Tra le diverse cellule coinvolte nel sistema immunitario, gli eosinofili sono dei veri e propri guardiani che svolgono un ruolo cruciale nella protezione del nostro organismo dalle minacce.
Sono un tipo di globuli bianchi e fanno parte del sistema immunitario. Sono chiamati eosinofili perché reagiscono e si colorano in modo distintivo con una tinta chiamata eosina.
Come tutte le cellule del sangue, vengono prodotte all’interno del midollo osseo nel quale maturano nel corso di diversi giorni e da lì vengono rilasciate nel flusso sanguigno. Quando il corpo è coinvolto in una risposta immunitaria o infiammatoria, gli eosinofili possono migrare verso le aree interessate in risposta a segnali chimici chiamati chemiotassi.
In questo articolo analizzeremo la loro struttura, funzione e il loro coinvolgimento in diverse condizioni patologiche. Scopriremo come queste cellule possano diventare sia alleate che nemiche del nostro organismo e come la loro comprensione possa portare a importanti progressi nella diagnosi e nel trattamento di molte malattie.
Quali sono le funzioni degli eosinofili?
Sono responsabili di diverse funzioni nel sistema immunitario.
Tra le principali:
- Combattere le infezioni parassitarie: sono particolarmente efficaci nel combattere le infezioni da parassiti, come i vermi intestinali. Rilasciano sostanze chimiche tossiche, come le proteine ​​cationiche, che danneggiano i parassiti e contribuiscono alla loro eliminazione.
- Risposta alle allergie: quando il sistema immunitario reagisce in modo eccessivo a sostanze normalmente innocue, come polline, peli di animali o cibi, gli eosinofili vengono attivati e rilasciano sostanze chimiche infiammatorie, come l’istamina, che causano sintomi allergici tra cui prurito, gonfiore e congestione.
- Processi infiammatori: tra i loro compiti c’è anche quello di rilasciare sostanze chimiche, come enzimi e proteine, che attraggono altre cellule immunitarie sul sito dell’infiammazione, contribuendo alla risposta immunitaria e all’eliminazione di agenti nocivi.
- Modulazione dell’immunità : possono interagire con altre cellule immunitarie, come i linfociti, e influenzare la risposta generale del sistema immunitario.
- Guarigione dei tessuti: svolgono anche un ruolo nella guarigione dei tessuti, contribuendo alla rimozione delle cellule morte o danneggiate e promuovendo il processo di riparazione.
Valori normali degli eosinofili
La conta degli eosinofili viene effettuata tramite un semplice esame del sangue.
I valori normali possono variare leggermente a seconda del laboratorio e delle unità di misura utilizzate. In generale sono espressi come:
- Percentuale degli eosinofili rispetto al totale dei globuli bianchi:Â in questo caso i valori normali variano dal 0,5% al 5% del totale dei globuli bianchi.
- Conteggio assoluto degli eosinofili per unità di volume di sangue: di solito i valori normali sono compresi tra 50 e 500 eosinofili per microlitro (µL) di sangue.
Tuttavia possono variare a seconda delle circostanze individuali e delle condizioni di salute e venire influenzati da fattori come:
- l’etÃ
- il sesso
- lo stato di gravidanza.
Eosinofilia: quando i valori degli eosinofili sono alti
Un aumento del numero di eosinofili nel sangue, noto come eosinofilia, può essere:
- temporaneo e legato a una risposta normale del sistema immunitario;
- indicativo di una condizione sottostante che richiede attenzione medica.
È importante valutare i sintomi e il contesto clinico per una diagnosi accurata.
Alcune delle cause comuni di eosinofilia includono:
- Allergie: l’allergia può essere causata da sostanze come polline, polvere, peli di animali o alimenti.
- Malattie respiratorie: condizioni come l’asma, la bronchite eosinofila e la polmonite eosinofila possono provocare un aumento di queste cellule nei tessuti polmonari e nel sangue.
- Parassitosi: le infezioni da parassiti, come le infestazioni da vermi intestinali, possono stimolare una risposta eosinofila.
- Malattie autoimmuni: può essere provocato da alcune malattie autoimmuni, come la sindrome di Churg-Strauss e la vasculite eosinofila.
- Condizioni dermatologiche: patologie cutanee come l’eczema, la dermatite da contatto e la dermatite erpetiforme possono provocare eosinofilia.
- Malattie del sistema digestivo: anche disturbi come la sindrome dell’intestino irritabile (IBS), la colite eosinofila e l’infiammazione dell’esofago (esofagite eosinofila) sono tra le cause di livelli elevati.
- Reazioni farmacologiche: alcuni farmaci possono causare un aumento degli eosinofili come reazione avversa, ad esempio antibiotici, anticonvulsivanti o farmaci antinfiammatori.
Trattamento per l’eosinofilia
Il trattamento dipenderà dalla causa sottostante e dalla gravità dei sintomi. Se l’eosinofilia è associata a una condizione specifica, il trattamento sarà infatti mirato a gestire quella condizione.
Ad esempio:
- Allergie: in questo caso il medico potrebbe raccomandare antistaminici per alleviare i sintomi e ridurre la risposta allergica. In alcuni casi possono essere prescritti anche farmaci corticosteroidi per ridurre l’infiammazione.
- Infezioni parassitarie: se è associata a un’infezione da parassiti, verranno prescritti farmaci antiparassitari specifici.
- Malattie autoimmuni: nelle malattie autoimmuni il trattamento mirerà a ridurre l’infiammazione e a modulare la risposta immunitaria. Ciò può includere farmaci immunosoppressori, come corticosteroidi o altri farmaci antinfiammatori.
- Condizioni polmonari: se l’eosinofilia è legata a disturbi polmonari come l’asma o la polmonite eosinofila, possono essere prescritti broncodilatatori, corticosteroidi inalatori o altri farmaci specifici per gestire i sintomi e controllare l’infiammazione.
- Terapie mirate: in alcuni casi possono essere utilizzate terapie mirate che agiscono direttamente sugli eosinofili o sulle sostanze chimiche rilasciate da queste cellule. Queste terapie possono includere farmaci biologici o anticorpi monoclonali specifici per bloccare i meccanismi responsabili dell’eosinofilia.
Eosinopenia: quando i valori degli eosinofili sono bassi
Un basso numero di eosinofili nel sangue, condizione nota come eosinopenia, può verificarsi in diverse situazioni.
Ecco alcune delle possibili cause:
- Reazione ai corticosteroidi: l’assunzione di corticosteroidi come prednisone o idrocortisone.
- Stress acuto: situazioni di stress acuto, come traumi, interventi chirurgici o gravi infezioni possono provocare eosinopenia.
- Malattie infettive: alcune infezioni batteriche, virali o fungine gravi.
- Malattie infiammatorie croniche: condizioni infiammatorie a lungo termine, come l’artrite reumatoide o la malattia di Crohn.
- Sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS): può verificarsi in alcuni casi di AIDS avanzato.
- Malattie del midollo osseo: condizioni come la leucemia mieloide cronica o l’insufficienza midollare.
- Corticosteroidi endogeni: anche alcune patologie, come il morbo di Cushing, caratterizzato da livelli elevati di cortisolo nel sangue, possono influenzare negativamente la produzione di eosinofili.
Trattamento per l’eosinopenia
L’eosinopenia di solito non richiede un trattamento specifico.
Se è accompagnata da sintomi o segni di altre patologie, il trattamento sarà focalizzato sulla gestione della causa sottostante, ad esempio:
- Malattie infettive: se l’eosinopenia è dovuta a una malattia infettiva il trattamento si concentrerà sulla gestione dell’infezione specifica mediante l’uso di antibiotici, antivirali o antimicotici, a seconda del caso.
- Gestione delle condizioni infiammatorie: se è correlata a una malattia infiammatoria cronica, come l’artrite reumatoide o la malattia di Crohn, il trattamento sarà diretto verso la gestione dell’infiammazione e dei sintomi associati. Ciò può includere farmaci antinfiammatori, corticosteroidi o terapie immunomodulatrici.
- Farmaci: se è un effetto collaterale di un farmaco, il medico potrebbe raccomandare la sospensione o la sostituzione del farmaco responsabile.
- Monitoraggio e follow-up: in alcuni casi può essere una condizione temporanea o transitoria. Il medico potrebbe quindi optare per un monitoraggio regolare per valutare se i livelli di eosinofili tornano nella norma senza la necessità di trattamento specifico.