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La vita sociale influisce positivamente sul declino cognitivo? In questo recente studio si è voluto valutare come le relazioni sociali sembrerebbero rallentare la comparsa di problemi cognitivi e della demenza.
Declino cognitivo e vita sociale
Il Ministero della Salute ha stimato che la demenza in Italia colpisce circa 1 milione di persone, tra le quali il 60% soffre della Malattia di Alzheimer. [1]
I sintomi psicologici e comportamentali della demenza, tra cui la perdita della memoria, la difficoltà a concentrarsi e i cambiamenti dell’umore, sembrano essere correlati alle abitudini sociali dell’individuo e alle relazioni che è in grado di intessere con le altre persone.
Vivere in un ambiente sociale favorevole infatti può portare il cervello a sviluppare dei meccanismi neuroprotettivi, che ritardano lo sviluppo e l’attecchimento della demenza. [2]
Le connessioni sociali che possono stabilirsi sono essenzialmente di due tipi:
- Connessioni bridging, in cui la persona definisce una nuova relazione sociale, in genere non profonda ma comunque stimolante.
- Connessioni bonding, in cui la persona stabilisce un legame sociale stretto e profondo con un individuo, specificatamente reciproco. [3]
Per questa ragione molte ricerche stanno dirigendo l’attenzione sull’importanza delle connessioni sociali e dell’isolamento nel ritardare o favorire lo sviluppo della demenza nelle persone.
Caratteristiche dello studio
- Tipo di studio: Meta-analisi.
- Luogo: Australia.
- Tipo di soggetti: Individui di cui si hanno a disposizione i parametri cognitivi, senza diagnosi di demenza¹.
Scopo dello studio: la vita sociale influisce sul grado di declino cognitivo nelle persone?
Attraverso questa meta-analisi, gli autori dello studio hanno tentato di comprendere se le abitudini sociali e le relazioni tra le persone possano essere correlate alla manifestazione di deficit cognitivi, e dunque alla demenza.
Risultati: la vita sociale rallenta il declino cognitivo
I risultati dello studio hanno quindi indicato che:
- Le persone sposate o con una relazione affettiva stabile vanno incontro a un minor grado di declino cognitivo.
- Coloro che vivono da soli hanno una probabilità più elevata di sviluppare perdita di memoria, deficit del linguaggio e calo cognitivo globale, rispetto agli individui che vivono con altre persone.
- Il poter contare su un supporto sociale o un confidente stabile ritarda l’attecchimento della demenza.
Conclusioni
Le relazioni sociali, sia quelle profonde come quelle di parentela o di unione civile, sia quelle di natura meno stretta come l’interagire con confidenti e amici, rallentano in maniera significativa la comparsa di problemi cognitivi e della demenza.
Bibliografia: fonti e note
ARTICOLO ORIGINALE: Samtani S, Mahalingam G, Lam BC et al. Associations between social connections and Cognition: A Global Collaborative Individual Participant Data Meta-analysis. The Lancet Healthy Longevity. 2022;3(11).
[1] Ministero della Salute. Demenze. 2022.
[2] Hsiao YH, Chang CH, Gean PW. Impact of social relationships on Alzheimer’s memory impairment: mechanistic studies. J Biomed Sci. 2018 Jan 11;25(1):3.
[3] Gabriella Giudici. Il capitale sociale. gabriellagiudici.it
Nota 1. I dati sono stati ottenuti da 13 studi di coorte longitudinali sull’invecchiamento provenienti dall’Europa, dall’America, dall’Africa, dall’Asia e dall’Australia. Quindi sono stati analizzati i soggetti per cui erano disponibili i dati di connessione sociale e almeno due punteggi successivi dello stato cognitivo a distanza di tempo.