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Leucemia linfatica cronica: quando il trattamento è guidato dalla malattia residua misurabile

Gli autori di questo studio avrebbero valutato in termini di sopravvivenza qual è la migliore opzione di trattamento per i pazienti con diagnosi di leucemia linfatica cronica.

Leucemia linfatica cronica: che cos’è, sintomi e trattamento

La leucemia linfatica cronica è una forma comune di leucemia, più frequente nei soggetti con età media di 70 anni, caratterizzata dalla proliferazione incontrollata di linfociti (generalmente cellule B) all’interno del sangue, della milza, dei linfonodi e del midollo osseo.

Nella maggior parte dei casi sono riscontrabili alcune comuni alterazioni cromosomiche in geni che codificano per proteine ad attività oncosoppressiva od oncogena, mediante meccanismi di delezione, traslocazione o mutazioni. Tali alterazioni si verificano a carico di una cellula staminale ematopoietica, e si trasmettono a tutta la sua discendenza clonale.

I pazienti affetti da leucemia linfatica cronica possono essere silenti sul piano sintomatologico, oppure possono esibire sintomi vaghi, come una pronunciata perdita di peso, un aumento della sudorazione notturna e comparsa di febbre o febbricola.

A parte i classici regimi chemioterapici a base di farmaci antiblastici tradizionali come la ciclofosfamide e la fludarabina, oggi sono utilizzati anche farmaci che agiscono su pathways biochimici essenziali all’interno della cellula tumorale, bloccandoli. Tra questi sono da citare l’ibrutinib (un inibitore della tirosinchinasi di Bruton¹) e il venetoclax, una proteina che inibisce l’attività antiapoptotica, inducendo le cellule tumorali alla morte programmata.

Caratteristiche dello studio

  • Tipo di studio: Trial clinico controllato randomizzato.
  • Luogo: Regno Unito.
  • Tipo di pazienti: Soggetti affetti da leucemia linfatica cronica non trattata.

 

Scopo dello studio: qual è il trattamento più efficace per la leucemia linfatica cronica?

Gli autori di questo importante trial multicentrico hanno comparato l’efficacia del classico regime chemioterapico con l’associazione dei due nuovi farmaci ibrutinib+venetoclax nel trattamento di una coorte di pazienti affetti da leucemia linfatica cronica.

 

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Progettazione

Lo studio ha arruolato 523 pazienti, tutti affetti da leucemia linfatica cronica, senza coinvolgimento cardiaco significativo e non ancora in regime di trattamento farmacologico.

Successivamente tutti i partecipanti sono stati suddivisi in tre gruppi di uguale numerosità:

  • il primo gruppo ha ricevuto l’assunzione della chemioterapia classica FCR²;
  • il secondo gruppo ha ricevuto l’ibrutinib in monoterapia;
  • il terzo gruppo ha invece ottenuto la combinazione dell’ibrutinib e del venetoclax. Questa terapia è stata guidata dalla misurazione del grado di malattia residua, capace di far sospendere o di far prolungare la terapia stessa.

 

Risultati

Dopo circa 3 anni e mezzo dall’avvio della sperimentazione clinica, si sono registrati i seguenti risultati:

  • il gruppo dei pazienti che ha assunto ibrutinib+venetoclax ha sviluppato un rischio inferiore dell’87% di progressione della malattia o di morte, nell’arco di tempo considerato, rispetto al gruppo che assunto il regime FCR;
  • trascorsi 5 anni complessivi dall’inizio della terapia, i pazienti che hanno assunto ibrutinib+venetoclax mostravano assenza di malattia residua misurabile nel sangue periferico in quasi il 95% dei casi.

 

Conclusioni

Il presente studio ha messo in luce la superiorità, in termini di sopravvivenza libera da progressione di malattia e di sopravvivenza globale, della nuova associazione ibrutinib+venetoclax rispetto al regime chemioterapico standard FCR nel trattamento di pazienti con diagnosi di leucemia linfatica cronica.

Fonti e note:

ARTICOLO ORIGINALE: Munir T, Cairns DA, Bloor A et al. Chronic lymphocytic leukemia therapy guided by measurable residual disease. New England Journal of Medicine. 2024 Jan 25;390(4):326–37.

[1] Hallek M, Al‐Sawaf O. Chronic lymphocytic leukemia: 2022 update on Diagnostic and Therapeutic Procedures. American Journal of Hematology. 2021 Nov 24;96(12):1679–705.

Nota 1. La tirosina chinasi di Bruton (BTK) è un enzima coinvolto nel sistema immunitario, particolarmente importante per lo sviluppo e la funzione dei linfociti B nonché nella trasduzione del segnale attraverso il recettore della cellula B.

Nota 2. Il regime chemioterapico standard FCR è composto dall’associazione della ciclofosfamide con la fludarabina e il rituximab.