Durante la recente epidemia di Coronavirus abbiamo assistito ad un enorme aumento della quantità di fake news nella rete, diffuse con i video o i post di Facebook e le condivisioni di Whatsapp.
C’è sempre stato un dibattito riguardo i metodi più opportuni per contrastare e combattere le fake news. A mio parere ci sono tre tipi di risposte messe in atto da parte degli Stati, delle istituzioni e degli scienziati. Vediamo di analizzarle una per una, ciascuna con i suoi pro e i suoi contro.
Strategia n*1: Puntare tutto sui siti istituzionali
Una prima strategia di contrasto alle fake news è quella di suggerire alla popolazione, in modo più o meno pressante, di informarsi unicamente presso i siti istituzionali, cioè quelli riconosciuti dal governo, come per esempio Istituto Superiore di Sanità, Ministero della salute, etc.
Nel nostro paese questa strategia viene adottata in forma blanda e non aggressiva come accade in altri più restrittivi, in cui è consentita soltanto l’informazione ufficiale governativa.
Questa strategia è piuttosto “comoda” per le istituzioni, perché non le mette in competizione con altri siti che offrono un’informazione indipendente e potenzialmente altrettanto o più interessante o aggiornata del sito istituzionale. Inoltre non si occupa del problema delle fake news, si limita a ignorarlo, arrogando a sé l’autorevolezza dell’informazione, soltanto per il luogo dov’è pubblicata o per la notorietà e il ruolo di chi la fornisce, ma di per sé non è garanzia di un’informazione corretta. Le informazioni su argomenti nuovi ed in continua evoluzione, come il Coronavirus, facilmente si prestano ad errori, ed occorre molta prudenza nelle comunicazioni, anche da parte degli organi istituzionali. Infatti abbiamo assistito a fake news provenienti dalle stesse istituzioni!
Cosa accade poi se sono le stesse istituzioni a scrivere delle fake news?
Vi sembra assurdo? Mica tanto! Partiamo pure dagli innumerevoli inviti a minimizzare l’epidemia come una “semplice influenza”, che abbiamo letto tutti nel web, da parte della maggior parte delle istituzioni, per arrivare fake news “involontarie” come quelle qui di seguito:
- “evitare l’ibuprofene”,
- “morti CON Coronavirus” e
- “lo strano caso della Germania”
Istituzioni e fake news n*1: il problema dell’ibuprofene
Nella trappola delle fake news è caduto il ministro della salute francese. Oliver Veran ha aperto le danze dichiarando che i cittadini francesi dovevano evitare di assumere antiinfiammatori, specialmente ibuprofene, perchè potrebbero determinare un fattore di aggravamento dell’infezione.
A ruota l’hanno seguito altre fonti istituzionali. L’ultimo della serie è stato nientemeno il portavoce dell’OMS a ribadire di non usare ibuprofene con il Coronavirus. Ebbene? Niente di più falso! Nessuno studio scientifico indica che l’ibuprofene possa essere implicato in un peggioramento dell’infezione da Coronavirus. Le smentite ufficiali sono giunte da una nota dell’OMS stessa:
E, in un secondo tempo, dall’Agenzia Europea del Farmaco, con una propria nota ufficiale. (1)
Trovate il nostro articolo con l’approfondimento all’intera vicenda:
Quando l’istituzione crea la fake news n*2: Morti “CON” Coronavirus
Anche la protezione civile è finita dentro la spirale involuta della notizia fuorviante. La conferenza stampa del dott. Borrelli, riguardante i morti “per” o “con” il Coronavirus, ne è stata l’esempio più lampante:
Quando l’istituzione crea la fake news n*3: lo strano caso della Germania
Altro tipo di fake news istituzionale è il caso-Germania. Qui non possiamo riferire con certezza che i dati forniti dal governo tedesco siano falsi, tuttavia ciò che risulta incredibile è che per quanto la Germania possieda 28.000 posti letto in terapia intensiva e abbia iniziato la costruzione di un ospedale dedicato a Berlino, pare non usare per il Coronavirus nessuno dei 28.000 posti letto disponibili ma avere soltanto decessi senza passare dalla fase critica.
Strategia n*2: Fare la voce grossa
Un’altra strategia per combattere le fake news consiste nell’affermare l’autorevolezza o l’autorità dell’autore. Un esempio classico in tal senso lo costituisce il prof. Burioni, che ricorda sistematicamente il suo ruolo e sfida gli autori delle fake news a recarsi da lui al San Raffaele per fare una verifica in terapia intensiva.
A nostro parere questa forma di lotta alle fake news al di là di far luce a chi le combatte, non è in grado di consentire alle persone di discriminare, perché si basa unicamente sulla forza mediatica e di autorevolezza dell’autore in sé.
Strategia n*3: Coinvolgere le persone
Un terzo livello di intervento nei confronti delle fake news è costituito dall’educazione e coinvolgimento sociale. A nostro parere è il livello di intervento più difficile ed impegnativo ma più efficace a lungo termine. La soluzione ultima per combattere il dilagare di fake news e notizie scorrette è insegnare alle persone come riconoscerle e come smascherarle.
Noi di Med4Care abbiamo scelto questa strada, in alternativa alla strategia n*2, perché siamo convinti che fornire uno stillicidio di informazioni corrette e gli strumenti per comprendere quali sono scorrette sia la soluzione ultima al problema. Del resto, la stessa fruizione di contenuti nel web da parte di tutti è una conquista recente, che richiede tempo per essere compresa e digerita a fondo.
Forniamo qui il Vademecum del cacciatore di fake news, una sorta di guida per chi vuol capire come orientarsi e come difendersi dagli errori.
Siamo consapevoli che la terza è una strada lunga e da molti non condivisa. Ma per una democrazia parlamentare a nostro parere è l’unica via percorribile.
Dott. Marco De Nardin
Bibliografia:
- (1) http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioNotizieNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=4264
- (2) https://notizie.tiscali.it/esteri/articoli/coronavirus-francia-se-avete-sintomi-non-prendete-ibuprofene-00001/
- (3) https://www.ilgiornale.it/news/mondo/coronavirus-oms-no-all-ibuprofene-se-si-sospetta-contagio-1842398.html
Per approfondire: