Un recente studio ha dimostrato che nei ratti l’inalazione di idrogeno molecolare può ridurre le dimensioni dell’infarto del miocardio ed arginare il meccanismo del rimodellamento del ventricolo sinistro. Tale fenomeno è riproducibile anche nell’uomo? Scopriamolo insieme in questo articolo.
Infarto acuto del miocardio e idrogeno molecolare
L’infarto miocardico acuto causa la necrosi1 dei cardiomiociti a seguito di un’ischemia prolungata. La scarsa perfusione del tessuto muscolare cardiaco, incapace di svolgere in maniera corretta il proprio lavoro di contrazione, è correlata all’occlusione di una coronaria2.
L’ostruzione determina l’arresto completo del flusso di sangue all’interno della porzione di tessuto irrorata dalla coronaria occlusa. Questa condizione, osservata all’ECG, è accompagnata da un sopralivellamento del tratto ST3 (infarto STEMI). Al contrario, un’occlusione transitoria provoca un sottolivellamento del tratto ST all’esame elettrocardiografico (infarto NSTEMI).
Le patologie cardiache, l’ischemia o l’ipertensione arteriosa danno luogo al cosiddetto rimodellamento ventricolare che induce delle variazioni strutturali e funzionali del ventricolo sinistro. Il risultato di questa alterazione è la riduzione della gittata sistolica e il declino della funzionalità ventricolare.
L’idrogeno molecolare è un gas biatomico dotato di spiccate proprietà antiossidanti ed antinfiammatorie. Tenendo in considerazione queste importanti caratteristiche, un gruppo di ricercatori ha sottoposto alcuni pazienti, colpiti da infarto acuto del miocardio, ad un trattamento a base di idrogeno molecolare.
Caratteristiche dello studio
- Tipo di studio: studio pilota clinico prospettico.
- Luogo: Giappone.
- Tipo di pazienti: 20 pazienti con diagnosi di STEMI.
Scopo dello studio: quali sono i benefici dell’idrogeno molecolare sul rimodellamento ventricolare conseguente ad infarto del miocardio?
Prendendo spunto da un’altra ricerca, nella quale si è evidenziato l’effetto benefico dell’idrogeno molecolare nei ratti, alcuni studiosi hanno cercato di verificare se, inalando tale gas, sia possibile limitare il fenomeno del rimodellamento ventricolare che sopraggiunge in seguito ad un infarto acuto del miocardio.
Progettazione dello studio
Per la realizzazione di questa ricerca è stato necessario:
- suddividere i pazienti in due gruppi distinti;
- somministrare ai membri del primo gruppo, per i 7 giorni successivi all’intervento coronarico percutaneo, una miscela di ossigeno ed idrogeno molecolare (1,3%);
- somministrare ai pazienti del secondo gruppo solo l’ossigeno;
- monitorare lo stato di salute cardiaca dei pazienti a 7 giorni e a 6 mesi di distanza dall’operazione chirurgica.
Risultati dello studio
I risultati dello studio hanno evidenziato che:
- a sette giorni di distanza non sono state registrate significative differenze tra i due gruppi in esame.
- Nel follow up a sei mesi, i pazienti del primo gruppo, trattati con idrogeno molecolare, hanno mostrato un indice di volume sistolico e una frazione di eiezione del ventricolo sinistro maggiori.
Conclusioni: l’inalazione dell’idrogeno limita il rimodellamento ventricolare?
Questo primo studio clinico ha dimostrato che l’inalazione di idrogeno molecolare può limitare il rimodellamento ventricolare sinistro, garantendo al tessuto miocardico colpito da infarto un percorso di riabilitazione più efficiente.
Infatti i pazienti trattati con idrogeno hanno mostrato un miglioramento degli indici di volume sistolico e di frazione di eiezione ventricolare.
Sebbene i dati dimostrino le proprietà benefiche del gas, appare comunque necessario procedere con ulteriori studi in modo tale da poter chiarire i meccanismi con i quali l’idrogeno agisce sul tessuto cardiaco.
Fonti e note:
ARTICOLO ORIGINALE: Katsumata Y, Sano F, Abe T, Tamura T, et al. The Effects of Hydrogen Gas Inhalation on Adverse Left Ventricular Remodeling After Percutaneous Coronary Intervention for ST-Elevated Myocardial Infarction- First Pilot Study in Humans. Circ J. 2017 Jun 23;81(7):940-947. doi: 10.1253/circj.CJ-17-0105. Epub 2017 Mar 17. PMID: 28321000.
Nota 1. La necrosi rappresenta una forma di morte cellulare caratterizzata dalla rottura della membrana cellulare e la fuoriuscita degli enzimi citoplasmatici.
Nota 2. Il tratto (o segmento) ST dell’elettrocardiogramma si posiziona tra il complesso QRS e l’onda T. In questo intervallo di tempo entrambe le camere ventricolari risultano essere depolarizzate.
Nota 3. Le arterie coronarie costituiscono la rete vascolare che fornisce sostentamento alle cellule del tessuto cardiaco. L’ostruzione di una di queste arterie causa l’interruzione dell’approvvigionamento di ossigeno e nutrienti al cuore.