L’articolo divulgativo-patologia è destinato alle persone comuni, che desiderano essere aggiornate sui temi sanitari.
Il livello culturale target dovrebbe essere quello delle SCUOLE SUPERIORI, presupponendo conoscenze di base di biologia e scienze.
A titolo di esempio vediamo l’articolo
Ecco la linea guida per realizzare passo passo un articolo divulgativo su una patologia adatto alla pubblicazione sul portale:
Un articolo divulgativo di base, incentrato sulla descrizione di una patologia, persegue il fine principale di informare a dovere il lettore sui principali aspetti di una malattia, fornendogli una conoscenza di base a 360 gradi.
L’articolo è costruito dedicando uno specifico paragrafo per ogni angolazione con cui si descrive la patologia, in maniera da elaborare, in ultimo, un articolo completo ed esauriente, senza che venga tralasciata nessuna informazione importante.
Allo stesso tempo, il tono dell’articolo non è mai tecnico né sofisticato, proprio per conferire, a ogni tipo di lettore, una preparazione di base sulla patologia in oggetto, indipendentemente dai rudimenti di medicina già posseduti dal lettore stesso, prima di leggere l’articolo.
Il TARGET è quindi identificato nelle persone comuni, che desiderano essere aggiornate sui temi sanitari.
Il livello culturale target dovrebbe essere quello delle SCUOLE SUPERIORI, cioè quelle dell’obbligo, presupponendo conoscenze di base di biologia e scienze.
E’ evidente che il linguaggio usato non sarà particolarmente tecnico, ma dovrà adattarsi al lessico comune dello studente delle scuole superiori, dando per scontati pochissimi concetti di base di biologia e di scienze umane.
Il titolo rappresenta, d’impatto, il modo con cui l’articolo si presenta al lettore.
È necessario, dunque, che sia chiaro, sintetico e preciso.
Deve essere di massimo 6-8 parole.
Nella definizione è importante descrivere in maniera chiara, sintetica e lineare la patologia in oggetto, senza ricorrere, nel primo periodo, a perifrasi o giri di parole troppo lunghi.
Infatti, lo scopo della descrizione è quello di fornire un “colpo d’occhio” iniziale sull’argomento: tutte le altre informazioni sono poi adeguatamente approfondite nei paragrafi successivi.
Nel quadro introduttivo occorre presentare in breve il settore in cui rientra la patologia in oggetto, fornendo una panoramica generale dell’ambito.
In molti casi, suddividere la parte introduttiva in sotto-paragrafi può rivelarsi di grande utilità, in quanto si potrebbero riepilogare alcuni concetti preliminari, essenziali per la comprensione della patologia di cui si deve disquisire.
Ad esempio, nel redigere un articolo sulla Sindrome del Tunnel Carpale, sarebbe opportuno che, nella parte introduttiva, vengano richiamati concetti dell’anatomia della mano, chiarendo al lettore cosa si intende per tunnel carpale etc.
Ovviamente, bisogna tenere a mente che il quadro introduttivo è solo propedeutico alla dissertazione vera e propria della patologia, per cui:
L’epidemiologia è quella branca della statistica che si occupa di analizzare e studiare la frequenza con cui si verificano determinate patologie, nonché di ricercare i principali fattori di rischio che possano causarla.
È spesso utile fornire dei brevi cenni epidemiologici della patologia in oggetto, non inserendo informazioni squisitamente tecniche sulle metodiche utilizzate per l’analisi statistica sulla popolazione, bensì limitandosi a riportare incidenza o prevalenza della malattia, o di sintomi a essa correlati.
Ricorda la differenza tra incidenza e prevalenza:
L’eziopatogenesi di una malattia rappresenta un aspetto imprescindibile nella trattazione di una determinata patologia.
Il termine sta ad indicare la descrizione:
In questo paragrafo occorre essere il più chiari e completi possibile, magari attingendo da fonti diverse, in maniera da fornire al lettore una trattazione esauriente e precisa del perché la patologia tende a instaurarsi nell’organismo.
Quando ci si concentra sulla patogenesi, bisogna ripercorrere le varie fasi del meccanismo con il quale la patologia si presenta in maniera sequenziale e logica, cercando di non saltare delle tappe importanti per il corretto inquadramento della stessa.
Risulta dunque fondamentale produrre una dissertazione completa e informativa ma non si deve eccedere nell’uso di tecnicismi e nella descrizione di meccanismi in modo troppo particolareggiato,
Così facendo si evita di “appesantire” troppo la lettura, mantenendo al contempo un tono completo e scientifico, in chiave divulgativa.
Un paragrafo concentrato sull’anatomia patologica della malattia in questione è utile per rendere un quadro esaustivo della patologia, specialmente per i nostri lettori studenti di medicina, scienze infermieristiche e discipline sanitarie in generale.
Potrebbe fornire una maggiore comprensione dell’affezione, dal momento che la si descrive in termini sia macroscopici che microscopici.
La descrizione in termini macroscopici può permettere al lettore di comprendere come la malattia si presenta “a occhio nudo” in un organo;
la descrizione microscopica esaurisce, in termini cellulari e in termini tessutali, la caratterizzazione dell’evento patologico.
In questo paragrafo è possibile anche includere se è possibile classificare la patologia sulla base di esami citologici eventualmente condotti ( ad esempio da agoaspirato) oppure sulla base di esami istologici (con tecniche di istochimica, immunoistochimica etc.).
“Le malattie hanno dei sintomi; i sintomi fanno pensare al fondamento organico di tutto ciò che siamo. Fanno pensare al cervello come a un pezzo di carne.”
Con questa frase molto evocativa, lo scrittore americano Jonathan Franzen ha ben descritto l’importanza che riveste un sintomo, o un insieme di sintomi, per risalire alla genesi di una patologia.
Mentre, infatti, la patologia è spesso ritenuta un concetto astratto, la manifestazione dei sintomi la riporta a una dimensione più concreta, costituendone, appunto, il “fondamento organico”.
Per questa ragione, al fine di conferire più concretezza alla trattazione di una patologia, è bene riportare sempre tutti i sintomi con i quali essa si presenta.
Può essere utile introdurre i sintomi servendosi di un elenco puntato, e fornendo, a latere, una breve descrizione della modalità di presentazione del sintomo o delle caratteristiche a esso correlate (ad es. “dolore di tipo puntorio, indotto da uno sforzo”).
Il paragrafo relativo alla diagnosi è uno dei più importanti nella trattazione di una patologia, in quanto incorpora tutte le modalità tramite le quali è possibile far luce su una determinata malattia, trasformando il sospetto diagnostico in diagnosi vera e propria.
In questa parte, bisogna seguire un iter logico-sequenziale che descriva tutti i passaggi comunemente effettuati per indagare a fondo sull’origine di una patologia.
Ad esempio,
In questo paragrafo bisogna descrivere in maniera completa i trattamenti attualmente disponibili per la cura (o la mitigazione dei sintomi) di una determinata patologia, avendo cura di non eccedere nell’analisi tecnica dei trattamenti stessi.
Oltre a descrivere i trattamenti farmacologici o chirurgici di una malattia, è possibile spesso affiancare dei trattamenti preventivi, effettuabili per limitare e arginare il decorso e l’evoluzione di una malattia.
Nelle conclusioni bisogna cercare di riassumere in poche righe il core di quanto esposto fino a quel momento, rimarcando l’impatto sociale della patologia e la disponibilità di farmaci e strumenti terapeutici utili nella sua cura.
Le fonti, consultate e ricercate su manuali, database o riviste specializzate autorevoli, devono sempre rispettare dei criteri di qualità, in maniera da poter fornire al lettore un articolo veritiero, esauriente ed esposto in maniera neutra, senza persuaderlo di una posizione in particolare.
Una buona fonte dovrebbe ottemperare, dunque, ai seguenti requisiti:
– AUTOREVOLEZZA Chi è l’autore? In cosa è specializzato? Quali altri lavori ha fatto? Chi è l’editore o la casa editrice?
– ACCURATEZZA L’informazione è sufficientemente accurata? Si può definire completa? Le fonti sono citate?
– OBIETTIVITÀ L’informazione è presentata in modo imparziale e neutro, o vuole persuadermi di qualcosa nello specifico?
– LIVELLO DI APPROFONDIMENTO L’informazione è molto superficiale? L’informazione è fin troppo approfondita?
– DATA DI PUBBLICAZIONE L’informazione è troppo vecchia, ormai obsoleta?
Nella parte finale dell’articolo, a piè di pagina, è d’obbligo riportare, in maniera opportuna, tutte le fonti consultate, sotto forma di citazione bibliografica, o reference.
La citazione bibliografica consente al lettore di individuare facilmente le fonti utilizzate da un autore per la stesura del suo articolo.
Ogni citazione è costituita da una serie di elementi presenti in ordine fisso, ognuno dei quali preceduto e seguito da segni di punteggiatura convenzionale.
Ad esempio: Titolo, Nome e Cognome Autore, Casa Editrice, Anno di Pubblicazione.
All’interno di uno stesso documento, ogni citazione segue uno schema standard e va riportata in maniera omogenea.
Lo stile citazionale Vancouver è uno dei più utilizzati nel settore medico-sanitario e prevede questo standard di elementi:
[Numero], Autore (Cognome e Nome puntato), Titolo, Luogo di Pubblicazione, Casa Editrice, Anno di Pubblicazione, Pagine consultate
Es. di citazione in Stile Vancouver di un manuale/libro
[1] Fradà G, Fradà G. Semeiotica medica nell’adulto e nell’anziano. Padova: Piccin; 2018. 675-718.
Es. di citazione in Stile Vancouver di un articolo di Journal/Rivista specializzata
[1] Yang DY, Lee WK. A current perspective on post-micturition dribble in males. Investig Clin Urol. 2019. 142-147.
Se ci sono più di tre autori, dopo il terzo aggiungere “et al.”, non includendo i successivi.
N.B. Il numero posto tra parentesi quadre va riportato alla fine del paragrafo (o alla fine della frase) per la stesura del quale si è consultata quella fonte. Il lettore, scorrendo verso la sezione “Riferimenti bibliografici”, e cercando il numero tra parentesi quadre corrispondente, viene informato del manuale o paper adottato per la consultazione.
Eventuali tabelle devono essere considerate come complemento alla lettura dell’articolo, e pertanto vanno progettate in maniera chiara e sintetica, evitando di destare confusione nel lettore.
Qualora, nella tabella, siano effettuate delle abbreviazioni o sono da aggiungere didascalie importanti per la comprensione di quanto riportato, tali considerazioni possono essere riportate a piè di pagina, in maniera esauriente.
Mentre la tabella serve più a comparare dei dati o a presentarli, la figura ha la funzione di trasmettere un messaggio, presentato in maniera chiara e nel modo opportuno.
Per tale motivo, una figura dovrebbe essere semplice, libera da “barocchismi” ed essere corredata da colori chiari come l’arancione chiaro, il celeste o il verde lime.
È consigliabile creare la tabella come Immagine .jpg in modo che sia sempre consultabile da qualunque device e non modificata in base alla visione dello stesso. Se necessario siamo disponibili a creare una tabella-immagine come servizio extra
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