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L’elettroencefalogramma è un esame diagnostico non invasivo che rileva l’attività elettrica del cervello, per mezzo di sensori (elettrodi) applicati al cuoio capelluto.
L’EEG misura le fluttuazioni di tensione derivanti dalla corrente ionica all’interno dei neuroni del cervello. Clinicamente, l’EEG si riferisce alla registrazione dell’attività elettrica spontanea del cervello per un periodo di tempo, mediante l’uso di sensori posizionati sul cuoio capelluto. Le applicazioni diagnostiche generalmente si concentrano sui potenziali relativi agli eventi o sul contenuto spettrale dell’EEG.
Il primo indaga le potenziali fluttuazioni temporali legate a un evento, come “l’inizio dello stimolo” o la “pressione di un pulsante”. Il contenuto spettrale analizza il tipo di oscillazioni neurali (chiamate “onde cerebrali”) che possono essere osservate nei segnali EEG nel dominio della frequenza.
A cosa serve l'EEG?
L’EEG ha vari impieghi. Il più noto è quello di diagnosticare l’epilessia, che causa anomalie nelle letture EEG.
Viene anche usato in caso di:
- Disturbi del sonno
- Malattie cerebrovascolari
- Tumore cerebrale
- Danni cerebrali da trauma cranico
- Infiammazione del cervello (encefalite)
- Cerebropatie metaboliche
L’EEG fino a pochi anni fa era il principale metodo per indagare il cervello alla scoperta di tumori, ictus e altri disturbi focali. Questo uso è diminuito con l’avvento di tecniche di imaging anatomico ad alta risoluzione come la risonanza magnetica (RMN) e la tomografia computerizzata (TAC).
Nonostante la risoluzione spaziale limitata, l’EEG continua però a essere uno strumento prezioso per la ricerca e la diagnosi. È una delle poche tecniche mobili disponibili e offre una risoluzione temporale nell’intervallo di millisecondi che non è possibile con TAC, PET o risonanza magnetica.
L’EEG può essere utilizzato anche nelle unità di terapia intensiva per il monitoraggio delle funzioni cerebrali, per monitorare crisi epilettiche non convulsive/stato epilettico non convulsivo, per monitorare l’effetto di sedativi/anestesia in pazienti in coma farmacologico.
Come funziona l'elettroencefalogramma – metodo
Nell’EEG convenzionale la registrazione si ottiene posizionando elettrodi sul cuoio capelluto con un gel o una pasta conduttiva. Molti sistemi utilizzano tipicamente elettrodi, ciascuno dei quali è collegato a un singolo filo. Alcuni sistemi utilizzano cappucci o reti in cui sono incorporati gli elettrodi.
Le posizioni e i nomi degli elettrodi sono specificati dal sistema internazionale 10-20 per la maggior parte delle applicazioni cliniche e di ricerca.
Con 10-20 si intende 10% oppure 20% , riferito al 100% della distanza tra due punti di repere cranici “inion” (prominenza alla base dell’osso occipitale) e “nasion” (attaccatura superiore del naso); questa distanza di solito va da 30 a 36 cm con grande variabilità interpersonale.
Alla posizione che ogni elettrodo occupa sullo scalpo fa riferimento una sigla. Le sigle che individuano la posizione di un elettrodo sono formate da una o due lettere, che permettono di identificare la regione della corteccia esplorata:
- Fp: frontopolare
- F: frontale
- C: centrale
- P: parietale
- T: temporale
- O: occipitale
e da un numero (o una z) che identifica l’emisfero (numeri dispari: sinistra; numeri pari: destra; z: linea mediana).
Nella maggior parte delle applicazioni cliniche vengono utilizzati 19 elettrodi di registrazione (più terra e riferimento di sistema). È possibile aggiungere ulteriori elettrodi alla configurazione standard quando un’applicazione clinica o di ricerca richiede una maggiore risoluzione spaziale per una particolare area del cervello.
Ciascun elettrodo è collegato ad un amplificatore differenziale (un amplificatore per coppia di elettrodi); un elettrodo di riferimento del sistema comune è collegato all’altro ingresso di ciascun amplificatore differenziale. Questi amplificatori amplificano la tensione tra l’elettrodo attivo e il riferimento (tipicamente 1.000-100.000 volte o 60-100 dB di guadagno di tensione).
La maggior parte dei sistemi EEG oggigiorno sono digitali e il segnale amplificato viene digitalizzato tramite un convertitore analogico-digitale, dopo essere passato attraverso un filtro anti-aliasing. Il campionamento da analogico a digitale avviene tipicamente a 256-512 Hz nell’EEG clinico del cuoio capelluto; frequenze di campionamento fino a 20 kHz sono utilizzate in alcune applicazioni di ricerca.
Procedure di attivazione
Durante la registrazione è possibile utilizzare una serie di metodi di attivazione che possono indurre un’attività EEG normale o anormale che altrimenti non potrebbe essere registrata. Queste procedure includono iperventilazione, stimolazione con luce stroboscopica, chiusura degli occhi, esecuzione di calcoli o altre attività mentali, sonno e privazione del sonno. Durante il monitoraggio dell’epilessia generalmente vengono sospesi i farmaci che il paziente assume di abitudine in modo da verificare qual è la situazione in assenza di terapia.
Come si esegue l’elettroencefalogramma
Secondo i casi, il paziente si sdraia sul lettino o siede su una poltrona.
Il tecnico applica i gli elettrodi e, da quel momento, è necessario che il paziente resti fermo il più possibile, per tutta la durata dell’esame.
Il test può durare fino a 60 minuti.
Durante l’esame il paziente può essere invitato a compiere alcune azioni, come chiudere o aprire gli occhi, respirare profondamente, guardare una luce intensa o lampeggiante.
Al termine della procedura il paziente può tornare a casa.
Come prepararsi all’elettroencefalogramma
Prima di sottoporsi ad un elettroencefalogramma è bene osservare alcune indicazioni:
- Non mangiare o bere nulla con caffeina per 8 ore prima del test.
- Mangiare normalmente la sera prima e il giorno della procedura.
- Informare il medico se si assumono farmaci, sia da prescrizione che da banco, e integratori.
- Lavare i capelli la sera prima della procedura, ma non utilizzare prodotti condizionanti senza risciacquo, come lacca o gel per capelli.
Rischi della procedura
L’elettroencefalogramma è sicuro, indolore, e può essere effettuato a qualunque età, neonati compresi.
Bibliografia: fonti e note
Andrea Biasucci, Benedetta Franceschiello, Micah M. Murray. Electroencephalography