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Iposmia: la riduzione dell’olfatto

L’iposmia consiste nella riduzione dell’olfatto. È un sintomo che si distingue dall’anosmia, nella quale invece si ha la perdita completa della percezione degli odori. Scopriamo in questo articolo cause, sintomi e possibili trattamenti.

 

Quanto è frequente l’iposmia? Epidemiologia

Si tratta di un problema piuttosto frequente, soprattutto rispetto all’anosmia. La prevalenza può variare a seconda delle cause sottostanti e dei fattori di rischio associati. In generale può colpire persone di tutte le età, ma è più comune negli adulti anziani.

Le stime variano notevolmente a seconda della popolazione studiata e delle definizioni utilizzate, ma si ritiene che circa il 5-20% degli adulti possa soffrire di qualche forma di disturbo dell’olfatto.

 

Quali sono le cause dell’iposmia? Eziologia

Le cause possono essere diverse e includono:

  • Malformazioni che determinano una riduzione dello spazio delle cavità nasali, e quindi una cattiva circolazione dell’aria al suo interno, tra cui:
    • poliposi nasale;
    • deviazione del setto nasale;
    • ipertrofia dei turbinati.
  • Situazione di infiammazione nasale tale da ridurre la circolazione dell’aria all’interno del naso, come:
    • allergie;
    • infezioni come raffreddore, sinusite.
  • Invecchiamento: l’olfatto diminuisce con l’età, con un’iposmia che gradualmente tende a peggiorare.
  • Sostanze, che comprendono:
    • farmaci quali interferone e chemioterapici;
    • sostanze chimiche tossiche (usate nell’industria), compreso il fumo di sigaretta o del sigaro;
    • sostanze stupefacenti (consumo per via nasale di cocaina).
  • Malattie come il morbo di Parkinson, Alzheimer, sclerosi multipla.
  • Malattie psichiatriche come la (schizofrenia).
  • Neoplasie della fossa cranica anteriore o nasali.

È un disturbo temporaneo o permanente?

Di solito la riduzione della capacità di percepire gli odori è un disturbo temporaneo, mentre l’anosmia ha una maggiore probabilità di risultare definitiva:

  • Iposmie temporanee: se la causa è un’infiammazione passeggera, allora il problema può regredire anche completamente. Questo riguarda le sinusiti dovute ad allergie stagionali, ad un forte raffreddore, situazioni in cui vi è materiale che occlude le cavità nasali e quindi impedisce il corretto funzionamento delle strutture deputate alla percezione degli odori.
  • Iposmie definitive: è estremamente difficile che possano diventare permanenti, perché se tendono a peggiorare nel tempo, si sfocia inevitabilmente in un’anosmia totale. Le cause immodificabili nel tempo comprendono le malformazioni nasali, le neoplasie, le malattie sistemiche.

 

Quali sono i sintomi dell’iposmia? Sintomatologia

I sintomi associati possono variare da lievi a gravi e possono includere:

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  • Difficoltà a percepire gli odori: le persone colpite possono avere difficoltà a rilevare gli odori o percepirli in modo attenuato rispetto alla norma.
  • Perdita parziale dell’olfatto: anche se si possono ancora percepire alcuni odori, la capacità di sentirli può essere significativamente ridotta rispetto a prima. 
  • Distorsione degli odori: in alcuni casi si possono percepire gli odori in modo distorto.
  • Alterazioni del gusto: poiché l’olfatto e il gusto sono strettamente collegati, si può sperimentare una diminuzione della percezione dei sapori, anche se il cibo non è in alcun modo alterato.
  • Difficoltà nell’identificare gli odori: può essere difficile identificare specifici odori o distinguerli tra loro, il che può influenzare la capacità di riconoscere alimenti, ambienti o persone.

Non sentire gli odori è un vero problema?

Il nostro senso dell’olfatto consente di percepire gli odori e questo è importante per evitare situazioni di pericolo, come per esempio il fumo emanato da stufe accese o fughe di gas. Il cattivo odore è anche il primo segnale di cibo avariato. Al di là di questo l’olfatto contribuisce alla percezione del gusto dei cibi, stimolando le ghiandole digestive. L’iposmia rende gli alimenti meno piacevoli e c’è il rischio di un cambiamento delle abitudini legate alla dieta in relazione al cambiamento dei sapori.

Ci sono due condizioni che inducono a fare una valutazione di approfondimento:

  • la comparsa improvvisa della sintomatologia, soprattutto in assenza di una congestione nasale;
  • l’assenza di miglioramento dopo qualche giorno di terapie convenzionali per il raffreddore.

 

Diagnosi di iposmia

La diagnosi viene effettuata all’interno di una vista otorinolaringoiatrica, attraverso una valutazione completa della storia clinica del paziente, esami fisici e test specifici per valutare la funzione olfattiva.

Anamnesi

Durante questa fase, il medico raccoglierà una serie di informazioni dettagliate che possono aiutare a determinare la causa sottostante del problema, al fine di guidare la diagnosi e il trattamento. Ecco alcuni punti chiave che potrebbero essere inclusi nell’anamnesi:

  • Sintomi olfattivi: viene chiesto al paziente di descrivere i sintomi olfattivi che sta sperimentando, inclusa la durata, la gravità e qualsiasi variazione nel tempo.
  • Insorgenza dei sintomi: è importante determinare quando sono iniziati i sintomi e se ci sono stati eventi precipitanti, come un’infezione respiratoria o un trauma cranico.
  • Fattori di rischio: il medico raccoglie informazioni sui possibili fattori di rischio, tra cui fumo di tabacco, esposizione a sostanze chimiche tossiche, storia di infezioni respiratorie ricorrenti, condizioni mediche preesistenti come diabete o ipertensione e storia familiare di disturbi olfattivi.
  • Storia medica e chirurgica: si esplorano eventuali condizioni preesistenti o interventi chirurgici che potrebbero essere correlati al disturbo, come lesioni craniche, sinusite cronica, polipi nasali o disturbi neurologici.
  • Farmaci e sostanze: il medico potrebbe chiedere se il paziente ha recentemente iniziato a prendere nuovi medicinali o se è stato esposto a sostanze chimiche tossiche sul luogo di lavoro o in casa.
  • Impatto sulla vita quotidiana: viene valutato l’effetto dell’iposmia sulla qualità della vita del paziente, inclusi eventuali problemi di gusto, difficoltà nell’identificare gli odori, preoccupazioni per la sicurezza e l’impatto sulle attività quotidiane come cucinare o mangiare.

Esame obiettivo

Può includere diverse valutazioni fisiche e test specifici per valutare la funzione olfattiva, tramite:

  • Esame del naso e delle vie respiratorie: serve a rilevare eventuali anomalie strutturali che potrebbero influenzare la funzione olfattiva, come polipi nasali, deviazioni del setto nasale o segni di infezione.
  • Esame neurologico: poiché l’olfatto è controllato dal cervello, può essere importante per escludere cause neurologiche sottostanti. Ciò potrebbe includere valutazioni della funzione cerebrale, del nervo olfattivo (nervo cranico I) e di altre funzioni nervose.
  • Esame fisico generale: il medico può eseguire anche una valutazione dello stato generale di salute del paziente e identificare eventuali segni di condizioni mediche o malattie sistemiche che potrebbero essere correlate all’iposmia.

Esami diagnostici

Gli esami diagnostici dipendono dalla causa sottostante sospettata e dalla storia clinica del paziente. Tuttavia ci sono alcuni test comuni che possono essere utilizzati per valutare la funzione olfattiva e identificare eventuali anomalie strutturali o condizioni mediche correlate. Ecco alcuni esempi:

  • Test di identificazione degli odori: coinvolge la presentazione di diversi odori al paziente, che deve identificarli correttamente. È uno dei test più comuni per valutare la funzione olfattiva.
  • Test di sensibilità olfattiva: valuta la sensibilità olfattiva del paziente esponendolo a odori diluiti in diverse concentrazioni e registrando la sua capacità di rilevarli.
  • Test di discriminazione degli odori: verifica la capacità del paziente di distinguere tra odori simili o correlati.
  • Risonanza magnetica o tomografia computerizzata: questi esami di imaging possono essere utilizzati per escludere cause strutturali, come lesioni cerebrali, anomalie delle vie nasali o sinusali che potrebbero interferire con la funzione olfattiva.
  • Analisi del sangue e degli ormoni: possono essere eseguite per escludere cause sistemiche, come disfunzioni tiroidee, malattie autoimmuni o altri disturbi metabolici.
  • Biopsia nasale: in alcuni casi può essere raccomandata una biopsia delle mucose nasali per valutare la presenza di anomalie cellulari o infiammatorie.
  • Elettroencefalogramma: monitora l’attività elettrica del cervello e identifica eventuali anomalie neurologiche associate al disturbo.
  • Valutazione del gusto: poiché l’olfatto e il gusto sono strettamente correlati, possono essere svolti test specifici per valutare la funzione gustativa del paziente.

 

Trattamenti per l’iposmia

In genere specie se è determinata da situazioni come riniti o sinusiti dovute a situazioni contingenti (raffreddore, allergia stagionale) si risolve da sola insieme ai relativi sintomi. Sono utili in questi casi:

  • trattamenti di breve durata con corticosteroidi topici o sistemici, che riducono l’infiammazione nelle vie nasali e nei seni paranasali;
  • cura con farmaci vasocostrittori nasali topici, che hanno attività anti-infiammatoria e riducono la congestione nasale.

Vediamo nel dettaglio come è possibile curare questo disturbo a seconda della causa che lo determina:

Gestione delle cause sottostanti

La gestione delle cause sottostanti dell’iposmia dipende dalla natura specifica della condizione che la provoca. Ecco alcuni approcci comuni utilizzati:

  • Infezioni respiratorie e sinusite: in caso di infezione batterica respiratoria o sinusale, il trattamento può includere l’uso di antibiotici per combattere l’infezione. I decongestionanti nasali possono essere utili per ridurre l’infiammazione e migliorare il drenaggio dei seni nasali.
  • Polipi nasali: se la causa è dovuta a polipi nasali, la terapia prevede l’uso di farmaci corticosteroidi per ridurre l’infiammazione e le dimensioni di queste piccole escrescenze benigne. In alcuni casi di sinusite cronica, può essere necessario un intervento chirurgico per rimuoverli in modo da ripristinare il flusso d’aria e migliorare la funzione olfattiva.
  • Disturbi neurologici: se la riduzione dell’olfatto è causata da condizioni come il morbo di Parkinson, la malattia di Alzheimer o altre condizioni neurodegenerative, il trattamento sarà mirato a gestire la patologia sottostante. Questo può includere l’uso di farmaci per controllare i sintomi neurologici e  migliorare la conduzione degli impulsi nervosi nel sistema olfattivo.
  • Traumi cranici: in questi casi, il trattamento può includere terapia fisica, terapia occupazionale o terapia del linguaggio per aiutare il paziente a recuperare l’olfatto e altre funzioni cognitive compromesse dal trauma.
  • Malattie sistemiche: in presenza di diabete, ipertensione o altre condizioni mediche, l’approccio terapeutico sarà mirato a gestire efficacemente queste condizioni per ridurre l’impatto sull’olfatto. Ciò può includere modifiche dello stile di vita, terapia farmacologica e monitoraggio regolare della salute.
  • Allergie: in caso di allergie o infiammazione allergica delle vie nasali, la terapia prevede l’uso di farmaci antistaminici per ridurre i sintomi e migliorare la funzione olfattiva.

Terapia di riabilitazione olfattiva

Nota anche come terapia dell’olfatto o terapia di odorizzazione, è un approccio non farmacologico utilizzato per migliorare la funzione olfattiva. È particolarmente utile quando l’iposmia è causata da disturbi sensoriali anziché da problemi strutturali del naso o del sistema nervoso. Ecco come può essere svolta:

  • Esposizione a odori specifici: il paziente viene ripetutamente esposto a una serie di aromi specifici tramite kit di odore o essenze. Questi possono variare in intensità e complessità ed essere scelti in base alle preferenze individuali del paziente e alle cause sottostanti del disturbo.
  • Esercizi di identificazione degli odori: viene chiesto al paziente di identificare e descrivere gli odori presentati. Questi esercizi allenano la capacità di riconoscerli e distinguerli, migliorando così la percezione olfattiva.
  • Esposizione graduale: questa terapia prevede un’esposizione graduale agli odori, iniziando con quelli più familiari o meno forti  e procedendo verso i più complessi o intensi man mano che la capacità olfattiva del paziente migliora.
  • Ripetizione regolare degli esercizi: solitamente è necessaria una pratica regolare e costante per ottenere risultati ottimali. I pazienti sono incoraggiati a eseguire gli esercizi di identificazione degli odori e di esposizione agli stessi quotidianamente o secondo le indicazioni del terapeuta.
  • Monitoraggio e aggiustamenti: durante il corso della terapia, il paziente è monitorato attentamente per valutare i progressi e apportare eventuali modifiche al programma di trattamento in base alle risposte individuali del paziente.

 

Prevenzione dell’iposmia

Ci sono alcune misure generali che possono essere utili per ridurre il rischio di sviluppare disturbi dell’olfatto o per prevenirne l’aggravamento:

  • Evitare sostanze irritanti: ridurre l’esposizione a fumo di tabacco, odori chimici forti, vapori di solventi o vernici può aiutare a proteggere l’olfatto e ridurre il rischio di danneggiarlo.
  • Proteggere il naso: indossare maschere protettive o altri dispositivi di protezione adeguati durante l’esposizione a sostanze irritanti e seguire le procedure di sicurezza durante il lavoro in ambienti inquinati può aiutare a limitare l’irritazione delle vie respiratorie.
  • Curare le infezioni respiratorie: trattare prontamente raffreddori, sinusiti o infezioni delle vie respiratorie superiori può aiutare a prevenire danni olfattivi temporanei o permanenti.
  • Monitorare la salute generale: mantenere uno stile di vita sano, che includa una dieta equilibrata, esercizio fisico costante e controllo regolare della salute, può contribuire a prevenire condizioni mediche che possono influenzare la funzione olfattiva, come il diabete, l’ipertensione o le malattie neurologiche.
  • Proteggere il cervello: ridurre il rischio di lesioni cerebrali traumatiche mediante l’uso di dispositivi di protezione durante le attività ad alto rischio, come gli sport o il lavoro manuale, può aiutare a prevenire danni olfattivi associati ai traumi cranici.
  • Seguire le indicazioni mediche: seguire le indicazioni riguardo alla gestione di condizioni mediche preesistenti, come allergie, sinusiti o malattie neurologiche, può contribuire a mantenere la salute olfattiva.
  • Evitare l’abuso di alcol e droghe: l’uso di queste sostanze può danneggiare il sistema nervoso e influenzare negativamente la funzione olfattiva. Ridurne o evitarne il consumo può aiutare a proteggere l’olfatto.

 

Iposmia: per concludere

L’olfatto svolge un ruolo cruciale nella vita quotidiana, influenzando non solo la percezione del cibo e dei profumi, ma anche la sicurezza personale attraverso la rilevazione di odori pericolosi come il gas. L’iposmia può avere un impatto significativo sulla qualità della vita dei pazienti, portando a una perdita di piacere nel gustare gli alimenti e alla difficoltà nell’identificare odori importanti.

Può essere provocata da una vasta gamma di fattori, tra cui infezioni respiratorie, disturbi neurologici, traumi cranici, malattie sistemiche e altri disturbi sensoriali. È essenziale una valutazione accurata per determinare la causa sottostante. La diagnosi coinvolge esami fisici, test olfattivi e, in alcuni casi, esami di imaging. Il trattamento può variare dalla terapia farmacologica a quella di riabilitazione olfattiva, contemplando anche modifiche dello stile di vita mirate.

Prendere misure preventive come evitare sostanze irritanti e proteggere il naso può aiutare a prevenire questo disturbo.