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I soggetti tossicodipendenti hanno una maggiore frequenza di infezioni al midollo spinale? E quanto impattano sul sistema sanitario a livello clinico ed economico? Uno studio australiano cerca di dare una risposta.
Infezione del midollo spinale e tossicodipendenti
In Italia vi sono più di 125.000 persone tossicodipendenti, ossia di soggetti che ricorrono al consumo di sostanze psicotrope e d’abuso, prima fra tutte l’eroina. [1]
I soggetti tossicodipendenti hanno un rischio più alto rispetto alle altre persone di contrarre un’infezione del midollo spinale, Essa avviene per la disseminazione di batteri nel sangue a partire da un’infezione cutanea, indotta dalle iniezioni endovenose eseguite in assenza di sterilità.
Intuitivamente, il rischio di infezione aumenta proporzionalmente quando non si presta la dovuta attenzione igienica al sito di iniezione della sostanza nella cute, quando si condividono le siringhe tra più soggetti o nei casi in cui si riutilizza più volte la stessa siringa.
L’infezione spinale secondaria alla tossicodipendenza è una condizione clinica grave, potenzialmente fatale e, in tutta probabilità, viene spesso sottodimensionata nella realtà odierna.
Caratteristiche dello studio
- Tipo di studio: Studio osservazionale retrospettivo.
- Luogo: Australia.
- Tipo di pazienti: Soggetti tossicodipendenti diagnosticati con infezione del midollo spinale.
Risultati: l'infezione al midollo nei tossicodipendenti determina un ricovero in ospedale lungo e costoso
Lo studio retrospettivo ha preso in esame una sessantina di pazienti, il cui uso costante di sostanze ad azione psicotropa è stato comprovato.
Tutti questi pazienti sono accomunati dall’aver contratto un’infezione del midollo spinale, secondaria all’abitudine di tossicodipendenza.
I risultati dell’indagine hanno messo in luce che:
- La degenza mediana per paziente in reparto ospedaliero è stata di 47 giorni.
- Un terzo dei pazienti ha subito un intervento di neurochirurgia diretto sul midollo spinale.
- La durata media della somministrazione antibiotica di copertura è stata di 59 giorni.
Il dato interessante da segnalare è che, oltre alle possibili complicanze come la setticemia, vi è stato un notevole impatto anche nel bilancio economico-sanitario.
Si è infatti determinato che l’ospedale ha speso per ciascun episodio di infezione spinale secondaria alla tossicodipendenza ben 61.000 dollari australiani, l’equivalente di circa 40.000 euro.
Conclusioni
L’infezione del midollo spinale che deriva dal reiterato utilizzo di sostanze stupefacenti per via endovenosa è una condizione spesso trascurata nella realtà clinica.
Essa infatti può dare luogo, oltre che alla morte per setticemia, anche a pesanti complicanze, come ascessi subdurali, batteriemia e inabilità motoria.
Allo stesso modo, vista la degenza prolungata e la copertura antibiotica della durata media di due mesi, è da considerare anche l’impatto economico sul sistema sanitario.
Fonti e note:
ARTICOLO ORIGINALE: Ananda RA, Attwood LO, Lancaster R et al. Clinical and financial burden of spinal infections in people who inject drugs. Intern Med J, 52: 1741-1748. 2022.
[1] Ministero della Salute. Rapporto sulle tossicodipendenze, i dati relativi all’anno 2020. 2022