Desecretati i verbali del Comitato tecnico-scientifico durante l’emergenza Covid-19
È notizia di oggi che i verbali redatti dal comitato tecnico-scientifico, alla base delle scelte del governo durante la prima fase dell’epidemia di Covid-19, saranno resi pubblici e non più secretati.
Riassumiamo la vicenda
Lo stato di emergenza e l’istituzione del Comitato tecnico-scientifico
Il 31 gennaio 2020 il governo decretava lo stato di emergenza nazionale per il Coronavirus. Il successivo 5 febbraio nominava il Comitato tecnico-scientifico che avrebbe dovuto svolgere l’attività di consulenza e sulle cui indicazioni il governo avrebbe poi preso le successive decisioni durante l’emergenza.
Verso la seconda metà del mese di febbraio faceva la sua comparsa in Italia l’epidemia da Covid-19. È della sera del 23 febbraio la prima decisione del governo di creare delle zone rosse per fronteggiare quella che si sarebbe poi trasformata nella pandemia che tutti conosciamo. Quella sera stessa scrivevamo il nostro articolo sui motivi per cui era necessario rimanere tutti a casa.
Le decisioni del governo prese sulla base dei verbali del comitato tecnico-scientifico
Il comitato tecnico-scientifico, nel momento della massima emergenza, elaborava dei documenti nei quali dava delle indicazioni. Parliamo del 28 febbraio, 1 marzo, 7 marzo, 30 marzo e 9 aprile. È proprio sulla base di questi verbali che il governo prendeva le drastiche decisioni riguardanti il lockdown e la gestione dell’epidemia Covid-19 in generale. Tali verbali risultavano espressamente citati nei decreti della Presidenza del Consiglio dei ministri durante l’emergenza.
Credo che tutti noi abbiamo fin qui dato per scontato che questi verbali fossero pubblici e consultabili da chiunque, dal momento che sono stati all’origine delle difficili e drammatiche decisioni che tante difficoltà economiche hanno causato al nostro paese.
La decisione del governo: secretazione dei verbali del Comitato tecnico-scientifico
In realtà nell’aprile scorso la onlus “Fondazione Luigi Einaudi” ha chiesto di poter consultare i verbali del comitato tecnico-scientifico,
“al fine di consentire agli italiani di conoscere le vere motivazioni per le quali, durante l’epidemia da Covid-19 sono stati costretti in casa, anche in quelle regioni o in quei territori dove non si sono registrati casi di infezione”.
Con grande sorpresa di tutti vi è stata una risposta negativa da parte delle istituzioni.
La battaglia legale sulla secretazione dei verbali del comitato tecnico-scientifico
Per questo motivo gli avvocati della Fondazione Luigi Einaudi hanno presentato il 26 maggio scorso un ricorso al TAR, tribunale amministrativo regionale. Il TAR si è espresso, con verdetto del 22 luglio, in senso positivo, ovvero obbligando il governo a produrre e desecretare la documentazione.
Il governo allora presentava ricorso contro la decisione del TAR, il 28 luglio, ritenendo il segreto necessario per “per tutelare la sicurezza e l’ordine pubblico”. Secondo il governo quella del TAR sembrava una “pronuncia di superficie“; non era stata “compresa a fondo la complessità e l’assoluta novità della questione” e l’ostensione dei verbali del comitato tecnico-scientifico poteva provocare un “danno concreto all’ordine pubblico e la sicurezza“. Inoltre l’avvocato dello Stato Salvatore Faraci ha chiesto la sospensione del verdetto del TAR perché altrimenti ci sarebbe stata una “lesione irreparabile e non sanabile della posizione giuridica dell’Amministrazione”.
È intervenuto pertanto sulla vicenda il Consiglio di Stato, il 31 luglio, rimandando il tutto alle decisioni di un collegio. Secondo il giudice del Consiglio di Stato i verbali “sono caratterizzati da assoluta eccezionalità, e auspicabilmente, e unicità; non si comprende, proprio per la assoluta eccezionalità di tali atti perché debbano essere inclusi nel novero di quelli sottratti alla generale regola di trasparenza e conoscibilità da parte dei cittadini, giacché la recente normativa – ribattezzata freedom of information act sul modello americano – prevede come regola l’accesso civico”
In sostanza il Consiglio di Stato riteneva proprio che l’elevata eccezionalità degli eventi accaduti e delle decisioni intraprese dal governo sulla base dei verbali in questione meritassero che i verbali stessi siano di pubblica consultazione.
La decisione finale del governo
La vicenda è diventata delicatissima. A sorpresa, nella serata del 5 agosto, il governo ha annunciato di accettare di rendere pubblici i verbali. Forse per districare finalmente la matassa, forse per evitare una probabile sconfitta e un danno di immagine. La Fondazione Luigi Einaudi li dovrebbe ricevere in serata e pubblicare e nella giornata del 6/08/2020.
Siamo molto curiosi di poter a breve leggere e commentare le indicazioni presenti nei verbali del comitato tecnico-scientifico. Perché è proprio da tali documenti che nei mesi passati sono emerse le difficili decisioni che tutti abbiamo sperimentato.
Ecco i verbali pubblicati in data 6 agosto 2020: