In questo articolo affrontiamo il tema di quale sarà il futuro della professione di medico, con particolare riferimento all’attività ambulatoriale, per via dell’epidemia di Covid-19.
Le riflessioni qui di seguito sono frutto di un intervento tenuto nel corso dell’evento “COVID-19 for Ophthalmologist: present and future perspective” del 14 aprile 2020, primo evento-convegno online organizzato da Med4Care e moderato dal Dott. Marco Tavolato.
A sinistra il Dott. Tavolato, a destra il Dott. Galan
Covid-19: quale sarà il futuro della professione di medico? La situazione attuale
La situazione attuale dovuta all’epidemia di Covid-19 desta una certa preoccupazione all’interno dell’ambito sanitario riguardo i cambiamenti che determineranno l’evoluzione della professione di medico nelle prossime settimane.
La sfida costituita dal virus ci induce a ipotizzare già delle soluzioni per l’esecuzione delle prestazioni ambulatoriali, non appena sarà consentita la ripresa delle attività non urgenti.
Nell’ambito di una certa preoccupazione generale si intravvedono comunque elementi positivi di riflessione che nascono da questa emergenza. Ci riferiamo soprattutto alla necessità che alcune norme, già presenti sulla carta, ma di fatto disattese, ora siano correttamente applicate. Due esempi su tutti: il lavaggio delle mani tra una visita e l’altra e la disinfezione degli strumenti tra una visita e l’altra. Queste buone pratiche erano note sin dai tempi antichi, però ce le stavamo dimenticando.
Osserviamo ora quali sono le norme di comportamento che già stiamo attuando nei nostri reparti, per poi vedere cosa ci aspetterà in un futuro prossimo.
Presente e immediato futuro
Norme igieniche generali
Occorre mettere in atto delle norme igieniche generali che ci suggerisce il ministero e che abbiamo già tutti iniziato ad applicare. Le riportiamo in tabella per brevità.
Fra tutte ci soffermiamo in particolare sull’ultimo punto, il dilazionamento e la riduzione del numero delle visite. Dobbiamo farlo. Ciò che va evitato in modo assoluto è l’accalcamento, l’aggregamento di troppe persone.
All’entrata del reparto
Vediamo ora nel dettaglio cosa dovrebbe venire implementato all’entrata di un reparto.
- L’ingresso al reparto deve essere sorvegliato sia in entrata che in uscita. Occorre del personale dedicato che si occupi della sorveglianza e che faccia entrare le persone un po’ alla volta e che svolga i controlli.
- Gli accompagnatori devono essere ridotti, vanno fatti attendere in atrio, in giardino, fuori dalla struttura, oppure in una struttura dedicata dove possano rimanere a distanza di sicurezza gli uni dagli altri.
- All’inizio della visita il paziente va inquadrato nel suo insieme e nel suo stato di salute generale, con la valutazione della temperatura corporea con gli strumenti dedicati per la misura auricolare o sulla fronte.
- Gli si fa disinfettare le mani con un gel presente all’entrata e gli si consegnano guanti e mascherina. Io personalmente l’ho trovato utilissimo, è una cosa veramente intelligente che voglio portare avanti nella mia pratica clinica d’ora in avanti.
- Se il paziente è positivo per febbre o sintomi gli si danno le istruzioni relative e lo si rimanda a casa.
In sala d’attesa
Quando il paziente giunge in sala d’attesa, l’ambiente deve essere adeguato alle nuove norme di distanza e di conseguenza occorre che vi sia un posizionamento delle seggiole opportuno, con un accesso limitato.
Negli spazi diagnostici ci va solo il paziente. Non entrano gli accompagnatori a meno che naturalmente questo non sia indispensabile per motivi ben documentati.
La visita
- Durante la visita occorre rispettare i tempi di arrivo e di visita. In modo più preciso che in precedenza. Sia per i medici che per i pazienti. Sottolineo la parte riguardante i pazienti perchè spesso capita di avere un paziente prenotato per un certo orario che arriva con grande anticipo. Fino ad ora questo comportamento era ben tollerato ma non potremmo più permettere che un paziente soggiorni per qualche tempo davanti al nostro ambulatorio.
- Si deve prevedere, insieme alle direzioni sanitarie, un allungamento dei tempi di visita.
- Per quanto possa risultare spiacevole dover rinunciare all’empatia, occorre evitare i contatti diretti con il paziente, per cui evitare la stretta di mano o l’abbraccio per i pazienti più affezionati.
- L‘accesso all’ambulatorio senza accompagnatori dovrà diventare un’abitudine: tranne casi eccezionali essi dovranno rimanere fuori dalla sala di visita.
- Medici e pazienti dovranno usare occhiali protettivi e guanti, per quanto questo possa ostacolare, soprattutto ad un primo momento, le operazioni diagnostiche e dell’esecuzione dell’esame obiettivo.
- Disinfettare le mani, gli strumenti, areare l’ambiente.
Durante la visita sarà opportuno adottare degli accorgimenti specifici per ogni singola attività. Negli ambulatori di oculistica di cui mi occupo cercheremo di mettere in atto queste specifiche attenzioni:
- Evitare i contatti da parte del personale medico e da parte del paziente con la strumentazione, mediante pellicole di protezione monouso.
- Adozione e utilizzo di uno schermo protettivo. Sono tutti strumenti già a disposizione, ma raramente in uso per velocizzare le attività di visita.
- Impiego assoluto, tassativo, di materiali monouso rispetto ai materiali disinfettabili e riutilizzabili.
Aspetti futuri
Quale sarà il futuro della professione di medico? E’ evidente che mettere in atto tutte le procedure che abbiamo discusso ridurrà la quantità di prestazioni erogabili. Cambierà certamente il rapporto medico-paziente e si dovrà ridurre l’alto volume di pazienti che afferisce alla nostra struttura perché il grande afflusso di pazienti costituisce il rischio principale.
Lo staff medico ed infermieristico andrà riorganizzato e ci si devono attendere dei cali lavorativi. Questo accadrà maggiormente per i medici che lavorano nel settore privato. Alcune patologie subiranno delle riduzioni maggiori di attività rispetto ad altre.
In un futuro prossimo si potrà utilizzare e si dovrà utilizzare sempre più frequentemente la telemedicina.
La riduzione del numero possibile di attività, visite, esami da svolgere quotidianamente di certo avrà un impatto nella quantità di esami che si potranno richiedere, occorrerà limitare la richiesta di esami specialistici, (campi visivi, OCT, ultrasuoni, ecografie…). Ma bisognerà ridurre anche il numero di visite di controllo. Dovremo suggerire al paziente di controllarsi con una frequenza minore di quella attuale. Valutando con grande attenzione il rapporto rischio beneficio riguardo alla frequenza di visita.
La vera sfida consisterà nel cercare di eliminare quelle visite INUTILI, circa il 60-70%, che noi facciamo continuamente. Dovremmo cercare di collaborare tutti, pazienti, medici di base e specialisti per evitare che vengano svolte tutta una serie di visite che potrebbero essere evitate perchè non indicate. Solo così la qualità totale delle prestazioni rimarrà invariata e passeremo da un lavoro di quantità ad un lavoro di maggiore qualità.
Con un piccolo sorriso vorrei infine concludere il mio intervento con quello che sarà l’aspetto che noi avremo una volta presi in essere tutti questi provvedimenti. Ecco, io dovrò visitare così!
Tenuto conto che tutto sommato la trasmissione per via congiuntivale è a basso rischio e rara e quindi forse in futuro questa potrò togliermela e usare magari con la stessa accortezza degli occhiali da vista!
Dott. Alessandro Galan
direttore Unità operativa complessa di Oculistica di Padova
Cliccate sull’immagine di seguito per il video dell’intervento: “Covid-19: quale sarà il futuro della professione di medico?”