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Il digiuno intermittente è una misura nutrizionale che sembra esercitare un’azione attenuante nello sviluppo del tumore, vediamo nel dettaglio in che modo.
L’impatto del cancro a livello mondiale
Il cancro è probabilmente la malattia più temuta a livello globale, avendo causato circa 10 milioni di morti nel mondo nel solo 2020, con una larga predominanza del tumore alla mammella e del tumore al polmone.
Il cancro, che è il termine con cui si indica la neoplasia orientata in senso maligno, può colpire qualsiasi parte del corpo e può invadere i tessuti adiacenti e periferici dell’organismo, attraverso la metastatizzazione.
Sebbene possa manifestarsi in tanti sotto-tipi, esso è accomunato dal fatto che un gruppo di cellule all’interno di un tessuto cresce in maniera aberrante e scoordinata rispetto al resto del tessuto, dopo aver acquisito una capacità “immortalizzante”.
Negli ultimi anni sono stati raggiunti importanti progressi in campo oncologico ma, nonostante ciò, la prognosi dei pazienti affetti dal cancro rimane ancora insoddisfacente, anche dopo l’operazione chirurgica o la chemioterapia. [1]
L’obesità può essere implicata nella progressione tumorale
Alcuni studi mettono in correlazione il sovrappeso e l’obesità con lo sviluppo di alcuni tumori, tra cui il cancro all’ovaio e il cancro del pancreas.
Non è ad oggi noto in quale maniera l’eccesso di adipe possa comportare un aumento del rischio di neoplasia maligna ma sembra che i meccanismi di insulino-resistenza e dell’infiammazione cronica possano costituire dei fattori chiave.
Inoltre, nell’obesità, si assiste a un cambiamento del pattern di produzione citochinica da parte del tessuto adiposo, con diminuzione della produzione di citochine protettive e aumento della secrezione di citochine pro-infiammatorie, come la resistina e l’interleuchina-6.
Anche l’interferenza del signaling dell’insulina può condurre a un’iperproliferazione delle cellule e a una loro protezione dall’apoptosi, ossia dal processo di morte cellulare programmata.
In definitiva, i pazienti obesi mostrano una probabilità più alta di incorrere in una prognosi peggiore in caso di neoplasia maligna, senza contare l’eventualità di attecchimento di insidiose patologie croniche come il diabete mellito e l’ipertensione. [2]
I vari esempi di regime di intervento nutrizionale
L’intervento nutrizionale è una misura clinica volta a modificare l’alimentazione di un individuo o a sopperire a un apporto dietetico insufficiente e inadeguato, effettuata attraverso un colloquio approfondito con un professionista esperto in nutrizione.
Gli interventi nutrizionali sono adottati nell’evenienza di patologie metaboliche, di malattie a carattere cronico come il diabete mellito e nelle malattie neoplastiche.
A parte il digiuno intermittente (DI), che prenderemo in esame a breve, altri esempi di intervento nutrizionale sono i seguenti:
- Dieta chetogenica, che si attua impostando una quantità giornaliera molto ridotta di carboidrati, stimolando la produzione di corpi chetonici e limitando la glicemia;
- Restrizione calorica, in cui si limita fino al 40 % l’apporto calorico della giornata, avendo sempre cura di inserire i nutrienti essenziali;
- Dieta che imita il digiuno, nella quale si alterna un piano alimentare normale a uno con alto contenuto di verdure e bassa concentrazione di zuccheri e proteine. [2]
Che cos’è il digiuno intermittente
Il digiuno intermittente è un intervento nutrizionale in cui si alterna uno stato di alimentazione normale al digiuno, per un certo periodo di tempo.
La maggior parte dei regimi di digiuno intermittente prevedono una completa restrizione calorica quotidiana per circa 16-18 ore oppure il digiuno intermittente nella settimana a giorni alterni, ad esempio 2 giorni su 7.
Da più di 20 anni diversi studi hanno messo in evidenza come l’adozione di un regime di digiuno intermittente possa favorire la prevenzione di alcune malattie e ritardare l’effetto invecchiante in diversi animali, tra cui i topi.
Dopo aver indotto nell’organismo uno stimolo a digiunare, pare che differenti tessuti acquisiscano una soglia di resistenza più forte a vari insulti dannosi, come lo stress metabolico e lo stress ossidativo.
Anche praticare una restrizione calorica del 60 % per due giorni a settimana sembra indurre degli effetti benefici, consistenti in una protezione maggiore dalle malattie neurodegenerative come la Malattia di Parkinson e dai fattori di rischio cardiovascolari. [2],[3],[4]
Come può il digiuno intermittente ostacolare lo sviluppo del tumore?
Il digiuno intermittente potrebbe costituire un fattore assai importante nel trattamento del tumore, dal momento che limiterebbe la sopravvivenza e la crescita imponente delle cellule tumorali.
Sotto questo punto di vista, il digiuno potrebbe essere associato alle consuete terapie anti-tumorali per arginare gli eventi avversi della malattia neoplastica ma ad oggi i complessi meccanismi che legano digiuno e tumore restano insoluti.
Sicuramente il digiuno intermittente influenza fortemente il metabolismo energetico delle cellule tumorali, limitandone la crescita e favorendo un potenziamento del sistema immunitario.
Attivazione delle sirtuine
Sul piano biochimico, attraverso l’innesco di particolari linee metaboliche, il digiuno intermittente risulta capace di attivare la funzione delle cosiddette sirtuine, ossia degli enzimi che proteggono la cellula dallo stress ossidativo e che incrementano il consumo di energia dal grasso.
Digiuno intermittente e sistema immunitario
Uno dei meccanismi attraverso cui il tumore riesce a progredire consiste nella capacità di evadere il sistema immunitario e aggirare l’azione di alcune cellule immunitarie come i linfociti NK e i linfociti T.
A questo scopo, il digiuno intermittente migliora le capacità immunosoppressive dell’organismo e induce il meccanismo di autofagia, che assume un ruolo importante nel condurre a morte le cellule tumorali in proliferazione.
Bisogna specificare che, nonostante questi effetti positivi, quando l’alimentazione riprende normalmente dopo il periodo di digiuno, potrebbe registrarsi una iperproliferazione compensatoria in alcuni tessuti, che può offrire il fianco a uno stimolo tumorigeno. [2],[3],[4],[5]
Digiuno intermittente ed effetto sinergico con la chemioterapia/radioterapia
Le misure nutrizionali basate sul digiuno intermittente possono essere associate alla chemioterapia anti-neoplastica e sono in grado di attenuare la crescita del tumore, oltre che mitigare gli effetti collaterali della terapia.
Il digiuno intermittente si dimostra inoltre efficace di ridurre l’espressione delle citochine pro-infiammatorie, proteggendo il paziente dalla tossicità del trattamento e inibendo l’attivazione di alcuni oncogeni.
Altri studi hanno posto in evidenza come il digiuno intermittente possa anche favorire un aumento della sensibilizzazione alla radioterapia, incrementando la sopravvivenza negli animali da esperimento.
Il digiuno intermittente si rivela dunque particolarmente promettente a essere associato alle consuete terapie anti-tumorali, tuttavia bisogna ancora comprendere i precisi meccanismi di interazione tra i due fenomeni e sono necessari ulteriori e approfonditi studi in merito. [2]
Conclusioni
Il digiuno intermittente è una misura nutrizionale in virtù della quale l’organismo viene sottoposto a periodi alternati di restrizione calorica importante a periodi di alimentazione normale.
Oltre a provocare diversi effetti benefici e protettivi verso malattie croniche come il diabete, ad esempio combattendo l’insulino-resistenza, il digiuno intermittente sembra esercitare un’azione attenuante nello sviluppo dei tumori.
Sono necessari tuttavia studi più dettagliati per comprendere a fondo come questo intervento nutrizionale possa essere integrato nella pratica clinica dei pazienti affetti da neoplasie, con l’intento di migliorarne il quadro prognostico.
Bibliografia: fonti e note
[1] World Health Organization. Cancer. 2022
[2] Zhao X, Yang J, Huang R et al. The role and its mechanism of intermittent fasting in tumors: friend or foe? Cancer Biol Med. 2021 Feb 15;18(1):63-73.
[3] Tiwari S, Sapkota N, Han Z. Effect of fasting on cancer: A narrative review of scientific evidence. Cancer Science. 2022;113(10):3291–302.
[4] Mattson MP, Longo VD, Harvie M. Impact of intermittent fasting on health and disease processes. Ageing Res Rev. 2017 Oct;39:46-58.
[5] Clifton KK, Ma CX, Fontana L et al. Intermittent fasting in the prevention and treatment of cancer. CA: A Cancer Journal for Clinicians. 2021;71(6):527–46.