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Come minimizzare la mortalità di un’epidemia?

Le malattie infettive sono e rimarranno sempre una costante minaccia per la salute dell’umanità. Attualmente l’epidemia di COVID-19 si sta espandendo in tutto il mondo ed è cruciale riuscire a minimizzare la sua mortalità e il suo forte impatto.

Per tenere sotto controllo l’espansione di una malattia infettiva, quando ancora non sono disponibili vaccini o terapie efficaci, le misure di contenimento sociale sono di fondamentale importanza.

Se però le misure di contenimento adottate per contrastare l’epidemia di Coronavirus non dovessero risultare efficaci, quale potrebbe essere un altro approccio vincente?

Questo recente studio (1) ci dà qualche indicazione utile. 

 

Cosa possiamo aspettarci dalle misure di contenimento?

Le misure di contenimento, sostanzialmente, possono portare a due diversi risultati:

  • L’estinzione del virus. È quello che ci auguriamo tutti, e si ottiene quando le misure attivate sono applicate velocemente e sono estremamente restrittive e severe. Purtroppo non è quello che sta accadendo con il COVID-19 (non a caso l’OMS ha dichiarato la pandemia).
  • Rallentamento della diffusione del virus. Ciò permette una minimizzazione dei casi e l’evitamento del collasso dei sistemi sanitari dei Paesi colpiti. Le misure adottate dovrebbero quindi rimanere in vigore fino all’arrivo di vaccini o terapie. 

 

Se le misure non portano ai risultati sperati, cosa si può fare?

Se le misure di contenimento non dovessero risultare efficaci o sostenibili nel lungo periodo, che alternative avremmo? Nello studio citato (1) viene proposto di applicare le misure di contenimento solo a certe fasce della popolazione, in particolare a quelle più deboli. Ovviamente questo può essere fattibile solo se gli individui, una volta infettati dal virus, ne acquisiscano poi l’immunità. 

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L’obiettivo quindi diventa: rallentare il diffondersi dell’epidemia in modo che la curva degli infetti cresca meno rapidamente (per non sovraccaricare il sistema sanitario) e, allo stesso tempo, diminuire il numero degli individui suscettibili fino al raggiungimento dell’immunità di gregge

Il focus di questo studio non è evitare la crescita del numero totale di infezioni ma è quello di evitare, il più possibile, la crescita del numero di morti, e quindi di minimizzare la mortalità dell’epidemia.

Fino ad ora, nel caso del COVID-19, pare che i bambini abbiano una morbilità e una mortalità inferiore rispetto agli anziani. Pertanto, se l’obiettivo è quello di ridurre la mortalità e raggiungere il numero minimo di infezioni necessarie per l’immunità di gregge, allora le misure adottate dovrebbero proteggere gli anziani e far sì che l’immunità si raggiunga tramite una disproporzione dei casi di infezione tra le varie fasce della popolazione (quindi fare in modo che si infetti la fascia di popolazione più “a basso rischio”, ovvero i bambini).

 

Confronto fra diversi scenari

Nella figura che segue sono rappresentati 5 diversi scenari.

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  • Lo scenario 1 rappresenta la situazione in cui non vengono prese misure di contenimento e quindi si infetta il massimo numero di persone possibile (e non si evitano morti).
  • Lo scenario 2 rappresenta la situazione in cui vengono adottate misure per proteggere ogni fascia della popolazione. Quello che può accadere è che inizialmente si riesca a contenere l’epidemia, e quindi a ridurre la mortalità, ma che poi, una volta che le misure vengono abbandonate, si rischi un’epidemia di ritorno. Ciò porterebbe a un numero di suscettibili circa pari a quello della scenario 1 e inoltre, nel lungo periodo, non si eviterebbero molte morti.
  • Gli scenari 3-5 rappresentano la situazione in cui le misure sono mirate a proteggere, rispettivamente, i bambini, gli adulti e gli anziani. Tutti questi scenari portano a un maggior numero di morti evitate rispetto allo scenario 2. In particolare, lo scenario 5, quello che protegge gli anziani, è da preferire perché è quello che maggiormente minimizza la mortalità.

 

Nota: Il modello serva a rappresentare concettualmente l’idea, non riflette specifiche quantità reali.

 

Conclusione

Nello studio viene comunque specificato che c’è ancora molta incertezza riguardo all’impatto che stanno avendo le misure adottate per contrastare l’epidemia di COVID-19. Tuttavia, la velocità di diffusione del virus e, allo stesso tempo, la capacità di alcuni paesi (ad esempio Cina, Singapore e Corea del Sud) di abbattere il numero di casi di infezione, suggerisce che è ancora opportuno adottare il massimo delle restrizioni possibili.

Una volta che la situazione a livello mondiale si stabilizzerà, sarà più semplice capire se sarà possibile, o meno, contenere il virus. In caso negativo allora le misure adottate non saranno in grado di prevenire un’epidemia di ritorno e quindi, per minimizzare la mortalità, sarà necessario “forzare” la diffusione dell’epidemia verso i soggetti meno a rischio. Contro ogni previsione, le scuole dovrebbero riaprire prima di ogni altra attività. 

 

Med4Care Marco De Nardin

Dott. Marco De Nardin

 

Fonti:
(1) If containment is not possible, how do we minimize mortality for COVID-19 and other emerging infectious disease outbreaks?
Andreas HandelJoel MillerYang GeIsaac Chun-Hai Fung;