Idratazione: importante per prevenire la disidratazione. Se è presente ascite potrebbe essere però necessario limitare l’assunzione di liquidi.
- Sodio: la limitazione dell’assunzione di sodio è cruciale per controllare l’ascite e il ristagno di liquidi nel corpo.
- Vitamine e minerali: le persone con cirrosi possono essere a rischio di carenze vitaminiche e minerali, specialmente vitamina D, vitamina K, vitamina B12, calcio e magnesio. Il medico può consigliare eventuali supplementi, se necessario.
- Alcol e caffeina: l’assunzione di alcol deve essere completamente evitata, soprattutto se è la causa scatenante. La caffeina può avere effetti stimolanti sul sistema nervoso e può contribuire all’encefalopatia epatica, quindi può essere consigliato limitarne il consumo.
Trattamento dell’epatite virale
I virus dell’epatite B e C sono le principali cause di epatite virale cronica, che può portare a infiammazione e danni al fegato nel corso del tempo.
Ecco alcuni dettagli sul trattamento dell’epatite virale:
- Farmaci antivirali: per l’epatite B possono essere utilizzati gli analoghi delle nucleos(t)idi o gli inibitori dell’antigene di superficie (HBsAg). Per l’epatite C i farmaci antivirali a azione diretta (AAD) sono diventati il trattamento standard.
- Terapia combinata: consiste nell’uso di più farmaci antivirali insieme. Questo può essere particolarmente efficace nei pazienti con resistenza ai farmaci o con una replicazione virale elevata.
- Durata del trattamento: dipende dal tipo di virus e dalla risposta individuale al farmaco.
- Monitoraggio della risposta: avviene attraverso test del sangue per valutare i livelli virali, l’infiammazione del fegato e i livelli di funzione epatica.
- Effetti indesiderati: è importante comunicare con il medico se si verificano effetti indesiderati. In alcuni casi potrebbe essere necessario modificare la terapia o aggiungere farmaci.
L’obiettivo ideale del trattamento antivirale è raggiungere una risposta virologica sostenuta (SVR), che indica la scomparsa del virus dall’organismo. L’SVR è associata a una riduzione significativa del rischio di complicanze a lungo termine, come il carcinoma epatocellulare.
Controllo dell’ipertensione portale
Il controllo dell’ipertensione portale è essenziale per prevenire o gestire complicanze potenzialmente gravi, come il sanguinamento varicoso o l’ascite.
Vediamo come è possibile gestirla:
- Monitoraggio della pressione portale: mediante un esame chiamato misurazione del grediente pressorio venoso (HVPG). Questo test misura la pressione nelle vene del sistema portale e fornisce informazioni sulla gravità dell’ipertensione portale.
- Farmaci beta-bloccanti: i beta-bloccanti agiscono riducendo la frequenza cardiaca e abbassando la pressione sanguigna e possono essere prescritti per ridurre la pressione all’interno delle vene del sistema portale. Questo può aiutare a prevenire il sanguinamento varicoso.
- Endoscopia e legatura delle varici: è possibile che venga eseguita un’endoscopia per identificare la presenza di varici. In alcuni casi queste possono essere legate o trattate con metodi come la scleroterapia per ridurre il rischio di sanguinamento.
- Shunt porto-sistemico intraepatico transgiugulare: questa procedura consiste nel posizionare uno stent metallico per creare un passaggio tra il sistema portale e il sistema venoso sistemico, riducendo così la pressione portale. Tuttavia può comportare rischi e deve essere attentamente valutato.
- Monitoraggio regolare: le persone con cirrosi epatica e ipertensione portale dovrebbero sottoporsi a controlli medici regolari.
Diuretici e controllo dell’edema
L’edema è l’accumulo di liquidi nei tessuti e nella cirrosi può verificarsi a causa di diversi fattori, tra cui la ridotta capacità del fegato di sintetizzare proteine, che influisce sulla regolazione del liquido corporeo.
I diuretici sono farmaci che aumentano l’eliminazione di sodio e acqua attraverso le urine, contribuendo così al controllo dell’edema.
- Tipi di diuretici: includono le tiazidiche (come l’idroclorotiazide), le diuretiche dell’ansa (come la furosemide) e gli antagonisti dell’aldosterone (come lo spironolattone).
- Meccanismo d’azione: agiscono aumentando la produzione di urine e diminuendo il riassorbimento di acqua e sodio nei tubuli renali. Ciò aiuta a ridurre l’accumulo di liquidi nei tessuti, inclusi quelli interessati dall’edema nella cirrosi epatica.
- Monitoraggio: è importante per valutare gli elettroliti (come il sodio e il potassio) e la funzionalità renale ed evitare squilibri.
- Dosi e regimi: possono variare da persona a persona, a seconda delle condizioni mediche individuali e della gravità dell’edema.
- Effetti collaterali: possono includere perdita di potassio, secchezza della bocca, aumento della minzione, affaticamento e crampi muscolari. È importante riferire al medico eventuali effetti indesiderati.
- Modifiche dello stile di vita: come limitare l’assunzione di sodio (sale) nella dieta, sollevare le gambe periodicamente per facilitare il drenaggio dei liquidi e mantenere un peso corporeo sano.
Vaccinazioni
Le vaccinazioni sono fondamentali per la prevenzione delle malattie infettive e svolgono un ruolo particolarmente importante nelle persone con cirrosi epatica.
Ecco alcuni dettagli importanti:
- Vaccinazione contro l’epatite B: può aiutare a prevenire ulteriori danni al fegato e ridurre il rischio di complicanze. È importante completare il ciclo di vaccinazione raccomandato per ottenere una protezione ottimale.
- Vaccinazione contro l’epatite A: può essere raccomandata, specialmente se viaggi frequentemente o sei a rischio di esposizione all’epatite A.
- Vaccinazione contro l’influenza: le persone con cirrosi sono a maggior rischio di sviluppare complicanze gravi a causa dell’influenza.
- Vaccinazione contro lo pneumococco: può proteggere contro le infezioni batteriche, come la polmonite, che possono essere più gravi nelle persone con cirrosi.
- Altre vaccinazioni: a seconda delle condizioni mediche e dei fattori di rischio, il medico potrebbe raccomandare altre vaccinazioni, come quelle contro il tetano, la difterite e la pertosse.
- Coinvolgimento dei contatti stretti: i familiari e le persone a contatto stretto con un paziente con cirrosi possono essere incoraggiati a ricevere le vaccinazioni appropriate per prevenire la trasmissione delle infezioni.
Trapianto di fegato
Questa procedura può essere considerata quando la cirrosi epatica è in stadio avanzato e altre opzioni di trattamento non sono efficaci.
Prima di sottoporsi al trapianto il paziente viene sottoposto a una valutazione medica approfondita per determinare l’idoneità e la priorità. Può includere:
- esami del sangue
- test di imaging
- valutazione della funzione epatica e dello stato di salute generale.
In seguito il paziente viene inserito in una lista d’attesa. In alcuni casi è possibile considerare un trapianto da un donatore vivente poiché quest’organo ha una notevole capacità di rigenerazione, quindi sia il donatore che il ricevente possono recuperare completamente.
La procedura coinvolge la rimozione del fegato malato e il suo sostituzione con il fegato sano e richiede un’equipe medica specializzata. Può durare diverse ore e si tratta di una procedura complessa, che comporta rischi associati all’intervento chirurgico, all’anestesia e alla reazione del sistema immunitario. È probabile infatti che il paziente debba assumere farmaci immunosoppressori per prevenire il rigetto del nuovo fegato. Questi farmaci sopprimono la risposta immunitaria del corpo, ma possono aumentare il rischio di infezioni e altri effetti collaterali.
Dopo il trapianto sono richieste cure intensive e monitoraggio attento. Il periodo di recupero può variare, ma molti pazienti possono tornare a una vita normale dopo alcuni mesi. I tassi di sopravvivenza sono generalmente molto elevati, ma il successo dipende da una selezione adeguata dei candidati e dalla compliance del paziente nel seguire il regime di trattamento post-trapianto.
Dopo il trapianto è importante continuare a seguire le indicazioni del medico e partecipare a visite di follow-up regolari. Ciò aiuta a:
- monitorare la funzione del nuovo fegato
- gestire eventuali complicanze
- garantire una buona qualità della vita.
Gestione delle complicanze
Nel caso in cui si verifichino delle complicanze, è importarle gestirle celermente e in modo adeguato.
Ad esempio in caso di:
- Encefalopatia epatica: la cura prevede l’uso di farmaci che abbassano i livelli di ammoniaca nel sangue, oltre al controllo della dieta e dei livelli proteici.
- Carcinoma epatocellulare: può richiedere opzioni come il trapianto di fegato, la resezione chirurgica, la chemioembolizzazione o l’ablazione termica, a seconda della dimensione e della localizzazione del tumore.
- Osteoporosi: la gestione può coinvolgere l’assunzione di supplementi di calcio e vitamina D, insieme a una dieta equilibrata e all’esercizio fisico.
- Insufficienza renale: può verificarsi come complicanza della cirrosi epatica avanzata. La gestione coinvolge il controllo dei livelli di fluidi ed elettroliti, oltre al monitoraggio della funzione renale.
- Disfunzione sessuale e ormonale: la gestione può includere trattamenti specifici per affrontare problemi come la disfunzione erettile o la perdita di libido.
Cirrosi epatica: punti chiave
La cirrosi epatica è una condizione caratterizzata dalla progressiva cicatrizzazione e danneggiamento del tessuto epatico sano, che porta a una perdita permanente della funzione epatica.
È una condizione diffusa in tutto il mondo e può avere diverse cause scatenanti, come alcolismo, malattie metaboliche, epatiti virali, malattie autoimmuni, cattiva circolazione del sangue e uso o esposizione prolungata a farmaci o sostanze tossiche.
I sintomi peggiorano con il peggiorare della condizione. Si può passare da una condizione generale di malessere, con inappetenza, tensione addominale, pesantezza post-prandiale e nausea e vomito, a sintomi più gravi come sanguinamento, gonfiore, perdita del sonno, disturbi cognitivi e di carattere sessuale. Inoltre può comportare tutta una serie di complicanze, come carcinoma epatocellulare, insufficienza epatica ed ipertensione portale.
L’uso combinato di esami di laboratorio e strumentali è essenziale per una diagnosi accurata. Un epatologo o un gastroenterologo sono in grado di interpretare questi risultati e sviluppare un piano di trattamento personalizzato, che richiede un approccio olistico e collaborativo.
I trattamenti possono variare, ma essendo una condizione spesso irreversibile, sono atti per lo più a rallentare la progressione e gestire sintomi e complicanze. Tra i trattamenti possibili ricordiamo dei cambiamenti dello stile di vita, un’adeguata nutrizione, il sottoporsi alle vaccinazioni possibili e l’uso di diuretici e trattamenti antivirali. In alcuni casi può essere consigliato il trapianto di fegato.
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