ernia ombelicale

Ernia ombelicale

Un’ernia ombelicale si verifica quando una porzione di tessuto, spesso una parte dell’intestino, sporge attraverso la parete muscolare dell’addome vicino all’ombelico.

In base al momento in cui si presenta, si parla di:

  • Ernia ombelicale fetale: l’ernia si sviluppa nello stato fetale e può comportare la morte del bambino.
  • Ernia neonatale: è il tipo più comune, si presenta dopo la caduta del cordone ombelicale e solitamente non comporta problemi.
  • Ernia dell’adulto: quando la protuberanza compare in età adulta in seguito ad un indebolimento della parete addominale.

Sebbene spesso non rappresenti un rischio immediato per la salute, può causare sintomi scomodi e richiedere attenzione medica. Scopriamo di più in questo articolo!

 

Quanto è frequente l’ernia ombelicale? Epidemiologia

L’ernia ombelicale è una delle forme più comuni di ernia. La sua prevalenza varia in base a fattori come:

  • età
  • sesso
  • etnia
  • eventuali fattori di rischio.

Può colpire persone di tutte le età, dai neonati agli adulti, anche se l’incidenza negli adulti è generalmente più bassa rispetto ai neonati.

 

Da che cosa è causata l’ernia ombelicale? Eziologia

L’ernia ombelicale è molto comune nei neonati, nei quali si verifica perché l’apertura nell’addome attraverso la quale passava il cordone ombelicale durante la gravidanza può non chiudersi completamente dopo la nascita.

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La maggior parte delle ernie nei neonati si risolve da sole nei primi anni di vita senza necessità di intervento chirurgico.

Nelle persone adulte può svilupparsi a seguito di fattori che indeboliscono la parete addominale, come:

  • Obesità: l’eccesso di peso può mettere maggiore pressione sulla parete addominale.
  • Gravidanza: può causare un indebolimento della parete addominale a causa della pressione esercitata dall’utero in crescita.
  • Sforzo fisico: sollevare pesi o impegnarsi in attività che richiedono sforzi continui può aumentare il rischio di ernia ombelicale.
  • Tabagismo: il fumo può influenzare negativamente la guarigione dei tessuti e aumentare il rischio di ernie.
  • Tosse cronica o stitichezza: possono aumentare la pressione addominale.
  • Genetica: ci possono essere predisposizioni genetiche che rendono alcune persone più suscettibili allo sviluppo di ernie ombelicali.

 

Quali sono i sintomi dell’ernia ombelicale? Sintomatologia

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Possono esserci una varietà di sintomi, diversi in base alla dimensione dell’ernia, alla presenza di complicanze e ad altri fattori individuali.

Tra i più comuni:

  • Protuberanza visibile: il sintomo più evidente è una protuberanza o un rigonfiamento intorno all’ombelico. Questa può variare in dimensioni e può essere più evidente quando si tossisce, si fa sforzo o ci si piega in avanti. Può essere piccola e indolore o più grande e sensibile al tatto.
  • Dolore o disagio: il dolore può essere acuto, sordo o fastidioso. Può intensificarsi quando si fanno sforzi o quando si sta in piedi per lunghi periodi. Tuttavia alcune ernie possono essere asintomatiche e non causare alcun dolore.
  • Sensazione di pressione: alcune persone possono avvertire una sensazione di pressione o tensione nell’area dell’ernia ombelicale.
  • Difficoltà nell’alimentazione: nei neonati un’ernia può influenzare l’alimentazione. Possono sperimentare difficoltà nell’allattamento al seno o nel prendere il biberon.
  • Complicanze potenziali: se l’ernia diventa strozzata o incarcerata può causare sintomi più gravi, come dolore intenso, nausea, vomito e difficoltà a spingere la protuberanza indietro nella cavità addominale. In casi estremi una ernia strozzata può portare a una riduzione del flusso sanguigno nell’ernia e alla necrosi dei tessuti, richiedendo un intervento chirurgico d’urgenza.

 

Diagnosi di ernia ombelicale

La diagnosi avviene tramite un’anamnesi, un esame obiettivo e alcuni esami diagnostici che possano confermare la condizione ed escludere condizioni simili.

 

Anamnesi

Durante l’anamnesi il medico raccoglierà una serie di informazioni al fine di ottenere una comprensione completa della situazione.

Tra queste:

  • Sintomi: come una protuberanza o un rigonfiamento intorno all’ombelico, dolore o disagio nell’area dell’ernia, sensazione di pressione o altri sintomi correlati.
  • Storia medica personale: inclusi eventuali interventi chirurgici precedenti, condizioni mediche preesistenti o altre malattie croniche che potrebbero influenzare lo sviluppo o la gestione dell’ernia.
  • Storia familiare: è importante raccogliere informazioni sulla storia familiare di ernie ombelicali o altre condizioni mediche, poiché la predisposizione genetica può giocare un ruolo nel loro sviluppo.
  • Fattori di rischio: il medico potrebbe chiedere informazioni sulle abitudini di vita del paziente, come il fumo, l’obesità, l’attività fisica, il sollevamento pesi e altri.
  • Gravidanza e parto: nel caso di neonati sarà importante raccogliere informazioni sulla gravidanza e sul parto, comprese eventuali complicanze che potrebbero aver influenzato lo sviluppo dell’ernia.
  • Storia dei sintomi: il medico cercherà di ottenere una chiara cronologia dei sintomi, compresi il momento in cui il paziente ha notato per la prima volta la protuberanza, eventuali cambiamenti nei sintomi nel tempo e le circostanze in cui i sintomi possono peggiorare o migliorare.

 

Esame obiettivo

Durante l’esame obiettivo il medico eseguirà una serie di valutazioni fisiche e test specifici per determinare la presenza e le caratteristiche dell’ernia.

Ecco come può svolgersi l’esame:

  • Ispezione visiva: il medico inizia esaminando attentamente l’area dell’ombelico mentre il paziente è in posizione eretta. L’obiettivo è individuare eventuali protuberanze, rigonfiamenti o deformità intorno all’ombelico.
  • Palpazione: utilizzando le dita, il medico palpa delicatamente l’area intorno all’ombelico per cercare la protuberanza. La palpazione può aiutare a determinare la dimensione, la consistenza e la sensibilità dell’ernia. Il paziente potrebbe essere invitato a tossire durante la palpazione per valutare se la protuberanza aumenta di dimensioni o diventa più evidente.
  • Valutazione della riducibilità: si verifica se la protuberanza può essere spinta indietro nella cavità addominale (ridotta) o se rimane protrusa (non riducibile). La riducibilità può fornire indicazioni sulla gravità dell’ernia e sulla presenza di eventuali complicanze.
  • Valutazione della strozzatura: cerca segni di strozzatura, che è una complicanza grave dell’ernia ombelicale, come aumento del dolore, sensibilità estrema, arrossamento, gonfiore o segni di necrosi dei tessuti circostanti.
  • Esame in posizione supina: si può chiedere al paziente di sdraiarsi sulla schiena e verificare se la protuberanza è ancora visibile o palpabile in questa posizione.
  • Manovra di Valsalva: il medico può chiedere al paziente di eseguire una manovra chiamata “test di Valsalva”, che coinvolge un’espirazione forzata contro una chiusura delle vie aeree. Questo può aumentare la pressione addominale e rendere più evidente l’eventuale protuberanza.

 

Esami di laboratorio

Gli esami di laboratorio di solito non sono il principale strumento diagnostico per l’ernia ombelicale, ma possono essere utilizzati per escludere altre condizioni mediche o valutare la salute generale del paziente in preparazione per un eventuale intervento chirurgico.

Alcuni esami di laboratorio che potrebbero essere eseguiti includono:

  • Esami del sangue: possono essere eseguiti esami ematici completi per valutare i livelli di globuli bianchi, emoglobina e altre componenti del sangue. Questi esami possono fornire informazioni sulla salute generale del paziente e identificare eventuali anomalie.
  • Esami di coagulazione: in caso di intervento chirurgico previsto, potrebbe essere eseguito un esame delle funzioni di coagulazione del sangue per garantire che il paziente sia in grado di affrontare l’intervento in modo sicuro.

 

Esami strumentali

Gli esami strumentali sono spesso utilizzati per confermare la diagnosi, valutarne la gravità e pianificare eventuali interventi chirurgici.

Tra gli esami strumentali che possono essere eseguiti:

  • Ecografia: può essere utilizzata per visualizzare l’ernia ombelicale, determinarne le dimensioni, la posizione e valutare la presenza di eventuali complicanze, come la strozzatura.
  • Tomografia computerizzata: è un esame di imaging che utilizza raggi X per creare immagini dettagliate degli organi interni. Può essere utilizzata per valutare l’ernia ombelicale in dettaglio e fornire informazioni sulle strutture circostanti.
  • Risonanza magnetica: è un esame di imaging che utilizza campi magnetici e onde radio per creare immagini dettagliate del corpo. Può essere utilizzata per valutare l’ernia ombelicale e fornire immagini chiare delle strutture anatomiche.
  • Radiografia dell’addome: può essere eseguita per valutare l’addome nel suo complesso e cercare eventuali segni di ostruzioni intestinali o altre complicanze associate all’ernia.
  • Manometria: in alcune situazioni la manometria può essere utilizzata per valutare la pressione nella cavità addominale e verificare se vi è un aumento della pressione nella zona dell’ernia.
  • Endoscopia: se si è preoccupati per la presenza di complicanze dell’intestino o di altre strutture dell’addome, un esame endoscopico può essere eseguito per esaminare l’interno dell’addome e confermare la diagnosi.

 

Diagnosi differenziale di ernia ombelicale

La diagnosi differenziale è utile per escludere o identificare altre condizioni mediche che potrebbero presentare sintomi simili.

Vediamo le condizioni principali:

  • Cisti o tumore ombelicale: cisti o tumori benigni o maligni che si sviluppano nell’area ombelicale possono causare una protuberanza simile a un’ernia. La diagnosi differenziale può essere effettuata attraverso esami di imaging e valutazioni più approfondite.
  • Lipoma: è un tumore benigno del tessuto adiposo e se si sviluppa nell’area ombelicale, può essere scambiato per un’ernia.
  • Diverticolo ombelicale: è una piccola sacca che si forma attraverso un punto debole nell’addome vicino all’ombelico. Può essere confuso con un’ernia ombelicale a causa della sua protuberanza.
  • Ernia incisionale: questa ernia si sviluppa attraverso una cicatrice di un intervento chirurgico precedente. Può verificarsi nella zona dell’ombelico, ma è importante distinguerla da un’ernia ombelicale primaria.
  • Ascite: è l’accumulo di liquido nell’addome, il che può causare un rigonfiamento o una protuberanza.
  • Eventrazioni addominali: è una protrusione di tessuto attraverso una cicatrice chirurgica. Se si sviluppa nell’area ombelicale, può essere scambiata per un’ernia.
  • Ombelico infiammato: un’infiammazione dell’ombelico (onfalite) può causare dolore, arrossamento e gonfiore.
  • Addome disteso: in alcuni casi l’addome disteso o la presenza di aria o gas nell’intestino possono causare un rigonfiamento.
  • Massa addominale: altre masse addominali, come tumori o cisti, possono causare protuberanze.

 

Trattamento dell’ernia ombelicale

Il trattamento può variare in base alla dimensione, alla presenza di sintomi, alla gravità e alle condizioni individuali del paziente. Vediamo alcune opzioni di trattamento possibili.

 

Monitoraggio e osservazione

Questo approccio si basa sulla sorveglianza attenta dell’ernia nel tempo e sull’adozione di misure per prevenire il peggioramento o lo sviluppo di complicazioni.

Questa opzione può essere appropriata nei seguenti casi:

  • ernia piccola e asintomatica;
  • neonati e bambini (tendono a risolversi naturalmente durante i primi anni di vita);
  • pazienti anziani o con gravi problemi di salute (pazienti che non sono candidati ideali per l’intervento chirurgico).

Il medico terrà sotto controllo l’ernia attraverso visite regolari durante le quali potrebbero essere eseguiti esami fisici per valutare le dimensioni dell’ernia, monitorare i sintomi e verificare la presenza di eventuali cambiamenti. Questo approccio è finalizzato a garantire che l’ernia non si stia ingrandendo o causando problemi.

Inoltre al paziente potrebbe essere consigliato di prendere alcune misure per prevenire il peggioramento dell’ernia, come:

  • controllo del peso;
  • esercizio fisico adeguato per rafforzare la parete addominale;
  • evitare sforzi eccessivi.

Se si verificano cambiamenti nei sintomi, nelle dimensioni dell’ernia o nella condizione generale del paziente, il medico potrebbe raccomandare un trattamento diverso.

 

Indossare un supporto addominale

Un supporto addominale è una cintura elastica o un dispositivo simile che viene indossato intorno all’addome per sostenere la zona dell’ernia, riducendo la pressione sull’ernia e alleviando i sintomi.

Questa opzione può essere appropriata in caso di:

  • ernia di piccole dimensioni
  • sintomi lievi
  • prevenzione.

Un supporto addominale è progettato per applicare una leggera pressione sull’ernia e sulla zona circostante, prevenendo il peggioramento. Questo può alleviare il disagio e ridurre la possibilità di strozzatura.

 

Trattamento chirurgico

È una delle opzioni di trattamento principali e mira a rinforzare la parete addominale e prevenire il rischio di recidiva.

L’intervento chirurgico potrebbe essere raccomandato in caso di:

  • dimensioni considerevoli dell’ernia;
  • sintomi gravi;
  • complicazioni (se si verifica una strozzatura, in cui l’ernia si blocca e il flusso di sangue è compromesso, è necessario un intervento chirurgico d’urgenza per evitare danni ai tessuti circostanti);
  • pazienti adulti.

Esistono due approcci chirurgici principali:

  • Chirurgia aperta: il chirurgo effettua un’incisione sopra l’ernia ombelicale. L’ernia viene ridotta (riposizionata nella cavità addominale) e la parete addominale circostante viene rinforzata con sutura o con l’uso di una rete sintetica. La rete aiuta a prevenire la recidiva rinforzando la zona debole della parete addominale.
  • Chirurgia laparoscopica: vengono effettuate piccole incisioni attraverso le quali vengono inseriti uno o più strumenti e una telecamera. Il chirurgo guida l’intervento osservando le immagini su uno schermo. Questo metodo è meno invasivo rispetto alla chirurgia aperta e può avere tempi di recupero più rapidi.

In generale il paziente può essere in grado di tornare alle normali attività quotidiane entro pochi giorni o qualche settimana dopo la chirurgia laparoscopica, mentre la chirurgia aperta potrebbe richiedere un periodo di recupero leggermente più lungo.

Ci sono rischi e complicanze potenziali, come:

  • infezioni
  • emorragie
  • danni ai tessuti circostanti
  • dolore cronico post-operatorio
  • recidiva dell’ernia.

 

Ernia ombelicale: punti chiave

L’ernia ombelicale rappresenta una sfida medica comune che richiede attenta valutazione e decisioni oculate.

Le cause di questa condizione sono varie: nei neonati è solitamente provocata dalla mancata chiusura dell’apertura dell’addome attraverso il quale passa il cordone ombelicale. Negli adulti le cause sono solitamente fattori che indeboliscono la parete addominale, come gravidanze, obesità, sforzi fisici, tabagismo, stitichezza e tosse cronica, ma può essere presente anche una componente genetica.

Le ernie sono spesso asintomatiche, ma tra i sintomi più comuni possiamo trovare: protuberanze addominali, dolore e disagio e sensazione di pressione. Nei neonati possono svilupparsi anche problemi nell’alimentazione. Inoltre possono svilupparsi alcune complicanze, come l’incarcerazione e la strozzatura dell’ernia, che potrebbero richiedere un intervento immediato.

La diagnosi avviene solitamente tramite un’anamnesi, un esame obiettivo e alcuni esami diagnostici che possano confermare la condizione.

Il trattamento varia dal monitoraggio e l’osservazione per le ernie di dimensioni ridotte, al supporto addominale e agli interventi chirurgici per casi più complessi. La scelta migliore dipende da vari fattori, tra cui le dimensioni dell’ernia, i sintomi del paziente e le preferenze personali.