Indice
L’ischemia è una condizione medica in cui il flusso sanguigno in una parte del corpo si riduce o interrompe, causando perciò una diminuzione dell’ossigeno e dei nutrienti forniti ai tessuti. Solitamente è associata al cuore, al cervello e alle gambe, ma può colpire anche altri organi come i reni, l’intestino, la pelle e le estremità.
Tipi di ischemia: classificazione
L’ischemia può essere di due tipologie, che differiscono per la durata e la gravità del loro effetto sui tessuti:
- Transitoria: si verifica quando il flusso sanguigno è ridotto o interrotto in modo temporaneo, portando a una perdita momentanea della funzione. Di solito ha una durata di pochi minuti e si risolve senza alcuna conseguenza a lungo termine.
- Permanente: il flusso sanguigno viene interrotto per un periodo di tempo prolungato, causando danni irreversibili. Le conseguenze dipendono dalla durata e dalla zona colpita.
La prima inoltre può essere un segnale di avvertimento: un attacco ischemico transitorio è spesso l’allarme di un ictus imminente che può suggerire di intraprendere una prevenzione nei confronti di ulteriori eventi ischemici.
Quanto è frequente l'ischemia? Epidemiologia
L’ischemia è una condizione comune, che varia a seconda della popolazione presa in considerazione e della parte del corpo colpita:
- Ischemia coronarica: colpisce il cuore ed è la principale causa di morte in molti paesi del mondo. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, le malattie cardiache sono infatti responsabili del 30% dei decessi a livello globale.
- Ischemia cerebrale: stando all’American Heart Association, negli Stati Uniti ogni anno si verificano circa 795.000 ictus, che rappresentano la quinta causa di morte e la principale per quanto riguarda la disabilità a lungo termine.
- Ischemia Periferica: coinvolge gli arti ed è meno comune delle altre due, ma può essere molto grave. Il Centers for Disease Control and Prevention ha stimato che circa l’8,5% degli adulti negli Stati Uniti ha una forma di malattia vascolare periferica.
Quali sono le cause dell'ischemia? Eziologia
L’ischemia è un disturbo multifattoriale, pertanto le cause variano a seconda della zona del corpo interessata:
- Ischemia cardiaca: è spesso provocata dalla formazione di placche aterosclerotiche all’interno delle coronarie, ma anche da spasmi delle stesse arterie, malattie cardiache congenite, coaguli di sangue o insufficienza cardiaca.
- Ischemia cerebrale: è dovuta all’ostruzione di un’arteria cerebrale, a sua volta causata da un coagulo di sangue (ictus ischemico) o dalla rottura di un vaso sanguigno (ictus emorragico). Altri responsabili possono essere i problemi di circolazione, come l’arteriosclerosi, le malattie delle arterie carotidi e la fibrillazione atriale.
- Periferica: è causata dall’aterosclerosi o da altre malattie vascolari come la sindrome di Raynaud, il diabete o la trombosi venosa profonda.
In alcuni casi l’ischemia può essere imputata a una diminuzione dell’apporto di ossigeno ai tessuti dell’organo interessato ed essere la conseguenza di apnea del sonno e di insufficienza respiratoria o cardiaca.
Fattori di rischio per l'ischemia
Esistono diversi fattori di rischio che possono danneggiare le pareti arteriose e aumentare la probabilità di sviluppare ischemia. Si suddividono in due categorie:
- Modificabili:
- fumo;
- pressione alta;
- colesterolo elevato;
- diabete;
- obesità;
- inattività fisica.
- Non modificabili:
- Età: con l’avanzare degli anni il rischio diventa maggiore.
- Sesso: gli uomini hanno più probabilità di essere colpiti rispetto alle donne, fino all’inizio della menopausa.
- Storia familiare: malattie cardiovascolari in famiglia possono indicare una predisposizione.
- Razza ed etnia: gli afroamericani e gli ispanici sono più soggetti.
Quali sono i sintomi dell'ischemia? Sintomatologia
- Ischemia cardiaca: può manifestarsi con una sensazione di pressione, oppressione, bruciore o pesantezza al petto, ma anche difficoltà respiratorie, come dispnea o affanno, sudorazione eccessiva, nausea e vomito, vertigini o svenimento.
- Ischemia cerebrale: si accompagna a paralisi o debolezza di un lato del corpo, difficoltà a parlare o a comprendere il linguaggio, a vedere da un occhio o da entrambi, vertigini o perdita di equilibrio, mal di testa improvviso e intenso.
- Ischemia periferica: dolore alle gambe durante l’esercizio fisico, difficoltà a camminare o a salire le scale, piedi freddi o pallore della pelle degli arti inferiori, ferite o ulcere che non guariscono.
Diagnosi di ischemia
La diagnosi di ischemia deve essere effettuata tempestivamente, così da intervenire il prima possibile per contenere l’attacco e limitare i danni.
Vediamo quindi quali sono le fasi in cui è strutturata la diagnosi.
Anamnesi
L’anamnesi è un’importante fase della valutazione del paziente con ridotta perfusione sanguigna in un determinato tessuto o organo. Consiste in un colloquio che comprende domande relative a:
- condizioni di salute del paziente, tra cui patologie pregresse come diabete, ipertensione, malattie cardiovascolari, colesterolo elevato e obesità;
- eventuali sintomi di ischemia, come dolore toracico, dispnea, debolezza muscolare o difficoltà a parlare;
- storia familiare di malattie cardiovascolari o di ictus;
- stile di vita, incluse abitudini come il consumo di alcol e droghe, tabagismo, il livello di attività fisica e la dieta.
Esame obiettivo
L’esame obiettivo per l’ischemia mira a identificare e comprendere la valutazione dei seguenti parametri:
- frequenza cardiaca e pressione arteriosa;
- temperatura e colorazione del tessuto colpito;
- presenza di ferite, ulcere o necrosi del tessuto;
- ridotta sensibilità;
- debolezza muscolare o ridotta funzione motoria.
Esami di laboratorio
Non esiste un test di laboratorio specifico che possa confermare la diagnosi di ischemia, ma alcune analisi possono aiutare a escludere altre patologie:
- Emocromo completo: rileva eventuali anomalie delle cellule che possono essere causate da una ridotta perfusione sanguigna.
- Test di coagulazione: valuta la capacità del sangue di coagulare ed è utile per identificare condizioni in grado di aumentare il rischio di trombosi o embolia.
- Esame del sangue per i lipidi: misura i livelli di colesterolo e trigliceridi, che possono essere coinvolti nello sviluppo di arteriosclerosi e aterosclerosi.
- Esami per la funzione renale ed epatica.
- Esami per la funzione tiroidea.
- Marcatori cardiaci: verificano la presenza di sostanze nel sangue che indicano danni al cuore.
- Esame del sangue per la presenza di anticorpi antifosfolipidi: associati ad un aumento del rischio di trombosi.
- Esame del sangue per la presenza di autoanticorpi: riconducibili ad alcune malattie autoimmuni, potenzialmente responsabili dello sviluppo ischemico.
Esami strumentali
Gli esami strumentali permettono di visualizzare i tessuti colpiti e quindi di valutare l’entità del danno attraverso:
- Tomografia computerizzata: visualizza tramite raggi X i tessuti potenzialmente interessati dal danno ischemico, dove può visualizzare le zone già ischemiche in modo definitivo, cioè ormai infartuate.
- Risonanza magnetica: utilizza campi magnetici e onde radio per osservare il cervello, il midollo spinale, il cuore o le gambe.
- Angiografia: prevede l’iniezione di un mezzo di contrasto nelle arterie periferiche o cerebrali, seguita dalla produzione di immagini radiologiche delle arterie interessate. Aiuta a valutare il grado di occlusione e a identificare eventuali stenosi o aneurismi. È la procedura che precede un’eventuale angioplastica.
- Ecocardiografia: utilizza ultrasuoni per individuare possibili lesioni cardiache.
- Doppler vascolare: gli ultrasuoni esaminano il flusso sanguigno nelle arterie periferiche.
- Elettrocardiogramma: registra l’attività elettrica del cuore.
- Elettroencefalogramma: registra l’attività elettrica del cervello.
- Ecografia renale: le immagini generate dagli ultrasuoni permettono di monitorare lo stato dei reni e delle loro arterie e vene.
Diagnosi differenziale dell'ischemia
L’identificazione delle condizioni simili all’ischemia dipende dalla sede dell’organo colpito.
Se l’ischemia colpisce il cuore, le patologie da tenere in considerazione sono:
- Infarto miocardico: è causato dall’occlusione di un’arteria coronaria che porta alla morte delle cellule del cuore; i sintomi includono dolore toracico, dispnea, sudorazione e nausea.
- Angina pectoris: è provocata dalla ridotta perfusione sanguigna al cuore, che genera dolore toracico e dispnea; tuttavia, a differenza dell’infarto miocardico, non causa la morte delle cellule.
- Cardiomiopatia: malattia che può essere indotta da diversi fattori, tra cui l’ischemia; si manifesta con dispnea, affaticamento e palpitazioni.
- Pericardite: è un’infiammazione del pericardio, il sacco che avvolge il cuore; presenta dolore toracico, febbre e dispnea.
Se invece interessa il cervello bisogna distinguerla da:
- Ictus: è dovuto all’occlusione o alla rottura di un’arteria cerebrale, con conseguente decesso delle cellule; provoca paralisi, difficoltà nel parlare, perdita di sensibilità e problemi visivi.
- Emicrania con aura: può causare sintomi neurologici transitori, come alterazioni visive, formicolio e difficoltà nel parlare.
- Tumore cerebrale: può indurre paralisi, difficoltà nel parlare e problemi cognitivi.
- Encefalite: infiammazione del cervello che può essere dovuta a infezioni virali o batteriche; tra i sintomi ci sono febbre, mal di testa e alterazioni neurologiche.
Trattamenti per l'ischemia
I trattamenti per l’ischemia dipendono dagli organi colpiti e dalla gravità della condizione. Si può intervenire mediante l’uso di farmaci o, nei casi più gravi, con un’operazione chirurgica.
Terapia farmacologica
L’obiettivo è quello di aumentare il flusso sanguigno e di prevenire la formazione di coaguli in base alla natura dell’ischemia:
Ischemia cardiaca:
- Nitrati: dilatano le coronarie, aumentando così il flusso sanguigno e riducendo il carico di lavoro del muscolo cardiaco.
- Beta-bloccanti: abbassano la frequenza del battito e la pressione sanguigna, diminuendo il consumo di ossigeno.
- Inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina: dilatano le coronarie e riducono la pressione, migliorando la perfusione del cuore.
- Anticoagulanti: impediscono la formazione di coaguli, limitando così il rischio di occlusione delle arterie.
Ischemia cerebrale:
- Trombolitici: dissolvono i coaguli e ripristinano il flusso sanguigno nell’arteria cerebrale.
- Antiaggreganti piastrinici: impediscono la formazione di coaguli, così da ridurre il rischio di occlusione.
- Anticoagulanti: prevengono la formazione di coaguli.
- Vasodilatatori: dilatano i vasi sanguigni, migliorando il flusso al cervello.
In alcuni casi, potrebbe essere necessario l’utilizzo di farmaci per via endovenosa o la somministrazione direttamente nell’arteria colpita.
Interventi chirurgici
La scelta dell’intervento dipende dalla gravità dei danni, dalla sede dell’organo colpito e dal profilo di rischio del paziente:
Ischemia cardiaca:
- Angioplastica coronarica: consiste nell’apertura delle arterie occluse utilizzando un palloncino gonfiato. In seguito può essere inserito uno stent per mantenere l’arteria dilatata.
- Bypass coronarico: viene utilizzato un pezzo di vaso sanguigno prelevato dal paziente o da un donatore per bypassare le arterie occluse.
Ischemia cerebrale:
- Endoarterectomia carotidea: rimozione della placca aterosclerotica dalla carotide.
- Embolectomia: eliminazione di un coagulo sanguigno che blocca un’arteria cerebrale. Deve essere eseguita il più rapidamente possibile per evitare danni permanenti.
- Bypass cerebrale: viene prelevato un pezzo di vaso sanguigno per bypassare un’arteria occlusa.
Prevenzione
Esistono alcune misure generali che possono aiutare a limitare la possibilità di ischemia:
- Modifiche dello stile di vita: ad esempio scegliere un’alimentazione sana ed equilibrata, fare esercizio fisico regolare, ridurre lo stress, evitare il fumo e il consumo di alcol.
- Trattamento dei fattori di rischio: è importante tenere sotto controllo condizioni come l’ipertensione, il diabete, l’ipercolesterolemia e l’obesità.
- Terapia antitrombotica: in alcune situazioni può essere necessario assumere farmaci antitrombotici per prevenire la formazione di coaguli sanguigni.
- Screening e diagnosi precoce: se si ha una storia familiare di malattie cardiovascolari o cerebrovascolari, o se si hanno sintomi simili all’ischemia, è importante sottoporsi agli esami opportuni per individuare eventuali problemi prima che diventino gravi.
Conclusioni
L’ischemia è una condizione medica grave che può causare danni permanenti agli organi e compromettere seriamente la qualità della vita.
Si verifica quando il flusso sanguigno si riduce o interrompe in una parte del corpo, principalmente cuore, cervello e gambe.
Può essere di tipo transitorio o permanente, e si manifesta con sintomi diversi a seconda dell’organo che colpisce: dolore al petto, dispnea e affanno nel caso di ischemia cardiaca; paralisi, difficoltà di linguaggio e mal di testa improvviso qualora colpisca il cervello; dolore agli arti, estremità fredde e pallore se interessa le gambe.
Adottare uno stile di vita sano, gestire i fattori di rischio e sottoporsi a screening e diagnosi precoce sono le chiavi della prevenzione. Inoltre, i trattamenti farmacologici e chirurgici possono aiutare a ridurre i sintomi e migliorare la prognosi.