La domanda nasce da una fake-news, una bufala, che circola nel web e che abbiamo analizzato e demolito punto per punto in un articolo dedicato:
Ci chiediamo ora, al di là della bufala che parla di TBC ed altre amenità che potrebbero proteggere gli extracomunitari dal Coronavirus: è possibile che siano davvero pochi nelle terapie intensive italiane, e, nel caso, come mai? In effetti la domanda è realistica, anche un mio collega mi ha chiesto l’altro giorno: “Marco in terapia intensiva da mia moglie ci sono 28 malati e neanche uno è straniero, sarà mica un caso?”
Per rispondere a questa domanda ci sono due opzioni. La prima opzione consiste nel vedere quanti extracomunitari ci sono in una singola terapia intensiva o in un singolo ospedale, come ha fatto Burioni, dicendo: “venite qui da me al San Raffaele a Milano a vedere quanti ce ne sono!”
Una strada alternativa è calcolare in base alle statistiche quanti dovrebbero essere gli extracomunitari attesi nelle terapie intensive, per vedere se in effetti il numero probabile sia davvero esiguo o meno.
Quanti sono gli extracomunitari infettati dal Coronavirus?
Siamo andati a cercare quanti sono gli extracomunitari in Lombardia, suddividendoli per classe d’età (1).
La percentuale di stranieri residenti in Lombardia è l’11,7% (1). Al 23 marzo le persone che sono state infettate in Lombardia sono 28759, secondo i dati forniti dall’ISS nell’appendice al bollettino di sorveglianza intregrata COVID-19 (2).
A grandi linee, tenendo conto che tra gli stranieri la distribuzione per fasce d’età è diversa da quella italiana, e quindi più concentrata nelle fasce più giovani, ci aspettiamo che circa 2000 stranieri possano essersi infettati. Per visualizzare questa diversa concentrazione osserviamo i seguenti istogrammi che rappresentano, rispettivamente, la distribuzione degli stranieri in Lombardia e la distribuzione della popolazione italiana in generale. È evidente la maggiore concentrazione della popolazione italiana nelle fasce più anziane, nelle quali, come vedremo fra poco, è più alta la probabilità di infettarsi o, perlomeno, di essere “conteggiati” in quanto tali (probabilmente perché le fasce meno giovani sviluppano sintomi più visibili e più severi).
Qualche stima più precisa
Ora facciamo i conti passo per passo.
Dopo aver suddiviso i cittadini stranieri per fasce d’età (1) vorremmo calcolare quanti sono i probabili infetti per ogni fascia d’età.
Utilizzando i dati italiani al 23 marzo, calcoliamo la probabilità che un individuo, appartenente a una certa classe, si infetti (3).
Tuttavia, la probabilità che un individuo che si trova in Lombardia sia stato infettato è più alta che nel resto d’Italia. Vediamo di quanto. Calcolando il rapporto tra gli infetti in Italia e il totale della popolazione italiana otteniamo una probabilità di circa lo 0,1% (significa che 1 persona su 1000 è stata infettata). Facendo lo stesso conto con i dati della Lombardia, quindi il rapporto tra infetti e totale della popolazione lombarda, si ottiene una probabilità dello 0,29% (quindi circa 1 persona su 340). Quindi la probabilità che un lombardo sia stato infettato è circa 3 volte più grande della probabilità che un italiano sia stato infettato.
Nota: se fossero disponibili i dati della Lombardia suddivisi per fasce d’età il passaggio sopra si potrebbe evitare e si avrebbero stime ancora più precise.
Ora possiamo calcolare i probabili infetti stranieri usando la probabilità italiana per fasce d’età e moltiplicandola per 2,9.
Otteniamo che il totale di infetti stranieri è 2105. Per non appesantire la lettura, abbiamo inserito i dati in un’unica tabella riassuntiva in fondo all’articolo.
Ecco l’istogramma della relativa distribuzione.
Per calcolare i possibili decessi usiamo i tassi di letalità resi disponibili dall’ISS (3). Otteniamo un totale di 53 decessi.
Di seguito l’istogramma della distribuzione dei decessi.
Per i possibili critici calcoliamo il 4,6% degli infetti (3) e otteniamo un totale di 97 critici.
Nota: questo dato potrebbe essere migliorato se conoscessimo la distribuzione dei casi critici per fasce d’età. Assumendo che i casi critici si concentrino di più nelle fasce più anziane, probabilmente il numero di critici stranieri è minore di quanto appena stimato.
Conclusione
Raccogliamo i dati e le stime in una tabella riassuntiva.
STIMA DELLA DISTRIBUZIONE DI INFETTI STRANIERI IN LOMBARDIA
Per rispondere alla domanda iniziale, allora è vero che il Coronavirus risparmia gli extracomunitari? La risposta è: li colpisce tanto quanto gli italiani, ma siccome loro sono mediamente più giovani li colpisce in modo molto più leggero. Quindi è vero che ci sono meno extracomunitari infetti in proporzione rispetto agli italiani. Perchè gli stranieri sono mediamente più giovani e quindi le loro condizioni sono mediamente meno critiche.
Di quanto è all’incirca questa proporzione? In Lombardia abbiamo stimato 97 casi su circa 1100 critici totali, quindi 8%, rispetto all’11,3% nella popolazione. Quindi in proporzione gli extracomunitari si ammalano meno degli italiani del 25% per la loro minore età media. Significa che c’è 1 paziente extracomunitario ogni 12,5 italiani.
Quindi se abbiamo la percezione che gli extracomunitari non si infettino è perché i probabili infetti sono relativamente pochi, e ancor meno lo sono i probabili critici, sicuramente non per qualche complotto contro il popolo italiano.
Dott. Marco De Nardin
Samanta Zagani
Fonti:
(1) https://www.tuttitalia.it/lombardia/statistiche/cittadini-stranieri-2019/