Questo pomeriggio in ambulatorio ho avuto l’occasione di parlare con due signori cinesi. Lei è titolare di 3 ristoranti giapponesi, lui, che deve affrontare un banale intervento chirurgico, è un suo dipendente.
Da oggi in ambulatorio rispettiamo le normative per cui saluto di cortesia ma niente stretta di mano, lavaggio delle mani obbligatorio per i pazienti prima e dopo il colloquio.
Entrano indossando entrambi le mascherine chirurgiche e si meravigliano che nessuno in ospedale le porti: nè il personale sanitario nè il pubblico. Ce ne chiedono ragione. Noi spieghiamo che hanno un valore relativo per diffondere il contagio. Loro concordano, ma sostengono che comunque è meglio proteggersi un po’ che non proteggersi affatto; a quel punto entriamo in dialogo, ed essendo gli ultimi della lunga lista ci soffermiamo a farci raccontare quale sia stata e sia attualmente la situazione in Cina.
La signora, titolare del ristorante, ci spiega che alla prima notizia dell’arrivo dell’epidemia in Italia, loro si sono affrettati a chiudere tutto. Per evitare di farsi contagiare dai clienti. Perchè a casa hanno bambini e anziani che non vogliono esporre al contagio. Perchè loro sanno cosa significa questa malattia, dato che sono in contatto con parenti e amici in Cina.
Ci hanno raccontato di come la Cina è riuscita a limitare il contagio e di come finalmente ora stanno piano piano ripartendo: le norme restrittive sono state applicate in tutta la Cina e non soltanto a Wuhan, epicentro del contagio.
La prima cosa che è stata decisa, quando si è visto che la situazione era grave, è che tutti dovevano OBBLIGATORIAMENTE STARE IN CASA, NESSUNO ESCLUSO. C’era la possibilità di fare uscire una persona soltanto, due volte alla settimana, con un permesso speciale, per andare a rifornirsi al supermercato.
La seconda cosa che è stata decisa, conseguente alla precedente, è stato il blocco totale di tutte le spese della popolazione: zero affitti, zero mutui, ZERO. D’altronde, se chiedi a tutti di restare in casa, devi anche permettergli di farlo.
Risultato: loro, passata la burrasca, hanno ancora i bambini a casa che fanno le lezioni online e stanno cominciando a vedere il sole dietro le nuvole, sperando in un futuro più roseo e intravvedono un possibile ritorno alla normalità . Stanno riaprendo pian piano le fabbriche. Devono ancora tutti indossare le mascherine, pena l’arresto.
Mentre la Cina si risolleva pian piano e mentre i due signori se ne stanno chiusi nel ristorante in auto-quarantena, aspettando che anche noi ci adeguiamo all’unica soluzione possibile per debellare il contagio, ci guardano perplessi, non riuscendo a capire come noi possiamo mettere i pericoli dell’economia ed il denaro davanti alla salute dei nostri cari.
Per quanto possa essere discutibile la loro forma di governo, mi hanno lasciato senza parole per la lezione di civiltà .
Chapeau.
Dott. Marco De Nardin