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Il disturbo bipolare, o bipolarismo, è una patologia psichiatrica caratterizzata da oscillazioni dell’umore tra due poli opposti: la fase maniacale o ipomaniacale e la fase depressiva.
È una patologia abbastanza comune, che può insorgere a qualunque età e può avere un impatto significativo sulla vita della persona interferendo con il suo lavoro, gli studi, le relazioni e il benessere psicologico.
Vediamo insieme questa condizione con le sue cause, i sintomi e i trattamenti possibili.
Classificazione di bipolarismo
Si possono distinguere tre tipi di disturbo bipolare:
- Il disturbo bipolare di tipo I è caratterizzato dalla presenza di almeno un episodio maniacale o misto associato a uno o più episodi depressivi maggiori.
- Disturbo bipolare di tipo II, caratterizzato dalla presenza di almeno un episodio ipomaniacale associato a uno o più episodi depressivi maggiori.
- Il disturbo ciclotimico, disturbo dell’umore caratterizzato dalla presenza di sintomi ciclici di ipomania e depressione più lievi rispetto a quelli presenti nel disturbo bipolare I e II.
Le persone con disturbo ciclotimico possono sperimentare episodi alternati di umore elevato e umore depresso, che durano almeno due anni (un anno nei bambini e negli adolescenti), senza mai raggiungere la gravità degli episodi maniacali o depressivi maggiori tipici del disturbo bipolare.
Il disturbo ciclotimico può interferire con il funzionamento quotidiano della persona e può aumentare il rischio di sviluppare un disturbo bipolare o un disturbo depressivo maggiore.
Quanto è frequente il bipolarismo? Epidemiologia
Il disturbo bipolare è una patologia relativamente comune che si stima colpisca circa il 1-2% della popolazione generale.
Tuttavia la prevalenza del bipolarismo può variare in base alla definizione e ai criteri diagnostici utilizzati, alla popolazione esaminata e al paese di riferimento.
Può insorgere a qualsiasi età, ma in genere si manifesta per la prima volta nell’adolescenza o nella prima età adulta. In media l’età di esordio del disturbo bipolare è tra i 25-30 anni. Colpisce entrambi i sessi ma sembra che la prevalenza sia leggermente più alta nelle donne rispetto agli uomini. Inoltre alcune ricerche suggeriscono che le donne con disturbo bipolare possono avere un maggior rischio di ricadute depressive rispetto agli uomini.
Infine il disturbo bipolare è associato ad un rischio maggiore di suicidio. Si stima che circa il 15% dei pazienti con disturbo bipolare si suicidi e che fino al 50% degli individui con disturbo bipolare possano tentare il suicidio almeno una volta nella vita.
Quali sono le cause del disturbo bipolare? Eziologia
L’eziologia del bipolarismo non è ancora completamente compresa, ma si ritiene che sia il risultato di un’interazione complessa tra fattori genetici, biologici e ambientali.
Fattori genetici e biologici
L’ereditarietà sembra svolgere un ruolo importante nello sviluppo del disturbo bipolare.
Studi condotti su gemelli hanno dimostrato che il bipolarismo è altamente ereditabile, con un rischio del 70-80% per i gemelli monozigoti (identici geneticamente) e del 20-30% per i gemelli dizigoti (diversi geneticamente).
Inoltre sono state identificate:
- alcune mutazioni genetiche che possono aumentare il rischio di sviluppare il bipolarismo, ma non sembrano essere sufficienti da sole per causare la patologia;
- alterazioni nei neurotrasmettitori cerebrali nelle persone con questo disturbo, come la dopamina, la noradrenalina e la serotonina, che sono responsabili della regolazione dell’umore e delle emozioni;
- alterazioni nel sistema immunitario e infiammatorio associati al disturbo bipolare.
Fattori ambientali
Tra i fattori ambientali che possono scatenare o aggravare i sintomi del bipolarismo ci sono:
- Gli eventi stressanti della vita, come la perdita di una persona cara, il divorzio, la perdita del lavoro o lo stress lavorativo e l’esposizione precoce a questi;
- La disfunzione familiare, come l’instabilità emotiva, la violenza domestica o la mancanza di sostegno familiare;
- L’abuso sessuale o fisico durante l’infanzia, che può aumentare il rischio di disturbi dell’umore, tra cui il bipolarismo.
Uso di sostanze
L’uso di sostanze può giocare un ruolo nell’eziologia del bipolarismo: queste possono scatenare o peggiorare i sintomi. Inoltre le persone con disturbo bipolare possono avere un maggiore rischio di abuso di sostanze rispetto alla popolazione generale.
- Gli episodi maniacali o ipomaniacali possono essere scatenati o peggiorati da sostanze psicoattive come cocaina, stimolanti, antidepressivi e steroidi. Queste possono aumentare la produzione di dopamina e noradrenalina, due neurotrasmettitori che sono associati all’attivazione e al miglioramento dell’umore.
- Gli episodi depressivi possono essere scatenati o peggiorati da sostanze come l’alcol, i sedativi e i narcotici, che possono ridurre la produzione di neurotrasmettitori come la serotonina e la noradrenalina, associati al buonumore e al benessere emotivo.
Le persone con disturbo bipolare che abusano di sostanze hanno un maggior rischio di:
- ricoveri ospedalieri,
- tentativi di suicidio,
- ricadute,
- peggioramento dei sintomi,
- sviluppare altri problemi di salute mentale, come la schizofrenia e i disturbi d’ansia.
Per questi motivi è importante che le persone affette da bipolarismo evitino l’abuso di sostanze e che il loro utilizzo di farmaci psicoattivi sia monitorato attentamente.
Altri fattori di rischio
Oltre ai fattori genetici, biologici e ambientali, ci sono altri fattori di rischio che possono contribuire all’eziologia del disturbo bipolare.
Tra questi ricordiamo:
- Storia familiare di disturbi dell’umore: le persone che hanno un familiare di primo grado (ad esempio un genitore o un fratello) con disturbo bipolare o depressione hanno un maggior rischio di sviluppare il disturbo bipolare.
- Altri disturbi psichiatrici: altri disturbi psichiatrici, come il disturbo d’ansia, il disturbo ossessivo-compulsivo o il disturbo da stress post-traumatico, possono aumentare il rischio di sviluppare il bipolarismo.
- Problemi di salute fisica: alcune patologie fisiche, come la sclerosi multipla o l’epilessia, possono aumentare il rischio di sviluppare il disturbo bipolare.
- Stile di vita: uno stile di vita poco sano, come il consumo eccessivo di alcol, il fumo, una dieta poco equilibrata e l’assenza di attività fisica, può aumentare il rischio di sviluppare il disturbo.
- Problemi di relazione: la mancanza di relazioni significative o la presenza di relazioni insoddisfacenti può aumentare il rischio di sviluppare il bipolarismo.
- Cattiva gestione dello stress: anche le persone che non gestiscono bene lo stress possono avere un maggior rischio di sviluppare questo disturbo.
Quali sono i sintomi del bipolarismo? Sintomatologia
Il disturbo bipolare è caratterizzato da tre diverse fasi:
- depressiva;
- maniacale;
- ipomaniacale.
Vediamo ora quali sono i sintomi caratterizzanti di ogni fase.
Fase depressiva
La durata e la gravità della fase depressiva variano: può durare diverse settimane o mesi e può essere molto invalidante per la persona. Alcune persone possono sperimentare una sola fase depressiva durante l’intero corso del disturbo bipolare, mentre altre possono sperimentarne molte.
Tra i sintomi di questa fase:
- Energia ridotta: la persona può sentirsi molto stanca e avere difficoltà a svolgere anche le attività quotidiane.
- Problemi di sonno: si può avere difficoltà ad addormentarsi o a rimanere addormentata durante la notte.
- Cambiamenti nell’appetito: si può sperimentare un aumento o una diminuzione dell’appetito.
- Sentimenti di tristezza e disperazione: il paziente può sperimentare sentimenti di tristezza, disperazione e inutilità.
- Sensi di colpa: la persona può sentirsi colpevole per eventi in cui non ha alcuna responsabilità.
- Problemi di concentrazione: possono esserci difficoltà a concentrarsi e a svolgere le attività quotidiane.
- Pensieri suicidi: la persona può avere pensieri suicidi o di autolesionismo.
Gli episodi depressivi maggiori nel disturbo bipolare di tipo I e II sono simili alla depressione unipolare.
È importante che le persone che sperimentano una fase depressiva siano adeguatamente valutate e trattate per ridurre il rischio di pensieri suicidi o di altre conseguenze negative.
Fase maniacale
La fase maniacale si caratterizza per un elevato stato di eccitazione, energia e attivazione, insieme ad almeno tre dei seguenti sintomi (quattro se l’umore è solo irritabile), per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni, per almeno una settimana (o meno se richiede il ricovero ospedaliero).
La durata e la gravità può variare.
Alcuni dei sintomi più comuni della fase maniacale del bipolarismo includono:
- Euforia: la persona può avere un elevato stato di felicità e di eccitazione.
- Iperattività: è possibile avere un’attività motoria aumentata, parlare velocemente e avere difficoltà a sedersi o a stare ferma.
- Irritabilità: si può diventare facilmente irritabili o arrabbiati.
- Pensieri grandiosi: la persona può avere pensieri grandiosi sulle proprie capacità e sulla propria importanza.
- Comportamenti impulsivi: è possibile avere comportamenti impulsivi e irrazionali, come spendere soldi in modo sconsiderato o avere rapporti sessuali non protetti.
- Disturbi del sonno: si può avere difficoltà ad addormentarsi o a rimanere addormentato durante la notte.
- Disturbi della concentrazione: la persona può avere difficoltà a concentrarsi su un’attività o su un compito.
- Aggressività: si può diventare aggressivi o violenti.
- Deliri: è possibile avere pensieri deliranti, come la convinzione di essere una persona molto importante o di avere poteri speciali.
La fase maniacale può essere molto pericolosa per la persona e per chi le sta intorno: ad esempio, potrebbe mettere in pericolo la propria sicurezza o quella degli altri guidando in modo pericoloso o facendo uso di sostanze illegali.
Ipomania
La fase ipomaniacale è meno grave della fase maniacale e si verifica tipicamente nel disturbo bipolare di tipo II.
In questa fase la persona sperimenta un umore elevato o irritabile insieme a tre dei seguenti sintomi (quattro se l’umore è solo irritabile) per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni, per almeno quattro giorni consecutivi.
I sintomi includono:
- Aumento dell’energia: la persona può avere un’elevata energia e un forte desiderio di svolgere attività.
- Iperattività: si può essere molto attivi e avere difficoltà a rimanere fermi.
- Cambiamenti dell’umore: è possibile sperimentare cambiamenti dell’umore, passando da una sensazione di elevata felicità a un’irritazione sproporzionata.
- Diminuzione del sonno: la persona può avere difficoltà ad addormentarsi o a rimanere addormentata durante la notte.
- Irritabilità: si può diventare facilmente irritabili o arrabbiati.
- Comportamenti impulsivi: è possibile avere comportamenti impulsivi e irrazionali, come spendere soldi in modo sconsiderato o avere rapporti sessuali non protetti.
- Disturbi della concentrazione: la persona può avere difficoltà a concentrarsi su un’attività o su un compito.
L’ipomania può comunque causare problemi significativi nella vita quotidiana della persona, rendendole difficile il mantenere relazioni stabili o svolgere le attività quotidiane.
Episodi misti o disforici
Durante gli episodi misti o disforici la persona sperimenta sintomi sia di mania che di depressione contemporaneamente. In questa fase la persona può avere un umore elevato e irrequieto ma allo stesso tempo sentirsi triste, disperata o vuota.
Alcuni dei sintomi comuni degli episodi misti o disforici includono:
- Irritabilità: la persona può diventare facilmente irritabile o arrabbiata.
- Cambiamenti dell’umore: si possono sperimentare cambiamenti dell’umore rapidi, passando da un’elevata felicità a un’irritazione sproporzionata o alla tristezza.
- Energia aumentata: la persona può avere un’elevata energia e un forte desiderio di svolgere attività, ma senza trarne una reale soddisfazione.
- Agitazione: si può essere agitati, irrequieti e avere difficoltà a rimanere seduti.
- Problemi di concentrazione: è possibile avere difficoltà a concentrarsi su un’attività o su un compito.
- Comportamenti impulsivi: la persona può avere comportamenti impulsivi e irrazionali, come spendere soldi in modo sconsiderato o avere rapporti sessuali non protetti.
- Pensieri di morte: si possono avere pensieri di morte o di suicidio.
Gli episodi misti o disforici possono essere molto pericolosi per la persona e, come gli episodi maniacali, possono portare a comportamenti impulsivi e a situazioni rischiose.
Comorbilità
La comorbilità si riferisce alla presenza contemporanea di più disturbi psichiatrici in una stessa persona. Nel bipolarismo è molto comune e può complicare la diagnosi e il trattamento e aumentare il rischio di conseguenze negative.
Alcuni dei disturbi più comuni che si verificano in comorbidità con il disturbo bipolare includono:
- Disturbi dell’ansia: come il disturbo d’ansia generalizzato, il disturbo ossessivo-compulsivo o il disturbo da attacchi di panico.
- Disturbi del sonno: come l’insonnia o l’apnea notturna.
- I disturbi alimentari: come la bulimia nervosa o l’anoressia nervosa.
- Disturbi da uso di sostanze: come l’abuso di alcol o di droghe.
Diagnosi di bipolarismo
La diagnosi di bipolarismo viene solitamente posta da un medico specialista in psicologia o psichiatria, durante una visita psicologica, dopo aver effettuato una valutazione attenta del paziente e dei suoi sintomi.
La diagnosi viene effettuata sulla base di cinque criteri specifici forniti dal DSM-5.
- Il primo criterio consiste nella presenza di almeno un episodio maniacale o ipomaniacale, come descritti.
- Il secondo criterio è la presenza di almeno un episodio depressivo maggiore, che deve durare almeno due settimane e deve causare un’alterazione significativa del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti della vita.
- Il terzo criterio è che i sintomi non siano meglio spiegati da un’altra condizione medica o psichiatrica, come ad esempio l’uso di sostanze.
- Il quarto criterio richiede che i sintomi causino un significativo disagio o un’alterazione della vita quotidiana.
- Infine, il quinto criterio richiede che la presenza di un episodio maniacale, ipomaniacale o depressivo maggiore non possa essere giustificata da un altro disturbo psichiatrico.
Anamnesi
L’anamnesi per il bipolarismo consiste in una valutazione completa della storia del paziente, della sua famiglia e dei sintomi attuali e passati. È essenziale per una diagnosi accurata e per pianificare un trattamento efficace.
Ecco alcuni elementi che vengono valutati nell’anamnesi per il disturbo bipolare:
- Storia familiare: la presenza di disturbi bipolari o altri disturbi psichiatrici nella famiglia del paziente.
- Storia medica: il medico valuterà la storia medica del paziente per escludere altre condizioni che possono causare sintomi simili a quelli del disturbo bipolare, come ad esempio la tireotossicosi o l’epilessia.
- Sintomi attuali e passati: verranno valutati i sintomi attuali del paziente, come umore elevato o depressione, e verranno richieste informazioni sui sintomi passati, come episodi di mania o ipomania, per capire se ci sono stati episodi precedenti di disturbo bipolare.
- Farmaci: il medico valuterà l’uso di farmaci attuali e passati del paziente, per escludere l’effetto di farmaci che possono causare sintomi simili a quelli del disturbo bipolare, come ad esempio alcuni antidepressivi.
- Storia del sonno: anche la storia del sonno del paziente sarà parte della valutazione, poiché disturbi del sonno possono essere un sintomo comune del disturbo bipolare.
- Eventi stressanti: il medico valuterà se ci sono stati eventi stressanti nella vita del paziente che potrebbero aver scatenato i sintomi attuali, come ad esempio una separazione o un lutto.
- Storia dell’abuso di sostanze: verrà valutato se il paziente ha un’abitudine all’abuso di sostanze, poiché l’abuso di sostanze può aumentare il rischio di sviluppare il disturbo bipolare o peggiorare i sintomi.
- Storia dei comportamenti impulsivi: il medico valuterà se il paziente ha avuto comportamenti impulsivi, come ad esempio la spesa eccessiva, l’ipersessualità, la guida pericolosa o la promiscuità.
Questionari per il bipolarismo
In seguito all’anamnesi il medico potrebbe ritenere opportuno sottoporre dei questionari utilizzati per la diagnosi del disturbo bipolare. Questi vanno sempre utilizzati insieme ad altri strumenti di valutazione per diagnosticare e valutare il bipolarismo.
Vediamone insieme alcuni:
Questionario di autovalutazione dell'umore (Mood Disorder Questionnaire - MDQ)
Il Mood Disorder Questionnaire (MDQ) è un questionario di autovalutazione utilizzato per aiutare a identificare i sintomi del disturbo bipolare. È composto da 13 domande sulle esperienze passate del paziente e sui sintomi attuali.
Le domande sono suddivise in tre categorie in base ai sintomi:
- Maniacali: ci sono 7 domande che valutano la presenza di sintomi maniacali, come ad esempio l’aumento dell’energia, l’irritabilità e il comportamento impulsivo.
- Depressivi: ci sono 4 domande che valutano la presenza di sintomi depressivi, come ad esempio la tristezza, la perdita di interesse e l’insonnia.
- Sintomi misti: ci sono 2 domande che valutano la presenza di sintomi misti, come ad esempio l’irritabilità e l’aumento dell’energia.
Per ogni domanda, il paziente deve rispondere “sì” o “no”.
Se il paziente risponde “sì” a 7 o più domande (almeno una delle prime 3 domande e almeno 4 delle domande totali), è possibile che sia presente un disturbo bipolare.
Questo questionario può essere utilizzato solo come strumento di screening per i disturbi bipolari di tipo I e II, ma non per il disturbo ciclotimico o altri disturbi dell’umore.
Scala di valutazione dell'umore di Young (Young Mania Rating Scale - YMRS)
La Young Mania Rating Scale (YMRS) è uno strumento utilizzato per valutare la gravità dei sintomi maniacali nei pazienti con disturbo bipolare. Il questionario è composto da 11 domande che valutano sintomi come l’agitazione, l’irritabilità e la grandiosità.
Per ogni domanda, il paziente viene valutato su una scala da 0 a 4, dove 0 significa che il sintomo non è presente e 4 significa che il sintomo è presente in modo grave. Sono suddivise in quattro categorie:
- Comportamento irritabile: questa categoria valuta la presenza di sintomi come l’irritabilità, la rabbia e la frustrazione.
- Euforia e/o attivazione: questa categoria valuta la presenza di sintomi come l’euforia, l’aumento dell’energia e l’iperattività.
- Insonnia: questa categoria valuta la presenza di sintomi come l’insonnia e l’agitazione notturna.
- Valutazione clinica globale: questa categoria valuta la gravità dei sintomi maniacali nel loro complesso.
Può essere utilizzata per monitorare la risposta al trattamento e la remissione dei sintomi maniacali nel tempo.
Scala di valutazione dell'umore di Hamilton (Hamilton Rating Scale for Depression - HRSD)
La Hamilton Rating Scale for Depression (HRSD), nota anche come scala di valutazione dell’umore di Hamilton, è uno strumento utilizzato per valutare la gravità dei sintomi depressivi nei pazienti con disturbo bipolare.
Il questionario è composto da 21 domande che valutano sintomi come la tristezza, la perdita di interesse e l’insonnia.
Per ogni domanda il paziente viene valutato su una scala da 0 a 4, dove 0 significa che il sintomo non è presente e 4 significa che il sintomo è presente in modo grave. Le domande sono suddivise in tre categorie in base ai sintomi:
- Psicologici: per valutare la presenza di sintomi psicologici come la tristezza, la sensazione di colpa e la disperazione.
- Somatici: per valutare la presenza di sintomi somatici come la perdita di appetito, l’insonnia e la perdita di peso.
- Valutazione clinica globale: valuta la gravità dei sintomi depressivi nel loro complesso.
La HRSD può essere utilizzata per monitorare la risposta al trattamento e la remissione dei sintomi depressivi nel tempo.
Scala di valutazione dell'ansia di Hamilton (Hamilton Anxiety Rating Scale - HARS)
La Hamilton Anxiety Rating Scale (HARS), nota anche come scala di valutazione dell’ansia di Hamilton, è uno strumento utilizzato per valutare la gravità dei sintomi dell’ansia nei pazienti con disturbo bipolare.
Il questionario è composto da 14 domande che valutano sintomi come la tensione, l’agitazione e la paura.
Per ogni domanda, il paziente viene valutato su una scala da 0 a 4, dove 0 significa che il sintomo non è presente e 4 significa che il sintomo è presente in modo grave. Le domande della HARS sono suddivise in due categorie:
- Sintomi somatici: questa categoria valuta la presenza di sintomi somatici come la tensione muscolare, i tremori e i disturbi gastrointestinali.
- Sintomi psicologici: questa categoria valuta la presenza di sintomi psicologici come l’agitazione, la preoccupazione e la paura.
Anche la HARS può essere utilizzata per monitorare la risposta al trattamento e la remissione dei sintomi dell’ansia nel tempo.
Scala di valutazione dell'umore di Goldberg (Goldberg Bipolar Spectrum Screening Questionnaire - BSSQ)
La Scala di valutazione dell’umore di Goldberg è uno strumento utilizzato per valutare i sintomi riguardanti l’umore nei pazienti con disturbi dell’umore.
Ogni sintomo viene valutato sulla base della sua gravità utilizzando una scala a quattro punti, dove 0 indica “nessun sintomo” e 3 indica “sintomo grave”.
Dopo aver valutato la gravità di ciascun sintomo, viene calcolato un punteggio totale per ogni categoria e un punteggio complessivo che tiene conto di tutti i sintomi. Più è elevato il punteggio, più gravi sono i sintomi.
La scala di Goldberg è costituita da un elenco di 18 sintomi, divisi in tre categorie:
- Depressivi: includono tristezza, perdita di interesse per le attività quotidiane, sentimenti di colpa o di inutilità, difficoltà di concentrazione, alterazioni del sonno e dell’appetito.
- Di ansia: includono ansia costante, irritabilità, tensione muscolare, sensazione di agitazione, preoccupazioni per la salute o pericoli imminenti e sbalzi d’umore improvvisi.
- Ipomania/mania: includono eccitazione, euforia, irritabilità o aggressività, diminuzione del sonno, idee grandiose o deliranti e comportamenti impulsivi o rischiosi.
La Scala di valutazione dell’umore di Goldberg è uno strumento utile per monitorare i sintomi dell’umore e per valutare l’efficacia del trattamento nel corso del tempo.
Esami diagnostici per il bipolarismo
Non esistono test diagnostici specifici per il bipolarismo.
Tuttavia ci sono alcuni esami e test che possono essere utilizzati per escludere altre patologie che possono avere sintomi simili a quelli del disturbo bipolare o per valutare il rischio di complicanze o effetti collaterali durante il trattamento.
Ecco alcuni esami e test che possono essere utilizzati:
- Esame del sangue: può essere eseguito per escludere altre patologie che possono avere sintomi simili a quelli del disturbo bipolare, come l’ipertiroidismo o l’ipotiroidismo.
- Elettroencefalogramma (EEG): può essere utilizzato per valutare l’attività cerebrale e l’eventuale presenza di anomalie, come nell’epilessia o in alcune forme di demenza.
- Risonanza magnetica cerebrale (RMN): può essere utilizzata per valutare la struttura e la funzione del cervello e per escludere altre patologie che possono provocare sintomi simili a quelli del disturbo bipolare, come l’ictus o la sclerosi multipla.
- Test di funzionalità epatica: può essere utilizzato per valutare la funzionalità del fegato, in quanto alcuni farmaci utilizzati nel trattamento del disturbo bipolare possono causare danni epatici.
- Test di funzionalità renale: può essere utilizzato per valutare la funzionalità dei reni, in quanto alcuni farmaci utilizzati nel trattamento del disturbo bipolare possono causare danni renali.
Inoltre il medico può chiedere al paziente di tenere un diario dei sintomi per un certo periodo di tempo per valutare l’andamento del disturbo bipolare e la risposta al trattamento.
Diagnosi differenziale di disturbo bipolare
La diagnosi differenziale del bipolarismo può essere complicata in quanto alcuni sintomi possono sovrapporsi ad altre patologie.
Ecco alcuni disturbi che possono essere confusi con il bipolarismo e che devono essere esclusi prima di fare una diagnosi definitiva:
- Disturbo schizoaffettivo: il disturbo schizoaffettivo combina sintomi del disturbo dell’umore con sintomi della schizofrenia, come allucinazioni e deliri.
- Disturbo di personalità borderline: può causare oscillazioni dell’umore, comportamenti impulsivi e instabilità emotiva.
- Depressione unipolare: la depressione unipolare è caratterizzata da sintomi depressivi, ma senza episodi di mania o ipomania.
- Disturbo di attacchi di panico: può causare sintomi di ansia intensa, sudorazione, battito cardiaco accelerato e vertigini.
- Disturbo di ansia generalizzato: può causare sintomi di ansia costante, preoccupazioni e tensione muscolare.
- Disturbo ossessivo-compulsivo: il disturbo ossessivo-compulsivo può causare pensieri intrusivi e compulsioni, ma non causa episodi di mania o ipomania.
Trattamento per il bipolarismo
Il trattamento per il disturbo bipolare può richiedere l’utilizzo di psicoterapia, farmaci o altri tipi di terapia, o anche una combinazione di queste.
Vediamo ora quali sono i tipi di terapie possibile per il bipolarismo.
Psicoterapia per il disturbo bipolare
La psicoterapia può essere un trattamento utile per le persone con disturbo bipolare, sia come terapia principale sia in combinazione con farmaci.
Alcune delle forme di psicoterapia più comunemente utilizzate per il trattamento del bipolarismo sono:
Terapia cognitivo-comportamentale
La Terapia Cognitivo-Comportamentale è una basata sull’idea che i pensieri, i sentimenti e i comportamenti siano strettamente interconnessi e che la modifica di uno di questi elementi possa avere un impatto sui restanti. È stata dimostrata efficace nel trattamento di una vasta gamma di disturbi, tra cui il disturbo bipolare.
Questa terapia si concentra sui pensieri, sulle emozioni e sui comportamenti disfunzionali del paziente e mira a sostituirli con modelli più sani e funzionali.
Alcuni dei principi di questa terapia sono:
- Identificazione dei pensieri disfunzionali: inizia con l’identificazione dei pensieri negativi o disfunzionali del paziente, che possono contribuire ai sintomi del disturbo bipolare. Ad esempio, un paziente potrebbe avere pensieri negativi riguardanti la propria abilità di far fronte alle situazioni difficili.
- Sostituzione dei pensieri disfunzionali: una volta identificati i pensieri disfunzionali, il terapeuta aiuta il paziente a sostituirli con pensieri più positivi e realistici. Ad esempio, un paziente potrebbe essere aiutato a sostituire il pensiero “Non riesco a farcela” con il pensiero “Ho già superato situazioni difficili in passato e posso farcela anche questa volta”.
- Sviluppo di strategie per affrontare le situazioni stressanti: aiuta il paziente a sviluppare strategie per affrontare le situazioni stressanti che possono innescare i sintomi del disturbo bipolare. Ad esempio, potrebbe imparare tecniche di rilassamento o di gestione dello stress.
- Modificazione dei comportamenti disfunzionali: aiuta a identificare i comportamenti disfunzionali che possono contribuire ai sintomi del disturbo bipolare, come l’isolamento sociale o l’abuso di sostanze. Il terapeuta assiste il paziente nel sostituire questi comportamenti con altri più sani e funzionali.
- Monitoraggio dei progressi: utilizza strumenti per monitorare i progressi del paziente e per verificare l’efficacia del trattamento nel tempo.
Terapia interpersonale e di sostegno
Il supporto sociale e familiare è un aspetto importante della terapia per il bipolarismo: può fornire al paziente un senso di stabilità e sicurezza, aiutandolo a monitorare i sintomi del disturbo bipolare, gestire lo stress e a prevenire le ricadute.
Il paziente può essere supportato dalla sua famiglia, dagli amici o da un gruppo di supporto.
Quando il supporto esterno manca o nel caso di problemi interpersonali, può intervenire la psicoterapia: la terapia interpersonale e la terapia di sostegno sono due forme di psicoterapia che si concentrano sulla relazione del paziente con gli altri e sulla costruzione di un supporto sociale.
La terapia interpersonale si concentra sulla relazione del paziente con gli altri e sulla risoluzione dei conflitti interpersonali: può aiutare il paziente a migliorare le relazioni interpersonali, ridurre i conflitti e affrontare i problemi nella vita quotidiana.
Ad esempio, può aiutarlo a sviluppare abilità sociali, a migliorare la comunicazione e a risolvere i conflitti con il partner, la famiglia o gli amici.
La terapia di sostegno si concentra sull’offerta di supporto emotivo e pratico: può aiutarlo a sentirsi meno solo e a ricevere un sostegno emotivo in momenti difficili.
Ad esempio, il terapeuta può offrire supporto durante un periodo di ricovero in ospedale o durante un periodo di instabilità emotiva.
Entrambe le terapie possono aiutare il paziente a ridurre il rischio di ricadute e a migliorare la qualità della vita e possono essere utilizzate come trattamento principale o in combinazione con farmaci per il trattamento del disturbo bipolare.
Terapia di gruppo
La terapia di gruppo è una forma di psicoterapia che coinvolge un gruppo di persone che condividono esperienze simili o che hanno un problema comune, come il disturbo bipolare.
Alcuni dei principali vantaggi della terapia di gruppo per il disturbo bipolare:
- Supporto sociale: la terapia di gruppo può aiutare il paziente a sentirsi meno solo e a ricevere supporto emotivo dagli altri membri del gruppo.
- Condivisione di esperienze: la terapia di gruppo consente al paziente di condividere le proprie esperienze con altri pazienti che hanno sintomi simili o esperienze simili.
- Apprendimento di nuove abilità: la terapia di gruppo può fornire un ambiente in cui il paziente può apprendere nuove abilità per gestire i sintomi del disturbo bipolare, come la gestione dello stress, la comunicazione efficace e l’autocontrollo.
- Feedback: la terapia di gruppo consente al paziente di ricevere feedback dagli altri membri del gruppo e dal terapeuta, che può aiutare il paziente a comprendere meglio se stesso e a sviluppare abilità di problem solving.
La terapia di gruppo può essere utilizzata come terapia principale o in combinazione con farmaci e altre forme di psicoterapia.
Farmaci per il bipolarismo
La terapia farmacologica è uno dei pilastri principali del trattamento del disturbo bipolare.
I farmaci utilizzati sono noti come stabilizzatori dell’umore, in quanto aiutano a stabilizzare l’umore del paziente e a ridurre la frequenza e l’intensità dei sintomi.
Alcuni dei principali farmaci utilizzati nel trattamento del bipolarismo sono:
- Litio: è il farmaco più comunemente prescritto per il disturbo bipolare, aiuta a stabilizzare l’umore e ridurre il rischio di ricadute.
- Anticonvulsivanti: come il valproato e il carbamazepina, sono spesso utilizzati nel trattamento del disturbo bipolare e aiutano a ridurre la frequenza e l’intensità dei sintomi.
- Antipsicotici atipici: come la risperidone e l’olanzapina, sono utilizzati per trattare i sintomi dell’episodio maniacale. Possono essere utilizzati da soli o in combinazione con altri farmaci.
- Antidepressivi: possono essere utilizzati nel trattamento della fase depressiva del disturbo bipolare, ma devono essere prescritti con cautela per evitare la possibilità di un episodio maniacale.
La scelta del farmaco dipende dal tipo e dalla gravità dei sintomi, nonché dalla storia medica e dalla risposta individuale del paziente al farmaco.
È importante sottolineare che la terapia farmacologica deve essere associata a una rigorosa attenzione alla sicurezza e alla gestione dei rischi, in quanto alcuni farmaci possono avere effetti collaterali potenzialmente gravi.
Psicoeducazione
L’educazione del paziente e della sua famiglia è un aspetto fondamentale del trattamento del disturbo bipolare, noto come psicoeducazione: l’obiettivo è di fornire le informazioni e le competenze necessarie per comprendere il disturbo bipolare, gestirne i sintomi e prevenire le ricadute.
Ecco alcuni dei principali aspetti:
- Informazioni sul disturbo bipolare: il paziente e la sua famiglia vengono informati sul disturbo bipolare, i suoi sintomi, le cause e i fattori di rischio associati.
- Riconoscimento dei sintomi: viene insegnato a riconoscere i sintomi del disturbo bipolare e a monitorarli per prevenire le ricadute.
- Gestione dei sintomi: vengono informati sulle strategie per controllare i sintomi, come la gestione dello stress, la regolazione del sonno e l’adozione di uno stile di vita sano.
- Prevenzione delle ricadute: viene insegnato a riconoscere i fattori di rischio per le ricadute e a sviluppare strategie per prevenirle.
L’educazione può essere fornita in diversi formati, come sessioni individuali o di gruppo, e può essere integrata con altre forme di trattamento, come la terapia farmacologica o la psicoterapia.
Trattamento in bambini e adolescenti con disturbo bipolare
Il trattamento del bipolarismo nei bambini e negli adolescenti richiede un approccio specifico, in quanto i sintomi del disturbo possono differire da quelli osservati negli adulti e possono influenzare lo sviluppo cognitivo, emotivo e sociale del bambino.
Ecco alcuni dei principali aspetti del trattamento:
- Farmaci: i farmaci sono uguali a quelli utilizzati negli adulti, ma la dose e la durata del trattamento possono variare a seconda dell’età e del peso del paziente. Il litio e gli anticonvulsivanti sono spesso utilizzati come stabilizzatori dell’umore, mentre gli antipsicotici atipici possono essere utilizzati per il trattamento dei sintomi psicotici.
- Psicoterapia: la psicoterapia può essere utile nel trattamento del disturbo bipolare nei bambini e negli adolescenti. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) può aiutare il paziente a identificare e modificare i pensieri e i comportamenti negativi, mentre la terapia interpersonale può aiutare il paziente a migliorare le relazioni sociali.
- Psicoeducazione: l’educazione del paziente e della sua famiglia è importante nel trattamento del disturbo bipolare nei bambini e negli adolescenti. Il paziente e la sua famiglia devono essere informati sul disturbo bipolare, i suoi sintomi, le cause e i fattori di rischio associati. Devono essere anche informati sulle strategie per gestire i sintomi del disturbo bipolare e prevenire le ricadute.
- Supporto sociale e familiare: il supporto sociale e familiare è importante nel trattamento del disturbo bipolare nei bambini e negli adolescenti. La famiglia e gli amici possono fornire al paziente un sostegno emotivo e aiutarlo nella gestione dei sintomi del disturbo bipolare.
Altri tipi di trattamento per il bipolarismo
Oltre alla psicoterapia, alla psicoeducazione, alla terapia di supporto e alla terapia farmacologica, ci sono anche altri tipi di trattamento disponibili per il disturbo bipolare.
Vediamo insieme alcuni esempi.
Mindfulness e respirazione consapevole
Le pratiche di mindfulness e di respirazione consapevole possono aiutare il paziente a gestire con autonomia gli stati di depressione o euforia.
Un training specifico, che può durare diversi mesi, può portare il paziente a essere sempre più autonomo nell’autoregolare i propri stati d’animo.
EMDR
Una psicoterapia specifica focalizzata sui traumi e sulla storia individuale e familiare reale del paziente, secondo le ricerche di Alice Miller, può aiutare a trattare il paziente affetto da disturbo bipolare.
Con questa tecnica si procede alla scansione e guarigione sistematica dei ricordi attraverso la tecnica dell’EMDR (Eye Movement Desensitization and reprocessing), possibilmente accompagnata da un lavoro sul respiro.
Terapia elettroconvulsivante
La terapia elettroconvulsivante è una procedura medica che utilizza brevi impulsi elettrici per indurre una crisi convulsiva controllata nel paziente e viene utilizzata nel trattamento di disturbi psichiatrici gravi, tra cui il disturbo bipolare, quando gli altri trattamenti non sono efficaci o non sono adatti al paziente.
Questa terapia viene effettuata in un ospedale o in una clinica specializzata sotto la supervisione di un medico anestesista: il paziente viene sottoposto ad anestesia generale e gli viene somministrato un rilassante muscolare per evitare danni durante la convulsione. Quindi viene applicata una breve corrente elettrica al cervello attraverso elettrodi posti sul cuoio capelluto.
Può essere un trattamento efficace per il disturbo bipolare grave e resistente al trattamento, soprattutto quando il paziente ha sintomi psicotici o suicidi: la terapia può migliorare rapidamente i sintomi depressivi o maniacali del disturbo ma gli effetti possono durare solo poche settimane o mesi. È possibile che sia necessario ripeterla più volte durante il corso del trattamento.
La terapia elettroconvulsivante può comportare alcuni effetti collaterali, tra cui mal di testa, nausea, perdita di memoria a breve termine e confusione temporanea. Tuttavia questi effetti collaterali di solito scompaiono entro poche ore o giorni dopo il trattamento.
Ci sono alcune controindicazioni alla terapia elettroconvulsivante, come la presenza di aneurismi cerebrali o di ictus recenti. Inoltre può essere rischiosa per i pazienti con problemi cardiaci o polmonari.
Fototerapia
La terapia della luce (o fototerapia) è una terapia non farmacologica che utilizza la luce artificiale per trattare i disturbi dell’umore, tra cui il disturbo bipolare e prevede l’esposizione del paziente a una luce artificiale brillante, simile alla luce del sole, per un periodo di tempo determinato. L’esposizione può avvenire attraverso una lampada di luce artificiale o una cabina appositamente progettata.
Può essere efficace nel trattamento dei sintomi depressivi associati al disturbo bipolare, soprattutto quelli associati alla stagionalità, come la depressione invernale. Tuttavia può richiedere diverse settimane di trattamento per ottenere un effetto significativo.
La quantità di luce necessaria per ottenere un effetto terapeutico dipende dalla gravità dei sintomi del paziente e dalla durata del trattamento: in genere prevede l’esposizione del paziente alla luce artificiale per 30-60 minuti al giorno per diverse settimane.
La terapia della luce è considerata una terapia sicura e non comporta effetti collaterali significativi: in alcuni pazienti può causare mal di testa, irritazione degli occhi o insonnia. Inoltre l’esposizione prolungata alla luce artificiale può essere dannosa per la pelle e gli occhi.
Stimolazione magnetica transcranica (TMS)
La stimolazione magnetica transcranica è una terapia non invasiva che utilizza campi magnetici per stimolare specifiche regioni del cervello, con l’obiettivo di alleviare i sintomi del disturbo bipolare.
Durante la terapia il paziente viene posizionato su una sedia e un dispositivo a forma di bobina gli viene posizionato sulla testa. La bobina emette un campo magnetico che attraversa il cranio e stimola le regioni cerebrali coinvolte nei sintomi del disturbo bipolare.
Può essere utile nel trattamento dei sintomi depressivi del disturbo bipolare, soprattutto quando gli altri trattamenti non sono efficaci o non sono ben tollerati dal paziente. Tuttavia gli effetti possono essere temporanei e il paziente può aver bisogno di ripetere il trattamento per mantenere l’effetto.
È considerata una terapia sicura e non invasiva, ma può comportare pochi effetti collaterali come mal di testa, vertigini o dolore al sito di applicazione della bobina.
Terapia con integratori alimentari
La terapia con integratori alimentari è una forma di trattamento alternativa che utilizza sostanze naturali come vitamine, minerali e erbe, per alleviare i sintomi del disturbo bipolare.
Alcuni degli integratori alimentari utilizzati nel trattamento del disturbo bipolare includono:
- l’acido folico,
- l’inositolo,
- il magnesio,
- il triptofano,
- l’omega-3,
- la melatonina.
Queste sono considerate utili per il miglioramento dell’umore e la riduzione dell’ansia e possono essere utilizzate in combinazione con altri trattamenti.
L’efficacia della terapia con integratori alimentari nel trattamento del disturbo bipolare non è ancora ben definita: anche se alcuni studi hanno suggerito che alcuni integratori potrebbero essere utili nel trattamento dei sintomi depressivi o maniacali, gli effetti potrebbero essere modesti e variare da persona a persona.
Gli integratori alimentari possono comportare effetti collaterali, tra cui mal di testa, nausea, irritazione dello stomaco, sonnolenza o agitazione. Inoltre alcune sostanze, come l’omega-3, possono interagire con farmaci anticoagulanti o antipsicotici, aumentando il rischio di effetti collaterali.
Conclusione
Il disturbo bipolare è una malattia mentale che può avere un impatto significativo sulla vita delle persone che ne sono affette. Tuttavia esistono diverse forme di trattamento disponibili che possono aiutare a controllare i sintomi e migliorare la qualità della vita.
È importante ricordare che il bipolarismo non definisce una persona e che con il giusto trattamento e il sostegno molte persone con questo disturbo possono gestire con successo i sintomi e condurre una vita piena e soddisfacente.