Covid-19, riapertura scuole: a che punto siamo
Covid-19: Il problema della riapertura delle scuole
Quando nell’ormai lontano febbraio 2020 si iniziò la chiusura sistematica per il paese le scuole per prime hanno chiuso, nella speranza di riaprire in autunno con l’inizio del nuovo anno scolastico.
Certo è essenziale garantire l’istruzione a ben 8 milioni di bambini e ragazzi, educati da 2 miloni di insegnanti. Del resto non è più possibile permettersi i danni psicologici culturali ad un’intera generazione che un’ulteriore serrata prolungata riserverebbe.
Come ottenere il distanziamento all’interno delle aule
Come garantire contemporaneamente dunque il diritto all’istruzione e quello alla salute?
Sin dall’inizio emergenza è apparso evidente che sarebbe stato necessario garantire anche a scuola il distanziamento sociale per poterla riaprire, modificando le distanze tra gli studenti, la logistica delle aule, la struttura dei banchi.
Scuola a turni
Si è ventilata l’ipotesi di fare lezione a turni, riducendo perciò il numero degli studenti presenti in aula contemporaneamente, la concentrazione di persone e quindi il rischio di infezione.
Banchi singoli
Si è presto discusso anche di utilizzare banchi singoli anzichè quelli tradizionali. Certo è che le procedure per le gare di appalto non sono state celeri e probabilmente queste attrezzature saranno in arrivo in ottobre. Due milioni di banchi singoli pronti per i nostri ragazzi (1).
Nei giorni scorsi il Comitato tecnico scientifico ha cominciato ad interrograrsi sulle linee guida concrete da mettere in atto durante l’emergenza Covid-19 nelle scuole. Per esempio, quali procedure mettere in atto alla prima positività di uno studente o di un docente?
Il nocciolo del problema: come trattare il primo positivo al tampone?
E qui le opinioni divergono.
Per chè la questione che è ancora dibattuta non è in realtà se e quanto applicare il distanziamento sociale oppure sull’uso delle mascherine a scuola. Ormai è assodato che saranno necessari. Piuttosto il problema principale è come comportarsi nel momento in cui si assista ad una positività al tampone per il Coronavirus. Si mette in quarantena soltanto la classe intera? Oppure anche tutti i professori? Oppure anche tutti quelli che hanno avuto contatto con il bambino?
In base a questa scelta si prefigurano i vari scenari.
L’atteggiamento super-restrittivo, quindi con chiusura totale della scuola, garantirebbe la sicurezza di abbattere i contagi. Dall’altro lato creerebbe un’enorme complicazione nella gestione a casa in quarantena dei bambini e dei ragazzi. Chi se ne prenderebbe carico per un tempo potenzialmente indefinito? Di certo non i nonni, soggetti ad alto rischio, probabilmente non i genitori con la necessità di andare al lavoro, difficilmente delle baby-sitters molto care e poco desiderose di accudire pur sempre dei positivi alla malattia del secolo.
Un atteggiamento più morbido vedrebbe l’isolamento soltanto del bambino in questione e al limite dei suoi compagni di classe, ma senza incidere pesantemente sul funzionamento della scuola stessa. Con il rischio però di non isolare tutti i contagiati e di perpetuare a lungo la persistenza della malattia nella scuola stessa.
Nel frattempo la situazione generale vede, ad oggi 20 agosto, un aumento progressivo del numero dei casi di Covid-19 negli ospedali e nelle terapie intensive, verosimilmente frutto delle riaperture del mese di agosto.
Terremo aggiornata questa pagina sulle novità e sui commenti riguardo la situazione nelle scuole.