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La clamidia

La clamidia è una delle infezioni sessualmente trasmissibili più comuni al mondo. È causata dal batterio Chlamydia trachomatis e può colpire sia gli uomini che le donne.

Se non viene trattata può causare complicazioni a lungo termine come infertilità, gravidanze ectopiche, dolori pelvici cronici e altre infezioni a trasmissione sessuale. Scopri di più in questo articolo!

 

Quanto è frequente la clamidia? Epidemiologia

Si stima che ogni anno ci siano circa 131 milioni di nuove infezioni a livello globale.

Questa condizione colpisce più spesso i giovani tra i 15 e i 24 anni, ma può verificarsi a qualsiasi età. Si verifica in tutte le etnie e in entrambi i sessi, ma le donne sono più colpite degli uomini. Ciò può essere dovuto alla maggiore suscettibilità femminile all’infezione e alla difficoltà nel rilevamento precoce nei maschi.

Le infezioni da clamidia sono comuni perché spesso non presentano sintomi evidenti, il che significa che molte persone non sanno di essere contagiate e possono quindi continuare a diffondere il batterio.

 

Cause e modalità di trasmissione della clamidia

La clamidia è causata dal batterio Chlamydia trachomatis e si trasmette attraverso i rapporti sessuali vaginali, anali o orali non protetti con una persona infetta. Può anche essere trasmesso da madre a figlio durante il parto.

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Inoltre può entrare nel corpo attraverso l’apertura dell’uretra, della vagina, dell’ano o della bocca, e infettare le cellule del tratto genitale inferiore o superiore (utero, ovaie e tube di Falloppio) nelle donne. Una volta che si è diffuso può causare infiammazione e danni ai tessuti.

Chi ha più partner sessuali e coloro che non utilizzano il preservativo durante i rapporti sono particolarmente esposti al rischio di contrarre l’infezione. Tuttavia anche le persone che hanno un solo partner sessuale possono essere contagiate se questo è infetto.

È importante notare che la clamidia può verificarsi anche in assenza di rapporti sessuali. Ad esempio può essere trasmessa attraverso il contatto diretto di occhi o mani con secrezioni infette, ma è molto meno comune.

 

Quali sono i sintomi della clamidia? Sintomatologia

La clamidia è spesso asintomatica. Tuttavia, quando i sintomi si presentano, possono includere:

In entrambi i sessi possono verificarsi anche infezioni degli occhi e della gola, sebbene sia più raro.

 

Diagnosi di clamidia

La clamidia viene generalmente diagnosticata attraverso una visita ginecologica o andrologica. Vediamo tutti i dettagli.

Anamnesi

Durante l’anamnesi il medico potrebbe chiedere al paziente quanto segue:

  • Sintomi: se ha riscontrato anomalie come secrezioni dal pene o dalla vagina, dolore durante i rapporti sessuali, durante la minzione o linee di febbre.
  • Attività sessuale: se ha avuto rapporti non protetti con una persona infetta, se ha un nuovo partner sessuale o più di uno.
  • Storia clinica: se ha avuto infezioni sessualmente trasmissibili in passato o se ha una storia di altre malattie a trasmissione sessuale.
  • Gravidanza: alle donne il medico potrebbe chiedere se sono incinte o se stanno pianificando una gravidanza.

Esame obiettivo

L’esame obiettivo dipende dal sesso del paziente e dal tipo di sintomi che presenta. In particolare:

  • Per le donne: viene eseguito un esame pelvico, in cui il medico valuta l’utero, le ovaie e la vagina della paziente. Possono essere presenti segni di infezione come secrezioni anomale o gonfiore. Il medico potrebbe anche prelevare un campione di muco cervicale per un test di laboratorio.
  • Per gli uomini: si effettua un esame genitale, durante il quale il medico esamina il pene e lo scroto per eventuali sintomi come secrezioni anomale o gonfiore. Anche in questo caso potrebbe prelevare un campione di muco uretrale per farlo analizzare.
  • Esame oculare: si potrebbero osservare gli occhi per valutare eventuale rossore o secrezioni.
  • Esame della gola: il medico potrebbe esaminare la gola per rilevare eventuali gonfiore o arrossamento.

Esami diagnostici

Gli esami diagnostici sono generalmente semplici e non invasivi. Ecco i più comuni:

  • Test delle urine: è uno dei metodi più comuni per diagnosticare la clamidia. Il paziente fornisce un campione di urina che viene analizzato per rilevare la presenza del batterio responsabile.
  • Tampone vaginale o cervicale: per le donne, viene prelevato un campione dalla cervice o dalla vagina.
  • Tampone uretrale: per gli uomini, si preleva un campione dall’uretra.
  • Tampone rettale: se c’è il sospetto di infezione rettale dopo rapporti sessuali anali.
  • Tampone faringeo: se l’infezione potrebbe essere localizzata nella gola a causa di rapporti orali.
  • Test di amplificazione degli acidi nucleici: è il metodo più sensibile e utilizzato per rilevare il DNA del batterio Chlamydia trachomatis. Può essere effettuato sia su campioni di urina che su tamponi.
  • Test sierologici (meno comuni): in casi particolari può essere eseguito un esame del sangue per cercare gli anticorpi contro il batterio.

 

Diagnosi differenziale della clamidia

La diagnosi differenziale si riferisce al processo di esclusione di altre malattie o condizioni che possono presentare sintomi simili, come:

  • Gonorrea: è un’infezione sessualmente trasmissibile causata dal batterio Neisseria gonorrhoeae. I sintomi comprendono secrezione anomala, dolore alla minzione e durante i rapporti sessuali.
  • Vaginosi batterica: è una condizione in cui i batteri nel tratto genitale femminile diventano squilibrati. I sintomi possono includere secrezioni anomale, odore sgradevole e prurito, che possono essere confusi con quelli della clamidia.
  • Tricomoniasi: è un’altra infezione a trasmissione sessuale, causata dal parassita Trichomonas vaginalis. I sintomi sono secrezioni anomale, prurito e dolore durante i rapporti sessuali.
  • Vulvovaginite da Candida: è una infezione fungina comune nelle donne, che causa secrezioni anomale, prurito e dolore durante i rapporti.
  • Infezioni urinarie: possono manifestarsi dolore durante la minzione e necessità frequente di urinare.
  • Prostatite: è un’infiammazione della ghiandola prostatica negli uomini che può provocare bisogno frequente di urinare, dolore pelvico e durante la minzione, come la clamidia.

 

Trattamenti per la clamidia

La terapia prevede l’uso di antibiotici per eliminare l’infezione. I più comunemente utilizzati sono i macrolidi e le tetracicline, ma la scelta del farmaco dipende dalle esigenze individuali del paziente e dalle raccomandazioni del medico.

Ecco alcune opzioni di trattamento per la clamidia:

  • Azitromicina: questo antibiotico macrolide è un’opzione popolare, poiché viene somministrato in una singola dose orale e ha pochi effetti collaterali. Tuttavia non è raccomandato per le donne in gravidanza.
  • Doxiciclina: è un antibiotico tetraciclina somministrato per via orale per un periodo di 7-10 giorni. È una scelta efficace e conveniente, ma può causare effetti collaterali come nausea e fotosensibilità.
  • Eritromicina:  è un antibiotico macrolide che viene somministrato per via orale o per via topica. È spesso utilizzato come alternativa all’azitromicina se il paziente ha una reazione allergica a questo farmaco.
  • Levofloxacina: è un antibiotico fluorochinolone somministrato per via orale, ma viene generalmente utilizzato solo se le altre terapie sono inefficaci o non sono raccomandate.

 

Prevenzione della clamidia

La prevenzione si concentra sulla riduzione del rischio di trasmissione dell’infezione da persona a persona. Ecco alcuni consigli al riguardo:

  • Utilizzare il preservativo ed evitare rapporti non protetti può ridurre significativamente il rischio di contrarre e diffondere la clamidia e altre infezioni sessualmente trasmissibili.
  • Sottoporsi regolarmente a controlli diagnostici può aiutare a rilevare precocemente l’infezione e prevenire i contagi.
  • Se si sospetta di aver contratto la malattia o un’altra infezione sessualmente trasmissibile, è importante sottoporsi a un test diagnostico e ricevere il trattamento appropriato il prima possibile.

 

Clamidia: cosa ricordare

La clamidia è un’infezione sessualmente trasmissibile comune e spesso asintomatica, che può portare a complicanze a lungo termine come l’infertilità. Tuttavia, se diagnosticata e gestita in tempo, può essere facilmente curata con antibiotici.

La prevenzione si concentra sulla riduzione del rischio di trasmissione attraverso l’uso del preservativo, la limitazione del numero di partner sessuali, i controlli diagnostici regolari e la terapia adeguata se necessario.

È importante ricordare che la diagnosi precoce e il trattamento tempestivo sono fondamentali per prevenire conseguenze e ridurre il rischio di diffusione dell’infezione.