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Che cos’è la leucocituria
La leucocituria è un disturbo della diuresi, spesso passeggero, che consiste nel riscontro di concentrazioni elevate di leucociti, ossia di globuli bianchi, all’interno delle urine.
In genere il semplice reperto di globuli bianchi nelle urine, in concentrazioni appena eccedenti il limite di normalità, non implica necessariamente la presenza di una condizione patologica sottostante, ma è sempre bene approfondirne le cause.
La leucocituria è un disturbo urinario che si accompagna sovente al riscontro di pus nelle urine, condizione nota come piuria. Qualora invece si assista all’individuazione di soli globuli bianchi senza la presenza concomitante di pus e muco, in termini anglosassoni si è coniato l’apposito termine di sterile pyuria, ovvero “piuria sterile”. [1]
Cosa sono e che funzione hanno i leucociti?
I leucociti, noti informalmente come globuli bianchi, sono delle cellule con un nucleo, preposte principalmente alla difesa e alla sorveglianza dell’organismo da minacce esterne, come ad esempio l’intrusione di virus o batteri.
I globuli bianchi possono sia localizzarsi a livello ematico, comportandosi dunque da “cellule itineranti” oppure risiedere specificamente a livello del tessuto connettivo, come nel caso di alcuni tipi di macrofagi e dei basofili.
I leucociti non sono tra loro identici e possono essere classificati in:
- Leucociti granulocitici, comprendenti i neutrofili, gli eosinofili e i basofili;
- Leucociti non granulocitici (o agranulocitici), che includono i grandi linfociti, i piccoli linfociti e i monociti-macrofagi.
Questa distinzione viene effettuata perché, all’analisi al microscopio ottico, i leucociti granulocitici presentano dei caratteristici granuli, ognuno dei quali racchiudente un corredo specifico di enzimi e proteine, per lo più ad azione litica. Al contrario, i monocito-macrofagi e i linfociti non dispongono delle caratteristiche granulazioni dei granulocitici e, pertanto, sono noti come leucociti a-granulocitici.
All’interno del sangue la concentrazione dei vari tipi di globuli bianchi (formula leucocitaria) è così mediamente ripartita (in un soggetto adulto sano):
- Granulociti neutrofili 60-65 % %;
- Linfociti 25-30 %;
- Monocito-macrofagi 5-8 %;
- Granulociti eosinofili 2-3 %;
- Granulociti basofili 0,5-1 %. [2]
Perché si ricercano i leucociti nelle urine
Mentre all’interno del sangue i globuli bianchi costituiscono una delle tre componenti cosiddette “figurate” (insieme ai globuli rossi e alle piastrine), nelle urine in condizioni fisiologiche vi è una concentrazione molto bassa di leucociti.
Questa concentrazione, che si attesta intorno alle 5-10 cellule per campo del microscopio con ingrandimento 40x, può aumentare in alcune condizioni patologiche, ad esempio nel corso di infezioni dell’organismo o di infezioni delle urine.
Di norma le infezioni delle vie urinarie, sostenute quasi sempre dal batterio Escherichia Coli, richiamano la presenza dei leucociti che, portandosi nel sito di infezione, come ad esempio la vescica, si ritroveranno, poi, inesorabilmente nelle urine.
Per questa ragione si può richiedere di misurare la concentrazione dei leucociti nelle urine quando si ha motivo di supporre la presenza di un’infezione delle vie urinarie, ma anche per chiarire il quadro diagnostico di molte altre situazioni patologiche.
Qual è la frequenza dell'aumento dei globuli bianchi nelle urine? Cenni epidemiologici sulle Infezioni delle Vie Urinarie e sulla leucocituria
Le Infezioni delle Vie Urinarie, o IVU, costituiscono una condizione molto comune in tutte le popolazioni, colpendo in maniera quasi univoca il sesso femminile, con una frequenza 50 volte maggiore per le donne rispetto agli uomini.
In Italia ogni anno si registrano circa 2,5 milioni di visite mediche effettuate sulla scorta di una sospetta o riferita IVU e una donna su due ha probabilmente sperimentato i sintomi dell’infezione almeno una volta nella vita.
L’infezione delle vie urinarie può colpire qualsiasi tratto dell’apparato urinario, dai calici renali sino alla terminazione uretrale, ma per lo più la vescica, sia negli uomini che nelle donne.
L’IVU è dimostrata dalla presenza di batteri in concentrazione significativa all’interno delle urine, la condizione definita batteriuria. Di solito di concerto con la batteriuria si ritrovano all’interno delle urine anche i globuli bianchi, condizione detta invece leucocituria.
La leucocituria non è però sufficiente a porre diagnosi di infezione delle vie urinarie, potendo essere il campione di urine stato contaminato da batteri delle mani o da secrezioni genitali. In questi casi è sempre bene approfondire la natura dell’alterazione, senza ricorrere alla somministrazione prematura di antibiotici, al fine di scongiurare il temuto fenomeno dell’antibiotico-resistenza. [4]
Perché si ritrovano i leucociti nelle urine: aspetti eziologici
Il riscontro di leucociti nelle urine al di sopra dei limiti fisiologici può essere imputato a varie cause.
IVU (Infezioni delle Vie Urinarie)
Le infezioni delle vie urinarie rappresentano la causa principale di leucocituria, costituite per la maggior parte da cistite, uretrite e prostatite.
Infezioni extra-urinarie
Anche infezioni inizialmente distrettualizzate, come la tonsillite o la polmonite, possono riverberarsi a livello generale nell’organismo, potendo dare traccia di sé nelle urine attraverso l’innalzamento del numero dei leucociti nelle urine.
Affezioni primitivamente renali
Alcune condizioni patologiche che colpiscono in via elettiva i reni, come la pielonefrite cronica, oppure la nefrite interstiziale cronica possono causare leucocituria. In questi casi si riscontra usualmente la presenza di cilindri nel campione urinario (cilindri ialini o ialino-granulosi includenti i leucociti).
Condizioni patologiche ostruttive
Alcuni tumori, i calcoli urinari o le malformazioni congenite possono determinare il ristagno delle urine con conseguente proliferazione batterica e richiamo dei leucociti, riscontrabili poi nelle urine.
Altre cause di leucocituria
Altre cause, come l’assunzione di determinati farmaci, i contraccettivi orali oppure la contaminazione del campione urinario con secreto prostatico nell’uomo e secreto vaginale nella donna, possono causare leucocituria evidente. [1],[3]
Sintomi generalmente associati a leucocituria
Poiché la leucocituria è, in molti casi, associata a infezioni delle vie urinarie o infezioni sistemiche, non è raro che, in concomitanza, possano osservarsi sintomi generici quali febbre con brividi, stato di malessere generale e nausea.
In associazione a questi sintomi aspecifici possono anche presentarsi sintomi ascrivibili a disturbi urinari, o LUTS (Lower Urinary Tract Symptoms), come:
- Disuria, ossia riferita difficoltà nella minzione;
- Pollachiuria, ossia emissione frequente di urina durante la giornata;
- Nicturia, ovvero la necessità di urinare più volte durante la notte;
- Esitazione minzionale, con difficoltà a cominciare la minzione:
- Mitto intermittente, con la tendenza a urinare con interruzioni durante la minzione;
- Oliguria o anuria, ossia con emissione di quantità di urina scarse o molto scarse durante l’arco della giornata;
- Gocciolamento post-minzionale, dove l’urina tende a fluire a gocce dopo l’atto della minzione;
- Sensazione di non aver svuotato completamente la vescica;
- Ematuria, ossia appurata presenza di sangue nelle urine;
- Piuria, ovvero presenza di materiale purulento nelle urine;
- Batteriuria, ossia presenza conclamata di batteri nelle urine; [1]
Diagnosi di leucocituria
La diagnosi di leucocituria viene effettuata attraverso l’ esame delle urine, prescritto dal medico di medicina generale o dal medico specialista urologo durante la visita urologica.
Nell’esame delle urine risulta molto utile ricercare anche altri segni di infezione urinaria, come l’azione dell’esterasi leucocitaria o i nitriti. Infatti, l’esterasi leucocitaria è un enzima attivato dai globuli bianchi in corso di infezioni, mentre i nitriti possono essere convertiti dai nitrati da parte di alcuni batteri Gram-negativi.
La diagnosi di leucocituria viene effettuata se all’analisi del sedimento del campione urinario con il microscopio ottico si rinvengono più di 5-10 globuli bianchi per cella, o campo di osservazione. Difatti, dopo aver immesso una goccia di urina prelevata con Pipetta di Pasteur dal campione di urina sulla camera di Neubauer, si procede alla conta di tutti gli elementi d’interesse (globuli bianchi, globuli rossi, batteri etc.), suddividendo la camera in celle, o campi d’osservazione.
Dopo che è stata palesata la condizione di leucocituria, è bene effettuare una nuova visita dal medico urologo, il quale, dopo aver vagliato tutte le informazioni anamnestiche fornite dal paziente, procede all’esame obiettivo accurato del paziente stesso.
Nella maggior parte dei casi, infatti, poiché la leucocituria è causata da Infezioni delle Vie Urinarie, possono accompagnarsi sintomi specifici, come dolorabilità in alcuni settori del basso addome, che per tale ragione è bene ispezionare e palpare.
Anche se in disuso, la Conta di Addis è ulteriore metodica per verificare la leucocituria. Si utilizza per stimare l’escrezione urinaria nell’unità di tempo di elementi cellulari e di cilindri: quando l’escrezione urinaria dei globuli bianchi supera i 1000 elementi per minuto allora si può parlare di leucocituria.
Una volta inquadrata o sospettata la condizione patologica posta in essere, risulta utile effettuare, in alcuni casi, altri esami strumentali di approfondimento come l’ecografia del basso addome, la TC addomino-pelvica e la cistoscopia. [1],[3],[4],[5]
Conclusioni
In conclusione, si può affermare che la leucocituria, vale a dire il riscontro di leucociti a concentrazione elevata nelle urine, non costituisce di per sé un segno di chiara infezione delle vie urinarie. Tuttavia, si tratta di una condizione che, sebbene meno preoccupante di un quadro di ematuria, merita necessari approfondimenti.
Questa condizione, determinata per lo più da IVU o da procedure di cateterismo vescicale in soggetti più anziani secondarie alla proliferazione batterica, può essere palesata dalla semplice e rapida esecuzione dell’esame delle urine. Una volta acclarata la leucocituria, se questa è particolarmente significativa, è bene procedere in genere con la terapia antibiotica più opportuna, facendo però attenzione a non incorrere nel controproducente fenomeno dell’antibiotico-resistenza.
Bibliografia: fonti e note
- [1] Schena F, Selvaggi F, Gesualdo L, et al. Malattie dei reni e delle vie urinarie. Milano: McGraw-Hill; 2008.
- [2] Guyton A, Hall J, Zocchi L, Aicardi G. Fisiologia medica. Milano: Elsevier; 2006.
- [3] Bonkat G., Bartoletti R., Bruyère F, et al. EAU Guidelines on Urological Infections. European Association of Urology. 2020.
- [4] Azienda Regionale di Coordinamento per la Salute – Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Linee Guida Regionali per la Gestione delle Infezioni delle Vie Urinarie.
- [5] Steinmetz J, Henny J, Gueguen R. Stepwise strategies in analysing haematuria and leukocyturia in screening. Clinical Chemistry and Laboratory Medicine (CCLM). 2006;44(4).