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Ipermetropia

L’ipermetropia è un disturbo visivo in cui gli oggetti vicini appaiono sfocati, mentre quelli distanti sono più facilmente messi a fuoco. Scopriamo di più in questo articolo!

Cos’è l’ipermetropia?

L’ipermetropia è un problema visivo comune che provoca difficoltà nel focalizzare gli oggetti da vicino, mentre la visione da una certa distanza risulta più nitida.

È una condizione refrattiva dell’occhio, il che significa che è dovuta a un’anomalia nel modo in cui l’occhio focalizza la luce sulla retina.

Quando la luce entra nell’occhio infatti:

  • passa prima attraverso la cornea, la lente trasparente situata nella parte anteriore dell’occhio;
  • successivamente passa attraverso il cristallino;
  • questi due elementi aiutano a far convergere la luce in modo che si concentri sulla retina, il tessuto sensibile alla luce situato nella parte posteriore dell’occhio;
  • questa converte quindi la luce in segnali elettrici che vengono trasmessi al cervello attraverso il nervo ottico, permettendo di vedere gli oggetti nitidamente.

 

Quanto è frequente l’ipermetropia? Epidemiologia

È una delle anomalie refrattive più comuni al mondo.

La sua prevalenza varia in base all’età e alle caratteristiche genetiche e può differire tra popolazioni di diverse regioni geografiche. È più comune nei bambini, specialmente nei primi anni di vita. Nel corso del tempo in molti casi può migliorare, anche se alcune persone possono sperimentare un peggioramento con l’avanzare dell’età.

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Può avere un impatto significativo sulla qualità della vita delle persone colpite.

 

Quali sono le cause dell’ipermetropia? Eziologia

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Le cause di questa patologia possono riguardare:

  • Forma dell’occhio: in un occhio normale la lunghezza dell’asse oculare (distanza dalla cornea alla retina) è proporzionata, in modo tale che la luce si focalizzi precisamente sulla retina. Nell’occhio ipermetrope l’asse può essere leggermente più corto del normale o la cornea può essere meno curva, provocando una focalizzazione della luce dietro la retina invece che direttamente su di essa. Il risultato è una visione sfocata degli oggetti ravvicinati.
  • Potenza del cristallino: il cristallino è una lente regolabile all’interno dell’occhio che aiuta a modificare la messa a fuoco per vedere da vicino o da lontano. Se la potenza è insufficiente la luce non viene focalizzata correttamente sulla retina.
  • Fattori genetici: se uno o entrambi i genitori hanno questa patologia oculare, il rischio che un figlio possa ereditarla aumenta.

 

Quali sono i sintomi dell’ipermetropia? Sintomatologia

Può manifestarsi in modo diverso a seconda della gravità e dell’età del soggetto, ma alcune persone possono non riportare disturbi evidenti, soprattutto se la condizione è lieve.

Ecco alcuni dei sintomi più comuni:

  • Visione sfocata da vicino: si può sperimentare una visione sfocata o poco chiara quando si cerca di leggere o guardare oggetti vicini. Questo sintomo può peggiorare durante sforzi visivi prolungati, come la lettura o l’utilizzo di dispositivi digitali.
  • Fatica visiva: si può avvertire affaticamento degli occhi durante attività che richiedono la messa a fuoco su oggetti ravvicinati, con conseguente mal di testa o sforzo visivo.
  • Difficoltà nell’apprendimento: nei bambini può influenzare lo sviluppo della vista e dell’apprendimento. Se non trattata tempestivamente, potrebbe ostacolare la capacità di leggere, scrivere e l’acquisizione delle nozioni scolastiche.
  • Visione doppia: in alcuni casi in cui la patologia è avanzata o non corretta si può verificare la visione doppia, nota anche come diplopia.

 

Diagnosi di ipermetropia

La diagnosi viene solitamente posta all’interno di una visita oculistica, in seguito ad un’anamnesi ed una serie di esami che possano confermare la diagnosi.

 

Anamnesi

È un processo di raccolta di informazioni riguardanti la storia medica e visiva del paziente, al fine di ottenere una comprensione completa della sua condizione. Tra queste:

  • Sintomi visivi: come visione sfocata da vicino, difficoltà nella messa a fuoco su oggetti ravvicinati, affaticamento degli occhi o mal di testa.
  • Storia della vista: inclusa l’età in cui sono stati notati i sintomi visivi e se vi sono stati cambiamenti nel tempo. Sarà utile sapere se ha avuto problemi visivi fin dall’infanzia o se la condizione si è sviluppata più tardi nella vita.
  • Storia familiare: compresa la presenza di ipermetropia o altre condizioni oculari tra i parenti di primo grado.
  • Condizioni mediche pregresse: poiché alcune malattie o disturbi possono essere correlate o influenzare la gravità della condizione.
  • Uso di occhiali o lenti a contatto: il medico chiederà se il paziente utilizza questi strumenti per la correzione visiva e se hanno migliorato i sintomi. Se così fosse sarà importante fornire i dettagli, compresa la correzione da lontano e da vicino.
  • Uso di dispositivi digitali: poiché l’uso prolungato può influenzare i sintomi visivi, il medico potrebbe chiedere informazioni sull’utilizzo di computer, smartphone o altro nel quotidiano.
  • Storia dei trattamenti oculari: sarà utile sapere se il paziente ha ricevuto trattamenti oculari o chirurgici nel passato, come la chirurgia refrattiva LASIK o altre procedure.
  • Altre condizioni oculari: come glaucoma, cataratta, strabismo o problemi di visione binoculare.
  • Storia dell’uso di farmaci: poiché alcuni farmaci possono influenzare la vista o avere un impatto sulla condizione.

 

Esame obiettivo

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L’esame obiettivo consente all’oculista di ottenere dati oggettivi riguardanti la vista del paziente e di effettuare misurazioni precise per la sua correzione tramite:

  • Acuità visiva: l’esame inizia con la misurazione dell’acuità visiva, sia da lontano (solitamente misurata a 6 metri) che da vicino (a 40 centimetri). Al paziente sarà chiesto di leggere lettere o simboli su una tavola optometrica per valutare la vista.
  • Refrazione: è la parte chiave dell’esame e serve a determinare la correzione necessaria della vista. Il medico utilizzerà un retinoscopio o un autorefrattometro per ottenere una stima preliminare del grado di ipermetropia.
  • Prova di correzione: successivamente chiederà al paziente di guardare attraverso una serie di lenti correttive poste in un dispositivo noto come foropter (o forottero) per valutare quale lente offre la migliore nitidezza visiva. Questo aiuterà il medico a definire la prescrizione per gli occhiali o le lenti a contatto.
  • Test di visione binoculare: valuta la capacità di entrambi gli occhi di lavorare insieme in modo armonico e aiuta a rilevare eventuali problemi di strabismo.
  • Misurazione della pressione intraoculare: in alcuni casi si procede con uno strumento chiamato tonometro per valutare il rischio di glaucoma.

 

Esami diagnostici

Gli esami di laboratorio e strumentali sono utilizzati principalmente per diagnosticare condizioni oculari o patologie che possono essere associate all’ipermetropia e per escludere altre problematiche oculari in presenza di sintomi atipici.

Eccone alcuni:

  • Oftalmoscopia: permette al medico di osservare il fondo dell’occhio, inclusa la retina, il nervo ottico e i vasi sanguigni. È utile per valutare la salute dell’occhio e rilevare eventuali segni di danno alla retina o al nervo ottico.
  • Topografia corneale: misura la forma e la curvatura della cornea, la parte trasparente dell’occhio situata all’anteriore. Può essere utile per identificare irregolarità corneali o anomalie che possono influenzare la correzione visiva.
  • Ecografia oculare: questa tecnica utilizza ultrasuoni per ottenere immagini dettagliate delle strutture oculari interne, come il cristallino, il corpo vitreo o il nervo ottico. Viene utilizzata nei casi in cui la visualizzazione diretta delle strutture è difficoltosa.
  • Test di accomodazione: valutano la capacità dell’occhio di mettere a fuoco oggetti a diverse distanze. Sono utili per rilevare come la patologia influenza la capacità di accomodare (focalizzare) l’occhio.

Diagnosi differenziale di ipermetropia

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Consiste nel distinguere questa condizione da altre problematiche oculari o disturbi che possono causare sintomi simili o essere associati a un’anomalia refrattiva, come:

  • Presbiopia: è un problema di vista correlato all’età che riguarda la difficoltà a vedere da vicino, ma è causata dalla perdita di elasticità del cristallino, che riduce la capacità di messa a fuoco ravvicinata e inizia a manifestarsi di solito dopo i 40 anni.
  • Miopia: è un’altra anomalia refrattiva comune in cui l’occhio è in grado di vedere chiaramente gli oggetti da vicino, ma ha difficoltà a focalizzarli da lontano. In questo caso la luce si focalizza davanti alla retina e non dietro.
  • Astigmatismo: è una condizione refrattiva in cui la cornea o il cristallino dell’occhio hanno una forma irregolare, causando una visione sfocata sia da vicino che da lontano. A volte le due condizioni possono coesistere.
  • Cataratta: è l’opacizzazione del cristallino, che può causare visione offuscata o annebbiata. A seconda della posizione e della gravità può essere difficile distinguerla dall’ipermetropia, specialmente se è ancora in fase iniziale.
  • Glaucoma: è caratterizzato da un aumento della pressione intraoculare che può danneggiare il nervo ottico e causare perdita della vista. In alcune forme la visione periferica può essere influenzata.
  • Strabismo: è una condizione in cui gli occhi non sono allineati correttamente e possono puntare in direzioni diverse. In alcuni casi può essere associato all’ipermetropia e viceversa.
  • Condizioni neurologiche: come l’ambliopia o il nistagmo, possono influenzare la vista e possono essere quindi associate o confuse con l’ipermetropia.

 

Trattamento per l’ipermetropia

Ci sono diversi trattamenti disponibili per correggere questa condizione e migliorare la visione, ma la scelta dipenderà dalla gravità e dalle preferenze individuali del paziente.

Vediamo alcune delle opzioni possibili.

 

Occhiali

Sono tra i trattamenti più comuni e rappresentano una soluzione sicura ed efficace. Le lenti vengono progettate per compensare il difetto visivo e aiutare a focalizzare la luce direttamente sulla retina, garantendo così una visione più chiara sia da vicino che da lontano.

Alcune informazioni al riguardo:

  • Lente convergente: le lenti prescritte per questa condizione vengono chiamate convergenti. Sono più spesse al centro e più sottili verso i bordi, il che aiuta a far convergere i raggi di luce in modo da focalizzarli correttamente sulla retina.
  • Potenza della lente: la potenza viene misurata in diottrie positive. Un valore positivo indica che la lente è necessaria per correggere il difetto visivo.
  • Utilizzo: può variare in base alle esigenze del paziente. Alcune persone possono aver bisogno di portarli solo quando eseguono attività come la lettura o l’uso del computer, mentre altre potrebbero doverli indossare costantemente per una correzione visiva completa.
  • Aggiornamento della prescrizione: questa condizione può variare nel tempo, specialmente nei bambini in fase di crescita, dunque è importante sottoporsi a regolari esami della vista per aggiornare la prescrizione degli occhiali e garantire una correzione visiva adeguata.

 

Lenti a contatto

Si tratta di piccole lenti oftalmiche che vengono collocate direttamente sulla superficie dell’occhio per correggere l’errore refrattivo e migliorare la vista.

Ne esistono diversi tipi, tra cui:

  • Lenti a contatto sferiche: hanno una potenza uniforme in tutte le direzioni e correggono la vista in ogni punto dell’occhio.
  • Lenti a contatto toriche: sono progettate per correggere sia l’ipermetropia che l’astigmatismo.
  • Lenti a contatto multifocali: sono utilizzate per correggere anche la presbiopia, consentendo di vedere chiaramente sia da vicino che da lontano.

Vediamo alcuni dettagli al riguardo:

  • Correzione della vista: funzionano in modo simile agli occhiali, aiutando a focalizzare la luce direttamente sulla retina, garantendo così una visione più nitida sia a distanza che ravvicinata.
  • Comfort e praticità: offrono una maggiore libertà di movimento rispetto agli occhiali, poiché aderiscono direttamente all’occhio e non hanno montature che possono causare fastidi. Sono particolarmente comode per le attività sportive e possono offrire un campo visivo più ampio.
  • Durata: possono essere giornaliere, quindicinali, mensili o annuali, a seconda del tipo e delle esigenze del paziente.
  • Adattamento e follow-up: l’uso di lenti a contatto richiede un adattamento individuale e un periodo di prova per abituarsi alla loro presenza. Durante questa fase il paziente sarà seguito dall’oculista per assicurarsi che siano confortevoli e offrano una correzione adeguata.
  • Igiene e manutenzione: è essenziale seguire attentamente le istruzioni del medico riguardanti la pulizia e la manutenzione delle lenti a contatto per ridurre il rischio di infezioni oculari.

 

Chirurgia refrattiva

Si tratta di una procedura chirurgica utilizzata per correggere permanentemente i difetti visivi modificando la forma della cornea o la potenza del cristallino per migliorare la focalizzazione della luce sulla retina.

Non tutti i pazienti sono adatti a questo tipo di trattamento. I candidati ideali sono generalmente adulti con una prescrizione stabile da almeno un anno, in buona salute oculare e senza altre patologie oculari significative. L’età e la gravità della condizione possono influenzare la fattibilità della procedura.

La chirurgia refrattiva, come qualsiasi intervento chirurgico, comporta alcuni rischi. Questi possono includere:

  • Secchezza oculare temporanea
  • Infezioni
  • Alterazioni della sensibilità corneale
  • Disturbi visivi notturni.

Tuttavia la maggior parte delle persone sperimenta un miglioramento significativo della vista e un basso tasso di complicanze.

 

Tipi di chirurgia

Ci sono diverse tecniche disponibili, tra cui:

  • LASIK: il chirurgo crea un sottile lembo di tessuto corneale utilizzando un microcheratomo o un laser a femtosecondi, che viene sollevato per esporre il tessuto corneale sottostante. Successivamente un laser a eccimeri viene utilizzato per rimuovere parte del tessuto corneale, modificando così la curvatura della cornea e correggendo l’errore refrattivo. Infine il lembo corneale viene riposizionato e aderisce senza la necessità di punti di sutura.
  • PRK: il sottile strato di tessuto epiteliale sulla superficie della cornea viene rimosso completamente prima di utilizzare il laser a eccimeri per rimodellare la cornea e correggere il difetto. A differenza del LASIK non viene creato alcun lembo corneale. L’epitelio si rigenera naturalmente dopo la procedura.
  • LASEK: è simile al PRK, ma il sottile strato di epitelio viene sollevato e conservato prima di utilizzare il laser a eccimeri. Dopo la correzione questo viene riposizionato e aderisce alla superficie corneale.

La durata della convalescenza varia a seconda del tipo di procedura. Il chirurgo fornirà istruzioni dettagliate sulle cure post-operatorie e sulle attività da evitare durante il periodo di recupero.

 

Lenti intraoculari

Le lenti intraoculari sono dispositivi medici impiantati all’interno dell’occhio e rappresentano una soluzione efficace e duratura, specialmente in caso di cataratta o quando il paziente desidera una correzione visiva permanente.

Possono essere:

  • Multifocali: consentono una buona visione sia da vicino che da lontano, riducendo così la dipendenza dai dispositivi correttivi come gli occhiali o le lenti a contatto.
  • Monofocali: correggono solo la visione da lontano, mentre potrebbe essere ancora necessario l’uso degli occhiali per vedere da vicino.
  • Toriche: sono indicate se il paziente ha anche astigmatismo.

L’operazione segue tre fasi:

  • Pianificazione preoperatoria: prima dell’intervento chirurgico, il paziente sarà sottoposto a un esame oculare completo per valutare la salute dell’occhio e determinare la migliore opzione. Il chirurgo discuterà con lui i vantaggi e gli svantaggi delle diverse lenti intraoculari disponibili.
  • Procedure chirurgiche: ci sono diverse tecniche utilizzate per impiantare le lenti intraoculari, come la facoemulsificazione.
  • Recupero postoperatorio: è solitamente breve. La maggior parte dei pazienti sperimenta un miglioramento significativo della visione entro pochi giorni dall’intervento. Il chirurgo fornirà istruzioni dettagliate per il periodo post operatorio e il paziente potrebbe essere invitato a fare visite di controllo per monitorare la guarigione e la correzione visiva.

 

Ipermetropia: in breve

L’ipermetropia è una condizione visiva comune che può influenzare la vita di molti.

Provoca spesso mal di testa e difficoltà nel vedere da vicino, in particolare dopo sforzi oculari prolungati. Nei bambini può persino provocare difficoltà nell’apprendimento.

Si diagnostica solitamente all’interno di una visita oculistica, dopo una serie di esami che valutano la capacità visiva e che possano escludere altri tipi di problemi.

Fortunatamente ci sono diverse opzioni di trattamento disponibili tra cui occhiali, lenti a contatto, chirurgia refrattiva e lenti intraoculari, che possono migliorare significativamente la visione dei pazienti affetti da questa patologia.