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Qual è il rischio di danno renale acuto per i nuovi farmaci ipoglicemizzanti?

Gli autori di questo studio sembrerebbero aver chiarito se ci sia un serio rischio di danno renale acuto per i pazienti trattati con i nuovi farmaci ipoglicemizzanti.

 

Nuovi farmaci ipoglicemizzanti ed effetti collaterali: il possibile rischio di danno renale acuto

Il diabete mellito comprende una serie di disturbi che hanno in comune un’alterata regolazione del glucosio ematico, a causa di una sofferenza delle cellule β del pancreas che producono l’insulina oppure per via di un’insulino-resistenza periferica, o di entrambe le condizioni.

Mentre nei decenni passati le terapie messe in atto per gestire il diabete mellito prevedevano per lo più iniezioni di insulina sintetica o la prescrizione di metformina e di sulfoniluree, oggi questi farmaci sono stati affiancati dalla scoperta di nuovi farmaci che agiscono con meccanismi diversi.

Tra i nuovi farmaci ipoglicemizzanti figurano ad esempio i cosiddetti SGLT2i (Sodium GLucose coTransporter 2 inhibitors), che impediscono il riassorbimento del glucosio a livello del tubulo prossimale renale, oppure farmaci che intervengono potenziando la funzionalità delle incretine¹, come i DPP-4i o i GLP1-RA.

I nuovi farmaci ipoglicemizzanti, tra cui i SGLT2i, vantano un’ottima efficacia nell’attenuare il rischio di ospedalizzazione per complicazioni cardiovascolari o per progressione della malattia renale nei pazienti diabetici e, nel complesso, mostrano un buon margine di sicurezza.

Tuttavia, sia i SGLT2i che ad esempio i DPP-4i, possono provocare un abbassamento della velocità di filtrazione glomerulare nelle prime settimane di trattamento, e per tale ragione alcuni medici ritengono che possano aumentare il rischio di danno renale acuto.

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Secondo altri studi invece il declino del tasso di filtrazione glomerulare appare comunque modesto, e le raccomandazioni sull’utilizzo di questi farmaci sono scaturite da un eccesso di segnalazioni di eventi avversi alle agenzie del farmaco, che hanno invitato a maggiore cautela.

 

Caratteristiche dello studio

  • Tipo di studio: Studio osservazionale retrospettivo.
  • Luogo: Svezia.
  • Tipo di pazienti: Soggetti adulti affetti da diabete mellito e in cura con i nuovi farmaci ipoglicemizzanti orali.

 

Scopo dello studio: i nuovi farmaci ipoglicemizzanti orali aumentano il rischio di danno renale acuto?

Gli autori dello studio, mediante questa indagine osservazionale, hanno provato a fare luce sul supposto aumentato rischio di danno renale acuto nei soggetti diabetici e utilizzatori di nuovi farmaci ipoglicemizzanti orali.

 

Progettazione

Il presente studio è stato ideato nell’ambito del progetto SCREAM² e ha coinvolto e selezionato, nell’arco di 10 anni di osservazione, più di 17.000 pazienti diabetici residenti in Svezia e in cura con i nuovi farmaci ipoglicemizzanti orali.

Dall’indagine i ricercatori hanno escluso tutti coloro che hanno ricevuto diagnosi di diabete mellito di tipo 1 o di diabete gestazionale, oppure i soggetti affetti già in passato da danno renale acuto.

Successivamente i partecipanti si sono sottoposti periodicamente a delle analisi, tra cui la determinazione della creatinina sierica, al fine di riscontrare un eventuale danno acuto a livello dei reni.

 

Risultati: il danno renale acuto con i nuovi anti-diabetici orali è piuttosto raro

Sebbene il periodo in cui sono state effettuate le osservazioni è stato di 10 anni (dal 2008 al 2018), il follow-up mediano per ciascun paziente è stato di 2 anni e mezzo. Sono quindi emersi i seguenti risultati:

  • circa l’8% di tutti i partecipanti ha manifestato almeno un episodio di danno renale acuto.
  • I pazienti in cura con i SGLT2i hanno accusato, in proporzione, meno episodi di danno renale acuto rispetto agli utilizzatori di DPP-4i o di GLP1-RA, con un rischio a 3 anni stimato a quasi il 6%.
  • Il rischio a 3 anni di sviluppare danno renale acuto nei pazienti in cura con i DPP-4i o con i GLP1-RA è stato grossomodo simile e stimato intorno al 7%.

 

Conclusioni: anti-glicemizzanti orali non determinano un rischio di insufficienza renale acuta

Lo studio osservazionale ha chiarito che l’AKI permane un evento abbastanza raro. Il danno renale acuto costituisce un evento avverso con margine di rischio (6% – 7%) basso, piuttosto simile tra le diverse categorie di farmaci ipoglicemizzanti orali di nuova introduzione.

Tra questi ultimi, gli inibitori del cotrasportatore sodio glucosio 2 (SGLT2i) hanno mostrato un rischio di poco inferiore rispetto agli inibitori della dipeptidil-peptidasi 4 (DPP-4) o agli analoghi del recettore del GLP (GLP1-RA).

 

Fonti e note:

ARTICOLO ORIGINALE: Alkas J, Bosi A, Sjölander A et al. Novel glucose-lowering drugs and the risk of acute kidney injury in routine care; the Stockholm CREAtinine Measurements (SCREAM) project. J Nephrol36, 705–711 (2023).

[1] Sridhar VS, Tuttle KR, Cherney DZI. We can finally stop worrying about SGLT2 inhibitors and acute kidney injury. American Journal of Kidney Diseases. 2020;76(4):454–6.

Nota 1. Le incretine sono un gruppo di ormoni prodotti nel tratto gastrointestinale che svolgono un ruolo chiave nella regolazione del metabolismo degli zuccheri (glucosio) nel corpo. Le due incretine principali sono il glucagone-simile peptide-1 (GLP-1) e il peptide insulinotropico dipendente dal glucosio (GIP). Le incretine sono rilasciate nel flusso sanguigno in risposta all’ingestione di cibo, in particolare di carboidrati. Una volta rilasciati, agiscono sul pancreas per stimolare la secrezione di insulina e sopprimere la produzione di glucagone.

Nota 2. Il progetto SCREAM è l’acronimo di Stockholm CREAtinine Measurements (SCREAM), tenutosi nell’area residenziale di Stoccolma, in Svezia, tra il 2006 e il 2019.