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La gastroenterite è un’infiammazione del tratto digerente che colpisce lo stomaco o l’intestino tenue (colon), nella maggior parte dei casi provocata da un virus.
Può essere classificata come:
- Acuta: si risolve al massimo nel giro di quattro settimane, ma di solito non supera i sette giorni.
- Cronica: la sua durata supera le quattro settimane.
Scopriamo cause, sintomi e trattamenti in questo articolo.
Quanto è frequente la gastroenterite? Epidemiologia
La gastroenterite è una malattia comune a livello globale e colpisce persone di tutte le età, anche se i bambini e gli anziani sono esposti a un rischio maggiore.
Si stima che si verifichino circa 1,9 miliardi di casi ogni anno e la distribuzione geografica varia a seconda della causa sottostante. Ad esempio, il rotavirus è molto comune nei Paesi in via di sviluppo, dove la disidratazione può portare a serie complicanze, mentre i virus Norwalk e Adenovirus sono più presenti nei Paesi industrializzati.
Quali sono le cause della gastroenterite? Eziologia
Le cause si differenziano in base alla tipologia:
- Acuta: può essere causata da infezioni o tossinfezioni. La differenza è che:
- Nel primo caso si verifica un’invasione da parte di organismi patogeni, come batteri o virus, in seguito al contatto con persone infette o con oggetti e/o cibi contaminati e la comparsa dei sintomi richiede qualche giorno.
- Nel secondo caso è provocata dall’ingestione di tossine, ma non di organismi, e si contrae ingerendo cibi contaminati da tossine prodotte da alcune specie di batteri. Poche ore dopo aver mangiato compaiono sintomi come forti crampi, nausea, vomito e/o diarrea e l’infezione ha di solito durata minore rispetto al primo caso.
- Cronica: è dovuta a patologie di natura infiammatoria cronica e riguarda solo lo stomaco.
Gastroenterite acuta
La gastroenterite acuta è quella che provoca maggiore sofferenza, ma anche la più facilmente trattabile.
I batteri più frequentemente responsabili sono:
- la Shigella,
- la Salmonella,
- l’Escherichia coli,
- il Campylobacter.
Merita una menzione speciale il Clostridium difficile, che può portare a complicanze piuttosto gravi come il megacolon tossico, ovvero il gonfiarsi smisurato dell’intestino tenue con il rischio di perforazione, peritonite, shock e morte. È un’infezione molto temuta negli anziani e nei pazienti ricoverati e fragili, anche per via del fatto che negli ospedali esiste, purtroppo, la possibilità di trovare ceppi di batteri resistenti ai comuni antibiotici.
Tra i virus, invece, i principali colpevoli sono il rotavirus e il norovirus. Specialmente nei bambini è comune avere gastroenteriti virali che si contraggono facilmente in ambienti come le scuole.
Un ruolo marginale lo hanno le infezioni da parassiti come la giardia, che possono essere contratte entrando in contatto con acque contaminate, sia potabili che in bacini ricreativi come SPA o piscine.
In ogni caso, qualunque sia l’agente patogeno che causa questa infezione, la principale via di trasmissione rimane quella oro-fecale, dovuta alla contaminazione con materiale fecale di cibi o acque che poi vengono ingeriti da altre persone, protraendo il ciclo.
Come si manifesta la gastroenterite? Sintomatologia
I sintomi possono variare da lievi a gravi e includono:
- Nausea: la sensazione di dover vomitare è uno dei sintomi più comuni.
- Vomito: sia intermittente che continuo, accompagnato da dolore addominale.
- Diarrea: si manifesta con feci molli e acquose, spesso con presenza di muco e sangue.
- Dolore addominale: può presentarsi in forme diverse, come crampi o di tipo sordo, ed essere localizzato in parti differenti dell’addome.
- Febbre: può essere bassa o alta, a volte accompagna l’infiammazione.
- Mal di testa: può essere leggero o grave.
- Debolezza e stanchezza: sensazione generale di malessere e affaticamento.
- Disidratazione: la diarrea e il vomito possono causare una perdita di liquidi e sali minerali. In caso di disidratazione grave, possono seguire vertigini, mancanza di energia e riduzione della produzione di urina.
- Perdita di appetito: diminuzione della fame e sensazione di sazietà precoce.
- Crampi muscolari: la perdita di liquidi e sali minerali potrebbe provocare crampi muscolari, specialmente alle gambe.
Diagnosi di gastroenterite
La diagnosi di gastroenterita avviene solitamente durante una visita gastroenterologica, a seguito di un’anamnesi e di una serie di esami che escludano patologie con sintomi simili.
Anamnesi
I principali quesiti che il medico potrebbe porre al paziente sono:
- Che tipo di sintomi ha sperimentato? Nausea, vomito, diarrea, crampi addominali, ecc.?
- Quando sono iniziati i disturbi e per quanto tempo sono durati?
- Ci sono stati fattori scatenanti, come una recente assunzione di antibiotici o un viaggio in una zona a rischio di infezione?
- Nella sua storia medica ha già sperimentato condizioni gastrointestinali simili o altri problemi di salute che potrebbero essere correlati ai sintomi?
- Nella sua famiglia si sono manifestate malattie gastrointestinali?
- Sta assumendo farmaci che potrebbero causare fastidi a stomaco e intestino?
- Qual è il suo livello di idratazione e quanta acqua beve al giorno?
- Quali sono le sue abitudini alimentari?
- Qual è il suo stile di vita? Fuma, pratica attività fisica, consuma alcolici?
Esame obiettivo
La visita medica si concentra poi sulla ricerca dei principali elementi associabili all’infiammazione:
- Ispezione: si osserva l’area addominale per rilevare segni di gonfiore, arrossamento, eruzione cutanea o cicatrici. Il medico potrebbe anche cercare di identificare la zona esatta in cui si avvertono i crampi.
- Palpazione: il medico usa le mani per palpare delicatamente l’addome del paziente e verificare se vi siano dolori o una sensazione di tensione. Questo esame può rivelare la presenza di gas, feci bloccate o altri problemi gastrointestinali.
- Auscultazione: ascolto del rumore intestinale tramite un fonendoscopio per rilevare possibili rumori anomali, aumentati o diminuiti.
- Controllo dello stato di idratazione: è volta a individuare segni di disidratazione come secchezza, occhi incavati e bocca secca.
- Esame rettale: serve a riscontrare eventuali anomalie, come la presenza di sangue o muco nelle feci o di emorroidi.
Esami di laboratorio
Esistono vari esami di laboratorio che possono essere utilizzati per diagnosticare la gastroenterite e valutarne la gravità, tra cui:
- Esame delle feci: rileva la presenza di agenti infettivi, come virus, batteri o parassiti, ma anche sangue e leucociti. Viene solitamente prescritto quando il paziente presenta sintomi quali diarrea, vomito e febbre.
- Emocromo completo: valuta la presenza di infezioni o infiammazioni nel corpo. Include il conteggio dei globuli bianchi, globuli rossi e delle piastrine.
- Elettroliti sierici: individua segni di disidratazione o di squilibri elettrolitici nel corpo. Misura i livelli di sodio, potassio e altre sostanze nel sangue.
- Creatinina sierica: la creatinina è un prodotto di scarto del metabolismo muscolare che viene eliminato dai reni, quindi la sua concentrazione nel sangue può fornire informazioni sulla salute di questi organi.
- Test delle allergie alimentari: possono causare sintomi associabili alla gastroenterite.
- Test sierologici: sono utilizzati per valutare la presenza di anticorpi specifici che indicano se l’infezione è causata da un particolare agente infettivo.
- Colture batteriche: si effettua sul campione di feci per identificare il batterio responsabile e determinare quale antibiotico sarà più efficace nel trattamento.
- Esami delle urine: sono utili per rilevare segni di infezione o di disidratazione.
Esami strumentali
Gli esami strumentali che possono essere utilizzati per la diagnosi sono:
- Gastroscopia: consiste nell’inserire un endoscopio flessibile, un tubo sottile e luminoso, nell’esofago, nello stomaco e nell’intestino tenue per valutare la presenza di anomalie o lesioni. Può anche essere utilizzata per prelevare campioni di tessuto per l’analisi.
- Radiografia dell’addome: questa tecnica radiologica utilizza i raggi X per produrre immagini dell’addome.
- Tomografia computerizzata: usa i raggi X per creare immagini a sezione trasversale.
- Ecografia: utilizza ultrasuoni e può essere scelta per valutare la presenza di liquidi in addome o altre anormalità.
- Colonscopia: viene inserito un endoscopio flessibile nell’intestino crasso per individuare anomalie o prelevare campioni per l’analisi.
- Sigmoidoscopia: si inserisce un endoscopio flessibile nel retto e nel colon sigmoideo.
Diagnosi differenziale di gastroenterite
Poiché i sintomi della gastroenterite possono essere simili a quelli di altre condizioni, è importante escludere altre possibili cause per effettuare una corretta diagnosi.
La diagnosi differenziale può includere le seguenti condizioni:
- Infezioni parassitarie intestinali: come la giardiasi e l’amebiasi possono causare sintomi simili alla gastroenterite batterica o virale. Tuttavia, queste infezioni sono spesso caratterizzate da sintomi cronici e ricorrenti.
- Intolleranza alimentare: può causare sintomi simili alla gastroenterite, come nausea, vomito e diarrea. Tuttavia è causata da specifici alimenti o sostanze alimentari, mentre la gastroenterite può essere causata da diversi agenti patogeni.
- Malattie infiammatorie dell’intestino: come la colite ulcerosa e la malattia di Crohn possono causare sintomi simili alla gastroenterite, come diarrea e dolore addominale. Tuttavia, queste malattie sono spesso caratterizzate da sintomi cronici e ricorrenti.
- Pancreatite: è un’infiammazione del pancreas che può causare sintomi simili alla gastroenterite, come dolore addominale e nausea. Tuttavia, la pancreatite può essere causata da fattori diversi rispetto alla gastroenterite.
Trattamenti per la gastroenterite
Vediamo nel dettaglio le varie terapie possibili e quando sono consigliate.
Reidratazione nella terapia per la gastroenterite
La reidratazione è un aspetto molto importante per il controllo della malattia e consiste nel ripristinare i fluidi e gli elettroliti persi attraverso la diarrea e il vomito.
Ecco alcune opzioni:
- Bevande: bere piccole quantità di acqua, tè, succhi di frutta e bibite sportive.
- Soluzioni di reidratazione orale: contengono una miscela di sali e zuccheri che aiutano il corpo ad assorbire l’acqua e gli elettroliti. Sono disponibili in farmacia o possono essere preparate a casa, seguendo le istruzioni sulle confezioni. Sono raccomandate soprattutto nei bambini.
- Liquidi endovenosi: in caso di disidratazione grave, può essere necessario ricorrere alla somministrazione di liquidi elettrolitici per via endovenosa, in ospedale e sotto stretta supervisione medica.
Riposo intestinale
Si concentra sull’alleviare lo stress del sistema digestivo, che durante l’episodio acuto può essere molto sensibile e incapace di digerire i cibi in modo efficace.
Il riposo intestinale consiste nel limitare l’assunzione di cibi solidi e grassi, oltre a caffè, alcool e bevande gassate che possono aumentare la diuresi e aggravare la disidratazione.
Meglio prediligere una dieta leggera che comprenda:
- Brodo di pollo: aiuta a sostituire i liquidi persi.
- Riso bianco: contribuisce a fermare la diarrea.
- Patate bollite: forniscono carboidrati per dare energia al corpo.
- Biscotti secchi: soddisfano l’appetito senza sovraccaricare il sistema digestivo.
- Frutta cotta: le mele cotte o la composta di mele, ad esempio, favoriscono il senso di sazietà senza provocare irritazione.
In questa fase è anche importante mangiare porzioni più piccole e masticare lentamente per facilitare la digestione.
Farmaci antidiarroici
Possono essere utilizzati come scelta opzionale per ridurre la frequenza e la gravità della diarrea. Tra i più comuni troviamo:
- Loperamide: disponibile in compresse o capsule, agisce rallentando il transito intestinale e aumentando la ripresa di acqua dalle feci. È efficace nel contrastare la diarrea e il bisogno urgente di defecare.
- Attapulgite: si presenta sotto forma di sospensione e agisce assorbendo le tossine e l’acqua in eccesso dal tratto intestinale. Non riduce la diarrea, ma può aiutare a diminuire la frequenza dei movimenti intestinali.
- Bismuto subsalicilato: si presenta sotto forma di compresse o liquido e agisce rivestendo la mucosa intestinale, così da ridurre l’infiammazione. Può anche aiutare a ridurre i sintomi della nausea e del vomito.
I farmaci antidiarroici non sono raccomandati in caso di evacuazione con presenza di sangue, febbre alta, vomito persistente o malattie gastrointestinali preesistenti. Inoltre l’uso prolungato può impedire al corpo di eliminare le tossine o gli agenti infettivi responsabili della diarrea.
Farmaci antiemetici
Sono utilizzati per ridurre la nausea e il vomito:
- Metoclopramide: è disponibile in compresse, capsule o soluzione iniettabile e agisce aumentando la motilità gastrica.
- Ondansetron: in compresse o soluzione iniettabile, blocca i recettori della serotonina nel cervello, riducendo i sintomi. È spesso usato anche per il trattamento della nausea e del vomito associati alla chemioterapia.
- Dimenidrinato: compresse che bloccano i recettori dell’istamina nel cervello, contrastando i sintomi. È utilizzato inoltre per il trattamento dei disturbi legati al mal d’auto e al mal di mare.
I farmaci antiemetici non risolvono la causa sottostante della gastroenterite e non sono raccomandati per l’uso a lungo termine. Inoltre possono causare sonnolenza o vertigini, quindi è importante evitare di guidare o di utilizzare macchinari pesanti durante l’assunzione.
Antibiotici e antiparassitari per la gastroenterite
Vengono utilizzati per il trattamento di gastroenteriti batteriche o parassitarie, causate da una serie di agenti patogeni diversi.
Tuttavia non tutti i casi richiedono l’uso di antibiotici. Se la gastroenterite è dovuta a un virus, non esiste un trattamento specifico oltre alla gestione dei sintomi.
Ecco alcuni dei farmaci antibatterici e antiparassitari comunemente utilizzati:
- Azitromicina: antibiotico utilizzato per il trattamento della diarrea causata da alcuni batteri, come Campylobacter.
- Ciprofloxacina: antibiotico impiegato per la cura della diarrea causata da batteri come Shigella, Salmonella e Vibrio cholerae.
- Metronidazolo: antiparassitario che contrasta infezioni causate da Giardia e Entamoeba.
Possono avere effetti collaterali, tra cui disturbi gastrointestinali, allergie e resistenza agli antibiotici.
Prevenzione della gastroenterite
Per prevenire l’infiammazione si possono seguire alcuni utili accorgimenti:
- Lavare regolarmente le mani con acqua e sapone per almeno 20 secondi prima di mangiare, dopo essere stati in bagno e dopo aver toccato superfici pubbliche, come maniglie delle porte o corrimano.
- Evitare il contatto con persone malate e che hanno sintomi associabili a gastroenterite.
- Preparare e conservare il cibo correttamente lavando accuratamente frutta e verdura, cucinando la carne a una temperatura sufficiente per uccidere i batteri e conservando il cibo nel frigorifero a temperature sicure.
- Evitare l’acqua contaminata e bere solo quella potabile, da utilizzare anche per lavare gli alimenti.
- Mantenere puliti gli ambienti pulendo regolarmente le superfici, i bagni e le aree della cucina per prevenire la diffusione di germi.
- Vaccinarsi contro alcune forme di gastroenterite, come il rotavirus nei bambini.
Gastroenterite: cosa ricordare
La gastroenterite è una malattia comune che colpisce il tratto gastrointestinale e può causare sintomi come diarrea, nausea, vomito, crampi addominali e febbre.
La maggior parte dei casi sono dovuti a virus e non richiedono cure specifiche oltre alla gestione dei sintomi. Tuttavia, se causata da batteri o parassiti, può essere necessario l’uso di antibiotici. La malattia può essere grave nei pazienti con sistema immunitario compromesso, come disidratazione grave o infezioni secondarie.
Il trattamento dell’infezione si concentra sulla reidratazione, il riposo intestinale, l’assunzione di farmaci per controllare i sintomi, mentre per la prevenzione sono consigliabili delle buone pratiche igieniche.
Sebbene la gastroenterite possa essere scomoda e fastidiosa, la maggior parte dei casi si risolve senza complicanze.
Bibliografia: fonti e note
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