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Questa è la forma di emorroidi più fastidiosa, tuttavia sono generalmente trattabili e prevenibili: scopriamo come!
Quanto sono frequenti le emorroidi esterne? Epidemiologia
Le emorroidi esterne sono una condizione molto comune.
Secondo alcune stime circa il 50% degli adulti sperimenta emorroidi almeno una volta nella vita e si stima che quelle esterne siano la forma più comune, riscontrata in circa il 70% dei casi.
La condizione è più comune negli adulti di età compresa tra i 45 e i 65 anni e negli uomini più che nelle donne. Tuttavia le donne possono svilupparle durante la gravidanza o il parto.
La prevalenza delle emorroidi esterne è anche influenzata dallo stile di vita, con un’incidenza maggiore nei soggetti sedentari o obesi e in coloro che seguono una dieta a basso contenuto di fibre.
Quali sono le cause delle emorroidi esterne? Eziologia
Le emorroidi esterne sono causate principalmente da una combinazione di pressione eccessiva sulle vene della regione anale e una debolezza dei tessuti di sostegno che tengono le vene in posizione.
Tra le cause comuni di pressione eccessiva si annoverano:
- Stitichezza,
- Diarrea,
- Sforzo durante la defecazione,
- Gravidanza,
- Obesità ,
- Posizione seduta prolungata,
- Alcolismo.
La debolezza dei tessuti di sostegno invece può essere causata da una serie di fattori, tra cui:
- Invecchiamento,
- Gravidanza,
- Tossicità del fumo,
- Carenza di esercizio fisico,
- Prolungato sollevamento di pesi.
In alcuni casi possono essere ereditarie o il risultato di una predisposizione genetica.
Anche alcune condizioni mediche, come la malattia infiammatoria intestinale e l’ipertensione portale, possono aumentare il rischio di sviluppare emorroidi esterne.
Quali sintomi provocano le emorroidi esterne? Sintomatologia
Possono causare diversi sintomi che possono variare da lievi a gravi.
I sintomi comuni includono:
- Dolore nell’area anale esterna, che può essere acuto o sordo,
- Sensazione di bruciore o prurito nell’area anale,
- Gonfiore o noduli nella regione anale esterna,
- Sanguinamento durante le evacuazioni intestinali o sulla carta igienica,
- Sensazione di incompleto svuotamento intestinale,
- Difficoltà o dolore durante la defecazione,
- Secrezione di muco dalla zona anale,
- Infiammazione e arrossamento nell’area anale.
Possibili complicanze delle emorroidi esterne
Se non trattate o se trattate in modo inadeguato possono causare una serie di complicazioni.
Alcune delle più comuni includono:
- Trombosi emorroidaria: un coagulo di sangue si forma all’interno delle vene delle emorroidi, causando dolore intenso e gonfiore nell’area anale.
- Infiammazione: le emorroidi possono diventare infiammate e irritate, causando prurito, bruciore e dolore.
- Emorragia:Â possono sanguinare durante le evacuazioni intestinali o anche a riposo.
- Anemia: se il sanguinamento è abbastanza grave può causare anemia.
- Infezione: possono diventare infette, causando febbre, gonfiore e pus nell’area anale.
Diagnosi delle emorroidi esterne
La diagnosi delle emorroidi esterne viene solitamente posta da un medico proctologo e si basa sui sintomi del paziente e sulla valutazione della zona anale.
Anamnesi
Durante l’anamnesi il medico potrebbe fare alcune domande al paziente riguardo:
- I sintomi, la loro durata, frequenza e intensità e il momento in cui si manifestano;
- Il momento in cui compaiono con maggiore frequenza, in modo da identificare le cause più insistenti;
- La sua storia medica e familiare, in particolare per quanto riguarda eventuali condizioni mediche preesistenti o problemi gastrointestinali;
- Il suo stile di vita, come la dieta, l’esercizio fisico, se sta seduto a lungo e il consumo di alcol.
Queste informazioni possono aiutare il medico a stabilire una diagnosi accurata e a identificare eventuali fattori di rischio o complicazioni.
Esame obiettivo
Durante l’esame obiettivo il medico può esaminare l’area anale esterna alla ricerca di segni di gonfiore, noduli o altri segni di infiammazione.
Potrebbe anche esaminare l’ano interno attraverso un esame rettale digitale per escludere altre patologie del retto e dell’intestino, durante il quale può valutare:
- Il tono anale,
- La presenza di massa nell’ano,
- Un eventuale sanguinamento.
Esami strumentali
Alcuni esami strumentali possibili includono:
- Anoscopia: durante questo esame un tubo sottile con una luce alla fine, chiamato anoscopio, viene inserito nell’ano per visualizzare le emorroidi.
- Sigmoidoscopia: questo esame utilizza un endoscopio, un tubo flessibile con una luce alla fine, per visualizzare l’interno del retto e del colon sigmoideo.
- Colonscopia: questo esame endoscopico consente di visualizzare l’intero colon e l’intestino crasso, per escludere la presenza di altre patologie.
- Ecografia: l’ecografia può essere utilizzata per visualizzare le emorroidi e le vene nell’area anale.
In genere questi esami strumentali non sono necessari per la diagnosi, ma possono essere utilizzati per valutare le complicanze o in casi in cui i sintomi non migliorano con il trattamento e per escludere eventuali altre patologie.
Diagnosi differenziale delle emorroidi esterne
Esistono diverse condizioni mediche che possono presentare sintomi simili a quelli delle emorroidi esterne, pertanto è importante eseguire una diagnosi differenziale per escludere altre patologie.
Alcune delle condizioni sono:
- Fessure o Ragadi anali: sono piccole crepe o tagli nella pelle dell’ano che possono causare dolore e sanguinamento.
- Fistole anali: sono canali anormali che si formano tra il retto e la pelle dell’ano.
- Prolasso rettale: si verifica quando il retto fuoriesce dall’ano.
- Polipi rettali: sono escrescenze che si formano nella parete del retto.
- Malattia infiammatoria intestinale: come la malattia di Crohn o la colite ulcerosa, possono causare sanguinamento rettale, dolore e infiammazione.
- Tumori del colon-retto: possono causare sanguinamento rettale e dolore.
Trattamento delle emorroidi esterne
Il trattamento dipende dalla gravità dei sintomi e dalla presenza di eventuali complicanze e può essere personalizzato per soddisfare le esigenze individuali del paziente.
Vediamo i principali trattamenti utilizzati.
Terapia conservativa
La terapia conservativa può includere una combinazione di:
- Misure dietetiche,
- Modifiche dello stile di vita,
- Farmaci.
Alcune delle misure dietetiche che possono aiutare a prevenire o alleviare i sintomi includono:
- Aumentare l’apporto di fibre e l’assunzione di acqua,
- Ridurre o eliminare alcool e cibi piccanti.
Le modifiche dello stile di vita possono includere:
- Aumentare l’attività fisica,
- Evitare di stare seduti troppo a lungo.
La terapia conservativa può essere sufficiente per trattare le emorroidi esterne lievi o moderate e alleviare i sintomi.
Terapia farmacologica
La terapia farmacologica può essere utilizzata, insieme alla terapia conservativa, per ridurre il dolore, il gonfiore e l’infiammazione.
I farmaci comunemente utilizzati includono:
- Analgesici: possono essere utilizzati per alleviare il dolore, come il paracetamolo o l’ibuprofene.
- Antinfiammatori non steroidei (FANS): possono aiutare a ridurre il dolore e l’infiammazione, come l’ibuprofene o il naprossene.
- Corticosteroidi topici: utilizzati per ridurre l’infiammazione e il prurito, come la crema o la pomata di idrocortisone.
- Supposte rettali: possono essere utili per ridurre il dolore e l’infiammazione, contengono glicerina e/o lidocaina.
- Lassativi: possono alleviare la stitichezza e ridurre la pressione sulle vene nell’area anale.
Ozonoterapia per il trattamento delle emorroidi esterne
L’ozonoterapia è un trattamento efficace per le emorroidi esterne a patto che esse non siano di dimensioni molto ampie e siano in grado di rientrare all’interno dell’ano.
In questo caso l’ozonoterapia è in grado di disinfiammare molto efficacemente le emorroidi eliminandone i sintomi. In genere sono necessarie poche sedute per ridurre le vene di diametro e riportarle alle dimensioni originarie.
Trattamento chirurgico
Il trattamento chirurgico può essere necessario nei casi più gravi o in presenza di complicanze.
Alcuni dei trattamenti chirurgici comuni includono:
- Emorroidectomia: questo intervento chirurgico prevede la rimozione chirurgica delle emorroidi esterne.
- Legatura elastica: un anello di gomma viene applicato alla base delle emorroidi esterne per interrompere il flusso di sangue e farle cadere.
- Coagulazione a infrarossi: prevede l’uso di onde di luce infrarossa per coagulare le vene delle emorroidi esterne, riducendone le dimensioni.
- Scleroterapia: in questo intervento viene iniettata una soluzione che causa la chiusura delle vene delle emorroidi esterne.
- Crioterapia: prevede l’uso del freddo per congelare e ridurre le dimensioni delle emorroidi esterne.
Il trattamento chirurgico può comportare alcuni rischi e complicanze, quindi il medico valuterà attentamente se è necessario e appropriato per il paziente.
Come prevenire le emorroidi esterne?
La prevenzione può essere attuata attraverso alcune modifiche dello stile di vita e dell’alimentazione.
Tra le misure preventive più efficaci ci sono:
- Aumento dell’assunzione di fibre,
- Aumento dell’attività fisica,
- Evitare di rimanere seduti troppo a lungo,
- Aumento dell’assunzione di acqua,
- Evitare lo sforzo durante le evacuazioni intestinali,
- Non prolungare l’utilizzo del bagno,
- Evitare di indossare abiti troppo stretti,
- Mantenere un’adeguata igiene anale.
Emorroidi esterne: cosa è importante ricordare?
Le emorroidi esterne sono una condizione comune e spesso benigna, ma possono causare sintomi significativi e, in alcuni casi, complicanze.
Sono causate principalmente da una combinazione di pressione eccessiva sulle vene della regione anale e una debolezza dei tessuti di sostegno che tengono le vene in posizione. Queste possono avere diversi fattori di rischio, come la gravidanza, la stitichezza, l’invecchiamento o lo stare seduti troppo a lungo.
Possono causare diversi sintomi ma i più frequenti solo dolore e bruciore intorno all’area anale, difficoltà nell’evacuazione, sanguinamento, infiammazione dell’area anale o sensazione di svuotamento incompleto dell’intestino. Non è una condizione solitamente pericolosa, ma se non ben trattata può causare complicanze anche gravi come la trombosi emorroidaria, emorragia, infezioni e anemia.
Per diagnosticarle il medico può esaminare l’area anale esterna alla ricerca di gonfiore o noduli e, se necessario, eseguire un esame rettale per escludere altre condizioni mediche. In alcuni casi possono essere necessari test diagnostici come una colonscopia o una sigmoidoscopia per escludere altre patologie del tratto gastrointestinale.
I trattamenti solitamente includono una terapia conservativa, attuata tramite modifiche alla dieta e allo stile di vita, insieme ad un appropriato trattamento farmacologico o con ozonoterapia. In alcuni casi può essere consigliato ricorrere ad un trattamento chirurgico. Inoltre si possono adottare alcune misure preventive, come una dieta ricca di fibre e l’aumento dell’attività fisica.